3. I pastori e gli anziani religiosi si attengono alle parole di Paolo riportate nella Bibbia: “Ogni Scrittura è ispirata da Dio” (2 Timoteo 3:16), credendo che tutto ciò che è nella Bibbia siano parole di Dio. Ma voi dite che la Bibbia non è composta interamente dalle parole di Dio; quindi, cosa significa tutto ciò?

Parole di Dio attinenti:

Al giorno d’oggi, le persone credono che la Bibbia sia Dio e che Dio sia la Bibbia. Parimenti, ritengono anche che tutte le parole della Bibbia siano le uniche parole pronunciate da Dio e che furono tutte dette da Lui. Coloro che credono in Dio pensano addirittura che, sebbene tutti i sessantasei libri dell’Antico e del Nuovo Testamento siano stati scritti da persone, siano stati tutti trasmessi sotto l’ispirazione di Dio e rappresentino una testimonianza scritta di quanto espresso dallo Spirito Santo. Si tratta di comprensione errata da parte delle persone e non è del tutto conforme ai fatti. In effetti, a eccezione dei libri profetici, la maggior parte dell’Antico Testamento è un resoconto storico. Alcune delle epistole del Nuovo Testamento derivano da esperienze personali e altre dall’illuminazione dello Spirito Santo; le lettere di Paolo, per esempio, sono da attribuire all’opera di un uomo, scaturirono dalla rivelazione dello Spirito Santo, vennero scritte per le Chiese e furono parole di esortazione e di incoraggiamento rivolte ai fratelli e alle sorelle delle Chiese. Non si trattava di parole pronunciate dallo Spirito Santo, Paolo non poteva parlare a nome Suo e non era neppure un profeta, ancor meno ebbe visioni pari a quelle contemplate da Giovanni. Le sue lettere vennero scritte per le Chiese di Efeso, Filadelfia, Galazia e altre Chiese ancora. Quindi, le lettere paoline del Nuovo Testamento sono epistole che Paolo scrisse per le Chiese e non si tratta di ispirazioni dello Spirito Santo, né di parole espressamente pronunciate dallo Spirito Santo. Si tratta di semplici parole di esortazione, consolazione e incoraggiamento che Paolo scrisse per le Chiese durante lo svolgimento del suo lavoro. Sono, inoltre, un resoconto storico di buona parte del lavoro svolto da Paolo a quel tempo. Furono scritte per tutti i fratelli e le sorelle nel Signore, affinché quanti appartenevano alle Chiese di quell’epoca potessero seguire il suo consiglio e conformarsi alla via del ravvedimento tramandata dal Signore Gesù. In nessun caso Paolo affermò che le Chiese, sia quelle dei suoi tempi che quelle future, fossero tutte tenute a nutrirsi dei suoi scritti, né dichiarò che le sue parole procedevano tutte da Dio. Secondo le circostanze della Chiesa di quell’epoca, egli professava semplicemente la comunione con i fratelli e le sorelle, li esortava e ispirava la fede in loro, oltre a predicare semplicemente, incoraggiando e aiutando le persone a ricordare. Le sue parole erano basate sul suo fardello individuale, e per mezzo di esse egli sosteneva le persone. Egli svolse l’opera di apostolato delle Chiese di quel tempo, fu un operaio di cui il Signore Gesù Si servì, e dovette quindi assumersi la responsabilità delle Chiese e svolgere un’opera tra le Chiese, nonché tenersi al corrente della condizione dei fratelli e delle sorelle; proprio per questo motivo egli scrisse le epistole per tutti loro. Tutto ciò che di edificante e positivo disse alle persone era giusto, ma non rappresentava le espressioni dello Spirito Santo e non poteva rappresentare Dio. Si tratta di un equivoco madornale e di una terribile bestemmia che gli uomini considerino i resoconti delle esperienze di un uomo e le sue epistole come parole comunicate dallo Spirito Santo alle Chiese! Ciò vale in particolare per quanto riguarda le lettere scritte da Paolo alle Chiese, perché queste vennero redatte per i fratelli e le sorelle in funzione delle circostanze e della situazione di ogni Chiesa a quel tempo, allo scopo di esortare i fratelli e le sorelle nel Signore, in modo che potessero ricevere la grazia del Signore Gesù. Le sue epistole erano finalizzate a risvegliare i fratelli e le sorelle di quel periodo. Si può affermare che questo fosse il suo fardello individuale, oltre che quello assegnatogli dallo Spirito Santo; dopotutto, era un apostolo che presiedeva alle Chiese dell’epoca, il quale redigeva epistole alle Chiese per esortarle: in ciò consisteva la sua responsabilità. La sua identità era semplicemente quella di un apostolo intento nel suo operato, ed era semplicemente un apostolo inviato da Dio; non era né un profeta, né un chiaroveggente. Per lui, il suo incarico e la vita dei fratelli e delle sorelle rivestivano la massima importanza. Perciò, non poteva parlare a nome dello Spirito Santo. Le sue parole non erano parole pronunciate dallo Spirito Santo, né tanto meno potevano essere considerate parole proferite da Dio, visto che Paolo non era niente più che una Sua creatura, e non era certamente l’incarnazione di Dio. La sua identità non era la stessa di Gesù. Le parole di Gesù erano quelle dello Spirito Santo, erano parole di Dio, perché la Sua identità era quella del Cristo, il Figlio di Dio. Come potrebbe Paolo essere Suo pari? Se le persone considerano epistole o parole come quelle di Paolo alla stessa stregua delle espressioni dello Spirito Santo e le venerano come fossero di Dio, si può solamente affermare che siano fin troppo privi di discernimento. Per dirla più duramente, non si tratta forse di semplice blasfemia? Come può un uomo parlare per conto di Dio? Come possono le persone inchinarsi davanti alla testimonianza scritta delle sue epistole e delle parole da lui pronunciate, come se si trattasse di un libro sacro o proceduto dal cielo? Le parole di Dio potrebbero mai essere proferite in modo disinvolto da un uomo? Come può un uomo parlare per conto di Dio? Quindi, cosa dici a riguardo? Le lettere da lui scritte per le Chiese non potrebbero forse essere contaminate dalle sue idee personali? Come potrebbero non essere contaminate da concezioni umane? Egli scrisse lettere per le Chiese basandosi sulle sue esperienze personali e sulla sua conoscenza individuale. Per esempio, Paolo scrisse un’epistola alle Chiese della Galazia in cui espresse un determinato parere, e Pietro ne scrisse un’altra con un punto di vista differente. Quale delle due procedeva dallo Spirito Santo? Nessuno può dirlo con certezza. Pertanto, si può solo affermare che entrambi portavano un fardello per le Chiese ma che, tuttavia, le loro lettere rappresentano la loro statura, quanto essi erano in grado di somministrare e il sostegno che erano in grado di dare ai fratelli e alle sorelle, nonché il loro fardello per le Chiese; le loro lettere quindi rappresentano solo l’operato umano: non sono procedute interamente dallo Spirito Santo. Se affermi che le sue epistole sono parole dello Spirito Santo, sei una persona assurda e stai proferendo bestemmie! Le lettere di Paolo e le altre epistole del Nuovo Testamento hanno lo stesso valore delle memorie delle personalità spirituali vissute in tempi più recenti. Sono alla pari con i libri di Watchman Nee o le esperienze di Lawrence, e via dicendo. È semplicemente che i libri delle personalità spirituali più contemporanee non sono compilati nel Nuovo Testamento, eppure l’essenza di queste persone era la stessa: erano uomini di cui lo Spirito Santo Si è servito in un determinato periodo, ma non potevano rappresentare Dio direttamente.

