54. L’egoismo è spregevole

di Yang Shuo, Cina

All’inizio del 2021, io e sorella Zhang Yichen sostenevamo insieme una chiesa appena costituita. Yichen era nuova alla fede e non aveva molta esperienza di vita, ma possedeva buona levatura e perseguiva attivamente la verità, quindi volevo coltivarla il più rapidamente possibile, perché questo avrebbe fatto procedere il lavoro della chiesa in maniera molto più scorrevole. La coinvolgevo intenzionalmente in tutti i diversi progetti di lavoro della chiesa e la sostenevo ogni volta che notavo qualche sua carenza. Dopo un periodo di formazione, Yichen ha fatto grandi progressi. Tuttavia, alcuni mesi dopo è stata promossa e riassegnata a un altro dovere. Ero riluttante a lasciarla andare, sentivo di perdere un’assistente molto capace. Ho pensato che in futuro avrei dovuto gestire da sola tutto il lavoro della chiesa: non solo avrei dovuto lavorare di più ma, se il mio rendimento ne avesse risentito, cosa avrebbero pensato gli altri di me? Poi ho considerato che il fatto che si assumesse un fardello maggiore avrebbe giovato al lavoro della chiesa. Non dovevo essere così egoista: quando Yichen se ne sarebbe andata, avrei potuto semplicemente coltivare qualcun altro.

Poco tempo dopo, alcune chiese vicine hanno organizzato un incontro per i lavoratori addetti all’irrigazione, per riepilogare e condividere le loro esperienze. La leader mi ha chiesto di scegliere un addetto all’irrigazione da far partecipare. In quel momento, ho pensato di raccomandare sorella Wang Mingxi. Era un’irrigatrice efficiente, molto meticolosa e responsabile. Se l’avessi mandata alla riunione, al suo ritorno avrebbe potuto coltivare un numero ancora maggiore di fratelli e sorelle, il lavoro di irrigazione della chiesa sarebbe stato ancora più produttivo, e questo mi avrebbe fatto fare bella figura. Così, ho mandato Mingxi all’incontro. Tuttavia, qualche giorno dopo il suo ritorno, la leader non faceva che ricorrere a lei. Non ho potuto fare a meno di chiedermi: “La leader ha intenzione di promuovere Mingxi? Lei è esperta del lavoro di irrigazione nella nostra chiesa. Se va via, l’irrigazione non ne risentirà? E, in quel caso, cosa penseranno di me i fratelli e le sorelle? Se solo lo avessi saputo, non le avrei mai permesso di partecipare a quella riunione”. In seguito, Mingxi mi ha riferito che c’era un’altra chiesa che aveva urgente bisogno di addetti all’irrigazione, e quindi la leader aveva intenzione di riassegnarla lì. Ero riluttante ad acconsentire ma temevo che, se non l’avessi fatto, la leader avrebbe pensato che fossi egoista e non avessi a cuore la volontà di Dio. Non avevo altra scelta che lasciare andare Mingxi. Dopo che se n’è andata, mi sentivo piuttosto depressa. Pensavo tra me e me: “Se i nuovi credenti lasciano la chiesa perché non ci sono validi lavoratori a irrigarli, la leader mi tratterà e dirà che non adempio alle mie responsabilità? Come potrei affrontare una simile vergogna?” Più ci pensavo, più cresceva in me la resistenza.

