Come perseguire la verità (17)

Nell’ultima riunione abbiamo condiviso in merito all’abbandonare i fardelli che provengono dalla propria famiglia, toccando il tema dell’abbandonare le aspettative nutrite dai propri genitori. Queste aspettative esercitano una sorta di pressione invisibile su ogni persona, non è vero? (Sì.) Sono uno dei fardelli che provengono dalla famiglia. Abbandonare le aspettative nutrite dai tuoi genitori significa abbandonare la pressione e i fardelli che loro esercitano sulla tua vita, sulla tua esistenza e sul cammino che intraprendi. In altre parole, quando le aspettative dei tuoi genitori influenzano il cammino che scegli nella vita, l’adempimento del tuo dovere, il tuo percorrere la retta via, e la tua libertà, i tuoi diritti e i tuoi istinti, ebbene, le loro aspettative ti sottopongono a una sorta di pressione e di fardello. Questi fardelli sono cose che le persone dovrebbero abbandonare nel percorso della loro vita, della loro esistenza e della loro fede in Dio. Non era questo il contenuto della nostra precedente comunione? (Sì.) Naturalmente, le aspettative dei genitori riguardano molte cose, come gli studi, il lavoro, il matrimonio, la famiglia, la carriera, le prospettive, il futuro di una persona e così via. Dal punto di vista di un genitore, ogni aspettativa che nutre nei confronti del figlio è logica, equa e ragionevole. Non c’è un solo genitore che non abbia aspettative per i propri figli. Poi queste aspettative possono essere più o meno numerose, più o meno elevate, oppure diverse in alcuni periodi particolari. I genitori sperano che il figlio prenda buoni voti, che il lavoro gli vada bene, che percepisca un buono stipendio e che abbia un matrimonio felice e privo di intralci. I genitori hanno verso i figli aspettative diverse anche per quanto riguarda la famiglia, la carriera, le prospettive e così via. Dal punto di vista di un genitore, queste varie aspettative sono tutte più che legittime, ma dal punto di vista dei figli esse interferiscono in larga misura con il compiere le scelte giuste e persino con la loro libertà e con i diritti o gli interessi che hanno in quanto persone normali. Allo stesso tempo, queste aspettative interferiscono anche con un normale utilizzo della loro levatura. In sintesi, da qualsiasi punto di vista la si guardi, sia da quello del genitore che da quello del figlio, se le aspettative dei genitori superano la portata di ciò che una persona dotata di un’umanità normale può sopportare, se vanno oltre la portata di ciò che gli istinti di una persona dotata di un’umanità normale possono raggiungere, o se oltrepassano i diritti umani che una persona dotata di un’umanità normale dovrebbe possedere, oppure i doveri e gli obblighi che Dio conferisce alle persone, e così via, allora queste aspettative sono inopportune e irragionevoli. Naturalmente, si può anche dire che i genitori non dovrebbero nutrire queste aspettative e che queste aspettative non dovrebbero esistere. Alla luce di ciò, i figli dovrebbero abbandonare le aspettative dei genitori. Quando i genitori assumono la prospettiva o la posizione di genitori, si sentono in possesso del diritto di aspettarsi che il figlio faccia questo o quello, che intraprenda un determinato percorso, che scelga un certo tipo di vita, di ambiente di apprendimento, di lavoro, di matrimonio, di famiglia e così via. Tuttavia, in quanto esseri umani normali, i genitori non dovrebbero assumere la prospettiva o la posizione di genitori, non dovrebbero usare la loro identità di genitori per richiedere ai figli di fare qualcosa che esula dall’ambito dei loro obblighi filiali o oltrepassa la gamma delle capacità umane. Non dovrebbero nemmeno interferire con le varie scelte del figlio, né imporgli le loro aspettative, le loro preferenze, le loro carenze, le loro insoddisfazioni o i loro interessi. Queste sono cose che i genitori non dovrebbero fare. Quando i genitori nutrono aspettative che non dovrebbero nutrire, il figlio dovrebbe approcciarle in modo adeguato. Cosa ancora più importante, dovrebbe essere in grado di discernere la natura di queste aspettative. Se riesci a vedere chiaramente che le aspettative dei tuoi genitori ti stanno privando dei tuoi diritti umani e che costituiscono per te una sorta di interferenza o di disturbo in termini di scelta delle cose positive e della retta via, allora dovresti abbandonare queste aspettative e ignorarle. Dovresti farlo perché è un tuo diritto, è il diritto che Dio ha conferito a ogni essere umano creato, e i tuoi genitori non dovrebbero pensare di avere il permesso di interferire con il tuo percorso di vita e con i tuoi diritti umani solo perché ti hanno messo al mondo e sono i tuoi genitori. Pertanto, ogni essere creato ha il diritto di dire “no” a qualsiasi aspettativa irragionevole, inappropriata o addirittura inopportuna nutrita dai genitori. Puoi assolutamente rifiutarti di farti carico di qualsiasi aspettativa i tuoi genitori nutrano nei tuoi confronti. Rifiutarti di accettare le loro aspettative o di fartene carico è il modo per praticare l’abbandono delle loro aspettative inopportune.

Quando si parla di abbandonare le aspettative nutrite dai genitori, quali sono le verità che le persone dovrebbero comprendere? Vale a dire, sai su quali verità si basa l’abbandono delle aspettative nutrite dai genitori o a quali verità principi si attiene? Se credi che i tuoi genitori siano le persone più vicine a te, che siano i tuoi capi e le tue guide, che siano coloro che ti hanno messo al mondo e ti hanno allevato, che ti hanno dato cibo, vestiti, una casa e mezzi di trasporto, che ti hanno educato e che sono i tuoi benefattori, sarà facile per te abbandonare le aspettative che nutrono nei tuoi confronti? (No.) Se sei convinto di queste cose, sarai alquanto incline ad approcciare le aspettative dei tuoi genitori da una prospettiva carnale e sarà difficile per te abbandonare le loro aspettative inappropriate e irragionevoli. Ne verrai vincolato e oppresso. Anche se nel tuo cuore provi insoddisfazione e riluttanza, non avrai il potere di liberarti da queste aspettative e non ti resterà altra scelta che lasciare che seguano il loro corso naturale. Perché dovrai lasciare che seguano il loro corso naturale? Perché se abbandonassi le aspettative dei tuoi genitori, se ignorassi o rifiutassi una qualsiasi di esse, sentiresti di non essere un figlio devoto, di essere un ingrato, di averli delusi e di essere una cattiva persona. Se adotti una prospettiva carnale, farai tutto il possibile per utilizzare la tua coscienza al fine di ripagare l’amorevolezza dei tuoi genitori, per assicurarti che le sofferenze che hanno sopportato per te non siano state vane, e vorrai inoltre soddisfare le loro aspettative. Ti sforzerai di fare tutto ciò che ti chiedono, di non deluderli, di comportarti bene con loro, e deciderai di prenderti cura di loro quando saranno anziani, di fare in modo che i loro ultimi anni siano felici, e ti spingerai a pensare anche un po’ più in là, ossia di occuparti dei loro funerali, soddisfacendo allo stesso tempo loro e il tuo desiderio di essere un figlio devoto. Nel vivere in questo mondo, le persone sono influenzate da vari tipi di opinione pubblica e di clima sociale, nonché da diversi pensieri e punti di vista diffusi nella società. Se le persone non comprendono la verità, possono valutare e allo stesso tempo approcciare queste cose solo dalla prospettiva dei sentimenti carnali. Durante questo periodo, penserai che i tuoi genitori fanno molte cose che un genitore non dovrebbe fare, al punto che proverai persino disprezzo e avversione nel profondo del tuo cuore verso alcuni dei loro comportamenti e delle loro azioni, così come verso la loro umanità, il loro carattere e i loro metodi e modi di agire, ma vorrai comunque essere un figlio devoto per onorarli e soddisfarli, e non oserai trascurarli in alcun modo. Lo farai, da un lato, per evitare di essere biasimato dalla società e, dall’altro, per soddisfare le esigenze della tua coscienza. Tutti questi punti di vista ti sono stati imposti dall’umanità e dalla società, quindi sarà molto difficile per te gestire con ragionevolezza le aspettative dei tuoi genitori e il tuo rapporto con loro. Sarai costretto a comportarti da figlio devoto, a non protestare contro nessuna delle loro azioni; non avrai altra scelta, potrai fare solo questo, e quindi sarà ancora più difficile per te abbandonare le aspettative che i tuoi genitori nutrono nei tuoi confronti. Se davvero nel tuo cuore le abbandonerai, dovrai comunque sopportare un altro tipo di fardello o di pressione, ossia la condanna da parte della società e degli altri parenti, tanto i più lontani quanto i più stretti. Dovrai persino sopportare le condanne, le denunce, le maledizioni e il disprezzo che provengono dal profondo del tuo cuore, la cui voce dice che sei una nullità, un ingrato, che non sei un figlio devoto, o addirittura cose come: “Sei un ingrato menefreghista, sei un disobbediente, tua madre non ti ha allevato bene”, che si dicono nella società secolare; in altre parole, ogni sorta di cose sgradevoli. Se non comprendi la verità, ti ritroverai in questo tipo di situazione. Vale a dire, quando nel profondo del cuore abbandoni con ragionevolezza le aspettative nutrite dai tuoi genitori, o anche quando le abbandoni contro voglia, un altro tipo di fardello o di pressione sorgerà dentro di te; questa pressione proviene dalla società e dalla voce della tua coscienza. Quindi, come puoi abbandonare le aspettative nutrite dai tuoi genitori? Esiste un percorso per risolvere questo problema. Non è difficile: le persone devono dedicarsi intensamente alla verità e presentarsi davanti a Dio per ricercare e capire la verità, e questo risolverà il problema. Ebbene, qual è l’aspetto della verità che devi comprendere per non temere di subire nel profondo del cuore la condanna da parte dell’opinione pubblica o della tua coscienza, oppure i rimproveri e gli insulti da parte dei tuoi genitori quando abbandoni le aspettative che nutrono nei tuoi confronti? (Il fatto che agli occhi di Dio siamo semplicemente degli esseri creati. In questo mondo, non dovremmo solamente adempiere alle nostre responsabilità nei confronti dei nostri genitori, ma soprattutto svolgere bene i nostri doveri e adempiere ai nostri obblighi. Se riusciamo a capire questo, forse non saremo troppo influenzati dai genitori o dalla condanna dell’opinione pubblica quando in futuro abbandoneremo le aspettative nutrite dai nostri genitori.) Qualcuno vuole aggiungere altro? (La volta scorsa, Dio ha condiviso in merito a come, quando ce ne andiamo di casa per svolgere i nostri doveri, da un lato lo facciamo per via di circostanze oggettive, ossia che dobbiamo lasciare i nostri genitori per svolgere i nostri doveri, quindi non possiamo prenderci cura di loro, e non è che scegliamo di farlo perché stiamo eludendo le nostre responsabilità. Da un altro lato, ce ne andiamo di casa perché Dio ci ha chiamati a svolgere i nostri doveri, quindi non possiamo restare accanto ai nostri genitori, ma ci preoccupiamo comunque per loro, cosa diversa dal non voler adempiere alle nostre responsabilità nei loro confronti e dal mancare di devozione verso di loro.) Queste due ragioni sono verità e fatti che le persone dovrebbero comprendere. Se le persone capiscono queste cose, quando abbandoneranno le aspettative nutrite dai genitori proveranno un po’ più di pace e serenità nel profondo del cuore, ma questo può risolvere il problema alla radice? Se non fosse per l’influenza di circostanze esterne più grandi, il tuo destino non sarebbe forse legato a quello dei tuoi genitori? Se non credessi in Dio e invece lavorassi e trascorressi i tuoi giorni normalmente, saresti sicuramente in grado di restare accanto ai tuoi genitori? Sapresti sicuramente essere un figlio devoto? Saresti sicuramente capace di stare al loro fianco e di ripagare la loro amorevolezza? (Non necessariamente.) Esiste una qualche persona che per tutta la vita non fa altro che ripagare l’amorevolezza dei suoi genitori? (No.) Non esistono persone del genere. Pertanto, dovresti acquisire conoscenza della questione e discernerne l’essenza da una prospettiva diversa. Questa è la verità più profonda che dovresti comprendere al riguardo. È inoltre un fatto e, soprattutto, è l’essenza di queste cose. Quali sono le verità che dovresti comprendere in merito all’abbandonare le aspettative nutrite dai tuoi genitori? Da un lato, dovresti capire che i tuoi genitori non sono tuoi creditori; dall’altro, dovresti capire che i tuoi genitori non sono i padroni della tua vita né del tuo destino. Non è forse questa la verità? (Sì.) Se comprendi queste due verità, non sarà più facile per te abbandonare le aspettative nutrite dai tuoi genitori? (Sì.)

In primo luogo, parleremo di questo aspetto della verità: “I tuoi genitori non sono tuoi creditori”. I tuoi genitori non sono tuoi creditori: a cosa si riferisce? Non si riferisce forse all’amorevolezza che i tuoi genitori ti hanno dimostrato allevandoti? (Sì.) I tuoi genitori ti hanno dimostrato amorevolezza allevandoti, quindi è molto difficile per te abbandonare il rapporto che hai con loro. Pensi di dover ripagare la loro amorevolezza, altrimenti saresti un figlio poco devoto; credi di dover mostrare loro pietà filiale, di dover obbedire a ogni loro parola, di dover soddisfare ogni loro desiderio e richiesta, e inoltre di non dover deluderli: questo ai tuoi occhi significa ripagare la loro amorevolezza. Naturalmente, alcuni hanno un buon lavoro e guadagnano un buono stipendio, e dal punto di vista materiale donano ai loro genitori alcuni piaceri e una vita eccellente, permettendo loro di godere di riflesso e di vivere meglio. Per esempio, supponiamo che compri ai tuoi genitori una casa e un’auto, che li porti in ristoranti di lusso a mangiare prelibatezze di ogni tipo e in viaggio in località turistiche, e che prenoti per loro alberghi di lusso, per renderli felici e permettere loro di godere di queste cose. Fai tutto questo per ripagare la loro amorevolezza, per far sentire loro che hanno ricevuto qualcosa in cambio dell’averti allevato e amato, e che non li hai delusi. Da un certo punto di vista, lo fai perché lo vedano i tuoi genitori, mentre da un altro lo fai perché lo vedano le persone intorno a te, la società, e allo stesso tempo stai facendo del tuo meglio per soddisfare le esigenze della tua coscienza. Da qualsiasi punto di vista la guardi, qualsiasi cosa tu stia cercando di soddisfare, in larga misura comunque compi tutte queste azioni per ripagare l’amorevolezza dei tuoi genitori, e l’essenza di queste azioni è ripagare l’amorevolezza che loro ti hanno mostrato allevandoti. Ebbene, perché hai quest’idea di ripagare l’amorevolezza dei tuoi genitori? La ragione è che credi che loro ti abbiano messo al mondo e che non sia stato facile per loro allevarti; in questo modo diventano tuoi creditori senza che tu te ne renda conto. Ti senti in debito nei loro confronti e pensi di doverli ripagare. Credi che solo ripagandoli dimostrerai umanità e sarai un figlio veramente devoto, e che ripagare i genitori è lo standard morale che una persona dovrebbe possedere. Quindi, queste idee, opinioni e azioni scaturiscono sostanzialmente dalla tua convinzione di essere in debito verso i tuoi genitori e di doverli ripagare; estendendo, li percepisci come tuoi creditori, ossia ti senti in debito con loro per l’amorevolezza che ti hanno mostrato. Ora che hai la possibilità di ripagarli e ricompensarli, lo fai, in maniera commisurata alle tue capacità, impiegando denaro e affetto. Allora, questo comportamento è una dimostrazione di vera umanità? È un vero principio di pratica? (No.) Perché dico che i tuoi genitori non sono tuoi creditori? Dal momento che “I tuoi genitori non sono tuoi creditori” è la verità, se tu li consideri come tuoi benefattori e creditori, e se tutto ciò che fai è volto a ricompensarli della loro amorevolezza, questa idea e questa visione sono giuste? (No.) Questo “no” non è stato pronunciato con molta riluttanza? Quale di queste affermazioni è la verità: “I tuoi genitori non sono tuoi creditori” oppure “I tuoi genitori sono i tuoi benefattori e devi ricompensarli”? (“I tuoi genitori non sono tuoi creditori” è la verità.) Poiché “I tuoi genitori non sono tuoi creditori” è la verità, allora l’affermazione “I tuoi genitori sono i tuoi benefattori e devi ricompensarli” è la verità? (No.) Non è forse in contrasto con l’altra affermazione, “I tuoi genitori non sono tuoi creditori”? (Sì.) Non è importante quale di queste due affermazioni ti provochi dei rimorsi di coscienza; che cosa è importante? Ciò che è importante è quale di queste affermazioni è la verità. Devi accettare l’affermazione che è la verità, anche se ti provoca scrupoli e rimorsi di coscienza, poiché è la verità. Sebbene l’affermazione “I tuoi genitori sono i tuoi benefattori e devi ricompensarli” sia in linea con gli standard morali dell’umanità e con la consapevolezza della coscienza dell’uomo, essa non è la verità. Anche se questa affermazione ti fa sentire a posto e in pace con la coscienza, devi abbandonarla. Questo è l’atteggiamento che devi assumere quando si tratta di accettare la verità. Quindi, tra “I tuoi genitori non sono tuoi creditori” e “I tuoi genitori sono i tuoi benefattori e devi ricompensarli”, quale affermazione ti suona più conveniente, più conforme all’umanità e al tuo senso di coscienza e più in linea con gli standard morali dell’umanità? (La seconda.) Perché la seconda? Perché si attaglia ai bisogni emotivi dell’uomo e li soddisfa. Tuttavia, quest’affermazione non è la verità e Dio la detesta. Quindi, l’affermazione “I tuoi genitori non sono tuoi creditori” mette a disagio le persone? (Sì.) Che cosa sentono e percepiscono le persone dopo aver ascoltato questa affermazione? (Che è leggermente priva di coscienza.) Sentono che è leggermente priva di sentimento umano, non è vero? (Sì.) Alcuni dicono: “Se un individuo è privo di sentimenti umani, può comunque definirsi umano?” Se le persone sono prive di sentimenti umani, sono umane? L’affermazione “I tuoi genitori non sono tuoi creditori” sembrerebbe priva di sentimenti umani, però è un dato di fatto. Se approcci il rapporto con i tuoi genitori in modo ragionevole, ti renderai conto che l’affermazione “I tuoi genitori non sono tuoi creditori” spiega chiaramente fino alla radice il rapporto che ciascuno ha con i propri genitori, così come l’essenza e la radice delle relazioni interpersonali. Anche se ti suscita degli scrupoli di coscienza e non soddisfa i tuoi bisogni emotivi, resta comunque un fatto e una verità. Questa verità può metterti in condizione di approcciarti in modo ragionevole e corretto all’amorevolezza che i tuoi genitori ti hanno dimostrato allevandoti. Può inoltre metterti in condizione di affrontare in modo ragionevole e corretto qualsiasi aspettativa nutrita dai tuoi genitori. Naturalmente, può ancor più metterti in condizione di approcciare in modo ragionevole e corretto il rapporto che hai con i tuoi genitori. Se riesci ad approcciare il rapporto con i tuoi genitori in questo modo, allora potrai gestirlo in modo ragionevole. Alcuni dicono: “Queste verità sono molto ben esposte e suonano alquanto coinvolgenti, ma perché, quando le persone le sentono, le trovano un po’ impossibili da realizzare? Soprattutto ‘I tuoi genitori non sono tuoi creditori’: perché dopo aver sentito questa verità le persone percepiscono il loro rapporto con i genitori come sempre più distante e distaccato? Perché hanno l’impressione che non vi sia affetto tra loro e i genitori?” Forse che la verità sta deliberatamente cercando di allontanare le persone l’una dall’altra? La verità sta forse tentando intenzionalmente di recidere i legami tra le persone e i loro genitori? (No.) Allora, quali risultati si possono ottenere comprendendo questa verità? (La comprensione di questa verità può metterci in condizione di vedere il nostro rapporto con i nostri genitori per ciò che è realmente: questa verità ci comunica la vera natura di questo problema.) Esatto, ti permette di vedere la vera natura della questione, di approcciare e gestire queste cose in modo ragionevole e di non vivere secondo i tuoi affetti o le tue relazioni interpersonali carnali, non è così?