La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “A proposito della Bibbia (3)”

In quest’epoca dell’Antico Testamento, i numerosi profeti suscitati da Jahvè pronunciarono profezie per Suo conto, fornirono direttive a svariate tribù e nazioni e preannunciarono l’opera che Jahvè avrebbe compiuto. A tutte le persone suscitate per tale scopo, Jahvè donò lo Spirito della profezia: esse furono in grado di vedere le visioni che Egli dava loro di vedere, nonché di udire la Sua voce, e quindi scrissero le profezie sotto la Sua ispirazione. L’opera che svolsero era l’espressione della voce di Jahvè, l’espressione della profezia di Jahvè, e l’opera di Jahvè all’epoca consisteva semplicemente nel guidare le persone per mezzo dello Spirito; Jahvè non divenne carne e l’umanità non vide affatto il Suo volto. Egli, dunque, suscitò molti profeti affinché eseguissero la Sua opera e diede loro degli oracoli che essi tramandarono a ogni tribù e famiglia di Israele. Il loro compito era quello di profetizzare e alcuni di loro trascrissero le indicazioni ricevute da Jahvè per mostrarle ad altri. Egli suscitò questi individui affinché proferissero profezie e preannunciassero l’opera del futuro o il lavoro ancora da realizzare in quel periodo, in modo che le persone potessero contemplare la prodigiosità e la sapienza di Jahvè. Questi libri profetici erano alquanto diversi dagli altri libri della Bibbia; si trattava di parole pronunciate o scritte da coloro ai quali era stato dato lo Spirito della profezia, da quanti avevano ricevuto visioni da parte di Jahvè, oppure udito la Sua voce. A parte i libri delle profezie, ogni altra parte dell’Antico Testamento consiste in resoconti stilati dall’uomo dopo che Jahvè ebbe portato a termine la Sua opera. Questi libri non possono subentrare ai presagi preannunciati dai profeti suscitati da Jahvè, proprio come la Genesi e l’Esodo non possono essere paragonati al Libro di Isaia e a quello di Daniele. Le profezie furono proferite prima che l’opera fosse realizzata, mentre gli altri libri vennero scritti dopo il suo completamento, giacché era questo ciò di cui gli uomini erano capaci. I profeti di quel tempo proferirono profezie sotto l’ispirazione di Jahvè, pronunciarono molte parole, e preannunciarono cose relative all’Età della Grazia, come anche la distruzione del mondo negli ultimi giorni: l’opera che Jahvè aveva progettato di realizzare. I libri restanti documentano tutti l’opera compiuta da Jahvè in Israele. […] In tal senso, ciò che è documentato nell’Antico Testamento della Bibbia riguarda esclusivamente l’opera di Dio in Israele a quel tempo. Le parole pronunciate dai profeti: Isaia, Daniele, Geremia ed Ezechiele… sono parole che preannunciano l’altra Sua opera sulla terra, l’opera di Jahvè Dio Stesso. Tutto ciò venne da Dio, fu opera dello Spirito Santo e, al di là di questi libri dei profeti, il restante contenuto narra le esperienze umane relative all’opera di Jahvè in quel periodo.