Un giorno, quando sono tornata a casa da una riunione, due sorelle che lavoravano all’irrigazione dei nuovi arrivati mi hanno detto: “Abbiamo ricevuto una lettera dalla leader che ti chiede di trovare altri due addetti all’irrigazione e di scrivere le valutazioni su noi due”. Questa notizia mi ha rattristata visibilmente. Ho pensato tra me e me: “La leader ha forse intenzione di riassegnare anche loro? Ho appena formato queste due sorelle. Ho potuto delegare loro molto lavoro e ora ho molte meno preoccupazioni. Se vengono riassegnate, non solo il mio carico di lavoro aumenterà, ma il mio rendimento ne risentirà sicuramente. Se ciò accadesse, la leader non direbbe forse che non sono una buona leader?” Fatta questa considerazione, ho risposto scontenta: “Non ho proprio idea di cosa abbia in mente la leader”. Le due sorelle hanno notato il mio disappunto e mi hanno chiesto perplesse: “Qual è il problema? La leader non ti sta solamente chiedendo di trovare altri due addetti all’irrigazione?” La loro risposta mi ha fatta sentire leggermente in imbarazzo. Dopo aver recuperato la compostezza, ho risposto in modo superficiale: “Bene, allora dovremmo scegliere dei candidati qualificati”. Questo è ciò che ho detto ad alta voce, ma nella mia mente stavo contestando la decisione: “La leader sta forse trattando la nostra chiesa come un centro di formazione per talenti? Prima vuole questa persona, poi quell’altra. Il lavoro della chiesa ha finalmente iniziato a fare progressi, ma come possiamo procedere se lei riassegna questi talenti?” Più ci pensavo, più mi sentivo male, e ho cominciato a provare astio nei confronti della leader. Ho continuato ad adempiere i miei doveri, ma con meno entusiasmo di prima. Non molto tempo dopo, durante una riunione, la leader ha detto che voleva sapere di più su fratello Zhao Chengzhi, perché intendeva promuoverlo e coltivarlo. Appena l’ho sentito, è riaffiorato in me quel senso di risentimento. Mi sono detta: “Chengzhi ha svolto bene i suoi doveri e voglio affidargli la responsabilità del lavoro di irrigazione. Se tutte queste persone vengono riassegnate, come potrò svolgere tutto il lavoro da sola? A quel punto sarò davvero in grado di ottenere dei buoni risultati?” Più ci pensavo, più mi arrabbiavo: “Avanti, riassegna pure tutti! Lungi da me intralciare il lavoro della chiesa”. Da quel momento in poi, non sono riuscita a calmarmi e sono rimasta agitata per tutta la riunione. Dopo la riunione, sono tornata a casa e ho deciso di scrivere una lettera alla leader per chiederle di non riassegnare Chengzhi. In quel momento, mi sono resa conto di essere irragionevole, e quindi ci ho ripensato e non l’ho scritta. Ma ero ancora irritata e demoralizzata.

In seguito, la leader ha tenuto una riunione con noi, e io ho fatto comunione sul mio stato e sul mio comportamento negli ultimi tempi. La leader mi ha mostrato un passo della parola di Dio: “L’essenza dell’egoismo e della bassezza degli anticristi è palese; le loro manifestazioni di questo tipo sono particolarmente evidenti. La chiesa affida loro un lavoro e, se apporta fama e benefici e permette loro di mettersi in mostra, sono molto interessati e disposti ad accettarlo. Se si tratta di un lavoro ingrato che comporta offendere delle persone, o che non permette loro di mettersi in mostra, o che non reca alcun beneficio al loro prestigio o alla loro reputazione, non hanno alcun interesse e non lo accettano, come se tale lavoro non avesse nulla a che fare con loro e non fosse il lavoro che dovrebbero svolgere. Quando incontrano delle difficoltà, non c’è alcuna possibilità che ricerchino la verità per risolverle, e tanto meno che cerchino di vedere il quadro generale e abbiano considerazione per il lavoro della chiesa. Per esempio, nell’ambito del lavoro della casa di Dio, in base alle esigenze generali del lavoro, ci possono essere dei trasferimenti di personale. Se alcune persone vengono trasferite da una chiesa, quale sarebbe il modo ragionevole per i leader di quella chiesa di trattare la questione? Qual è il problema, se si preoccupano solo degli interessi della propria chiesa e non degli interessi generali, e se non sono assolutamente disposti a trasferire le persone? Perché, in quanto leader della chiesa, non sono in grado di sottomettersi alle disposizioni generali della casa di Dio? Una persona del genere tiene forse conto della volontà di Dio? Presta attenzione al quadro generale del lavoro? Se non pensa al lavoro