Parliamo di come andrebbe interpretata la frase “I tuoi genitori non sono tuoi creditori”. I tuoi genitori non sono tuoi creditori: non è forse un dato di fatto? (Sì.) Poiché è un dato di fatto, è opportuno che spieghiamo le questioni che implica. Prendiamo il fatto che i tuoi genitori che ti hanno messo al mondo. Chi ha scelto che fossero loro a metterti al mondo: tu o i tuoi genitori? Chi ha scelto chi? Se la guardi dalla prospettiva di Dio, nessuna delle due è la risposta. Non siete stati né tu né i tuoi genitori a scegliere che fossero loro a metterti al mondo. Se vai alla radice della questione, è stato stabilito da Dio. Per ora lasciamo da parte questo argomento, in quanto è facile da capire. Dal tuo punto di vista, sei nato passivamente dai tuoi genitori, senza avere alcuna voce in capitolo. Dal punto di vista dei tuoi genitori, loro ti hanno messo al mondo per una loro volontà indipendente, giusto? In altre parole, se si esclude la disposizione di Dio, quando si è trattato di metterti al mondo, tutto il potere era nelle mani dei tuoi genitori. Sono stati loro a scegliere di farti nascere e a prendere tutte le decisioni. Non sei stato tu a scegliere che fossero loro a darti alla luce, sei nato passivamente da loro e non hai avuto alcuna voce in capitolo. Quindi, poiché tutto il potere era nelle mani dei tuoi genitori e sono stati loro a scegliere di metterti al mondo, hanno l’obbligo e la responsabilità di allevarti, di condurti fino all’età adulta, di fornirti un’istruzione, cibo, vestiti e denaro: questi sono la loro responsabilità e il loro obbligo, questo è ciò che sono tenuti a fare. Tu invece sei sempre rimasto passivo durante il periodo in cui ti hanno allevato, non avevi alcun diritto di scelta: dovevi essere allevato da loro. Poiché eri piccolo, non avevi la capacità di allevarti da solo, e non ti restava altra scelta che lasciarti passivamente allevare dai tuoi genitori. Sei stato allevato nel modo che loro hanno scelto: se ti hanno dato cibo e bevande buoni, allora hai mangiato e bevuto cibo e bevande buoni. Se invece ti hanno fornito un ambiente di vita in cui vivevi di pula e piante selvatiche, allora sei sopravvissuto a forza di pula e piante selvatiche. In ogni caso, mentre venivi allevato, tu eri passivo e i tuoi genitori stavano adempiendo alle loro responsabilità. È come se si stessero prendendo cura di un fiore. Se decidono di prendersi cura di un fiore, dovrebbero concimarlo, annaffiarlo e assicurarsi che riceva la luce del sole. Quindi, per quanto riguarda le persone, non importa se i tuoi genitori si sono occupati di te scrupolosamente o se si sono presi molta cura di te: in ogni caso stavano solo adempiendo alla loro responsabilità e ai loro obblighi. Indipendentemente dal motivo per cui ti hanno allevato, era una loro responsabilità: poiché ti hanno messo al mondo, devono assumersi le responsabilità nei tuoi confronti. Alla luce di questo, tutto ciò che i tuoi genitori hanno fatto per te può forse considerarsi amorevolezza? La risposta è no, giusto? (Giusto.) Se le responsabilità che i tuoi genitori si sono assunti nei tuoi confronti non contano come amorevolezza, assumersi delle responsabilità nei confronti di un fiore o di una pianta, annaffiandoli e concimandoli, vale come amorevolezza? (No.) Questo è ancora più distante dall’amorevolezza. I fiori e le piante crescono meglio all’esterno: se sono piantati nel terreno, esposti al vento, al sole e all’acqua piovana, prosperano. Quando sono piantati in un vaso dentro casa, non crescono altrettanto bene che all’esterno; tuttavia, ovunque si trovino, vivono, non è così? Qualunque sia il luogo in cui si trovano, è stato stabilito da Dio. Tu sei un essere vivente e Dio Si assume la responsabilità di ogni vita, mettendola in condizione di sopravvivere e di seguire la legge a cui tutti gli esseri creati si attengono. Ma tu, in quanto persona, vivi nell’ambiente in cui i tuoi genitori ti allevano, quindi dovresti crescere e condurre la tua esistenza in quell’ambiente. Il fatto che tu viva in quell’ambiente è dovuto, su larga scala, a quanto stabilito da Dio; su scala minore, è dovuto al fatto che i tuoi genitori ti allevano, giusto? In ogni caso, allevandoti, i tuoi genitori stanno adempiendo a una responsabilità e a un obbligo. Condurti all’età adulta è un loro obbligo e una loro responsabilità, e non può definirsi amorevolezza. Se non può definirsi amorevolezza, allora non è qualcosa di cui ti spetta godere? (Sì.) È una sorta di diritto di cui dovresti godere. Dovresti essere allevato dai tuoi genitori perché, prima di raggiungere l’età adulta, il ruolo che svolgi è quello di un figlio che viene educato. Pertanto, i tuoi genitori stanno solo adempiendo a una sorta di responsabilità nei tuoi confronti, e tu la stai semplicemente ricevendo, ma ciò che stai ricevendo da loro non sono certo grazia e amorevolezza. Per qualsiasi creatura vivente, mettere al mondo dei figli e prendersi cura di loro, riprodursi e allevare la generazione successiva è una sorta di responsabilità. Per esempio, gli uccelli, le mucche, le pecore e persino le tigri devono prendersi cura della prole dopo averla messa al mondo. Non esistono esseri viventi che non allevano la propria prole. Potranno esserci delle eccezioni, ma non sono molte. È un fenomeno naturale nell’esistenza delle creature viventi, un loro istinto, e non può essere attribuito all’amorevolezza. Stanno solo rispettando una legge che il Creatore ha stabilito per gli animali e per l’umanità. Pertanto, il fatto che i tuoi genitori ti abbiano allevato non può essere classificato come amorevolezza. Alla luce di ciò, si può affermare che i tuoi genitori non sono tuoi creditori. Stanno adempiendo alle loro responsabilità nei tuoi confronti. A prescindere da quanto impegno e quanto denaro investano per te, non dovrebbero chiederti di ricompensarli, poiché questa è la loro responsabilità di genitori. Dal momento che si tratta di una responsabilità e di un obbligo, dovrebbe essere gratuito e non prevedere nulla in cambio. Allevandoti, i tuoi genitori stavano semplicemente adempiendo alle loro responsabilità e ai loro obblighi, e questo non dovrebbe essere retribuito né costituire una transazione. Quindi non devi approcciarti ai tuoi genitori né gestire il tuo rapporto con loro sulla base dell’idea di ricompensarli. È disumano trattare e ripagare i tuoi genitori e gestire il rapporto che hai con loro sulla base di quest’idea. Allo stesso tempo, sarai incline a essere limitato e vincolato dai tuoi sentimenti carnali e a trovare difficoltà a districartene, al punto che potresti persino smarrirti. I tuoi genitori non sono tuoi creditori, quindi non hai l’obbligo di realizzare tutte le loro aspettative. Non hai l’obbligo di soddisfarle. In altre parole, loro possono avere le loro aspettative, mentre tu hai le tue scelte, così come il percorso di vita e il destino che Dio ha stabilito per te, i quali non hanno nulla a che fare con i tuoi genitori. Dunque, quando uno di loro ti dice: “Sei un figlio poco devoto. Non sei tornato a trovarmi per tanti anni e sono passati molti giorni dall’ultima volta che mi hai chiamato. Sono malato e non c’è nessuno a prendersi cura di me. Ti ho proprio allevato invano. Sei davvero un ingrato menefreghista e un figlio irriconoscente!”, se non comprendi la verità “I tuoi genitori non sono tuoi creditori”, sentire queste parole sarà doloroso come un coltello che ti trafigge il cuore e ti rimorderà la coscienza. Ognuna di queste parole ti si conficcherà nel cuore e ti farà provare vergogna di fronte ai tuoi genitori, nonché sentire in debito con loro e sopraffatto da sensi di colpa nei loro confronti. Quando un genitore ti dice che sei un ingrato menefreghista, davvero ciò che proverai sarà: “Ha assolutamente ragione. Mi ha allevato fino a questa età e non ha potuto minimamente godere da me di riflesso. Ora è malato e sperava che sarei stato al suo capezzale, prendendomi cura di lui e restandogli accanto. Aveva bisogno che ripagassi la sua amorevolezza, e io non c’ero. Sono davvero un ingrato menefreghista!” Ti sentirai un ingrato menefreghista: questo è ragionevole? Sei forse un ingrato menefreghista? Se non te ne fossi andato di casa per compiere il tuo dovere altrove e fossi rimasto accanto ai tuoi genitori, avresti forse potuto evitare che si ammalassero? (No.) Hai potere decisionale sulla loro vita e sulla loro morte? Puoi decidere tu se sono ricchi o poveri? (No.) Qualunque malattia colpirà i tuoi genitori, non sarà per lo sfinimento di averti allevato o perché sentivano la tua mancanza; in particolare, non contrarranno nessuna malattia grave, pericolosa e potenzialmente mortale a causa tua. Quello riguarda il loro destino e non ha nulla a che fare con te. Per quanto devoto tu sia, il massimo che puoi ottenere è ridurre un po’ le loro sofferenze e i loro fardelli carnali, ma per quanto riguarda quando si ammalano, quale malattia contraggono, quando muoiono e dove muoiono, queste cose hanno forse una qualche relazione con te? No. Se sei devoto, se non sei un ingrato menefreghista e passi tutto il giorno in loro compagnia e a vegliare su di loro, forse che non si ammaleranno? Non moriranno? Se devono ammalarsi, non accadrà comunque? Se devono morire, non moriranno comunque? Non è così che stanno le cose? Se prima i tuoi genitori ti avessero detto che eri un ingrato menefreghista, che eri privo di coscienza e che eri un figlio irriconoscente, questo ti avrebbe turbato? (Sì.) Mentre adesso? (Adesso non mi turberebbe.) Ebbene, come è stato risolto il problema? (Dio ha condiviso che non dipende affatto da noi se i nostri genitori si ammalano o meno e se vivono o muoiono, è tutto stabilito da Dio. Se rimanessimo al loro fianco, non potremmo fare nulla; quindi, se dicono che siamo degli ingrati menefreghisti, questo non ci riguarda.) Non importa che i tuoi genitori ti definiscano un ingrato menefreghista: quanto meno agli occhi del Creatore stai compiendo il dovere di un essere creato. Basta che tu non sia un ingrato menefreghista agli occhi di Dio. Non importa quello che dice la gente. Ciò che i tuoi genitori dicono sul tuo conto non è necessariamente vero, ed è inutile. Devi assumere come base le parole di Dio. Se Dio dice che sei un essere creato degno di questo nome, allora non importa se la gente ti definisce ingrato menefreghista, è del tutto irrilevante. È solo che le persone vengono influenzate da questi insulti per via della loro coscienza, oppure quando non comprendono la verità e possiedono scarsa statura, e questo poi le mette leggermente di cattivo umore e le deprime un po’, ma, quando torneranno davanti a Dio, tutto questo sarà risolto e non costituirà più un problema per loro. La questione di ripagare l’amorevolezza dei genitori non è stata dunque risolta? Ne hai acquisita comprensione? (Sì.) Qual è il fatto che le persone devono capire in merito? Allevarti è una responsabilità dei tuoi genitori. Loro hanno scelto di metterti al mondo, quindi hanno la responsabilità e l’obbligo di allevarti. Conducendoti fino all’età adulta, stanno adempiendo alla loro responsabilità e al loro obbligo. Non devi loro nulla, quindi non hai bisogno di ricompensarli. Questo dimostra chiaramente che i tuoi genitori non sono tuoi creditori e che non devi fare nulla per loro in cambio della loro amorevolezza. Se le circostanze ti permettono di adempiere a una piccola parte della tua responsabilità nei loro confronti, fallo. Se il tuo ambiente e le tue circostanze oggettive non ti permettono di adempiere ai tuoi obblighi nei loro confronti, allora non dovresti dartene troppo pensiero né sentirti in debito verso di loro, poiché i tuoi genitori non sono tuoi creditori. Non importa se mostri pietà filiale verso di loro o se adempi alle tue responsabilità nei loro confronti: stai semplicemente assumendo la prospettiva di figlio e adempiendo a una piccola parte della tua responsabilità verso coloro che ti hanno messo al mondo e allevato. Ma di certo non puoi farlo nella prospettiva di ricompensarli, né nella prospettiva per cui “I tuoi genitori sono i tuoi benefattori e devi ricompensarli e ripagare la loro amorevolezza”.

C’è un detto nel mondo dei non credenti: “I corvi ripagano le loro madri nutrendole, mentre gli agnelli si inginocchiano per suggere il latte dalle loro”. E ce n’è anche un altro: “Un figlio non devoto è peggio di una bestia”. Che detti altisonanti! In realtà, i fenomeni di cui parla il primo, ossia che i corvi ripagano le loro madri nutrendole, mentre gli agnelli si inginocchiano per suggere il latte dalle loro, esistono davvero, sono dati di fatto. Ma si tratta semplicemente di fenomeni appartenenti al mondo animale. Sono soltanto una sorta di legge che Dio ha stabilito per le varie creature viventi e alla quale si attengono tutti i tipi di creature viventi, compresi gli esseri umani. Che tutti gli esseri viventi seguano tale legge è un’ulteriore dimostrazione del fatto che tutti sono stati creati da Dio. Non vi è essere vivente in grado di infrangere o di trascendere questa legge. Anche i carnivori relativamente feroci, come i leoni e le tigri, nutrono la prole e non la mordono prima che abbia raggiunto l’età adulta. È un istinto animale. A qualunque specie appartengano, che sia una feroce oppure una docile e mansueta, tutti gli animali possiedono questo istinto. Tutti i tipi di creature, compresi gli esseri umani, possono continuare a moltiplicarsi e a sopravvivere solo seguendo questo istinto e questa legge. Se non si attenessero a questa legge o fossero sprovvisti di tale legge e tale istinto, non potrebbero moltiplicarsi e sopravvivere. Non esisterebbero né la catena biologica né questo mondo. Non è forse vero? (Sì.) Il fatto che i corvi ripagano le loro madri nutrendole mentre gli agnelli si inginocchiano per suggere il latte dalle loro dimostra proprio che il mondo animale segue questo tipo di legge. Tutti gli esseri viventi hanno questo istinto. Dopo la nascita, la prole viene accudita e nutrita dalle femmine o dai maschi della specie fino all’età adulta. Tutti gli esseri viventi sono in grado di adempiere alle loro responsabilità e ai loro obblighi nei confronti della prole, e allevano coscienziosamente e diligentemente la generazione successiva. Ciò dovrebbe valere ancora di più per gli esseri umani. Gli esseri umani definiscono sé stessi come animali superiori: se non sono in grado di attenersi a questa legge e non possiedono questo istinto, allora gli esseri umani sono inferiori agli animali, non è così? Pertanto, a prescindere da quanto i tuoi genitori ti abbiano nutrito mentre ti allevavano e quanto abbiano adempiuto alle loro responsabilità nei tuoi confronti, stavano semplicemente facendo ciò che erano tenuti a fare nell’ambito delle capacità di esseri umani creati: era il loro istinto. Basta guardare gli uccelli: per oltre un mese prima della stagione degli amori, vanno costantemente alla ricerca di un posto sicuro per fare il nido. I maschi e le femmine escono a turno, procurando diversi tipi di piante, piume e ramoscelli per iniziare a costruire il nido su alberi relativamente fitti. I piccoli nidi costruiti dalle varie specie di uccelli sono incredibilmente solidi e intricati. Per il bene della prole, gli uccelli dedicano tutti questi sforzi alla costruzione di nidi e rifugi. Quando il nido è ultimato e giunge il periodo della cova, c’è sempre un uccello a custodire ogni nido; il maschio e la femmina si danno il cambio 24 ore su 24 e sono incredibilmente attenti: quando uno di loro torna, l’altro subito vola via. Non molto tempo dopo, alcune uova si schiudono e i piccoli spuntano dal guscio, e puoi sentirli iniziare a cinguettare sui loro alberi. Gli adulti volano avanti e indietro, ora tornando per dare da mangiare ai piccoli qualche verme, ora per dar loro qualcos’altro, dimostrando un’incredibile attenzione. Dopo un paio di mesi, alcuni piccoli sono cresciuti un po’ e riescono a spingersi sull’orlo del nido e a sbattere le ali; i genitori volano avanti e indietro, facendo i turni per nutrirli e sorvegliarli. Un anno ho visto un corvo nel cielo che teneva in bocca il piccolo di un’altra specie, il quale strideva disperato chiedendo in qualche modo aiuto. Il corvo volava con il piccolo in bocca e dietro di lui c’era una coppia di uccelli adulti che lo inseguiva. Anche le loro strida erano cariche di disperazione, e alla fine il corvo li ha distanziati. Probabilmente il piccolo sarebbe morto comunque, indipendentemente dal fatto che i genitori fossero riusciti a raggiungere il corvo. I due adulti strillavano e stridevano così tanto da allarmare le persone a terra: hai idea di quanto debbano essere stati disperati quei versi? In effetti, sicuramente non avevano solo quel piccolo. Ne avranno avuti tre o quattro nel nido, ma quando uno è stato portato via, gli sono corsi dietro strillando e stridendo. Il mondo animale e biologico è fatto così: le creature viventi sono in grado di nutrire la prole senza sosta. Ogni anno gli uccelli tornano a costruire nidi e ripetono le stesse azioni: covano i piccoli, li nutrono e insegnano loro a volare. Quando stanno imparando, i piccoli non volano molto in alto e a volte cadono a terra. Qualche volta li abbiamo anche salvati e subito rimessi nel nido. I genitori li istruiscono ogni giorno, e prima o poi tutti i piccoli abbandoneranno il nido e voleranno via, lasciando i nidi vuoti. L’anno successivo, nuove coppie di uccelli verranno a costruire i nidi, a covare le uova e ad allevare i loro piccoli. Tutte le specie viventi e animali possiedono questi istinti e queste leggi e vi si attengono scrupolosamente, attuandoli alla perfezione. È qualcosa che nessuno può distruggere. Esistono anche animali particolari, come le tigri e i leoni. Raggiunta l’età adulta, questi animali abbandonano i genitori, e alcuni maschi diventano addirittura rivali, arrivando se necessario a mordersi, lottare e combattere. Questo è normale, è una legge. Non sono molto affettuosi e non vivono seguendo i sentimenti come le persone; non dicono: “Devo ripagare l’amorevolezza dei miei genitori, devo ricambiarli, devo obbedire loro. Se non mostro pietà filiale nei loro confronti, gli altri mi condanneranno, mi rimprovereranno e mi criticheranno alle spalle. Non potrei sopportarlo!” Gli animali non dicono queste cose. Perché le persone le dicono? Perché nella società e all’interno dei gruppi di individui sono diffuse diverse idee e opinioni sbagliate. Dopo che le persone sono state influenzate, corrose e imputridite da queste cose, sviluppano diversi modi di interpretare e gestire il rapporto genitori-figli, e alla fine trattano i genitori come creditori, creditori che per tutta la vita non riusciranno mai a ripagare. Vi sono addirittura persone che, dopo la morte dei genitori, si sentono in colpa per una vita intera e si ritengono indegne dell’amorevolezza da loro ricevuta per via di una singola azione che esse hanno compiuto e per cui i genitori hanno dimostrato malcontento o disapprovazione. DimMi, non è eccessivo? Gli individui vivono secondo i loro sentimenti, quindi non possono che essere sopraffatti e disturbati da varie idee da essi derivate. Vivono in un ambiente contaminato dall’ideologia dell’umanità corrotta, quindi sono sopraffatti e disturbati da varie idee errate, le quali rendono la loro vita più faticosa e difficile di quella degli altri esseri viventi. Tuttavia, in questo preciso momento, poiché Dio sta operando ed esprimendo la verità per comunicare alle persone la vera natura di tutti questi fatti e metterle in condizione di comprendere la verità, dopo che avrai compreso la verità, queste idee e questi punti di vista sbagliati non saranno più un fardello per te e smetteranno di guidarti nella gestione del rapporto che hai con i tuoi genitori. A quel punto la tua vita diventerà più rilassata. Vivere una vita rilassata non significa che non saprai quali sono le tue responsabilità e i tuoi obblighi, questo continuerai a saperlo: riguarda solamente la prospettiva e i metodi con cui scegli di approcciarli. Una via è quella dei sentimenti e dell’approcciare queste cose sulla base dell’emotività e con i metodi, le idee e i punti di vista verso cui Satana guida l’uomo. L’altra via è quella di approcciarle sulla base delle parole che Dio ha insegnato all’uomo. Quando le persone gestiscono queste questioni secondo le idee e i punti di vista erronei di Satana, possono solamente vivere seguendo i loro sentimenti e non sono mai capaci di distinguere il bene dal male. In tali circostanze, non hanno altra scelta se non quella di vivere prigioniere, costantemente intrappolate in questioni del tipo: “Tu hai ragione, io ho torto. Tu mi hai dato di più, io ti ho dato di meno. Tu sei un ingrato. Tu hai fatto troppo per me”. Di conseguenza, non c’è mai un momento in cui parlano chiaramente. Invece, dopo che hanno compreso la verità e si sono liberate dalle pastoie delle idee, dei punti di vista e dei sentimenti sbagliati, queste cose diventano semplici per loro. Se ti attieni a una verità principio, a un’idea o a un punto di vista corretti e che provengono da Dio, la tua vita diventerà molto rilassata. Né l’opinione pubblica, né la voce della tua coscienza, né il fardello dei tuoi sentimenti ostacoleranno più il modo in cui gestisci il rapporto che hai con i tuoi genitori; anzi, queste cose ti metteranno in condizione di approcciarlo in modo corretto e ragionevole. Se agirai in base alle verità principi che Dio ha fornito all’uomo, anche se gli altri ti criticheranno alle spalle, ciò non ti scalfirà minimamente e proverai comunque pace e tranquillità nel profondo del cuore. Quanto meno, non ti rimprovererai più di essere un ingrato menefreghista e smetterai di provare rimorsi di coscienza nel tuo intimo. Questo perché saprai di aver compiuto tutte le tue azioni secondo i metodi che Dio ti ha insegnato e di star prestando ascolto e obbedienza alle parole di Dio e seguendo la Sua via. Ascoltare le parole di Dio e seguire la Sua via è il senso di coscienza che le persone dovrebbero possedere più di ogni altra cosa. Sarai una vera persona solo quando saprai fare queste cose. Se non sei arrivato a questo punto, allora sei un ingrato menefreghista. Non è così? (Sì.) Ora la questione ti è chiara? Acquisire chiarezza è un aspetto; un altro è se le persone arrivano gradualmente a discernere tale questione e a mettere in pratica la verità. Per acquisire chiarezza in merito a tale questione, le persone devono sperimentare le cose per un certo periodo di tempo. Se desiderano acquisire chiarezza di questo fatto e di questa essenza, e arrivare al punto in cui gestiscono le questioni secondo i principi, non possono riuscirci in breve tempo, perché devono prima liberarsi dall’influenza di ogni tipo di idee e punti di vista erronei e malvagi. Un altro aspetto, più importante, è che devono essere in grado di eliminare i vincoli e l’influenza della loro coscienza e dei loro sentimenti; in particolare, devono superare l’ostacolo dei loro sentimenti. Supponiamo che a livello teorico tu riconosca che la parola di Dio è la verità e che è corretta, e che a livello teorico tu sappia che le idee e i punti di vista errati che Satana instilla nelle persone sono sbagliati, ma che tu non riesca a superare l’ostacolo dei tuoi sentimenti e ti senta sempre in colpa nei confronti dei tuoi genitori al pensiero che ti hanno riservato troppa amorevolezza, che si sono spesi e hanno fatto e sofferto troppo per te, che l’ombra di tutto ciò che hanno fatto per te, di tutto ciò che hanno detto e persino di ogni prezzo che hanno pagato per te è ancora vivida nella tua mente. Ognuno di questi ostacoli sarà per te un nodo molto importante e difficile da sciogliere. Di fatto, l’ostacolo più difficile da superare per te sarai tu stesso. Se riuscirai a superare un ostacolo dopo l’altro, allora saprai abbandonare completamente nel profondo del cuore i sentimenti che nutri verso i tuoi genitori. Non sto condividendo al riguardo per indurti a tradire i tuoi genitori, e di certo non lo sto facendo per portarti a mettere un muro tra te e loro: non stiamo creando un movimento, non c’è bisogno di tirare su alcun muro. Sto facendo comunione su questo solamente per fornirti una corretta comprensione di questi argomenti e aiutarti ad accettare un’idea e una visione corrette. Inoltre lo faccio affinché, quando ti accadranno queste cose, non ne sia turbato né vincolato mani e piedi e, cosa più importante, così che quando ti capiteranno non influenzino il tuo adempimento dei doveri di essere creato. In questo modo, la Mia comunione raggiungerà il suo scopo. Naturalmente le persone, che vivono nella carne, possono forse arrivare a non nutrire alcuna di queste cose nella loro mente e a rimuovere ogni legame emotivo con i genitori? Sarebbe impossibile. In questo mondo, oltre ai genitori, le persone hanno anche i figli: questi sono i due rapporti carnali più stretti tra gli individui. È impossibile recidere completamente il legame tra un genitore e un figlio. Non sto cercando di indurti a dichiarare formalmente che taglierai i ponti con i tuoi genitori e che non li vedrai mai più. Sto cercando di aiutarti a gestire il tuo rapporto con loro in modo corretto. Queste cose sono difficili, non è vero? Man mano che la tua comprensione della verità si approfondirà e andrai avanti con l’età, la difficoltà si ridurrà e diminuirà gradualmente. A 20 anni si prova un diverso livello di attaccamento verso i genitori rispetto a quando se ne hanno 30 o 40. Questo attaccamento si allenta ancora di più dopo i 50 anni, per non parlare di quando si raggiungono i 60 o i 70. A quel punto l’attaccamento è ancora minore; cambia con l’avanzare dell’età.