La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “A proposito della Bibbia (1)”

Non tutto ciò che la Bibbia contiene è un resoconto delle parole proferite personalmente da Dio. La Bibbia documenta semplicemente le due fasi precedenti dell’opera divina: una fase consiste nella documentazione dei presagi dei profeti e un’altra riguarda la conoscenza e le esperienze messe per iscritto dagli uomini di cui Dio Si è servito nel corso delle epoche. Le esperienze umane sono contaminate dalla conoscenza e dalle opinioni personali, e ciò è inevitabile. Molti dei libri della Bibbia contengono concezioni e pregiudizi umani, nonché assurde interpretazioni da parte dell’uomo. Naturalmente, la maggior parte delle parole sono procedute dalla rivelazione e dall’illuminazione dello Spirito Santo e sono interpretazioni corrette; tuttavia, non si può dire che siano espressioni del tutto accurate della verità. Le loro opinioni su determinati aspetti non sono altro che conoscenza ottenuta mediante l’esperienza personale o l’illuminazione dello Spirito Santo. Le predizioni dei profeti vennero personalmente tramandate da Dio. Le profezie di Isaia, Daniele, Ezra, Geremia ed Ezechiele sono procedute da istruzioni dirette dello Spirito Santo; essi erano tutti veggenti, avevano ricevuto lo Spirito della profezia, ed erano tutti profeti dell’Antico Testamento. Durante l’Età della Legge queste persone, sotto l’ispirazione di Jahvè, proferirono molte profezie tramandate direttamente da Jahvè.

La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “A proposito della Bibbia (3)”

Estratti di sermoni e di condivisioni per la consultazione:

Come prese forma la Bibbia e quando nacque? Durante l’Età della Legge gli ebrei indicavano come Sacre Scritture soltanto l’Antico Testamento. In seguito il Signore Gesù compì l’opera di redenzione e più di tre secoli dopo alcuni capi della Chiesa tennero un concilio e decisero di raccogliere tutte le epistole scritte dai discepoli e apostoli del Signore Gesù. Infine, dopo attenta valutazione, ne scelsero 27 che formarono il canone del Nuovo Testamento e che abbinate all’Antico Testamento costituiscono l’intero contenuto della Bibbia. Questi sono i dati di fatto sull’origine del Nuovo e dell’Antico Testamento e questa è la vera storia della Bibbia. Molti ritengono che la Bibbia provenga da Dio; nella seconda epistola di Paolo a Timoteo, in particolare, è detto: “Ogni Scrittura è ispirata da Dio”. In realtà, quando Paolo pronunciò queste parole, il Nuovo Testamento non era ancora diventato un libro; in tale contesto, le Sacre Scritture a cui faceva riferimento Paolo erano l’Antico Testamento, non il Nuovo Testamento. Questo è un dato di fatto. Ma le persone degli ultimi giorni con le Sacre Scritture di cui parlava Paolo intendono l’intera Bibbia, Nuovo e Antico Testamento. Questo è in contrasto con i fatti. È un’interpretazione errata, una falsità. Per di più, è forse sostenibile affermare che l’Antico Testamento fosse tutto ispirato da Dio? L’opera dell’Età della Legge fu compiuta da Dio tramite Mosè. I primi cinque libri dell’Antico Testamento furono pure scritti da Mosè. È corretto affermare che nessuno comprendesse meglio di lui l’opera di Dio nell’Età della Legge. Così, nei suoi cinque libri, Mosè dice forse che le parole da lui scritte siano state ispirate da Dio? In primo luogo, non lo dice. In secondo luogo, non lo dice nessuno dei profeti di cui Si servì Dio nell’Età della Legge, profeti quali Isaia, Geremia, Ezechiele, Daniele e così via. Soltanto Paolo dice che le Sacre Scritture furono ispirate da Dio. Se lo dice soltanto Paolo, difficilmente possiamo considerare valide tali parole. Allora su tali parole non possiamo fondare nulla.