della casa di Dio nel suo insieme ma solo agli interessi della propria chiesa, non è forse molto egoista e spregevole? I leader della chiesa dovrebbero sottomettersi incondizionatamente alla sovranità e alle disposizioni di Dio, nonché alle disposizioni centralizzate e al coordinamento della casa di Dio. Questo è conforme alle verità principi. Quando il lavoro della casa di Dio lo richiede, chiunque, indipendentemente da chi sia, deve sottomettersi al coordinamento e alle disposizioni della casa di Dio e non deve assolutamente essere controllato da un singolo leader o lavoratore come se fosse una sua proprietà o fosse soggetto alle sue decisioni. L’obbedienza dei prescelti di Dio alle disposizioni centralizzate della casa di Dio è perfettamente naturale e giustificata, e non può essere sfidata da nessuno. A meno che un singolo leader o lavoratore non operi un trasferimento irragionevole e non conforme ai principi, caso in cui vi si può disobbedire, tutti i prescelti di Dio devono obbedire, e nessun leader o lavoratore ha il diritto o alcuna ragione di cercare di controllare qualcuno. Sosterreste l’esistenza di un qualsiasi lavoro che non sia l’opera della casa di Dio? Vi è forse un lavoro che non riguardi l’espansione del Vangelo del Regno di Dio? Tutto fa parte dell’opera della casa di Dio, ogni lavoro è uguale, e non esistono ‘tuo’ e ‘mio’. Se il trasferimento è conforme ai principi e basato sulle esigenze del lavoro della chiesa, allora queste persone dovrebbero andare dove c’è più bisogno di loro. Eppure, qual è la risposta degli anticristi di fronte a questo tipo di situazione? Essi accampano vari pretesti e scuse per tenersi accanto queste persone valide e offrono solo due persone comuni, e poi trovano un pretesto per fare pressioni su di te, dicendo che sono oberati di lavoro, o che sono a corto di personale, che è difficile trovare persone, e che se quelle due vengono trasferite il lavoro ne risentirà. In più ti chiedono consiglio e ti inducono a pensare che trasferire le persone significherebbe che sei in debito con loro. Non è forse il modo in cui opera il diavolo? È così che agiscono i non credenti. Le persone che cercano sempre di proteggere i propri interessi nella chiesa sono brave persone? Sono persone che agiscono secondo i principi? Assolutamente no. Sono non credenti e miscredenti. E questa non è forse una cosa egoista e spregevole? Se una persona di buona levatura viene tolta dalla responsabilità di un anticristo e trasferita a svolgere un altro dovere, nel suo cuore l’anticristo si ostina a opporsi e a rifiutarlo: vuole abbandonare, e non ha alcun entusiasmo verso l’essere un leader o un capogruppo. Di che problema si tratta? Perché non obbedisce alle disposizioni della chiesa? Gli anticristi pensano che il trasferimento del loro ‘braccio destro’ avrà un impatto sulla produttività e sul progresso del loro lavoro, e che il loro prestigio e la loro reputazione ne risentiranno, costringendoli a lavorare di più e a soffrire di più per garantire la produttività, e questa è l’ultima cosa che vogliono fare. Si sono abituati alla comodità e non intendono lavorare né soffrire di più, quindi non vogliono lasciare andare quella persona. Se la casa di Dio insiste sul trasferimento, sollevano un polverone e si rifiutano persino di svolgere il proprio lavoro. Questa non è forse una cosa egoista e spregevole? I prescelti di Dio dovrebbero essere distribuiti centralmente dalla casa di Dio. Questo non ha niente a che fare con nessun leader, capo squadra o singolo individuo. Tutti devono agire secondo principio; questa è la regola della casa di Dio. Quando gli anticristi non agiscono secondo i principi della casa di Dio, quando tramano costantemente per il proprio prestigio e i propri interessi e fanno in modo che fratelli e sorelle di buona levatura li servano per consolidare il proprio potere e prestigio, non è forse una cosa egoista e spregevole? All’esterno, tenendo al proprio fianco persone di buona levatura e non permettendo che la casa di Dio le trasferisca, sembrano considerare il lavoro della chiesa, ma in realtà pensano solo al proprio potere e al proprio prestigio, e niente affatto al lavoro della chiesa. Hanno paura di compiere male il lavoro della chiesa, di essere sostituiti e di perdere il loro prestigio. Quando gli anticristi non pensano al lavoro generale della casa di Dio pensano solo al proprio prestigio, proteggono il proprio prestigio senza alcun riguardo per