La verità “I tuoi genitori non sono tuoi creditori” è il principio di pratica corretto che le persone dovrebbero comprendere quando si tratta di approcciarsi ai genitori. Qual è l’altro principio di pratica? (I tuoi genitori non sono i padroni della tua vita né del tuo destino.) “I tuoi genitori non sono i padroni della tua vita né del tuo destino” non è forse più facile da capire e da abbandonare rispetto a “I tuoi genitori non sono tuoi creditori”? Esteriormente, sembra che la tua vita carnale derivi dai tuoi genitori e che siano stati loro a darti la vita. Se invece guardiamo la questione dalla prospettiva di Dio e alla sua radice, non sono stati i tuoi genitori a darti la tua vita carnale, poiché le persone non hanno il potere di creare la vita. In parole povere, nessuno può creare il respiro dell’uomo. Il motivo per cui la carne di ognuno è in grado di diventare una persona è che è dotata del respiro. La vita dell’uomo risiede in questo respiro, il quale costituisce il segno di una persona vivente. Le persone possiedono questo respiro e questa vita, la cui fonte e la cui origine non sono i loro genitori. Le persone sono state semplicemente generate attraverso i genitori che le hanno date alla luce; alla radice, è Dio che dona loro queste cose. Pertanto, i tuoi genitori non sono i padroni della tua vita: il Signore della tua vita è Dio. Dio ha creato l’umanità, ha creato la vita dell’umanità e ha donato all’umanità il respiro della vita; questa è l’origine della vita dell’uomo. Non è quindi facile capire la frase “I tuoi genitori non sono i padroni della tua vita”? I tuoi genitori non ti hanno donato il primo respiro e tanto meno tutti gli altri a seguire. Dio controlla e governa ogni giorno della tua vita. I tuoi genitori non possiedono la facoltà di stabilire come si svolgerà ogni giorno della tua vita, se sarà felice e privo di intralci, e chi incontrerai o in quale ambiente vivrai ogni giorno. Semplicemente, Dio Si prende cura di te per mezzo dei tuoi genitori, i quali sono solo le persone alle cui cure Egli ti ha affidato. Quando sei nato, non sono stati i tuoi genitori a donarti la vita; sono dunque stati loro a darti la vita che ti ha permesso di vivere fino a oggi? No. L’origine della tua vita resta comunque Dio, non i tuoi genitori. Supponiamo che i tuoi genitori ti abbiano messo al mondo ma che, quando hai uno o magari cinque anni, Dio decida di toglierti la vita. I tuoi genitori potrebbero forse fare qualcosa al riguardo? Cosa farebbero? In che modo potrebbero salvarti? Ti porterebbero in ospedale e ti affiderebbero ai medici, i quali tenterebbero di curarti e di salvarti la vita. Questa è la responsabilità dei tuoi genitori. Se però Dio dicesse che questa vita e questa persona non devono continuare a esistere e che devi reincarnarti in un’altra famiglia, i tuoi genitori non disporrebbero di potere né di mezzi per salvarti. Potrebbero solo restare a guardare mentre la tua piccola vita abbandona questo mondo. Di fronte all’esaurirsi di una vita, non hanno alcun potere: possono solo adempiere alla loro responsabilità di genitori e affidarti ai medici, i quali cercheranno di curarti e di salvarti, ma non spetta a loro decidere se continuerai a vivere oppure no. Se Dio dice che puoi continuare a vivere, allora la tua vita esiste. Se Dio dice che la tua vita non deve esistere, allora la perderai. I tuoi genitori possono forse fare qualcosa al riguardo? Possono soltanto rassegnarsi al tuo destino. In parole povere, sono soltanto dei comuni esseri creati. È solo che, dal tuo punto di vista, possiedono un’identità speciale: ti hanno messo al mondo e allevato, sono i tuoi capi e i tuoi genitori. Ma dal punto di vista di Dio sono solo dei comuni esseri umani, semplicemente dei membri dell’umanità corrotta, e non hanno nulla di speciale. Non sono padroni nemmeno della loro stessa vita, quindi come potrebbero esserlo della tua? Sebbene ti abbiano messo al mondo, non sanno da dove provenga la tua vita, né avrebbero potuto decidere in quale momento, in quale ora e in quale luogo essa sarebbe arrivata, e neppure come sarebbe stata. Non sanno nulla di queste cose. Dal loro punto di vista, stanno semplicemente attendendo passivamente la sovranità e le disposizioni di Dio. Che ne siano felici o meno, che ci credano o meno, comunque tutto questo è orchestrato da Dio e risiede nelle Sue mani. I tuoi genitori non sono i padroni della tua vita: non è facile da capire? (Sì.) I tuoi genitori hanno messo al mondo la tua carne ma non le hanno donato la vita. Questo è un dato di fatto. I tuoi genitori dispongono per caso di potere su faccende come la tua altezza, la tua costituzione fisica, di che colore hai i capelli o quanti ne hai, i tuoi hobby e così via? (No.) I tuoi genitori non possono decidere se hai la pelle bella o brutta, o quali sono i tuoi tratti somatici. Alcuni genitori sono grassi e danno alla luce figli magri e bassi, con naso e occhi piccoli. Quando le persone li vedono, pensano: “Da chi hanno preso? Di certo non assomigliano ai genitori”. I genitori non possono nemmeno decidere a chi i loro figli assomiglieranno, non è così? Alcuni genitori sono di costituzione piuttosto robusta e hanno figli molto magri e gracili; altri genitori sono di costituzione alquanto magra e gracile e generano figli incredibilmente robusti, forti come buoi. Alcuni genitori sono timidi come topi e mettono al mondo figli estremamente intraprendenti. Alcuni genitori sono oculati e prudenti e mettono al mondo figli molto ambiziosi, alcuni dei quali finiscono per diventare imperatori, o presidenti, o ancora capibanda di gruppi criminali e malviventi. Alcuni genitori sono contadini, eppure i loro figli diventano alti funzionari. Vi sono anche genitori disonesti che però danno alla luce figli ben educati e privi di malizia. Ci sono genitori che sono miscredenti, o che addirittura adorano idoli e diavoli, i quali mettono al mondo figli che vogliono credere in Dio, che non riescono a vivere senza la loro fede in Dio. Alcuni genitori dicono ai figli: “Ti manderò all’università”, e i figli rispondono: “No, sono un essere creato, devo compiere il mio dovere!” I genitori allora replicano: “Sei giovane, non hai bisogno di compiere un dovere. Noi ne compiamo qualcuno perché siamo vecchi e non abbiamo prospettive; guadagneremo qualche benedizione per la nostra famiglia in futuro, quindi non devi farlo tu. Tu devi studiare duramente e, dopo la laurea, diventare un alto funzionario, così che io possa goderne di riflesso”. I figli rispondono: “No. Sono un essere creato, compiere il mio dovere è la cosa più importante”. Naturalmente, ci sono genitori che credono in Dio e rinunciano alla famiglia e abbandonano la carriera, ma i cui figli si rifiutano categoricamente di credere in Dio. I figli sono dei non credenti e, comunque tu voglia considerare questi figli e i loro genitori, non assomigliano a una famiglia. Sebbene esteriormente sembrino una famiglia, nelle abitudini di vita e persino in alcuni aspetti del loro carattere, nei loro hobby, negli interessi, nei perseguimenti e nei cammini che percorrono, sono completamente diversi. Sono semplicemente due categorie diverse di persone che percorrono due strade diverse. Quindi tra le vite degli individui vi sono differenze che non dipendono dai genitori. I genitori non possono decidere che tipo di vita i figli hanno né il tipo di ambiente in cui nascono. I tuoi genitori non sono i padroni della tua vita né del tuo destino. La vita non proviene dai genitori: il destino di una persona è una questione più o meno rilevante della sua vita? Per le persone, sono entrambe questioni molto rilevanti. Perché? Perché non sono cose che loro sono in grado di afferrare, realizzare o controllare usando il loro istinto, le loro capacità o la loro levatura. È Dio a stabilire e governare il destino e la traiettoria di vita delle persone. Nessun individuo ha potere di scelta in merito a queste due questioni. Non siete né tu né i tuoi genitori a scegliere la famiglia in cui nasci o i genitori che hai in questa vita. Anche i tuoi genitori hanno svolto un ruolo passivo rispetto alla tua nascita. Pertanto, non possono decidere quale sarà la traiettoria del tuo destino, non possono decidere se nella vita sarai molto benestante e ricco, o povero e umile, oppure semplicemente una persona nella media; non possono decidere dove andrai, in quale luogo vivrai, né che tipo di matrimonio avrai, come saranno i tuoi figli, o in che tipo di ambiente materiale vivrai, e così via. Ci sono persone che provengono da famiglie agiate, che possedevano vestiti e cibo e più denaro di quanto potessero spenderne prima di dare alla luce un figlio; ma questi, dopo essere cresciuto, ha sperperato il patrimonio di famiglia e, per quanto i genitori guadagnassero, non sono riusciti a compensare tutto il denaro che lui stava prodigamente dilapidando. Così come vi sono persone che erano povere ma, pochi anni dopo aver avuto un figlio, hanno visto l’impresa familiare iniziare ad andare a gonfie vele e la loro vita migliorare, così come le loro condizioni e anche l’ambiente circostante. Vedi, sono tutte cose che questi genitori non si aspettavano, non è così? I genitori non possono decidere il destino dei loro figli e, naturalmente, neanche hanno nulla a che fare con esso. Il tipo di cammino che percorrerai, dove andrai e quali persone incontrerai nella tua vita, quanti disastri ti troverai ad affrontare, di quante cose meravigliose e di quante ricchezze godrai: nulla di tutto ciò ha alcuna relazione con i tuoi genitori o con le loro aspettative. Ogni genitore desidera che il proprio figlio occupi nel mondo una posizione elevata, ma questo desiderio si realizza sempre? Non necessariamente. Alcuni figli occupano nel mondo una posizione di rilievo, come volevano i genitori, diventano alti funzionari, guadagnano moltissimo denaro e vivono bene, ma i loro genitori si ammalano e muoiono nel giro di un paio d’anni senza poter beneficiare di questa fortuna o godere di riflesso. Il destino di una persona ha qualcosa a che fare con i suoi genitori? No. Non puoi certo realizzare tutto ciò che i tuoi genitori si aspettano da te. Il destino di un individuo non ha nulla a che fare con i suoi genitori e i genitori non hanno al riguardo alcun potere decisionale. Anche se i tuoi genitori ti hanno messo al mondo e hanno fatto molte cose per gettare le fondamenta delle tue prospettive, dei tuoi ideali e del tuo destino futuro, non possono stabilire che destino o quale percorso di vita avrai: queste cose non hanno nulla a che fare con loro. Pertanto, i tuoi genitori non sono i padroni del tuo destino e non possono cambiare nulla che ti riguardi. Se sei destinato a essere ricco, allora, per quanto i tuoi genitori siano poveri o sprovvisti di mezzi, otterrai la ricchezza che ti spetta. Se sei destinato a essere una persona povera, comune o umile, i tuoi genitori, a prescindere dalle loro possibilità, non saranno in grado di aiutarti. Se sei stato scelto da Dio e sei uno dei Suoi prescelti, vale a dire se sei stato predestinato da Lui, allora i tuoi genitori, a prescindere dal potere e dalle possibilità di cui dispongono, non potrebbero ostacolare la tua fede in Dio neanche se lo desiderassero. Poiché sei destinato a essere un membro della casa di Dio e uno dei Suoi prescelti, non puoi evitarlo. Il destino di una persona è correlato solamente alla sovranità e alle disposizioni di Dio; non ha nulla a che fare con i desideri e le aspettative dei genitori. Naturalmente, non ha nulla a che fare nemmeno con gli interessi, gli hobby, il carattere, le aspirazioni, la levatura o le capacità della persona stessa. Pertanto, sulla base della verità “I tuoi genitori non sono i padroni della tua vita né del tuo destino”, come dovresti approcciare le aspettative nutrite dai tuoi genitori? Dovresti accettarle interamente, ignorarle oppure approcciarle con ragionevolezza? Rispetto alla tua vita o al tuo destino, i tuoi genitori sono semplicemente persone comuni, e possono aspettarsi e dire tutto quello che vogliono. Lascia che loro dicano quello che vogliono e tu segui la tua strada. Non c’è bisogno di discutere con loro, perché così come le cose sono veramente, così saranno. Ciò non dipende da alcun dibattito e non cambia a seconda della volontà dell’uomo. Non decidi tu il tuo destino, e tanto meno lo fanno i tuoi genitori! Non è forse così? (Sì.) Nonostante siano i tuoi genitori, la generazione che ti precede, non hanno relazioni né legami con il tuo destino. I tuoi genitori non dovrebbero tentare di decretare il tuo destino solo perché hanno molti anni più di te e perché sono della generazione precedente alla tua. Questo è irragionevole e ripugnante. Pertanto, ogni volta che i tuoi genitori hanno qualcosa da dire riguardo al cammino che stai percorrendo nella vita o alle aspettative che nutrono nei tuoi confronti, dovresti approcciare la questione con calma e ragionevolezza, perché non sono i padroni del tuo destino. Rispondi loro: “Il mio destino è nelle mani di Dio, nessun essere umano può cambiarlo”. Nessun individuo può controllare il proprio destino o quello di un altro, e neanche i tuoi genitori dispongono di questa facoltà. Non la possiedono i tuoi antenati e tanto meno i tuoi genitori. Chi è l’unico a possederla? (Dio.) Solo Dio ha facoltà di governare il destino delle persone.