In quest’epoca dell’Antico Testamento, i numerosi profeti suscitati da Jahvè pronunciarono profezie per Suo conto, fornirono direttive a svariate tribù e nazioni e preannunciarono l’opera che Jahvè avrebbe compiuto. A tutte le persone suscitate per tale scopo, Jahvè donò lo Spirito della profezia: esse furono in grado di vedere le visioni che Egli dava loro di vedere, nonché di udire la Sua voce, e quindi scrissero le profezie sotto la Sua ispirazione. L’opera che svolsero era l’espressione della voce di Jahvè, l’espressione della profezia di Jahvè, e l’opera di Jahvè all’epoca consisteva semplicemente nel guidare le persone per mezzo dello Spirito; Jahvè non divenne carne e l’umanità non vide affatto il Suo volto. Egli, dunque, suscitò molti profeti affinché eseguissero la Sua opera e diede loro degli oracoli che essi tramandarono a ogni tribù e famiglia di Israele. Il loro compito era quello di profetizzare e alcuni di loro trascrissero le indicazioni ricevute da Jahvè per mostrarle ad altri. Egli suscitò questi individui affinché proferissero profezie e preannunciassero l’opera del futuro o il lavoro ancora da realizzare in quel periodo, in modo che le persone potessero contemplare la prodigiosità e la sapienza di Jahvè. Questi libri profetici erano alquanto diversi dagli altri libri della Bibbia; si trattava di parole pronunciate o scritte da coloro ai quali era stato dato lo Spirito della profezia, da quanti avevano ricevuto visioni da parte di Jahvè, oppure udito la Sua voce. A parte i libri delle profezie, ogni altra parte dell’Antico Testamento consiste in resoconti stilati dall’uomo dopo che Jahvè ebbe portato a termine la Sua opera. Questi libri non possono subentrare ai presagi preannunciati dai profeti suscitati da Jahvè, proprio come la Genesi e l’Esodo non possono essere paragonati al Libro di Isaia e a quello di Daniele. Le profezie furono proferite prima che l’opera fosse realizzata, mentre gli altri libri vennero scritti dopo il suo completamento, giacché era questo ciò di cui gli uomini erano capaci. I profeti di quel tempo proferirono profezie sotto l’ispirazione di Jahvè, pronunciarono molte parole, e preannunciarono cose relative all’Età della Grazia, come anche la distruzione del mondo negli ultimi giorni: l’opera che Jahvè aveva progettato di realizzare. I libri restanti documentano tutti l’opera compiuta da Jahvè in Israele. […] In tal senso, ciò che è documentato nell’Antico Testamento della Bibbia riguarda esclusivamente l’opera di Dio in Israele a quel tempo. Le parole pronunciate dai profeti: Isaia, Daniele, Geremia ed Ezechiele… sono parole che preannunciano l’altra Sua opera sulla terra, l’opera di Jahvè Dio Stesso. Tutto ciò venne da Dio, fu opera dello Spirito Santo e, al di là di questi libri dei profeti, il restante contenuto narra le esperienze umane relative all’opera di Jahvè in quel periodo.

La condivisione del Fratello

Pagina precedente: 2. Voi testimoniate che il Signore Gesù è ritornato, che è Dio Onnipotente e che sta esprimendo verità per compiere l’opera di giudizio a partire dalla casa di Dio. Però pastori e anziani dicono che le parole e l’opera di Dio sono tutte registrate nella Bibbia e che le verità della Bibbia sono intere e complete. Affermano che non vi possono essere parole e opere di Dio al di fuori della Bibbia e tutto ciò che è al di fuori della Bibbia è eresia. Come dobbiamo considerare tale questione?

Pagina successiva: 4. Studio la Bibbia da oltre vent’anni. Ho appreso che la Bibbia, pur essendo stata scritta da oltre 40 autori diversi in epoche differenti, non contiene nemmeno un errore. Ciò dimostra che Dio è il vero autore della Bibbia e che l’intera Sacra Scrittura proviene dallo Spirito Santo.

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