gli interessi della casa di Dio e difendono il proprio prestigio e i propri interessi a scapito del lavoro della chiesa, questa è una cosa egoista e spregevole(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Quarto excursus – Riepilogo del carattere degli anticristi e dell’essenza della loro indole (Parte prima)”). Le parole di Dio mettono in luce come gli anticristi siano profondamente egoisti e spregevoli. Per preservare il loro prestigio e la loro reputazione, si accaparrano le persone e non sono disposti a condividerle, non hanno la minima considerazione del lavoro della chiesa. Mi sono resa conto che il mio comportamento era proprio quello di un anticristo. Soprattutto quando ho letto le frasi: “Quando gli anticristi non agiscono secondo i principi della casa di Dio, quando tramano costantemente per il proprio prestigio e i propri interessi e fanno in modo che fratelli e sorelle di buona levatura li servano per consolidare il proprio potere e prestigio, non è forse una cosa egoista e spregevole?” Le parole di Dio mi hanno toccata nel vivo. Ho riflettuto sul mio recente comportamento: quando ho saputo che Mingxi poteva essere promossa, ho temuto che il lavoro di irrigazione ne avrebbe risentito e che la mia reputazione sarebbe stata danneggiata, quindi non volevo lasciarla andare e mi sono persino pentita di averla fatta partecipare a quella riunione. Quando la leader mi ha chiesto di trovare altri due irrigatori e di scrivere le valutazioni sulle mie sorelle, ne ho dedotto che avesse intenzione di riassegnarle e mi sentivo resistente e polemica. Ho persino sviluppato animosità nei confronti della leader. Quando la leader voleva promuovere Chengzhi, sapevo che lui soddisfaceva i principi per la promozione e la formazione, ma ho pensato che, se se ne fosse andato, la cosa avrebbe avuto un impatto sul lavoro di evangelizzazione e irrigazione, e non volevo lasciarlo andare. Consideravo i fratelli e le sorelle come miei validi e stretti collaboratori e volevo tenerli tutti per me perché mi aiutassero a consolidare il mio prestigio e la mia reputazione e a soddisfare i miei desideri egoistici. Non pensavo agli interessi della chiesa, né a come agire per soddisfare Dio. Ero davvero egoista e meschina. I non credenti del mondo secolare fanno di tutto per tenere i migliori talenti al loro fianco affinché li aiutino a espandere e sviluppare le loro imprese. Io svolgevo il mio dovere nello stesso modo. Trattavo il mio dovere come un’impresa personale, agendo secondo principi egoistici e considerando solo la mia reputazione e il mio prestigio. Dio detestava un simile comportamento e ne era disgustato: stavo percorrendo il cammino di resistenza a Dio di un anticristo.

In seguito, mi sono imbattuta in un altro passo delle parole di Dio: “Se qualcuno afferma di amare la verità e di perseguire la verità, ma essenzialmente il suo obiettivo è quello di distinguersi, di mettersi in mostra, di indurre gli altri a stimarlo, di raggiungere i propri interessi, e il compimento del suo dovere non è quello di obbedire a Dio o soddisfarLo, ma invece è quello di ottenere reputazione e prestigio, allora il suo è un perseguimento illegittimo. Stando così le cose, quando si tratta dell’opera della chiesa, le azioni di simili persone costituiscono un ostacolo o aiutano a portarla avanti? Sono chiaramente un ostacolo; non vi apportano alcun avanzamento. Alcuni sventolano la bandiera del compiere l’opera della chiesa eppure perseguono la propria fama e il proprio prestigio, conducono un’operazione personale, si creano il proprio piccolo gruppo, il proprio piccolo regno: sono forse un tipo di persona che sta compiendo il proprio dovere? Tutto il lavoro che svolgono sostanzialmente intralcia, disturba e danneggia l’opera della chiesa. Quali sono dunque le conseguenze del loro perseguimento di fama e prestigio? In primo luogo, esso influisce sul modo in cui i prescelti di Dio si nutrono delle parole di Dio e su come comprendono la verità, ostacola il loro ingresso nella vita, impedisce loro di accedere alla giusta via della fede in Dio, e li conduce sul sentiero sbagliato, cosa che danneggia i prescelti e li porta alla rovina. E che effetto ha in definitiva sul lavoro della chiesa? Lo disturba, danneggia, lo distrugge. Queste sono le conseguenze provocate dal perseguimento di fama e prestigio. Compiere il proprio dovere in questo modo non equivale forse a percorrere il cammino di un anticristo? Quando Dio