Alcune persone ammettono a livello teorico: “I miei genitori non possono interferire con il mio destino. Anche se mi hanno messo al mondo, la mia vita non mi è stata donata da loro, ma da Dio. Tutto ciò che ho mi è stato donato da Dio. Dio Si è solo servito di loro perché arrivassi all’età adulta e mi ha messo in condizione di vivere fino a oggi. In realtà, è stato Dio ad allevarmi”. Pronunciano queste parole piuttosto bene e chiaramente, ma in alcune circostanze particolari non riescono ad andare oltre i loro affetti o a riconoscere l’affermazione: “I tuoi genitori non sono i padroni della tua vita né del tuo destino”. In alcune circostanze particolari, gli individui vengono dominati dai loro sentimenti e cadono in certe tentazioni, oppure diventano deboli. Poiché hanno subito la persecuzione e la condanna da parte del governo e del mondo religioso e sono stati arrestati e messi in prigione, alcuni credenti in Dio decidono di non diventare dei giuda e di non tradire mai nessuno dei loro fratelli e sorelle, né di rivelare alcuna informazione sulla chiesa, indipendentemente da come vengano torturati: preferirebbero morire piuttosto che comportarsi da giuda. Per questo motivo, vengono torturati e tormentati al punto da non assomigliare più a delle persone, da ritrovarsi con gli occhi tanto gonfi che si riducono a fessure e non permettono loro di vedere bene, e con le orecchie assordate, i denti rotti, gli angoli delle bocche spaccati e insanguinati, le gambe menomate e l’intero corpo tumefatto e ricoperto di lividi. Tuttavia, per quanto vengano tormentati, non cedono al tradimento: sono determinati a non comportarsi da giuda e a rimanere saldi nella loro testimonianza a Dio. Fino a questo momento sembrano essere alquanto forti e possedere una testimonianza, non è vero? Hanno sopportato torture e minacce senza diventare dei giuda, e sono stati tormentati in questo modo per molti giorni e notti. Quando un diavolo vede un uomo di questo tipo, pensa: “Questo è davvero un duro, è stato avvelenato a fondo. È stato davvero divinizzato. È così giovane e lo hanno tormentato fino a ridurlo in uno stato del genere, eppure non ha spiccicato una sola parola. Che cosa dovrei fare con lui? Sembra essere una figura di rilievo, deve sapere molto della chiesa. Se riesco a strappargli qualche informazione, possiamo arrestare molte persone e fare un sacco di soldi!” A quel punto il diavolo comincia a rifletterci su: “Come posso fargli aprire la bocca e spingerlo a parlare e a rivelare informazioni su qualcuno? Tutte le persone forti hanno il loro punto debole, proprio come chi pratica il kung fu. Per quanto bravo qualcuno possa essere nel kung fu, alla fine ha comunque un tallone d’Achille. Ognuno ha un punto debole, quindi attacchiamo specificamente quello di questo tizio. Qual è il suo punto debole? Ho sentito che è figlio unico e che i suoi genitori lo hanno viziato fin da piccolo. Ho sentito che tengono molto a lui e gli vogliono un gran bene, e che lui è alquanto devoto nei loro confronti. Se faccio convocare i suoi genitori e li convinco a fare un po’ di lavoro psicologico su di lui, forse le loro parole potranno sortire qualche effetto”. Allora questo diavolo fa chiamare i genitori. Indovina cosa succede appena il tale vede i suoi genitori? Prima di vederli, pensava: “O Dio, sono determinato a rimanere saldo nella mia testimonianza. Non diventerò mai un giuda!” Ma non appena vede i suoi genitori si ritrova con il cuore in procinto di spezzarsi. La prima cosa che prova è: “Ho deluso i miei genitori, deve essere molto doloroso per loro vedermi così”, e poi crolla. In cuor suo insiste ancora: “Non mi trasformerò in un giuda, devo rimanere saldo nella mia testimonianza a Dio. Non ho intrapreso la strada sbagliata, sto seguendo la retta via nella vita. Devo umiliare Satana e testimoniare Dio!” In cuor suo è saldo e insiste ripetutamente su questo, ma emotivamente non riesce a sopportarlo e in un attimo si ritrova con il cuore prossimo a spezzarsi. Come pensi che si sentano i suoi genitori al vedere che il figlio è stato torturato fino a ridurlo in uno stato del genere? Non parlerò di suo padre, ma il cuore di sua madre si spezza. Quando vede che suo figlio è stato tormentato al punto da non assomigliare più a una persona, lei prova angoscia, afflizione e dolore smisurati, e trema nel camminare verso di lui. Come reagiresti tu in un momento simile? Non oseresti guardare, non è così? Vedi, tu non hai detto nulla, i tuoi genitori non hanno detto nulla, ma saresti già crollato, incapace di andare oltre i tuoi sentimenti. Penseresti tra te e te: “I miei genitori sono anziani, non stanno molto bene fisicamente e fanno affidamento l’uno sull’altra per tirare avanti. Hanno messo al mondo un figlio come me: finora non ho soddisfatto nessuna delle loro aspettative e adesso ho causato loro un tale problema, li ho disonorati, e sono dovuti persino venire qui e vedermi in questo stato di sofferenza”. Senza rendertene conto, nel profondo del tuo cuore ti sentiresti un figlio poco devoto, che ha ferito e amareggiato i suoi genitori, li ha fatti preoccupare e li ha delusi. Sia tu che i tuoi genitori provereste un grande dolore, anche se per ragioni diverse. Nel loro caso il motivo sarebbe che si sentono addolorati per te e non possono sopportare di vederti soffrire in questo modo. Per te, invece, sarebbe che vedi quanto sono tristi e angosciati e non puoi sopportare di vederli infelici e preoccupati per te. Questi non sono entrambi effetti dei sentimenti? Fino a questo momento, tutto ciò potrebbe considerarsi normale e ancora non influenzerebbe la tua testimonianza. Supponiamo che i tuoi genitori dicano: “Una volta eri così sano e forte, e ora ti hanno picchiato fino a ridurti così. Sin da quando eri piccolo, ti abbiamo trattato come la luce dei nostri occhi. Non abbiamo mai alzato un dito su di te. Come hai potuto lasciare che ti accadesse questo? Non abbiamo mai considerato di picchiarti; ti abbiamo sempre amato e protetto; ‘ti cullavamo in bocca ma per paura che ti sciogliessi, ti tenevamo nel palmo della mano ma per paura che ti spezzassi’. Ti vogliamo un bene enorme, eppure non è abbastanza. Non è un problema se non ti prendi cura di noi, ma ora ti rifiuti di rivelare la minima informazione, soffri da morire e non ti arrendi nonostante ti abbiano tormentato fino a ridurti in questo stato perché credi in Dio e vuoi testimoniarLo. Come puoi essere così testardo? Perché ti ostini a credere in Dio? ‘Il tuo corpo ti è stato donato dai tuoi genitori’. Ti stai comportando bene nei nostri confronti lasciando che ti accada questo? Se davvero ti succede qualcosa, come ti aspetti che noi due continuiamo a vivere? Non pretendiamo che tu ti prenda cura di noi quando saremo vecchi o che organizzi il nostro funerale, vogliamo solo che tu stia bene. Tu sei tutto per noi; se stai male oppure muori, come potremo continuare a vivere il resto della nostra vita? Chi altro abbiamo oltre a te? Quali altre speranze ci restano?” Ogni parola di questo discorso ti colpirebbe nel vivo, rispondendo ai tuoi bisogni emotivi e stimolando inoltre i tuoi sentimenti e la tua coscienza. Prima che i tuoi genitori pronunciassero queste parole, resteresti aggrappato alla tua convinzione e alla tua posizione nel profondo del cuore, ma dopo che avessero pronunciato queste parole di biasimo, la barriera difensiva che hai in fondo al cuore non crollerebbe? “‘Il tuo corpo ti è stato donato dai tuoi genitori’. Ti sei dimesso da un buon lavoro, hai abbandonato le tue grandi prospettive e hai rinunciato a una bella vita. Ti ostini a credere in Dio e ti sei lasciato rovinare in questo modo: ti stai comportando bene nei nostri confronti?” Esiste qualcuno che riuscirebbe a evitare di piangere dopo aver ascoltato questo discorso? Qualcuno potrebbe mai trattenersi dal rimproverare sé stesso dopo aver udito queste parole? Potrebbe non sentire di aver deluso i suoi genitori? Sarebbe capace di percepire che si tratta di una tentazione di Satana? Qualcuno potrebbe mai essere semplicemente colpito emotivamente dalla situazione ma comunque gestirla con ragionevolezza? Dopo aver sentito questo discorso, qualcuno potrebbe mantenere la propria fede nell’affermazione “I tuoi genitori non sono i padroni della tua vita né del tuo destino, e non sono tuoi creditori”? C’è qualcuno che, pur sentendosi debole emotivamente, saprebbe astenersi dall’abbandonare i propri doveri e obblighi e la testimonianza in cui un essere creato dovrebbe rimanere saldo? Di quali di queste cose saresti capace? Se in termini di sentimenti fossi solo un po’ turbato, al punto di versare qualche lacrima, e ti sentissi in colpa nei confronti dei tuoi genitori, ma avessi ancora fede nella parola di Dio e continuassi a sostenere la testimonianza in cui dovresti restare saldo e il dovere che sei tenuto a compiere, senza perdere la testimonianza, la responsabilità e il dovere che un essere creato ha davanti al Signore della creazione, allora questo sarebbe rimanere saldo. Se invece, vedendo tua madre che ti biasima in lacrime, cedessi pesantemente ai tuoi sentimenti, pensando di essere stato un figlio poco devoto, di aver fatto la scelta sbagliata, provassi rimorso e non volessi andare avanti, e desiderassi abbandonare la testimonianza che un essere creato dovrebbe avere, così come il dovere, la responsabilità e l’obbligo a cui un essere creato dovrebbe adempiere, e tornare dalla parte dei tuoi genitori, ripagare la loro amorevolezza e impedire che soffrano o che si preoccupino ancora per te, allora saresti del tutto privo di testimonianza e indegno di seguire Dio. Che cosa ha detto Dio a coloro che Lo seguono? (Non ha forse detto: “Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e persino la sua propria vita, non può essere mio discepolo” (Luca 14:26)? Questa frase si trova nella Bibbia.) Se il tuo amore per i genitori supera il tuo amore per Dio, allora non sei degno di seguire Dio e non fai parte dei Suoi seguaci. Se non sei uno dei Suoi seguaci, allora si può dire che non sei un vincitore e Dio non ti vuole. Attraverso questa prova, sei stato smascherato, non sei rimasto saldo nella tua testimonianza. Non hai ceduto alle torture di Satana, eppure sono bastate alcune parole di biasimo dei tuoi genitori per farti cedere. Sei privo di spina dorsale e hai tradito Dio. Non sei degno di seguirLo e non fai parte dei Suoi seguaci. I genitori spesso dicono: “Non ti chiedo nient’altro, non ti chiedo di diventare molto ricco, spero solo che tu goda di salute e sia al sicuro in questa vita. Mi basta vederti felice”. Così, quando verrai torturato, sentirai di averli delusi: “I miei genitori non mi chiedono molto, ma io li ho comunque delusi”. È giusto pensare questo? Li hai delusi? (No.) È colpa tua se Satana ti ha perseguitato? È colpa tua se sei stato ferocemente picchiato, torturato e brutalmente perseguitato? (No.) È stato Satana a perseguitarti, non ti sei rovinato da te. Stai percorrendo la retta via e ti stai comportando da vera persona. Con le tue scelte e tutte le tue azioni stavi testimoniando Dio e svolgendo il dovere di un essere creato. Queste sono le scelte che ogni essere creato dovrebbe compiere e il cammino che ogni essere creato dovrebbe intraprendere. Si tratta della retta via, non di rovinarsi. Anche se la tua carne è stata torturata e ha subito un trattamento brutale e disumano, è stato tutto per una giusta causa. Questo non è intraprendere la strada sbagliata, non è rovinare te stesso. Se la tua carne soffre, viene sottoposta a torture e viene tormentata al punto che non assomigli più a una persona, non stai deludendo i tuoi genitori. Non hai bisogno di fornire loro alcuna spiegazione. È una tua scelta. Sei sulla retta via nella vita, solo che loro non lo capiscono, tutto qui. Stanno semplicemente assumendo la prospettiva di genitori, vogliono sempre proteggerti per via dei loro sentimenti e desiderano che tu non patisca dolore fisico. Quali risultati può ottenere il loro desiderio di proteggerti? Possono forse testimoniare al posto tuo? Possono compiere il dovere di un essere creato per tuo conto? Possono seguire la via di Dio al tuo posto? (No.) Hai fatto la scelta giusta e dovresti tenervi fede. Non dovresti lasciarti sedurre o fuorviare dalle parole dei tuoi genitori. Non ti stai rovinando, stai percorrendo la retta via. Con la tua perseveranza e tutte le tue azioni, stai tenendo fede alla verità, ti stai sottomettendo alle orchestrazioni e alle disposizioni di Dio e stai testimoniando Dio davanti a Satana, rendendo gloria al nome di Dio. Hai semplicemente sopportato la sofferenza della brutale persecuzione della tua carne, tutto qui. Questa è la sofferenza che le persone dovrebbero sopportare; questo è ciò che dovrebbero offrire al Signore della creazione e il prezzo che dovrebbero pagare. La tua vita non proviene dai tuoi genitori, e loro non hanno il diritto di decidere quale strada tu debba percorrere. Non hanno il diritto di decidere come devi trattare il tuo corpo o quale prezzo devi pagare per rimanere saldo nella tua testimonianza. Semplicemente, per via delle esigenze dei loro sentimenti carnali e del fatto che si pongono dalla prospettiva dei sentimenti carnali, non desiderano che tu subisca del dolore fisico, nient’altro. Ma questo dolore è qualcosa che come essere creato dovresti sopportare, a prescindere da quanto soffra la tua carne. L’uomo deve pagare un caro prezzo al fine di raggiungere la salvezza e di compiere bene il dovere di un essere creato. Questi sono l’obbligo e la responsabilità dell’uomo, e questo è ciò che un essere creato dovrebbe dedicare al Signore della creazione. Poiché la vita delle persone proviene da Dio e così anche il loro corpo, questa è una sofferenza che dovrebbero sopportare. Pertanto, quando si tratta di sofferenza che le persone sono tenute a sopportare, qualsiasi tipo di dolore fisico il tuo corpo subisca, non hai bisogno di fornire alcuna spiegazione ai tuoi genitori. Loro dicono: “Il tuo corpo ti è stato donato dai tuoi genitori”, e con questo? Anche se le persone sono state messe al mondo e allevate dai genitori, non è che tutto ciò che hanno sia stato donato loro dai genitori. Non significa che le persone debbano essere soggette alla coercizione e alla costrizione da parte dei genitori quando si tratta di scegliere il cammino da intraprendere e il prezzo da pagare. Non significa che abbiano bisogno di ottenere il permesso dei genitori per percorrere il cammino del perseguimento della verità o per adempiere al dovere di un essere creato davanti al Signore della creazione. Pertanto, non hai bisogno di fornire spiegazioni ai tuoi genitori. Colui al quale dovresti dare una spiegazione è Dio. Che tu soffra o meno, dovresti mettere tutto nelle mani di Dio. Inoltre, se stai seguendo la retta via, Dio accetterà e commemorerà tutto il prezzo che hai pagato, e di conseguenza sarà valsa la pena pagarlo. La tua carne soffrirà un po’ di dolore fisico, ma alla fine il prezzo pagato ti metterà in condizione di rimanere saldo nella tua testimonianza, di ottenere l’approvazione di Dio e di raggiungere la salvezza, e Dio lo commemorerà. Nient’altro può essere scambiato con questo. Le cosiddette aspettative dei tuoi genitori, o le parole di critica che ti rivolgono, sono insignificanti e neppure degne di nota se paragonate al dovere che sei tenuto a compiere e alla testimonianza che sei tenuto a rendere davanti a Dio, poiché la sofferenza che sopporti è così preziosa e significativa! Dal punto di vista di un essere creato, questa è la cosa più significativa e preziosa della vita. Pertanto, le persone non dovrebbero cedere alla debolezza e alla depressione né cadere in tentazione a causa delle parole dei loro genitori, e certamente non dovrebbero provare rimorso o senso di colpa né sentire di aver deluso i loro genitori a causa delle loro parole. Le persone dovrebbero sentirsi onorate per la sofferenza che hanno sopportato e dire: “Dio mi ha scelto e ha permesso alla mia carne di pagare questo tipo di prezzo e di essere violentemente torturata da Satana affinché avessi l’opportunità di renderGli testimonianza”. È un onore che Dio abbia selezionato te tra i Suoi numerosi prescelti. Non dovrebbe renderti triste. Se resti saldo nella tua testimonianza e umili Satana, questo è il più grande onore nella vita di un essere creato. A prescindere dalle afflizioni e dalle conseguenze a lungo termine che il tuo corpo subisce dopo essere stato brutalmente torturato, o da quanto faccia soffrire la tua famiglia e i tuoi genitori vederti in questo stato, non dovresti provare né vergogna né turbamento, e neanche sentire di aver deluso i tuoi genitori, poiché tutto ciò che hai fatto è stato pagare un prezzo per una giusta causa, e questa è una buona azione. Nessuna persona è qualificata per criticare le tue buone azioni, nessuna persona ha la facoltà o il diritto di avanzare osservazioni o giudizi irresponsabili e critici su di te per il fatto che credi in Dio, segui Dio e svolgi il tuo dovere. Spetta solo al Signore della creazione giudicare il tuo comportamento, il prezzo che hai pagato e le scelte che hai fatto. Nessun altro ha facoltà di giudicare; nessuno, neanche i tuoi genitori, ha facoltà di criticarti. Se loro sono le persone più vicine a te, dovrebbero capirti, incoraggiarti e confortarti. Dovrebbero sostenerti nel perseverare, nel rimanere saldo nella tua testimonianza e nell’astenerti dall’assecondare Satana o cedergli. Dovrebbero sentirsi orgogliosi e felici per te. Sei stato in grado di perseverare fino a ora e di non cedere a Satana per rimanere saldo nella tua testimonianza: per questo dovrebbero incoraggiarti. Non dovrebbero vincolarti e certamente non biasimarti. Se facessi qualcosa di sbagliato, avrebbero il diritto di criticarti. Se intraprendessi la strada sbagliata, umiliassi Dio e tradissi le cose positive e la verità, allora avrebbero il diritto di criticarti. Ma poiché tutte le tue azioni sono state positive e Dio le accetta e le commemora, se ti criticano è perché non sanno discernere tra bene e male. Sono loro a essere in errore. Sono arrabbiati perché credi in Dio, percorri la retta via e sei una brava persona: ma perché invece quando Satana ti perseguita non lo criticano? Ti criticano a causa dei sentimenti che provano: cosa hai fatto di male? Non hai semplicemente evitato di diventare un giuda? Non ti sei comportato da giuda, ti sei rifiutato di collaborare o di scendere a compromessi con Satana e hai subito questa tortura e questo trattamento disumano per rimanere saldo nella tua testimonianza: cosa c’è di sbagliato in questo? Non hai fatto nulla di male. Dal Suo punto di vista, Dio gioisce per te, è orgoglioso di te. Invece i tuoi genitori si vergognano di te e criticano le tue buone azioni: questo non è forse confondere il bianco con il nero? Sono dei bravi genitori? Perché non criticano Satana e le persone malvagie e i diavoli che ti perseguitano? Non solo non ti danno alcun conforto, incoraggiamento o sostegno, ma anzi ti criticano e rimproverano, mentre qualsiasi malvagità Satana compia, non lo condannano né lo maledicono. Non osano pronunciare un solo insulto o il minimo biasimo nei suoi confronti. Non dicono: “Come hai potuto tormentare una brava persona fino a ridurla in questo stato? Tutto quello che ha fatto è stato credere in Dio e intraprendere la retta via, o no? Non ha commesso alcun furto né derubato nessuno, non ha infranto alcuna legge, quindi perché lo hai tormentato in questo modo? Dovresti incoraggiare le persone come lui. Se tutti nella società credessero in Dio e percorressero la retta via, allora questa società non avrebbe bisogno di leggi e non verrebbe commesso alcun crimine”. Perché non lo criticano in questo modo? Perché non osano criticare i satana e i diavoli che ti perseguitano? Biasimano te perché percorri la retta via, ma quando dei malvagi commettono azioni malvagie danno la loro tacita approvazione. Cosa pensi di genitori simili? Dovresti sentirti in colpa verso di loro? Dovresti mostrare loro pietà filiale? Dovresti amarli nel tuo cuore? Sono degni della tua pietà filiale? (No.) Non lo sono. Non sanno distinguere tra giusto e sbagliato, né tra bene e male. Sono due persone confuse. A parte i sentimenti, non capiscono nulla. Non capiscono cosa sia la giustizia o cosa significhi percorrere la retta via, non sanno cosa siano le cose negative né le forze del male, sanno solo salvaguardare i loro sentimenti e la loro carne. A parte questo livello estremamente superficiale di relazioni carnali, hanno in cuor loro solamente l’idea per cui: “Fintanto che i miei figli sono al sicuro e stanno bene, sono colmo di felicità e gratitudine”. Tutto qui. Ma in termini di retta via nella vita, delle giuste cause o della cosa più preziosa e significativa che una persona possa fare in questa vita, non capiscono nulla. Non capiscono queste cose e ti rimproverano perché segui la retta via: sono davvero incredibilmente confusi. Cosa pensi di genitori simili? Non sono forse una coppia di vecchi diavoli? Devi riflettere nel tuo cuore: “Questi due vecchi diavoli! A oggi sono stato ripetutamente picchiato e torturato, in questi giorni ho pregato Dio ininterrottamente, ed Egli ha vegliato su di me e mi ha protetto, per questo sono riuscito a sopravvivere fino a ora. Sono rimasto saldo nella mia testimonianza con enorme difficoltà, e con poche parole voi l’avete completamente denigrata. Sbaglio a percorrere la retta via? Sbaglio a compiere il dovere di un essere creato? Non ho di certo fatto nulla di male non comportandomi da giuda! Questi due vecchi diavoli! ‘Il tuo corpo ti è stato donato dai tuoi genitori’: tutto ciò che possiedo viene chiaramente da Dio; sareste stati voi a donarmelo? Semplicemente, Dio ha stabilito che voi mi metteste al mondo e mi allevaste, crescendomi con le vostre mani. Provate per me angoscia, dolore e turbamento soltanto in risposta ai vostri bisogni emotivi. Avete paura che, se io muoio, non ci sarà nessuno a prendersi cura di voi quando sarete vecchi o a organizzare i vostri funerali. Temete che la gente riderà e penserà che vi abbia disonorato”. Se tu andassi in prigione per aver commesso un reato, un furto o una rapina, per aver raggirato o truffato qualcuno, potrebbero anche lottare per te, dicendo: “Mio figlio è una brava persona, non ha fatto nulla di male. Non ha una natura malvagia, è buono e gentile. È solo che le tendenze malvagie di questo mondo hanno avuto un’influenza negativa su di lui. Spero che il governo gli mostrerà clemenza”. In quel caso lotterebbero per te, ma poiché percorri il cammino della fede in Dio, poiché stai percorrendo la retta via, ti disprezzano dal profondo del cuore. In che modo ti disprezzano? “Guarda in che stato ti sei ridotto. Ti stai comportando bene nei nostri confronti?” In cuor tuo dovresti pensare: “Cosa intendono con: ‘Guarda in che stato ti sei ridotto’? Sto solamente percorrendo la retta via nella vita: questo è essere una vera persona! Questo è possedere buone azioni e una testimonianza; questa è forza. Solo gli individui di questo genere sono veramente dotati di coscienza e ragione e non sono dei vigliacchi, dei buoni a nulla o dei giuda. In che stato mi sarei ridotto? Questa è un’autentica sembianza umana! Non solo non siete felici per me, ma mi biasimate: che razza di genitori siete? Siete indegni di essere genitori, dovreste essere maledetti!” Se pensassi in questo modo, piangeresti lo stesso al sentire i tuoi genitori dire: “Il tuo corpo ti è stato donato dai tuoi genitori, come hai potuto lasciarti rovinare così”? (No.) Cosa penseresti dopo aver sentito queste parole? “Che mucchio di sciocchezze. Sono davvero due vecchi imbecilli! ‘Il tuo corpo ti è stato donato dai tuoi genitori’. Non sapete nemmeno chi vi ha donato il vostro, eppure mi biasimate attraverso questo detto: siete veramente confusi! Sono chiaramente i diavoli e i satana a perseguitarmi. Come potete confondere il bianco con il nero e criticarmi? Ho forse infranto la legge? Ho commesso un furto o una rapina, ho raggirato o truffato qualcuno? Quali leggi ho infranto? Non ho infranto nessuna legge, Satana mi ha perseguitato fino a ridurmi in questo stato perché seguo la retta via. Non ho detto una sola parola fino a ora, non sono diventato un giuda: chi altro possiede questo tipo di forza? Non solo non mi lodate né mi incoraggiate, ma mi biasimate. Siete dei diavoli!” Se pensi in questo modo, non piangerai né cederai alla debolezza, non è così? I tuoi genitori non sanno distinguere il bene dal male e confondono il bianco con il nero perché non credono in Dio e non capiscono la verità. Tu comprendi la verità, quindi non dovresti lasciarti influenzare dalle parole diaboliche e dalle falsità che pronunciano. Dovresti invece continuare a tener fede alla verità. In questo modo, resterai davvero saldo nella tua testimonianza. Non è così? (Sì.)

DimMi, è facile rimanere saldi nella propria testimonianza? In primo luogo, devi liberarti dai tuoi sentimenti, e in secondo luogo comprendere la verità. Solo allora non sperimenterai alcuna debolezza, sarai in grado di rimanere saldo nella tua testimonianza e verrai riconosciuto e accettato da Dio in questo tipo di circostanze particolari; solo allora Dio ti riconoscerà come vincitore e Suo seguace. Quando avrai trionfato, quando sarà Dio che non avrai deluso, invece di non aver deluso i tuoi genitori, riuscirai ad abbandonare tutte le aspettative che loro nutrono nei tuoi confronti, non è così? Le aspettative dei tuoi genitori non sono importanti, non contano; vivere all’altezza delle aspettative di Dio e rimanere saldo nella tua testimonianza a Lui sono le cose più importanti, sono l’atteggiamento e i perseguimenti che un essere creato dovrebbe avere. Non è così? (Sì.) Quando ti senti debole, quando ti smarrisci, soprattutto quando vieni assediato e perseguitato da dei satana mentre segui la retta via, oppure disprezzato, deriso e rifiutato dai membri del mondo secolare, allora coloro che ti circondano, i tuoi parenti, amici e conoscenti, penseranno che hai fatto qualcosa di disonorevole e nessuno ti capirà, ti incoraggerà, ti sosterrà o ti consolerà. Tanto meno qualcuno ti aiuterà, ti mostrerà la strada o ti indicherà il percorso di pratica. Inclusi i tuoi genitori. Poiché non sei al loro fianco, non dimostri pietà filiale, o dal momento che non sei in grado di aiutarli a vivere bene o di ripagare la loro amorevolezza per via del fatto che credi in Dio e compi il tuo dovere, non ti capiranno. Assumeranno la medesima prospettiva dei membri del mondo secolare: penseranno che li hai disonorati, che non hanno ottenuto nulla in cambio dell’averti allevato, che non hanno ricevuto alcun beneficio da te, che non hai soddisfatto le loro aspettative, che li hai delusi e che sei un ingrato menefreghista. I tuoi genitori non ti capiranno e non saranno capaci di fornirti alcuna guida positiva, per non parlare dei tuoi parenti e amici. Mentre percorri la retta via, solo Dio ti incoraggia, ti aiuta, ti conforta e ti rifornisce instancabilmente. Quando verrai torturato e tormentato in prigione, solo la parola di Dio e la fede che Egli ti ha donato ti sosterranno ogni secondo, ogni minuto e ogni giorno. Così, quando sarai picchiato ferocemente, riuscirai a non perdere il desiderio di rimanere saldo nella tua testimonianza a Dio, a non diventare un giuda e a voler glorificare il nome di Dio e umiliare Satana, grazie alla parola di Dio e alla fede che Egli ti ha donato. Da un lato sarai in grado di fare queste cose grazie alla tua determinazione, mentre da un altro, più importante, grazie alla direzione, alla protezione e alla guida che ti fornisce Dio. Invece i tuoi genitori, nel momento in cui hai più bisogno di conforto e aiuto, pensano comunque solo a sé stessi e dicono che sei un ingrato menefreghista, che non possono mai fare affidamento su di te in questa vita e che ti hanno allevato per niente. Non dimenticano comunque che ti hanno cresciuto, che volevano contare sul fatto che li aiutassi a condurre una buona vita, che arrecassi gloria ai tuoi antenati e mettessi loro in condizione di camminare la testa alta e sentirsi orgogliosi di te davanti a parenti e amici. I genitori che non credono in Dio non si sentono mai onorati e fortunati a motivo della tua fede. Al contrario, spesso ti biasimano di non trovare il tempo di far loro visita o di occuparti di loro per via del fatto che credi in Dio e che sei impegnato a compiere il tuo dovere. Non solo ti biasimano, ma spesso ti rimproverano, chiamandoti “ingrato menefreghista” e “figlio irriconoscente”. Non percepisci quanto è difficile percorrere la retta via mentre ricevi tali insulti? Non ti senti offeso? Non hai bisogno del sostegno, dell’incoraggiamento e della comprensione dei tuoi genitori mentre sperimenti queste cose? Non senti spesso di averli delusi? Di conseguenza, alcune persone hanno anche dei pensieri sciocchi: “Non è destino che io mostri pietà filiale ai miei genitori o viva con loro in questa vita. Allora mostrerò loro pietà filiale nella prossima!” Questo non è forse un pensiero sciocco? (Sì.) Non dovresti avere simili pensieri; dovresti estirparli alla radice. Tu percorri la retta via, hai scelto di compiere il dovere di un essere creato e di presentarti davanti al Signore della creazione per accettare la salvezza di Dio. Questa è l’unico cammino corretto in questo mondo. Hai fatto la scelta giusta. Per quanto coloro che non hanno fede, compresi i tuoi genitori, ti fraintendano o si sentano delusi da te, questo non dovrebbe influire sulla tua scelta di percorrere la strada del credere in Dio, né sulla tua determinazione a compiere il tuo dovere, e neanche sulla tua fede in Dio. Dovresti perseverare, poiché stai percorrendo la retta via. A maggior ragione, dovresti abbandonare le aspettative nutrite dai tuoi genitori. Esse non devono diventare per te un fardello mentre percorri la retta via. Stai seguendo la retta via, hai fatto la scelta di vita più corretta; se i tuoi genitori non ti sostengono, se ti rimproverano sempre di essere un ingrato menefreghista, allora dovresti acquisire discernimento su di loro, abbandonarli a livello emotivo e non lasciarti vincolare da loro. Se non ti sostengono, non ti incoraggiano e non ti confortano, starai bene: non guadagnerai né perderai nulla con o senza queste cose. La cosa più importante sono le aspettative che Dio nutre nei tuoi confronti. Dio ti incoraggia, ti rifornisce e ti guida. Non sei solo. Senza le aspettative dei tuoi genitori, puoi comunque adempiere ai doveri di un essere creato e, su questa base, sarai lo stesso una brava persona. Abbandonare le aspettative nutrite dai tuoi genitori non significa aver perso la tua etica e il tuo senso morale, e certamente non significa aver abbandonato la tua umanità, la tua moralità e la tua equità. Il motivo per cui non sei stato all’altezza delle aspettative dei tuoi genitori è che hai scelto le cose positive e hai deciso di compiere il dovere di un essere creato. Non c’è nulla di sbagliato in questo, è la strada più corretta. Dovresti perseverare e rimanere saldo nelle tue convinzioni. Forse non otterrai il sostegno dei tuoi genitori, e certamente non le loro benedizioni, poiché credi in Dio e stai compiendo il dovere di un essere creato, ma questo non ha importanza. Non importa, non hai perso nulla. La cosa più importante è che, quando hai scelto di percorrere il cammino della fede in Dio e di compiere il dovere di un essere creato, Dio ha iniziato a nutrire aspettative e grandi speranze verso di te. Quando si vive in questo mondo, se ci si allontana dai propri amici e parenti si può comunque vivere bene. Naturalmente, si può vivere normalmente anche dopo essersi allontanati dai genitori. È solo quando ci si allontana dalla guida e dalle benedizioni di Dio che si precipita nelle tenebre. Se paragonate alle aspettative nutrite da Dio e alla Sua guida, le aspettative dei genitori sono semplicemente insignificanti e non meritano di essere menzionate. Indipendentemente dal tipo di persona che i tuoi genitori si aspettano che tu sia, o dal tipo di vita che si aspettano che tu viva a livello emotivo, non ti stanno guidando sulla retta via, né sulla via della salvezza. Pertanto, dovresti rettificare il tuo punto di vista e abbandonare le aspettative nutrite dai tuoi genitori dal profondo del tuo cuore e a livello emotivo. Non dovresti continuare a farti carico di tale fardello, né sentirti in colpa nei confronti dei tuoi genitori perché hai scelto di svolgere il dovere di un essere creato. Non hai deluso nessuno in alcun modo. Hai scelto di seguire Dio e di accettare la Sua salvezza. Questo non significa deludere i tuoi genitori, che dovrebbero anzi sentirsi orgogliosi e onorati del fatto che tu abbia scelto di compiere il dovere di un essere creato e di accettare la salvezza del Creatore. Se non ne sono capaci, non sono delle brave persone. Non sono degni del tuo rispetto, ancor meno lo sono della tua pietà filiale e, naturalmente, tanto meno lo sono delle tue preoccupazioni. Non è così? (Sì.)

In questo mondo, quali sono le persone più degne di rispetto? Non sono forse coloro che percorrono la retta via? A cosa si riferisce “la retta via” in questo caso? Non significa forse perseguire la verità e accettare la salvezza di Dio? Coloro che percorrono la retta via non sono forse coloro che seguono Dio e Gli obbediscono? (Sì.) Se sei una persona di questo tipo, o cerchi di esserlo, e i tuoi genitori non ti capiscono e anzi ti maledicono sempre, se quando sei debole, depresso e smarrito non solo non ti sostengono, non ti confortano e non ti incoraggiano, ma spesso pretendono che torni da loro per dimostrare pietà filiale, che guadagni molto denaro e ti prenda cura di loro, che non li deluda, che li metta in condizione di godere di riflesso della tua luce e di vivere una buona vita insieme a te, genitori del genere non andrebbero allontanati? (Sì.) Genitori simili sono degni del tuo rispetto? Sono degni della tua pietà filiale? Sono degni del fatto che tu adempia alle tue responsabilità nei loro confronti? (No.) Perché no? La ragione è che sono disgustati dalle cose positive, non è forse così? (Sì.) È che odiano Dio, non è forse un dato di fatto? (Sì.) È che disdegnano che tu percorra la retta via, non è forse un dato di fatto? (Sì.) Disprezzano coloro che si impegnano in giuste cause; ti disprezzano e ti guardano dall’alto in basso perché segui Dio e compi il tuo dovere. Che razza di genitori sono questi? Non sono forse genitori spregevoli e vili? Non sono forse genitori egoisti? Non sono forse genitori malvagi? (Sì.) Nel tuo cammino di fede in Dio, sei stato braccato e ricercato dal gran dragone rosso, sei stato in fuga, non potevi far ritorno a casa, e c’è chi è dovuto addirittura andare all’estero. Tutti i tuoi parenti, amici e compagni di classe dicono che sei diventato un fuggiasco e, a causa di queste voci e di questi pettegolezzi esterni alla famiglia, i tuoi genitori pensano che tu li abbia fatti soffrire ingiustamente e li abbia disonorati. Non solo non ti capiscono, non ti sostengono e non ti mostrano alcuna solidarietà, non solo non biasimano coloro che diffondono queste voci e coloro che ti disprezzano e ti discriminano, ma ti odiano anche, e dicono di te le stesse cose di chi non crede in Dio e di chi è al potere. Cosa pensate di simili genitori? Sono dei bravi genitori? (No.) E allora vi sentite ancora in debito nei loro confronti? (No.) Se ogni tanto li chiami, penseranno che sia come ricevere la telefonata di un ricercato. Avranno la percezione che sia una grande umiliazione e che tu non osi nemmeno tornare a casa, come un topo braccato. Riterranno disonorevole avere un figlio come te. Genitori come questi sono forse degni di rispetto? (No.) Non sono degni di rispetto. Ebbene, qual è la natura delle loro aspettative nei tuoi confronti? Sono degne di essere tenute in considerazione? (No.) Qual è l’obiettivo principale delle aspettative che nutrono nei tuoi confronti? Vogliono davvero che tu percorra la retta via e che ottenga la salvezza? Loro sperano che tu segua le tendenze della società e ti distingua nel mondo, che consenta loro di indossare un fiore all’occhiello, che li metta in condizione di camminare a testa alta tra la gente e che diventi per loro motivo di orgoglio e di gioia. Cos’altro? Vogliono godere di riflesso della tua luce insieme a te, mangiare e bere bene, indossare abiti firmati ed essere ricoperti d’oro e d’argento. Vogliono viaggiare su navi da crociera di lusso e visitare ogni Paese del mondo. Se tu occupassi una posizione di rilievo nel mondo, avessi fama e denaro e li mettessi in condizione di godere di riflesso della tua luce insieme te, menzionerebbero il tuo nome ovunque andassero, dicendo: “Mio figlio o mia figlia è Tal dei Tali”. Ora menzionano il tuo nome? (No.) Tu percorri la retta via, ma loro non fanno il tuo nome. Pensano che sei uno spiantato e un miserabile, un disonore, e che fare il tuo nome equivarrebbe a gettare vergogna su loro stessi, quindi non lo fanno. Qual è dunque lo scopo delle aspettative dei tuoi genitori? È quello di godere di riflesso della tua luce insieme a te, non è il tuo bene. Saranno felici solo quando potranno godere di riflesso della tua luce. Ora che sei tornato al cospetto del Signore della creazione e che hai accettato Dio, la Sua salvezza e le Sue parole, ora che hai assunto il dovere di un essere creato e intrapreso la retta via nella vita, non traggono vantaggi né benefici da te e sentono di averci rimesso allevandoti. È come se stessero facendo affari e avessero subito una perdita. Di conseguenza, sono sopraffatti dal rimorso. Alcuni genitori spesso dicono: “Allevare te è peggio che allevare un cane. Quando lo allevi, il cane è molto amichevole e scodinzola quando vede il suo padrone. Cosa posso aspettarmi dall’allevare te? Passi tutto il tempo a credere in Dio e a svolgere il tuo dovere, non fai affari, non vai a lavorare, non desideri nemmeno un sostentamento sicuro e alla fine tutti i nostri vicini hanno iniziato a ridere di noi. Cosa ho guadagnato da te? Non ho ottenuto una sola cosa buona da te, né goduto di alcuna luce riflessa”. Se tu seguissi le tendenze malvagie del mondo secolare e ti impegnassi per ottenere successo, probabilmente i tuoi genitori ti sosterrebbero, ti incoraggerebbero e ti conforterebbero se dovessi soffrire, ammalarti o sentirti triste, ma non provano alcuna felicità o gioia per il fatto che credi in Dio e che hai la possibilità di essere salvato. Al contrario, ti odiano e ti maledicono. In base alla loro essenza, questi genitori sono tuoi avversari e nemici giurati, non appartengono alla tua medesima categoria di persone e non percorrono il tuo stesso cammino. Anche se all’apparenza sembrate una famiglia, in base alla tua essenza, ai tuoi perseguimenti, alle tue preferenze, ai percorsi che segui e ai vari atteggiamenti con cui approcci le cose positive, Dio e la verità, non appartengono alla tua stessa categoria di persone. Perciò, per quanto tu dica: “Ho speranza di salvezza, ho intrapreso la retta via nella vita”, resteranno impassibili e non proveranno alcuna gioia per te. Al contrario, si vergogneranno. A livello emotivo, questi genitori sono la tua famiglia, ma in base alla tua natura essenza non lo sono: sono tuoi nemici. Pensaci: se i figli portano regali e denaro quando tornano a casa e permettono ai loro genitori di mangiare bene e di vivere in bei posti, i genitori ne saranno felicissimi, tanto da non sapere cosa dire. In cuor loro continueranno a ripetersi: “Ho un figlio fantastico, ho una figlia meravigliosa. Non l’ho allevato e amato invano. È ragionevole, sa mostrarci pietà filiale e abbiamo un posto nel suo cuore. È una brava persona”. Supponiamo che tu torni a casa a mani vuote, senza comprare nulla, perché hai fede in Dio e stai compiendo il tuo dovere. Supponiamo che ti trovi a condividere sulla verità con i tuoi genitori, che discuti della parola di Dio e che dici di aver intrapreso il cammino del perseguimento della verità. I tuoi genitori penseranno subito: “Ma di che stai parlando? Non riesco a capirti. Ti ho allevato per tutti questi anni e non hai soddisfatto nessuna delle mie aspettative. Finalmente sei tornato a trovarci, avresti potuto almeno comprarci un paio di calzini o della frutta. Non hai portato nulla, sei tornato a mani vuote”. I tuoi genitori non diranno: “Sentendoti dire queste cose, posso dire che sei cambiato molto. Prima eri giovane e arrogante, ma ora sei davvero cambiato. Posso affermare che tutte le cose che dici sono ragionevoli. Hai fatto progressi. Sei promettente e c’è speranza per te: sei in grado di percorrere la retta via, di seguire Dio e di ottenere la salvezza. Sei una brava persona. Stai soffrendo nel mondo, dovrei prepararti qualcosa di buono da mangiare. Abbiamo alcune galline, e di solito non vogliamo ucciderle perché possano fare le uova. Ma ora che sei a casa ne ucciderò una e preparerò una zuppa di pollo per te. Hai fatto bene a scegliere questa strada, sarai in grado di raggiungere la salvezza. Sono così felice per te! Mi sei mancato molto in questi ultimi anni. Anche se non siamo stati in contatto, ora sei tornato a trovarci e ne sono lieto. Sei cresciuto. Sei più maturo e assennato di prima. Le cose che dici e che fai sono tutte ragionevoli”. Nel vedere il figlio percorrere la retta via e possedere pensieri e punti di vista corretti, anche i genitori possono trarre beneficio e accrescere la loro conoscenza. Poiché il figlio è in grado di compiere un dovere e di perseguire la verità, i genitori dovrebbero sostenerlo. Se in futuro lui otterrà la salvezza, entrerà nel Regno e non sarà più minato dalla sua indole satanica corrotta, sarà una cosa meravigliosa. Anche se questi genitori sono anziani, lenti a comprendere la verità e non capiscono affatto bene queste cose, ciò che sentono è: “Mio figlio sa percorrere la retta via, che cosa meravigliosa. È una brava persona. Nessuna posizione governativa di alto livello e nessuna quantità di ricchezza sono valide o preziose come questo!” DimMi, questi sono dei buoni genitori? (Sì.) Sono degni di rispetto? (Sì.) Sono degni del tuo rispetto. E dunque in che modo dovresti mostrare loro rispetto? Dovresti pregare per loro nel tuo cuore. Se credono in Dio, dovresti pregare affinché Egli li guidi e li protegga, in modo che possano rimanere saldi nella loro testimonianza durante le prove e le tentazioni. Se non credono in Dio, dovresti comunque rispettare la loro decisione e sperare che abbiano una vita stabile, che non facciano nulla di male e che commettano meno azioni malvagie, così che, nella migliore delle ipotesi, vadano incontro a meno punizioni dopo la morte; inoltre, dovresti fare del tuo meglio per condividere con loro su alcuni pensieri, questioni e punti di vista positivi. Questo si chiama rispetto e può anche definirsi come il miglior tipo di pietà filiale e il miglior adempimento delle tue responsabilità. Sei in grado di farlo? (Sì.) A livello spirituale e psicologico, fornisci loro incoraggiamento e sostegno. A livello fisico, mentre sei a casa con loro, fa’ del tuo meglio per aiutarli a svolgere del lavoro e a condividere su alcune cose che tu capisci e che loro possono comprendere. Aiutali a non stancarsi, a non affaticarsi troppo, a non sollevare troppi polveroni per questioni di soldi e tutto il resto, e a lasciare che le cose seguano il loro corso. Questo si chiama rispetto. Tratta i tuoi genitori come persone buone e rispettabili, assolvi un po’ le tue responsabilità verso di loro, mostra loro un po’ di pietà filiale e adempi ad alcuni dei tuoi obblighi nei loro confronti. Questo si chiama rispetto. Solo i genitori che comprendono e sostengono la tua fede in Dio in questo modo sono degni di rispetto. Nessun altro tipo di genitore se non questo è degno di rispetto. Quanto agli altri, non vogliono solamente che guadagni dei soldi, ma anche che ti distingua nel mondo, che ti conquisti un nome e che faccia questo o quello. I genitori di questo tipo non badano ai loro affari e non sono degni di rispetto.