chiede che le persone rinuncino alla fama e al prestigio, non le sta privando del diritto di scegliere; piuttosto, ciò dipende dal fatto che, perseguendo fama e prestigio, le persone intralciano e disturbano il lavoro della chiesa e l’ingresso nella vita dei prescelti di Dio, e possono addirittura influenzare gli altri nel loro nutrirsi delle parole di Dio, nel comprendere la verità e nell’ottenere in tal modo la salvezza da parte di Dio. Questo è un fatto indiscutibile. Quando le persone perseguono la fama e il prestigio personali, è certo che non perseguiranno la verità e non assolveranno lealmente il loro dovere. Parleranno e agiranno solo per la fama e il prestigio, e tutto il lavoro che svolgeranno, senza la minima eccezione, sarà a tal fine. Comportarsi e agire in questo modo è, senza dubbio, percorrere il cammino degli anticristi; è un intralcio e un disturbo dell’opera di Dio, e tutte le svariate conseguenze che ne derivano ostacolano la diffusione del Vangelo del Regno e il libero fluire della volontà di Dio all’interno della chiesa. Si può quindi affermare con certezza che il cammino percorso da coloro che perseguono la fama e il prestigio è il cammino della resistenza a Dio. È una resistenza intenzionale contro di Lui, un dirGli di no: è collaborare con Satana nel resistere a Dio e nell’opporsi a Lui. Tale è la natura del perseguimento di fama e prestigio. Il problema delle persone che perseguono i propri interessi personali è che gli obiettivi che perseguono sono quelli di Satana, obiettivi malvagi e ingiusti. Quando le persone perseguono interessi come la reputazione e il prestigio, diventano inconsapevolmente uno strumento di Satana, un suo mezzo e, per di più, una sua incarnazione. Costoro ricoprono un ruolo negativo nella chiesa; l’effetto che hanno sull’opera della chiesa, sulla normale vita della chiesa e sul normale perseguimento dei prescelti di Dio è quello di disturbare e compromettere; hanno un effetto avverso e negativo(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9 – Parte prima”). Grazie alle parole di Dio, ho capito la natura del non praticare la verità e salvaguardare sempre i propri interessi personali e le gravissime conseguenze a cui porta. È un comportamento che disturba e ostacola il lavoro della chiesa ed è un servizio reso a Satana. La chiesa coltiva e promuove le persone per consentire loro di ricevere una formazione in una posizione adeguata e di sfruttare al meglio le loro capacità. Questo giova all’ingresso nella vita dei nostri fratelli e sorelle e al lavoro della chiesa, ed è in linea con la volontà di Dio: è una cosa positiva che io, come leader, avrei dovuto difendere e sostenere. Invece, quando vedevo fratelli e sorelle venire promossi, non ero felice per loro, considerando invece solo la mia reputazione e il mio prestigio. Sentivo che quei fratelli e quelle sorelle erano efficienti, miei validi sostituti e stretti collaboratori. Se avessero svolto i loro doveri nella mia chiesa, avrei avuto molto meno di cui preoccuparmi, avremmo potuto lavorare in modo molto più produttivo e il mio prestigio ne sarebbe stato rafforzato. Così, quando uno dopo l’altro sono stati promossi e riassegnati, ho provato resistenza e risentimento e non volevo lasciarli andare. Non ho pensato minimamente a cosa sarebbe stato meglio per il lavoro della chiesa, né ho considerato quale tipo di ambiente avrebbe fornito loro la migliore formazione permettendo loro di mettere a frutto le loro capacità. Questo era forse adempiere al mio dovere? Stavo chiaramente agendo come emissario di Satana, ostacolando il lavoro della chiesa. Stavo compiendo il mio dovere solo per la mia reputazione e il mio prestigio e, per quanto lavoro svolgessi, Dio non lo avrebbe riconosciuto. Ho pensato ai pastori e agli anziani del mondo religioso: sanno benissimo che la Chiesa di Dio Onnipotente ha testimoniato che il Signore è tornato, eppure, per il prestigio e il guadagno, fanno comunque di tutto per impedire ai credenti di indagare la vera via e di accogliere il Signore. Trattano i loro credenti come un bene privato e li tengono in loro potere. Contendono a Dio i credenti, sono diventati anticristi e servi del male, e Dio li condanna e maledice. Mi comportavo forse diversamente da quei pastori e anziani? Se non mi fossi pentita, sarei andata incontro allo stesso destino dei farisei del mondo religioso, offendendo l’indole di Dio e incorrendo nella Sua punizione e nelle Sue maledizioni.