Ora tutti voi capite come abbandonare le aspettative nutrite dai genitori e siete in grado di abbandonare le aspettative dei vostri genitori. Quali altre cose non riuscite a abbandonare? Quando si tratta della vita dei tuoi genitori o di loro personalmente, quali sono le cose a cui tieni di più? Ovvero, quali sono le cose che ti risultano più difficili da lasciar andare o abbandonare a livello emotivo? “I tuoi genitori non sono tuoi creditori; i tuoi genitori non sono i padroni della tua vita né del tuo destino”: non abbiamo sostanzialmente concluso la nostra condivisione su questo argomento? Lo hai capito? (Sì.) I tuoi genitori non sono tuoi creditori, ossia non dovresti continuamente riflettere su come devi ripagarli solo perché hanno investito tanto tempo nell’allevarti. Se non puoi ripagarli, se non disponi della possibilità o delle circostanze giuste per farlo, ti sentirai sempre infelice e in colpa, al punto che proverai tristezza anche quando vedrai qualcuno che sta insieme ai propri genitori, che si prende cura di loro o che dimostra in qualche modo pietà filiale nei loro confronti. Dio ha stabilito che i tuoi genitori ti allevassero fino all’età adulta, non che passassi la vita a ripagarli. Hai responsabilità e obblighi da assolvere in questa vita, un cammino da percorrere e una vita tua. In questa vita, non dovresti investire tutte le tue energie per ripagare l’amorevolezza dei tuoi genitori. Essa è solamente qualcosa che ti accompagna nella vita e nel tuo percorso di vita. In termini di umanità e di relazioni affettive, è qualcosa di inevitabile. Ma per quanto riguarda il tipo di relazione che tu e i tuoi genitori siete destinati ad avere, così come il fatto che potrete o meno vivere insieme per il resto della vostra vita o se sarete separati e non legati dal destino, questo dipende dalle orchestrazioni e dalle disposizioni di Dio. Se Dio ha orchestrato e disposto che in questa vita tu ti trovi in un luogo diverso dai tuoi genitori, che sia molto lontano da loro e che non possa vivere spesso con loro, allora adempiere alle tue responsabilità nei loro confronti è per te solo una sorta di aspirazione. Se Dio ha stabilito che in questa vita tu viva molto vicino ai tuoi genitori e possa stare accanto a loro, in quel caso adempiere in piccola parte alle tue responsabilità nei loro confronti e mostrare loro un po’ di pietà filiale sono cose che dovresti fare in questa vita, non c’è nulla da criticare a riguardo. Se invece ti trovi in un luogo diverso da loro e non disponi della possibilità o delle circostanze giuste per mostrare loro pietà filiale, allora non devi considerarla una cosa disonorevole. Non dovresti vergognarti di guardare in faccia i tuoi genitori perché non puoi mostrare loro pietà filiale, l’unica ragione per cui non lo fai è che le circostanze non te lo permettono. Come figlio, dovresti capire che i tuoi genitori non sono tuoi creditori. Ci sono molte cose che devi fare in questa vita e sono tutte cose che un essere creato è tenuto a fare, che ti sono state affidate dal Signore della creazione, e non hanno nulla a che fare con il ripagare l’amorevolezza dei tuoi genitori. Mostrare pietà filiale ai tuoi genitori, ripagarli, ricambiare la loro amorevolezza, queste cose non hanno nulla a che fare con la tua missione di vita. Si può anche dire che non è indispensabile mostrare pietà filiale ai propri genitori, ripagarli o adempiere ad alcuna responsabilità nei loro confronti. In parole povere, puoi farlo un po’ e adempiere a qualche responsabilità quando le circostanze te lo permettono; quando non lo permettono, non devi insistere nel volerlo fare. Se non puoi adempiere alla tua responsabilità di mostrare pietà filiale ai tuoi genitori, non è una cosa terribile, va semplicemente un po’ contro la tua coscienza, la morale umana e le nozioni umane. Ma almeno non è in contrasto con la verità e Dio non ti condannerà. Quando comprenderai la verità, la tua coscienza non ti rimorderà per questo. Non avete il cuore più sereno ora che avete compreso questo aspetto della verità? (Sì.) Alcuni dicono: “Anche se Dio non mi condanna, nella mia coscienza non riesco a superare la cosa e mi sento instabile”. Se questo è il tuo caso, allora possiedi una statura troppo scarsa e non hai capito l’essenza della questione o non ne hai acquisito discernimento. Non comprendi il destino dell’uomo né la sovranità di Dio e non sei disposto ad accettare la sovranità e le disposizioni di Dio. Possiedi sempre volontà umana e sentimenti personali, e queste cose ti guidano e ti dominano; sono diventate la tua vita. Se scegli la volontà umana e i tuoi sentimenti personali, allora non hai scelto la verità, e non la stai praticando né ti stai sottomettendo a essa. Se scegli la volontà umana e i tuoi sentimenti, allora stai tradendo la verità. Chiaramente sono le circostanze e l’ambiente in cui vivi a non permetterti di mostrare pietà filiale ai tuoi genitori, eppure pensi sempre: “Ho un debito con i miei genitori. Non ho mostrato loro pietà filiale. Non mi faccio vedere da tanti anni. Mi hanno allevato invano”. Nel profondo del tuo cuore, non riesci mai ad abbandonare tali pensieri. Questo dimostra una cosa: non accetti la verità. In termini di dottrina riconosci che le parole di Dio sono corrette, ma non le accetti come verità, né le assumi come principi delle tue azioni. Quindi, come minimo, per quanto riguarda il modo in cui tratti i tuoi genitori non sei qualcuno che persegue la verità. Questo perché in merito a tale questione non agisci in base alla verità, non pratichi in linea con le parole di Dio, limitandoti invece a rispondere ai tuoi bisogni emotivi e alle esigenze della tua coscienza, desideroso di mostrare pietà filiale ai tuoi genitori e di ripagare la loro amorevolezza. Sebbene Dio non ti condanni per questo e sia una tua scelta, alla fine chi ci rimette, in particolar modo in termini di vita, sei tu. Sei costantemente vincolato da tale questione, non fai che pensare che ti vergogni troppo per guardare i tuoi genitori in faccia, che non hai ripagato la loro amorevolezza. Un giorno, quando Dio vedrà che non puoi più resistere al desiderio di ripagare l’amorevolezza dei tuoi genitori, a quel punto orchestrerà un ambiente per te e avrai la possibilità di tornare a casa. Non pensi forse che i tuoi genitori siano più importanti di ogni altra cosa, anche della verità? Pur di mostrare loro pietà filiale e rispondere alle esigenze della tua coscienza e dei tuoi sentimenti, preferiresti perdere Dio e abbandonare la verità e la possibilità di ottenere la salvezza. Va bene, nessun problema, è la tua scelta. Dio non ti condannerà per questo. Egli orchestrerà un ambiente per te, ti cancellerà dalla Sua lista e rinuncerà a te. Se scegli di tornare a casa per mostrare pietà filiale ai tuoi genitori e di non compiere il tuo dovere, allora stai evitando ed eludendo il dovere che Dio ti ha affidato, stai rinunciando all’incarico e alle aspettative che Egli ha posto su di te, al dovere che Egli ti richiede di compiere, e stai abbandonando la tua opportunità di compiere un dovere. Se torni a casa per stare insieme ai tuoi genitori, per rispondere alle esigenze della tua coscienza e per soddisfare le aspettative dei tuoi genitori, nessun problema, puoi scegliere di tornare a casa. Se proprio non riesci ad abbandonare i tuoi genitori, puoi prendere l’iniziativa di assumere la parola e dire: “I miei genitori mi mancano troppo. Provo rimorsi di coscienza ogni giorno, non riesco a rispondere alle esigenze dei miei sentimenti e ho il cuore addolorato. Ho nostalgia dei miei genitori e penso a loro continuamente. Se non torno a casa per mostrare loro pietà filiale in questa vita, temo che non avrò mai un’altra opportunità, ho paura di pentirmene”. In tal caso, puoi tornare a casa. Se i tuoi genitori sono tutto il tuo mondo, se sono più importanti della tua stessa vita, se sono tutto per te, allora puoi scegliere di non abbandonarli. Nessuno ti obbligherà a fare il contrario. Puoi scegliere di tornare a casa per mostrare loro pietà filiale e stare con loro, così da metterli in condizione di vivere una buona vita e da ripagare la loro amorevolezza. Ma devi rifletterci molto attentamente. Se oggi compi questa scelta e alla fine perdi la possibilità di raggiungere la salvezza, l’esito si ripercuoterà solamente su di te. Nessun’altra persona può farsi carico delle conseguenze al posto tuo, spetterà solo a te. Hai capito? (Sì.) Se preferisci abbandonare la possibilità di compiere un dovere e di ottenere la salvezza solo per fare dei tuoi genitori i tuoi creditori e poter pagare i debiti che hai con loro, questa è una tua scelta. Nessuno ti obbliga a fare il contrario. Supponiamo che un membro della chiesa faccia una richiesta, dicendo: “È troppo difficile per me vivere lontano da casa. I miei genitori mi mancano troppo. Non riesco ad abbandonarli nel mio cuore. Spesso li sogno. Nella mente e nel cuore riesco a pensare solo alle loro ombre e mi sento sempre più in colpa per tutto quello che hanno fatto per me. Ora che stanno invecchiando, percepisco ancora di più quanto sia difficile per un genitore crescere un figlio e che dovrei ripagarli, dare loro un po’ di gioia e confortarli con la mia presenza per il resto della mia vita. Preferirei rinunciare alla possibilità di essere salvato pur di tornare a casa e mostrare loro pietà filiale”. In questo caso, costui può presentare una domanda e scrivere: “Faccio una segnalazione! Voglio andare a casa per poter mostrare pietà filiale ai miei genitori, non voglio compiere il mio dovere”. La chiesa dovrebbe quindi approvarla, e nessuno dovrebbe dedicarsi a questo individuo o fare comunione con lui. Sarebbe sciocco continuare a parlargli. Quando le persone non capiscono nulla di nulla, puoi parlare un po’ di più con loro e condividere sulla verità finché non acquisiscono chiarezza. Se tu non hai condiviso chiaramente sulla verità e di conseguenza loro fanno una scelta sbagliata, allora ne sei responsabile. Se invece capiscono tutto in termini di dottrina, allora nessuno deve dedicarsi a loro. È come se alcuni dicessero: “Ho capito tutto, non c’è bisogno che tu mi dica niente”. Perfetto, non serve che sprechi il fiato con loro, puoi risparmiarti un po’ di fatica. Dovresti permettere a persone come queste di tornare a casa immediatamente. Primo, non impedirglielo; secondo, sostienile; terzo, da’ loro un po’ di conforto e incoraggiamento, dicendo: “Torna a casa e mostra ai tuoi genitori un’adeguata pietà filiale. Non farli arrabbiare né irritare. Se vuoi mostrare loro pietà filiale e ripagarli, allora devi comportarti da figlio devoto. Ma poi non essere pieno di rimorso quando alla fine non riuscirai a ottenere la salvezza. Ti auguro buon viaggio, spero che ti vada tutto bene!” D’accordo? (Sì.) Se qualcuno vuole tornare a casa per mostrare pietà filiale ai genitori, nessun problema, non dovrebbe reprimere tale desiderio. I doveri si compiono su base volontaria e nessuno insisterà perché tu lo faccia. Non verrai condannato per non aver compiuto un dovere. Se svolgi un dovere, otterrai sicuramente la salvezza? Non necessariamente. Dipende solo dal tuo atteggiamento nei confronti dell’adempimento di un dovere. Verrai forse distrutto se non compi un dovere? Nessuno ha detto nulla di simile. In ogni caso, la tua speranza di salvezza probabilmente svanirà. Alcuni chiedono: “È un bene o un male mostrare pietà filiale ai propri genitori?” Non lo so. Se vuoi mostrare pietà filiale ai tuoi genitori, fallo pure. Non esprimeremo valutazioni in merito, non avrebbe senso. È una questione di umanità e di sentimenti. Si tratta di scegliere il tuo metodo esistenziale, non ha nulla a che fare con la verità. Chiunque voglia tornare a casa e mostrare pietà filiale ai propri genitori può scegliere di farlo liberamente. La casa di Dio non insisterà perché costoro rimangano, né interferirà. I leader della chiesa e le persone che li circondano non dovrebbero impedire loro di tornare a casa. Non dovrebbero dedicarsi a questo tipo di persone, né fare comunione sulla verità con loro. Se vuoi andare a casa, allora fallo. Tutti gli altri ti saluteranno, mangeranno dei ravioli insieme a te e ti augureranno buon viaggio.

Le più grandi aspettative che i genitori nutrono nei confronti dei figli sono, da un lato, la speranza che essi possano vivere una buona vita e, dall’altro, la speranza che restino al loro fianco e veglino su di loro quando saranno anziani. Per esempio, se un genitore si ammala o affronta qualche difficoltà nella vita, spera che i figli potranno aiutarlo a dissipare le sue preoccupazioni e difficoltà e condividere il fardello con lui. Spera che i figli saranno al suo fianco quando affronterà la morte, così da poterli rivedere un’ultima volta. Di solito, queste sono le due maggiori aspettative che i genitori nutrono nei confronti dei figli, i quali trovano difficile abbandonarle. Se i genitori di una persona si ammalano o affrontano delle difficoltà e il figlio non ne sa nulla, la questione potrebbe anche risolversi senza il suo intervento. Se invece viene a saperlo, di solito fa molta fatica a ignorarlo, soprattutto se i genitori si ammalano gravemente. In momenti simili, le persone trovano ancora più difficile praticare l’abbandono. Se nel profondo del cuore senti che i tuoi genitori si trovano ancora nelle condizioni fisiche, di vita e lavorative di 10 o 20 anni fa, che sono in grado di prendersi cura di sé stessi, che conducono una vita normale, che sono ancora sani, giovanili e robusti, e se hai l’impressione che non abbiano bisogno di te, allora in cuor tuo non nutri per loro un’eccessiva preoccupazione. Ma quando i tuoi genitori sono ormai in età avanzata e vieni a sapere che si sono fisicamente indeboliti e che hanno bisogno di qualcuno che si prenda cura di loro e stia insieme a loro, se ti trovi altrove, probabilmente ne sarai turbato e colpito. Alcuni addirittura abbandonano i loro doveri e vogliono tornare a casa per far visita ai genitori. Alcune persone emotive compiono scelte ancora più irragionevoli, dicendo: “Se potessi, cederei 10 anni della mia vita ai miei genitori”. Ci sono anche alcuni intenzionati a ottenere benedizioni da parte dei loro genitori. Comprano loro ogni tipo di prodotto per la salute e di integratore alimentare e, quando vengono a sapere che i genitori sono gravemente malati, non possono fare a meno di ritrovarsi preda dei propri sentimenti e desiderano accorrere immediatamente al loro fianco. Alcuni dicono: “Sarei persino disposto a togliere la malattia ai miei genitori e a prendermela io”, senza considerare quale dovere dovrebbero compiere e ignorando l’incarico di Dio. Pertanto, in queste circostanze, le persone sono piuttosto inclini a cedere alla debolezza e a cadere in tentazione. Piangereste se sapeste che uno dei vostri genitori è gravemente ammalato? In particolare, alcune persone ricevono lettere da casa in cui viene comunicato loro che il medico ha già dato il suo ultimo avviso. Che cosa significa “ha dato il suo ultimo avviso”? Questa frase è facile da interpretare. Significa che uno dei loro genitori morirà tra pochi giorni. In quel momento considereresti: “Non ha neanche 60 anni. Questo non dovrebbe accadere. Di cosa si è ammalato?” E se la risposta fosse “cancro”, penseresti subito: “Come ha potuto ammalarsi? Sono stato lontano per tutti questi anni, ha sentito la mia mancanza e ha una vita così dura: è per questo che si è ammalato?” Attribuiresti subito tutta la colpa a te stesso: “I miei genitori hanno una vita così difficile e io non li ho aiutati condividendo i loro fardelli. Hanno sentito la mia mancanza e si sono preoccupati per me, ma io non sono rimasto accanto a loro. Li ho delusi e li ho fatti soffrire ininterrottamente di nostalgia nei miei confronti. Loro hanno passato tanto tempo ad allevarmi, e per cosa? Non ho fatto altro che farli soffrire!” Più pensassi questo, più crederesti di averli delusi e di essere in debito con loro. Poi ti diresti: “No, non è così. Io credo in Dio, sto compiendo il dovere di un essere creato e portando a termine l’incarico di Dio. Non ho deluso nessuno”. Ma poi penseresti: “I miei genitori sono così anziani e non hanno figli accanto che si prendano cura di loro. A che scopo mi hanno allevato allora?” Altaleneresti da un’idea all’altra, e qualunque cosa pensassi non riusciresti comunque a venirne a capo. Non solo piangeresti, ma ti ritroveresti profondamente invischiato nel groviglio dei sentimenti che nutri per i tuoi genitori. È facile praticare l’abbandono in tali circostanze? Ti diresti: “I miei genitori mi hanno messo al mondo e allevato. Non pretendevano che diventassi molto ricco e non mi hanno mai chiesto nulla di eccessivo. Speravano solamente che stessi al loro fianco in caso si ammalassero e avessero bisogno di me, rimanendo accanto a loro e alleviando le loro sofferenze. E io non ho fatto nemmeno questo!” Piangeresti dal giorno in cui venissi a sapere che i tuoi genitori sono gravemente malati fino a quello della loro morte. Provereste tristezza se vi trovaste in una situazione del genere? Piangereste? Versereste delle lacrime? (Sì.) In quel momento, la tua determinazione e la tua aspirazione non vacillerebbero? Non proveresti l’impulso di tornare in fretta e furia dai tuoi genitori per stare accanto a loro? Non penseresti, nel profondo del cuore, di essere un ingrato menefreghista e che i tuoi genitori ti hanno allevato per niente? Non continueresti a vergognarti di guardarli in faccia, a ricordare l’amorevolezza che ti hanno dimostrato allevandoti e quanto sono stati buoni con te? (Sì.) E rinunceresti al tuo dovere? Cercheresti di fare di tutto per avere notizie sui tuoi genitori dagli amici o da fratelli e sorelle? Tutte le persone esternano tali manifestazioni, non è vero? Ebbene, è facile risolvere questo problema? Come andrebbero intese tali questioni? Come dovresti considerare il caso in cui i tuoi genitori venissero colpiti da una malattia o da qualche grave disgrazia? Se riesci ad acquisire discernimento in merito, saprai applicare l’abbandono. In caso contrario non saprai applicarlo. Non fai che pensare che tutto ciò che i tuoi genitori hanno sopportato e affrontato ha a che fare con te, e che dovresti condividere questi loro fardelli; incolpi sempre te stesso, pensi sempre che queste cose siano correlate a te e vuoi sempre essere coinvolto. Questa idea è giusta? (No.) Perché? Come dovresti valutare queste cose? Quali manifestazioni sono normali? Quali manifestazioni sono anomale, irragionevoli e non conformi alla verità? Parleremo prima di quelle normali. Tutti sono stati messi al mondo dai genitori, sono fatti di carne e possiedono dei sentimenti. I sentimenti fanno parte dell’umanità e nessuno può evitarli. Ogni persona ne ha: anche i piccoli animali li hanno, figuriamoci gli uomini. Ma alcuni nutrono sentimenti un po’ più forti e altri un po’ più deboli. In ogni caso, a prescindere dalle circostanze, tutti ne hanno. Che fosse per via dei loro sentimenti, della loro umanità o della loro ragione, tutti sarebbero turbati al sapere che i genitori sono ammalati, che hanno subito una grave disgrazia oppure che stanno soffrendo. Chiunque ne sarebbe turbato. È una cosa normalissima, un istinto umano, qualcosa che le persone possiedono nella loro umanità e nei loro sentimenti. È più che normale che lo manifestino. Quando i loro genitori si ammalano gravemente o subiscono una grande disgrazia, è molto normale che le persone provino infelicità, piangano, si sentano oppresse, pensino a come risolvere i problemi e condividano il fardello dei loro genitori. Alcuni ne risentono addirittura a livello fisico: non riescono a mangiare, avvertono un nodo in petto e sono tutto il tempo di cattivo umore. Queste sono tutte manifestazioni delle emozioni e sono del tutto normali. Nessuno dovrebbe criticarti per queste manifestazioni normali, e tu non dovresti cercare di evitarle e certamente non dovresti accettare le critiche degli altri. Il fatto che esterni queste manifestazioni è la prova che i sentimenti che nutri per i tuoi genitori sono autentici e che sei una persona che possiede la consapevolezza della coscienza, una persona normale, comune. Nessuno dovrebbe criticarti per queste manifestazioni emotive o per i tuoi bisogni emotivi. Queste manifestazioni rientrano tutte nell’ambito della ragione e della coscienza. Quindi, quali manifestazioni sono invece anomale? Le manifestazioni anomale sono quelle che vanno oltre la ragione. Si tratta dei casi in cui, non appena capitano loro queste cose, le persone diventano impulsive, vogliono abbandonare tutto seduta stante per tornare al fianco dei genitori, attribuiscono subito tutta la colpa a sé stesse e abbandonano immediatamente gli ideali, le aspirazioni e la determinazione che avevano un tempo, e persino i voti offerti a Dio. Queste manifestazioni sono anomale e vanno oltre la ragione, sono troppo impulsive! Quando si tratta di scegliere una strada, non si può scegliere quella giusta e corretta sulla scia dell’irruenza. Non è una cosa semplice scegliere di percorrere la strada dell’adempimento di un dovere e del compimento del dovere di un essere creato, ed è qualcosa che nient’altro può sostituire. Di certo non è una scelta che si può compiere in un momento di irruenza. Inoltre, è questa la retta via: non dovresti cambiare la tua decisione di percorrere la retta via nella vita a causa degli ambienti, delle persone, degli eventi e delle cose che ti circondano. Questa è la ragione che dovresti possedere. Che si tratti dei tuoi genitori o di qualsiasi tipo di grande cambiamento, nulla dovrebbe influire sulla cosa più importante, ossia il tuo dovere di essere creato. Questo è un aspetto. Un altro aspetto è che, in termini di quale malattia i tuoi genitori contraggono, di quando iniziano a soffrirne e di che tipo di conseguenze può avere, sono forse cose che puoi decidere tu? Potresti dire: “Forse è successo perché non sono stato un figlio devoto. Se avessi trascorso questi anni a guadagnare e lavorare diligentemente e fossi stato benestante, avrebbero potuto curarsi prima e la loro malattia non si sarebbe aggravata tanto. La ragione è che sono stato un figlio poco devoto”. Questo modo di pensare è corretto? (No.) Se una persona dispone di soldi, significa necessariamente che sarà in grado di acquistarsi una buona salute ed evitare di ammalarsi? (No.) Per caso le persone ricche di questo mondo non si ammalano mai? Tutto, dal momento in cui qualcuno sente che si sta ammalando, fino a quando contrae la malattia e poi infine muore, è predestinato da Dio. Come potrebbe essere deciso da una persona? Come potrebbe essere determinato dal fatto di avere o non avere denaro? Come potrebbe dipendere dall’ambiente in cui si vive? Tutto ciò è determinato dalla sovranità e dalle disposizioni di Dio. Pertanto, non devi analizzare o sviscerare troppo l’eventualità in cui i tuoi genitori si ammalino gravemente o si trovino ad affrontare qualche grave disgrazia, e di certo non dovresti dedicarvi energie: non servirebbe a nulla. La nascita, l’invecchiamento, la malattia, la morte e l’affrontare varie questioni, grandi e piccole, sono eventi normalissimi della vita. Se sei adulto, dovresti avere un modo di pensare maturo e approcciare la questione in modo sereno e corretto: “I miei genitori sono malati. Alcuni dicono che è perché hanno sentito molto la mia mancanza, ma è mai possibile? Senza dubbio hanno sentito la mia mancanza, come si potrebbe non avere nostalgia dei propri figli? Anche a me sono mancati loro, quindi perché non mi sono ammalato?” Esiste qualcuno che si ammala perché gli mancano i figli? Non è così che stanno le cose. Allora, cosa sta accadendo quando i tuoi genitori affrontano questi eventi così importanti? Si può solo dire che Dio ha orchestrato tale situazione nella loro vita. È stata orchestrata dalla mano di Dio; non puoi concentrarti su ragioni e cause oggettive, i tuoi genitori erano destinati ad affrontare tale problema una volta raggiunta questa età, erano destinati a essere afflitti da questa malattia. Avrebbero forse potuto evitarla se tu fossi stato al loro fianco? Se Dio non avesse stabilito che si ammalassero come parte del loro destino, allora non sarebbe successo nulla, anche se tu non fossi stato con loro. Se invece fossero stati destinati ad affrontare questa grave disgrazia nella loro vita, cosa mai avresti potuto fare rimanendo al loro fianco? Non avrebbero comunque potuto evitarla, giusto? (Giusto.) Pensa a coloro che non credono in Dio: non passano forse tutto il tempo con le loro famiglie, anno dopo anno? Quando ai genitori di tali famiglie capita una grave disgrazia, hanno accanto i figli e tutti i parenti, non è così? Quando i genitori si ammalano o le loro condizioni si aggravano, accade forse perché i figli se ne sono andati? Non è così, è destino che accada. È solo che, in quanto figlio, per via del legame di sangue che ti lega ai tuoi genitori, sarai turbato nel sapere che sono malati, mentre gli altri non proveranno nulla. Questo è del tutto normale. Tuttavia, il fatto che i tuoi genitori affrontino questa grave disgrazia non significa che tu debba analizzarla e sviscerarla, o riflettere su come eliminarla o risolverla. I tuoi genitori sono adulti; hanno assistito più e più volte al verificarsi di situazioni simili nella società. Se Dio predispone un ambiente per liberarli dalla malattia, allora prima o poi essa svanirà del tutto. Se questo problema è un ostacolo per la loro vita e devono sperimentarlo, allora sarà Dio a stabilire per quanto tempo dovranno farlo. È qualcosa che devono sperimentare e che non possono evitare. Se desideri risolvere la questione da solo, analizzare e sviscerare l’origine, le cause e le conseguenze del problema, il tuo è un modo di pensare sciocco. Non serve a nulla, è inutile. Non dovresti agire in questo modo, analizzando, sviscerando e chiamando i tuoi compagni di classe e i tuoi amici per chiedere loro aiuto, contattando l’ospedale per conto dei tuoi genitori, consultando i migliori medici, procurando loro il miglior letto d’ospedale che esista; non hai bisogno di arrovellarti il cervello con tutte queste cose. Se davvero disponi di così tanta energia in esubero, allora dovresti svolgere bene il dovere a cui attualmente sei assegnato. I tuoi genitori hanno il loro destino. Nessuno può evitare di morire all’età in cui è stato stabilito che muoia. Così come i tuoi genitori non sono i padroni del tuo destino, allo stesso modo tu non sei padrone del loro. Se è destino che accada loro una certa cosa, tu cosa puoi fare? Quale risultato puoi ottenere stando in ansia e cercando soluzioni? Nessuno; la situazione dipende dalla volontà di Dio. Se Dio vuole portarti via i tuoi genitori e permetterti di compiere il tuo dovere indisturbato, puoi forse interferire? Puoi discutere le condizioni con Lui? Cosa dovresti fare in quel momento? Scervellarti per trovare soluzioni, analizzare, sviscerare, incolpare te stesso, vergognarti di guardare in faccia i tuoi genitori: sono questi i pensieri e i comportamenti che una persona dovrebbe assumere? Queste sono tutte manifestazioni di una mancanza di sottomissione a Dio e alla verità; sono irragionevoli, poco sagge, e denotano ribellione nei confronti di Dio. Le persone non dovrebbero avere simili manifestazioni. Hai capito? (Sì.)

Alcune persone dicono: “So che non dovrei analizzare né sviscerare la questione dell’eventualità in cui i miei genitori si ammalino o affrontino qualche grave disgrazia, che farlo è inutile e che dovrei approcciare la questione in base alle verità principi, ma non riesco a trattenermi dall’analizzarla e sviscerarla”. Quindi risolviamo il problema dei limiti, in modo che tu non abbia più bisogno di portene. Come ci si può riuscire? In questa vita, coloro che godono di salute iniziano ad avvertire i sintomi dell’invecchiamento dopo i 50 o 60 anni: sentono i muscoli e le ossa deteriorarsi, perdono le forze, non riescono a dormire bene o a mangiare molto, e non hanno energie sufficienti per lavorare, leggere o svolgere alcuna sorta di impiego. Sviluppano vari tipi di malattie, come l’ipertensione, il diabete, disturbi cardiaci, cardiovascolari e cerebrovascolari, e così via. Coloro che godono di una salute un po’ migliore, pur avendo questi sintomi dovuti all’invecchiamento, riescono a fare tutto ciò che devono e tali sintomi non influiscono sul normale svolgimento della loro vita e del loro lavoro. Questo è molto positivo. Quanto a coloro che sono meno sani, tali sintomi influiscono sul normale svolgimento del loro lavoro e della loro vita, perciò a volte devono andare in ospedale a farsi visitare. Alcune di queste persone hanno raffreddori o emicranie; altre hanno l’enterite o la diarrea e devono stare a letto per due giorni ogni volta che hanno un attacco. Altri hanno la pressione alta e soffrono di mancamenti tali che impediscono loro di camminare, andare in macchina o allontanarsi da casa. Ci sono anche alcuni che soffrono di incontinenza urinaria e per i quali stare fuori casa è un disagio, quindi escono raramente e viaggiano con parenti e amici. Ci sono persone che quando mangiano hanno continuamente delle reazioni allergiche. Altri hanno problemi col sonno e non riescono a dormire in luoghi rumorosi; non appena si spostano da casa, fanno ancora più difficoltà a dormire. Tutte queste cose hanno un forte impatto sulla vita e sul lavoro di questi individui. Ci sono persino alcuni che non riescono a lavorare per più di tre o quattro ore consecutive. E poi vi sono casi ancora più gravi, in cui le persone vengono afflitte da una malattia terminale a 50 o 60 anni, come per esempio cancro, diabete, cardiopatia reumatica, demenza, morbo di Parkinson e così via. Che queste malattie siano causate da ciò che hanno mangiato o dall’inquinamento dell’ambiente, dell’aria o dell’acqua, la legge che regola la carne dell’uomo è che, raggiunti i 45 anni nel caso delle donne e i 50 nel caso degli uomini, il corpo si deteriora progressivamente. Ogni giorno dicono di avvertire un fastidio qui e un dolore lì, vanno dal medico per un controllo e viene fuori che si tratta di un cancro all’ultimo stadio. Alla fine il dottore conclude: “Torni a casa, è incurabile”. Tutti si trovano ad affrontare queste patologie fisiche. Oggi tocca a loro, domani a voi e a noi. In base all’età e in ordine progressivo, tutti nascono, invecchiano, si ammalano e muoiono: dalla giovinezza passano alla vecchiaia, in vecchiaia si ammalano e per via delle malattie muoiono, è questa la legge. È solo che quando vieni a sapere che i tuoi genitori si sono ammalati, poiché sono le persone più vicine a te, per le quali ti preoccupi di più e che ti hanno allevato, non riesci a superare l’ostacolo dei tuoi sentimenti e pensi: “Non provo nulla quando muoiono i genitori degli altri, ma i miei non possono ammalarsi, perché questo mi rattristerebbe. Non riesco a sopportarlo, mi addolora il cuore, non riesco ad andare oltre i miei sentimenti!” Solo perché sono i tuoi genitori, pensi che non debbano invecchiare, ammalarsi e men che meno morire: ha senso? Ciò non ha alcun senso e non è una verità. Hai capito? (Sì.) Tutti si trovano ad affrontare l’invecchiamento e le malattie dei genitori, che in certi casi gravi sono addirittura paralizzati a letto se non in stato vegetativo. Alcuni genitori sono afflitti da ipertensione, paralisi parziali, ictus o addirittura gravi malattie che li conducono alla morte. Ogni individuo assiste, vede o sente parlare del processo per cui i suoi genitori invecchiano, si ammalano e muoiono. Solo che ad alcuni accade prima, quando i genitori hanno 50 anni; ad altri quando i genitori ne hanno 60; ad altri ancora soltanto quando i genitori ne hanno 80, 90 o 100. Ma a prescindere dal momento in cui apprendi tale notizia, in quanto figlio o figlia, un giorno, prima o poi, accetterai questo fatto. Se sei adulto, dovresti assumere un modo di pensare maturo e un atteggiamento corretto nei confronti della nascita, dell’invecchiamento, della malattia e della morte delle persone e non essere impulsivo; non dovresti essere incapace di sopportare di apprendere che i tuoi genitori sono malati o che hanno saputo in ospedale che le loro condizioni sono gravi. Nascere, invecchiare, ammalarsi e morire sono cose che ciascuno deve accettare: su quali basi tu non sei in grado di sopportarle? Questa è la legge che Dio ha stabilito per la nascita e la morte dell’uomo: perché tu vuoi violarla? Perché non la accetti? Qual è la tua intenzione? Non vuoi che i tuoi genitori muoiano, non vuoi che vivano secondo la legge stabilita da Dio per cui si nasce, si invecchia, ci si ammala e si muore, vuoi impedire che si ammalino e muoiano: questo cosa li renderebbe? Non li renderebbe persone di plastica? Sarebbero ancora degli esseri umani a quel punto? Pertanto, devi accettare questo fatto. Prima di apprendere che i tuoi genitori stanno risentendo dell’invecchiamento, che si sono ammalati e che sono morti, dovresti prepararti a questo nel tuo cuore. Un giorno, prima o poi, ogni individuo invecchia, si indebolisce e muore. Dato che i tuoi genitori sono persone normali, perché non possono affrontare questo ostacolo? Loro sono tenuti a sperimentarlo, e tu ad approcciarlo correttamente. La questione è stata risolta? Sei in grado di affrontare queste cose in modo ragionevole adesso? (Sì.) Allora, quando in futuro i tuoi genitori si ammaleranno gravemente o affronteranno qualche grande disgrazia, che approccio adotterai? È sbagliato anche ignorare la cosa, e la gente dirà: “Ma cosa sei, un rospo, un serpente? Come puoi avere un sangue così freddo?” Tu sei una persona normale, quindi dovresti avere una qualche reazione. Dovresti riflettere: “I miei genitori hanno avuto una vita difficile e hanno contratto questa malattia in giovane età. Non hanno goduto di alcuna benedizione e non hanno avuto fervore nella loro fede in Dio. Ecco com’è stata la loro vita. Non hanno capito nulla, non hanno percorso la retta via né perseguito la verità. Si sono limitati a trascinarsi attraverso i giorni. Non c’è differenza tra loro e un animale, non c’è differenza tra loro e una vecchia mucca o un cavallo anziano. Ora che si sono ammalati gravemente, dovranno cavarsela da soli, ma spero che Dio possa in parte ridurre le loro sofferenze”. Prega per loro nel tuo cuore, questo basterà. Cosa può fare una persona? Se non sei con i tuoi genitori, non puoi fare nulla; ma anche se fossi al loro fianco, cosa potresti fare? Quante persone hanno visto personalmente i propri genitori passare dalla giovinezza alla vecchiaia, dalla vecchiaia all’afflizione dovuta a varie malattie, da queste varie malattie al fallimento delle cure mediche, alla dichiarazione di morte e al trasferimento in obitorio? A bizzeffe. Tutti questi figli restano accanto ai loro genitori, ma cosa possono fare? Nulla, possono solo stare a guardare. Non guardare questo processo ora ti risparmierà parte dei problemi; è meglio non guardarlo, guardarlo non ti farebbe bene. Non è così? (Sì.) Quando si tratta di tale questione, da un lato devi discernere che il fatto che si nasca, si invecchi, ci si ammali e si muoia è una legge stabilita da Dio; dall’altro, ti devono essere chiare le responsabilità che le persone sono tenute ad assolvere e i loro destini, non devi essere irragionevole, né comportarti in modo impulsivo o sciocco. Perché non dovresti fare nulla di impulsivo o di sciocco? Perché se anche lo facessi non servirebbe a niente, anzi rivelerebbe la tua stoltezza. Più seriamente, se fai qualcosa di sciocco stai disobbedendo a Dio, e a Dio questo non piace, lo detesta. In termini di dottrina possiedi chiarezza e comprensione in merito a tutte queste verità, eppure continui ad aggrapparti al tuo percorso personale e assumi dei comportamenti ostinati e arbitrari, motivo per cui Dio non ti ama, bensì ti detesta. Che cosa detesta di te? La tua stoltezza ostinata e la tua disobbedienza. Tu ritieni di possedere dei sentimenti umani, ma Dio dice che sei testardo e sciocco; sei testardo, sciocco, stupido e intransigente, e non accetti la verità né ti sottometti alle orchestrazioni e alle disposizioni di Dio. Dio ti ha comunicato chiaramente l’essenza, la fonte e i principi di pratica specifici relativi a tale questione, ma tu insisti a volerla gestire attraverso i tuoi sentimenti, quindi a Dio non piaci. In definitiva, a meno che non sia Dio a guarire i tuoi genitori dalla malattia, loro si ammaleranno gravemente e moriranno, se questo è ciò che è destinato ad accadere. Nessuno può cambiare questo fatto. Se tu desideri cambiarlo, questo dimostra soltanto che vuoi impiegare i tuoi mezzi e i tuoi metodi per cambiare la sovranità di Dio. Questa è la più grave forma di disobbedienza e ti stai opponendo a Dio. Se non vuoi opporti a Dio, quando vieni a sapere che ai tuoi genitori è capitato questo, dovresti restare calmo e trovare un posto dove poter rimanere solo a piangere, riflettere e pregare, oppure esprimere i tuoi sentimenti di nostalgia ai fratelli e alle sorelle che ti sono intorno. Questo è tutto ciò che devi fare. Non devi pensare di cambiare qualcosa, e certamente non devi fare nulla di sciocco. Non pregare Dio, chiedendoGli di guarire i tuoi genitori dalla malattia e di farli vivere ancora per qualche anno, o di togliere due anni a te e donarli a loro, solo perché credi in Dio o per via del fatto che hai abbandonato la tua famiglia e rinunciato alla carriera al fine di compiere il tuo dovere per così tanti anni. Non fare questo tipo di cose. Dio non ascolterà simili preghiere e aborrirà pensieri e preghiere di questa sorta. Non farLo irritare né arrabbiare. Dio proprio non tollera coloro che desiderano manipolare il destino di qualcun altro, modificare l’oggettività della sovranità detenuta da Dio sul destino di un individuo, o cambiare alcuni fatti che sono stati stabiliti da Dio molto tempo fa o le traiettorie dei destini delle persone. Questo è qualcosa che Egli detesta nel modo più assoluto.