All’epoca, mi sono imbattuta in un altro passo delle parole di Dio: “Per tutti quelli che compiono un dovere, indipendentemente da quanto profonda o superficiale sia la loro comprensione della verità, il modo più semplice di praticare l’accesso alla verità realtà è pensare agli interessi della casa di Dio in ogni cosa e abbandonare i propri desideri egoistici, gli intenti personali, le proprie motivazioni, l’orgoglio e il prestigio. Privilegiare gli interessi della casa di Dio è il minimo che si dovrebbe fare. Se chi compie un dovere non sa fare neppure questo, allora come si può affermare che lo sta compiendo? Quello non è compiere il proprio dovere. Per prima cosa dovresti pensare agli interessi della casa di Dio, tenere in considerazione la Sua volontà e il lavoro della chiesa. Metti queste cose prima di tutto; soltanto in seguito puoi pensare alla stabilità del tuo prestigio o a come gli altri ti considerano. Non trovate che sia un po’ più facile dividere tutto in due passaggi e accettare qualche compromesso? Praticando così per un po’, arriverai a sentire che soddisfare Dio non è così difficile. Inoltre, dovresti essere in grado di ottemperare alle tue responsabilità, adempiere ai tuoi obblighi e al tuo dovere, e mettere da parte i tuoi desideri egoistici, i tuoi intenti e le tue motivazioni; dovresti avere riguardo per la volontà di Dio e porre al primo posto gli interessi della Sua casa, il lavoro della chiesa e il dovere che devi compiere. Dopo aver sperimentato ciò per qualche tempo, capirai che questo è un buon modo di comportarsi. È vivere in maniera retta e onesta, e non essere una persona abietta e vile; è vivere giustamente e onorevolmente anziché essere spregevole, abietto e un buono a nulla. Ti renderai conto che è così che una persona dovrebbe agire e che quella è l’immagine che dovrebbe vivere. Il desiderio di soddisfare i tuoi interessi si affievolirà a poco a poco(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Libertà e liberazione si possono guadagnare solo eliminando la propria indole corrotta”). Le parole di Dio indicano un percorso di pratica. La chiave per l’adempimento dei nostri doveri è dare priorità agli interessi della chiesa e mettere da parte i nostri interessi personali per salvaguardare il lavoro della chiesa. In realtà, quando il personale venisse riassegnato, le persone dotate di coscienza, ragionevolezza e umanità considererebbero ciò che il lavoro richiede e si sottometterebbero alle disposizioni della chiesa. Non penserebbero ai loro interessi personali. L’aspetto centrale del lavoro di un leader è quello di irrigare i fratelli e le sorelle e coltivare i talenti, consentendo a ogni fratello e sorella di mettere a frutto i loro talenti e di svolgere i doveri a loro più adatti. I prescelti di Dio appartengono a Dio, e a nessuna persona. La chiesa può scegliere di riassegnare il personale in base a ciò che è necessario per il lavoro e a chi è più adatto a un determinato dovere. Non avevo alcun diritto di accaparrarmi le persone. Una volta compreso questo, ero intenzionata a rinunciare alla mia carne e a non dare più priorità ai miei interessi personali in modo egoistico e spregevole.