Ho finito di condividere in merito all’atteggiamento, ai pensieri e alla comprensione che le persone dovrebbero avere quando i loro genitori si ammalano. E analogamente dovrebbero assumere un atteggiamento corretto e ragionevole quando i genitori muoiono. Alcuni sono stati lontani dai genitori per molti anni, non sono stati al loro fianco né hanno vissuto con loro, e quando vengono a sapere che sono morti all’improvviso, subiscono un duro colpo e tutto sembra loro incredibilmente inaspettato. Poiché non sono stati con i loro genitori e non hanno vissuto con loro per tanti anni, nutrono sempre una sorta di idea sbagliata nei loro pensieri e nelle loro nozioni. Che tipo di idea sbagliata? Quando te ne sei andato, i tuoi genitori erano vivi e in salute. Dopo che sei stato lontano da loro per tanti anni, nella tua mente hanno mantenuto la stessa età e le stesse condizioni fisiche e di vita che ricordi. Questo ti crea confusione. Allora ti convinci che i tuoi genitori non invecchieranno mai e che vivranno per anni e anni. In altre parole, non appena i loro volti si scolpiscono nel tuo cuore, non appena la loro vita, le loro parole e il loro comportamento si imprimono e si cristallizzano nella tua mente e nella tua memoria, tu pensi che i tuoi genitori resteranno così per sempre, che non cambieranno, non invecchieranno e tanto meno moriranno. A cosa si riferisce qui che “tanto meno moriranno”? Da un punto di vista, significa che i loro corpi fisici non scompariranno. Da un altro, significa che non scompariranno i loro volti, né i sentimenti che nutrono nei tuoi confronti, né alcuna altra cosa. Questa è un’idea sbagliata e ti causerà molti problemi. Perciò, a prescindere dall’età dei tuoi genitori, che muoiano di vecchiaia, per via di una malattia oppure a causa di qualche imprevisto, per te sarà comunque un duro colpo e ti sembrerà del tutto improvviso. Nella tua mente i tuoi genitori sono ancora vivi e in salute, mentre poi improvvisamente non ci sono più, e quindi penserai: “Come possono essersene andati? Come è possibile che una persona viva si trasformi in polvere? Nel mio cuore sento sempre che i miei genitori sono ancora vivi, che mia madre sta ancora preparando da mangiare in cucina, costantemente indaffarata, e che mio padre ogni giorno lavora fuori casa e torna solo la sera”. Queste scene della loro vita si sono impresse nella tua memoria. Quindi, a causa dei tuoi sentimenti, la tua mente cosciente nutre qualcosa che non dovrebbe, ovvero la convinzione che serbi in cuor tuo del fatto che i tuoi genitori vivranno per sempre. È per questo che ti pare non debbano morire mai e che, indipendentemente dalle circostanze in cui ciò accadrà, sarà un duro colpo per te e non riuscirai ad accettarlo. Occorrerà del tempo per superarlo, non è così? Già sarebbe per te un grande shock il fatto che i tuoi genitori si ammalassero, quindi la loro morte sarebbe un trauma ancora più grande. Pertanto, prima che accada, in che modo dovresti gestire il colpo inaspettato che riceverai affinché non costituisca un impatto, un’interferenza o una ripercussione sull’adempimento del tuo dovere o sul cammino che stai percorrendo? Per prima cosa, vediamo cosa significa esattamente la morte e cosa significa esattamente il trapasso: non significa forse che una persona lascia questo mondo? (Sì.) Significa che la vita che una persona possiede, la quale ha una presenza fisica, viene rimossa dal mondo materiale visibile all’uomo e scompare. La persona passa quindi a vivere in un altro mondo, in un’altra forma. Il fatto che i tuoi genitori perdano la vita significa che il rapporto che hai con loro in questo mondo si è dissolto, è scomparso, si è concluso. Loro vivono in un altro mondo, in altre forme. Quanto a come si svolgerà la loro vita nell’altro mondo, se torneranno in questo mondo oppure no, se li rivedrai mai o se avranno qualsiasi tipo di relazione carnale o di coinvolgimento emotivo con te, questo lo stabilisce Dio e non ha nulla a che fare con te. In sintesi, il loro trapasso significa che la loro missione in questo mondo è conclusa e che sono giunti al traguardo finale. La loro missione in questa vita e in questo mondo è conclusa, e quindi lo è anche il tuo rapporto con loro. Per quanto riguarda la possibilità che in futuro si reincarnino, o che affrontino qualche tipo di punizione e limitazione oppure provvedimenti e disposizioni di qualunque sorta nell’altro mondo, questo ha forse qualcosa a che fare con te? Puoi essere tu a stabilirlo? Non ha nulla a che fare con te, non puoi stabilirlo tu e non ti sarà dato saperne nulla. La tua relazione con loro in questa vita termina in quel momento. Vale a dire, il destino che vi ha legati mentre avete vissuto l’uno accanto agli altri per 10, 20, 30 o 40 anni si interrompe lì. Da quel punto in poi, loro sono loro e tu sei tu, e non siete più legati da alcun rapporto. Se anche siete tutti credenti in Dio, loro hanno svolto i loro doveri e tu compi i tuoi; quando loro non vivono più nel tuo stesso ambiente fisico, non vi lega più alcun rapporto. Hanno semplicemente ormai portato a termine la missione che Dio aveva affidato loro. Quindi, per quanto riguarda le responsabilità che hanno nei tuoi confronti, esse si interrompono il giorno in cui tu inizi a esistere indipendentemente da loro: non hai più nulla a che fare con i tuoi genitori. Se dovessero morire oggi, ti mancherebbe solo qualcosa a livello emotivo e avresti due persone care in meno per cui provare nostalgia. Non li vedrai mai più e non potrai più sapere nulla sul loro conto. Ciò che accadrà loro in seguito e il loro futuro non hanno nulla a che fare con te, non vi saranno legami di sangue tra di voi, non sarete nemmeno più lo stesso tipo di creatura. È così che stanno le cose. La morte dei tuoi genitori sarà semplicemente l’ultima notizia che avrai di loro in questo mondo e l’ultimo ostacolo che vedrai o di cui sentirai parlare in termini della loro esperienza di vita di nascere, invecchiare, ammalarsi e morire, tutto qui. La loro dipartita non ti toglierà né darà nulla, saranno semplicemente morti, il loro viaggio come persone sarà giunto al termine. Quindi, quando si tratta della loro morte, non importa se si tratta di un incidente, di un decesso normale o dovuto a malattia, e così via: in ogni caso, se non fosse per la sovranità e le disposizioni di Dio, nessun individuo né nessuna forza potrebbero privarli della loro vita. Il loro trapasso significa solo la fine della loro vita fisica. Non dovresti né sentire la loro mancanza e avvertire nostalgia per loro, né vergognarti di te stesso a causa dei tuoi sentimenti, non è necessario provare nulla di tutto ciò. Hanno lasciato questo mondo, quindi sentire la loro mancanza è superfluo, non è così? Se pensi: “I miei genitori hanno sentito la mia mancanza in tutti questi anni? E quanto hanno sofferto per via del fatto che per tanti anni non ho mostrato loro pietà filiale rimanendo al loro fianco? In tutti questi anni ho sempre desiderato di poter trascorrere qualche giorno con loro, non mi sarei mai aspettato che sarebbero morti così presto. Mi sento triste e in colpa”. Non è necessario avere simili pensieri, la loro morte non ha nulla a che fare con te. Perché non ha nulla a che fare con te? Perché, se anche avessi mostrato loro pietà filiale o fossi rimasto insieme a loro, non è comunque questo l’obbligo o il compito che Dio ti ha affidato. È stato Dio a stabilire quanta fortuna e quanta sofferenza i tuoi genitori avrebbero ricevuto da parte tua: questo non ha nulla a che vedere con te. Non vivranno più a lungo perché tu sei insieme a loro, né vivranno meno perché tu sei lontano e non puoi passare molto tempo con loro. È stato Dio a stabilire la durata della loro vita e questo non ha nulla a che fare con te. Pertanto, se nella tua vita vieni a sapere che i tuoi genitori sono morti, non devi sentirti in colpa. Dovresti approcciare la questione nel modo corretto e accettarla. Se hai già versato molte lacrime mentre erano gravemente malati, quando muoiono dovresti sentirti felice e libero; dopo il congedo, non serve piangere. A quel punto avrai ormai adempiuto alle tue responsabilità di figlio, avrai pregato per loro, ti sarai rattristato per loro, avrai versato per loro innumerevoli lacrime e, naturalmente, avrai pensato a molte soluzioni possibili per guarirli dalla loro malattia e fatto del tuo meglio per ridurre le loro sofferenze. Avrai già fatto tutto il possibile in quanto figlio. Quando moriranno, potrai solo dire: “Avete avuto una vita piuttosto dura. Come vostro figlio, spero che possiate riposare in pace. Se in questa vita avete fatto molte cose che hanno offeso Dio, allora dovrete ricevere una punizione nell’altro mondo. Se dopo che sarete stati puniti Dio vi concederà l’opportunità di reincarnarvi di nuovo in questo mondo come persone, spero che farete del vostro meglio per comportarvi bene e percorrere la retta via. Smettete di compiere azioni che offendono Dio e sforzatevi di non ricevere alcuna punizione nelle vostre prossime vite”. Questo è tutto. Non è un ottimo modo di dirlo? Questo è tutto ciò che puoi fare; che si tratti dei tuoi genitori o di un altro dei tuoi cari, non c’è altro che tu possa fare. Naturalmente, quando i tuoi genitori moriranno, se non potrai essere con loro o dare loro un ultimo conforto, non è necessario che ti rattristi. Questo perché di fatto ognuno lascia questo mondo da solo. Anche se qualcuno ha i figli accanto, quando un messaggero viene a prenderlo, solo lui potrà vederlo. Quando se ne andrà, non ci sarà nessun individuo ad accompagnarlo, non potranno farlo i loro figli e nemmeno il loro partner. Quando le persone lasciano questo mondo, sono sempre sole. Nei suoi ultimi momenti, ognuno deve affrontare questa situazione, questo processo e questo ambiente. Pertanto, anche se sarai al loro fianco e loro ti staranno guardando, non servirà comunque a nulla. Se quando dovranno andarsene vorranno chiamare il tuo nome, loro non potranno farlo e tu non potrai sentirli; se vorranno allungare la mano e afferrarti, non avranno la forza e tu non lo percepirai. Saranno soli. Questo perché ogni persona viene a questo mondo da sola e alla fine è da sola che deve lasciarlo. Così è stato stabilito da Dio. L’esistenza di tali cose permette alle persone di vedere ancora più chiaramente che la loro vita e il loro destino, il nascere, l’invecchiare, l’ammalarsi e il morire, sono tutti nelle mani di Dio e che la vita di ciascuno è indipendente dalle altre. Anche se tutti hanno genitori, fratelli e persone care, dal punto di vista di Dio e della vita, la vita di ognuno è indipendente, le vite non sono accomunate e nessuna vita ha una compagna. Dal punto di vista degli esseri umani creati, ogni vita è indipendente, ma dal punto di vista di Dio nessuna vita che Egli ha creato è sola, poiché Dio accompagna ognuna di esse e le spinge in avanti. È solo che, quando esisti in questo mondo, tu nasci dai tuoi genitori e pensi che loro siano le persone più vicine a te, ma in realtà, quando loro lasceranno questo mondo, ti renderai conto che non è così. Quando la loro vita finirà, tu sarai ancora vivo, la loro morte non ti priverà della tua vita e di certo non avrà alcun impatto su di essa. Sei stato lontano da loro per tutti questi anni ma vivi comunque bene. Perché? Perché Dio veglia su di te e ti guida; tu vivi sotto la Sua sovranità. Quando i tuoi genitori lasceranno questo mondo, acquisirai una consapevolezza ancora maggiore del fatto che senza di loro al tuo fianco a prendersi cura di te, accudirti o allevarti, in questi anni sei passato dalla crescita, all’età adulta, alla mezza età e infine alla vecchiaia, e sotto la guida di Dio hai capito sempre di più nella tua vita, e la direzione e il cammino da seguire ti sono diventati sempre più chiari. Pertanto, le persone sono in grado di separarsi dai propri genitori. L’esistenza dei genitori è necessaria solo durante l’infanzia, ma dopo la crescita è una mera formalità. I genitori sono soltanto il loro sostegno emotivo e non sono indispensabili. Naturalmente, quando i tuoi genitori lasceranno questo mondo, queste cose ti appariranno sempre più chiare e percepirai ancora meglio che la vita degli uomini proviene da Dio e che essi non possono vivere senza affidarsi a Lui, senza avere Dio come sostentamento mentale e spirituale e come nutrimento di vita. Quando i tuoi genitori ti lasceranno, sentirai la loro mancanza a livello emozionale, ma allo stesso tempo sarai libero emotivamente o sotto altri aspetti. Perché sarai libero? Quando sono in vita, i tuoi genitori costituiscono per te sia una preoccupazione che un fardello. Sono persone a cui puoi risultare ostinato e che ti fanno sentire impossibilitato a liberarti dai tuoi sentimenti. Quando moriranno, tutto questo si risolverà. Le persone che percepivi come più vicine a te se ne andranno e non dovrai più preoccuparti per loro né sentire la loro mancanza. Quando ti sarai lasciato alle spalle questo rapporto di dipendenza che hai con i tuoi genitori, quando loro lasceranno questo mondo, quando sentirai nel profondo del cuore che sono ormai andati e percepirai di aver ormai trasceso i vincoli di sangue che ti legavano a loro, diventerai veramente maturo e indipendente. Pensaci: se i genitori sono ancora vivi, qualsiasi età le persone abbiano, ogni volta che hanno un problema pensano: “Chiederò a mia madre, chiederò a mio padre”. Hanno sempre un sostegno emotivo. Quando hanno questo sostegno emotivo, percepiscono la propria esistenza in questo mondo come ricca di calore e felicità. In termini di pensieri e sentimenti, sei maturo e veramente indipendente se quando perdi tale sensazione di felicità e calore non ti senti né solo né deprivato di felicità e calore. Probabilmente la maggior parte di voi non ha ancora sperimentato queste cose. Quando accadrà, capirete. Pensateci: le persone, a qualunque età, che abbiano 40, 50 o 60 anni, diventano immediatamente molto più mature quando perdono i genitori. È come se si trasformassero istantaneamente da bambini ingenui ad adulti ragionevoli. Da un giorno all’altro arrivano a capire le cose e a essere indipendenti. Ecco perché per ognuno la morte dei genitori è un grande ostacolo. Se saprai gestire e approcciare correttamente il rapporto che hai con i tuoi genitori e, allo stesso tempo, affrontare, gestire e abbandonare le varie aspettative che loro nutrono verso di te, così come le responsabilità che dovresti assolvere nei loro confronti a livello emotivo ed etico, allora sarai veramente maturato e, quanto meno, sarai un adulto agli occhi di Dio. Diventare un adulto di questo tipo non è facile, devi patire della sofferenza in termini di sentimenti carnali; in particolare, devi sopportare un po’ di devastazione e di tormento a livello emotivo, nonché il dolore per ciò che non va bene, ciò che non va come avevi sperato, o gli inconvenienti, e così via. Quando avrai sperimentato tutto questo dolore, acquisirai una maggiore comprensione di tali questioni. Se le metterai in correlazione con le verità su cui abbiamo condiviso in merito, potrai acquisire una comprensione maggiore e alquanto profonda della vita e del destino degli uomini, i quali sono stabiliti da Dio, così come dell’affetto che esiste tra le persone. Una volta capite queste cose, sarà facile per te abbandonarle. Quando riuscirai ad abbandonarle e a gestirle correttamente, sarai in grado di approcciarle correttamente. Il tuo approccio non si baserà su dottrine umane o standard di coscienza umani, bensì sulle verità principi. Cosa significa basarsi sulle verità principi? Significa che sai sottometterti a Dio. Se sei capace di sottometterti a Dio e alle Sue orchestrazioni, questo è un buon segno e un buon presagio. Un presagio di cosa? Del fatto che puoi sperare di ottenere la salvezza. Pertanto, quando si tratta delle aspettative dei tuoi genitori, che tu sia giovane, di mezza età, anziano o molto vecchio, e indipendentemente dal fatto che non abbia ancora sperimentato ciò, che lo stia sperimentando al momento o che l’abbia già sperimentato, ciò che devi fare non è semplicemente abbandonare i tuoi sentimenti, o tagliare i ponti con i tuoi genitori e non vederli mai più, bensì impegnarti in direzione della verità e cercare di comprendere questi aspetti della verità. Questa è la cosa più importante. Quando comprenderai queste relazioni diverse e complesse, potrai affrancartene e non ne verrai più vincolato. Quando smetterai di esserne vincolato, sarà molto più facile per te sottometterti alle orchestrazioni di Dio, e nel farlo ti troverai ad affrontare meno ostacoli e meno impedimenti. A quel punto sarai meno incline a disobbedire a Dio, non è così?

Ora siete in grado di discernere e risolvere tutte queste questioni importanti che riguardano i genitori? Quando avete del tempo libero, riflettete sulla verità. Se in futuro, o in ciò che stai sperimentando ora, saprai mettere tali questioni in correlazione con la verità e risolvere questi problemi in base a essa, affronterai molti meno problemi e difficoltà e vivrai una vita alquanto rilassata e felice. Se non approcci queste cose in base alla verità, ti troverai ad affrontare molti problemi e la tua vita sarà piuttosto dolorosa. Questo sarà l’esito. Per oggi concluderò qui la comunione sul tema delle aspettative nutrite dai genitori. Arrivederci!

29 aprile 2023

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