Un giorno, la leader mi ha inviato una lettera in cui mi chiedeva di scrivere una valutazione su Chengzhi. Voleva valutare una sua possibile promozione a responsabile del lavoro di irrigazione. Ho pensato tra me e me: “Al momento, Chengzhi presiede al lavoro di evangelizzazione e di irrigazione nella nostra chiesa. Se lui se ne va e il nostro lavoro ne risente, la leader non mi riterrà forse un’incompetente?” In quel preciso momento, mi sono di colpo resa conto che mi stavo comportando di nuovo in modo egoistico e interessato. Chengzhi era un irrigatore di talento e affidargli un carico maggiore di lavoro avrebbe giovato di più al lavoro della chiesa. A sua volta, lui avrebbe ricevuto una maggiore formazione; quindi, avrei dovuto sostenerlo. In quel momento, ho ricordato le parole di Dio che dicono: “Dio è eternamente supremo e sempre onorabile, mentre l’uomo è eternamente spregevole e indegno. Questo perché Dio non fa che sacrificarSi e dedicarSi all’umanità; l’uomo, invece, non fa che accumulare e adoperarsi solo per se stesso. Dio non fa che prodigarSi per la sopravvivenza dell’umanità, eppure l’uomo non apporta mai alcun contributo alla luce o alla giustizia. Anche se l’uomo si adopera per breve tempo, non resisterà a un solo colpo, perché il suo sforzo viene compiuto sempre per il suo tornaconto e mai per gli altri. L’uomo è sempre egoista, mentre Dio è eternamente altruista. Dio è la fonte di tutto ciò che è giusto, buono e bello, mentre l’uomo è colui che subentra a tutto ciò che è brutto e malvagio e lo rende manifesto. Dio non cambierà mai la Sua essenza di giustizia e bellezza, eppure l’uomo è perfettamente capace, in qualsiasi momento e in qualsiasi situazione, di tradire la giustizia e di allontanarsi da Dio(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “È molto importante comprendere l’indole di Dio”). Dio è davvero santo! Dio è sempre disinteressato, e qualsiasi opera compia e qualunque situazione predisponga per noi, lo fa sempre tenendo conto della nostra vita e per purificare e trasformare la nostra indole corrotta, permettendoci di essere salvati e di vivere un’umanità normale. Ho riflettuto su me stessa: non appena la situazione predisposta da Dio ha minacciato i miei interessi, mi sono lamentata, ho opposto resistenza e sono stata terribilmente egoista e spregevole. Pensando alla santità e all’altruismo di Dio, ho provato vergogna, rammarico e rimorso. Mi sono resa conto che quel modo di vivere era ignobile, meschino e inutile. Dovevo smettere di essere così egoista e spregevole, di considerare solo la mia reputazione e il mio prestigio. Dovevo mettere al primo posto gli interessi della chiesa. Così, ho raccolto tutte le valutazioni su Chengzhi e le ho sottoposte alla leader; in seguito Chengzhi è stato promosso a supervisore. Praticare in quel modo mi ha fatta sentire salda e serena.

Qualche tempo dopo, ho notato che sorella Li Hui aveva buona levatura, condivideva sulla verità in modo dettagliato e approfondito, era amorevole e paziente con i fratelli e le sorelle, aveva i talenti necessari per diffondere il Vangelo e irrigare i nuovi credenti, ed era adatta alla formazione. Dopo che Chengzhi se n’è andato, il nostro lavoro di evangelizzazione non solo non ne ha risentito, ma è persino migliorato un po’. Prima avevo sempre pensato che, quando quelle persone se ne fossero andate, il nostro lavoro ne avrebbe risentito. Ora mi rendo conto che mi sbagliavo completamente. Questa era solo la mia scusa per fare affidamento sulle risorse già presenti e non svolgere lavoro concreto. In realtà, ciò che conta è avere nel cuore le giuste intenzioni. Se sai essere attento alla volontà di Dio, evitare di agire per interesse personale, formare nuovi talenti non appena gli altri vengono riassegnati e risolvere tempestivamente i problemi nel tuo lavoro, riceverai la guida di Dio. E il tuo lavoro non farà altro che migliorare. Sia lodato Dio!

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