Come perseguire la verità (18)

Qualche giorno fa si è verificato un grave episodio in cui degli anticristi stavano disturbando il lavoro di espansione del Vangelo. Ne siete tutti a conoscenza? (Sì.) Dopo l’accaduto, ha avuto inizio la riorganizzazione dell’evangelizzazione da parte della casa di Dio; alcune persone hanno cominciato a essere riassegnate o trasferite, e sono state anche regolate alcune questioni inerenti al lavoro, non è così? (Sì.) Nella casa di Dio si è verificato questo tipo di grande evento e degli anticristi sono emersi intorno a voi: siete riusciti a trarre degli insegnamenti dall’esperienza di un episodio così significativo? Avete ricercato la verità? Avete compreso l’essenza di alcuni problemi e siete stati in grado di trarre qualche lezione da un evento così grande? Quando accade qualcosa, la maggior parte delle persone non si limita forse a trarne in apparenza qualche lezione e a comprendere qualche dottrina, senza scavare nella sua essenza e senza imparare a valutare le persone e le cose, a comportarsi e ad agire in base alla verità? Vi sono alcuni che si limitano a riflettere secondo la propria mente e i propri calcoli, indipendentemente da ciò che accade loro. Costoro non sono assolutamente all’altezza delle verità principi, e nemmeno dell’intelligenza e della saggezza. Riepilogano alcune lezioni e poi prendono una decisione: “Quando queste cose si ripeteranno in futuro, dovrò essere cauto e fare attenzione a ciò che non posso dire e a ciò che non posso fare, nonché al tipo di persone da cui dovrei guardarmi e a quelle che dovrei tenere vicine”. Questo conta come trarre un insegnamento e acquisire esperienza? (No.) Dunque, quando accadono cose del genere, a prescindere dal fatto che si tratti di eventi più o meno rilevanti, in che modo le persone dovrebbero sperimentarle, approcciarle ed accedervi in profondità in modo da imparare delle lezioni, comprendere alcune verità e crescere in statura mentre fanno esperienza di questi ambienti? La maggior parte delle persone non riflette su queste cose, giusto? (Giusto.) Se non riflettono su queste cose, ebbene, sono persone che ricercano la verità? Sono persone che perseguono la verità? (No.) Voi pensate di essere persone che perseguono la verità? In base a cosa ritenete di non essere persone che perseguono la verità? E in base a cosa ritenete occasionalmente di essere persone che perseguono la verità? Quando sopportate un po’ di sofferenza e pagate un minimo prezzo nel vostro dovere, e di tanto in tanto siete un po’ più seri nel vostro lavoro, oppure contribuite con un po’ di denaro, o abbandonate la vostra famiglia, vi dimettete dal lavoro, lasciate gli studi e il matrimonio per dedicarvi a Dio, o vi astenete dal seguire le tendenze mondane, oppure evitate le persone malvagie che incontrate, e così via, quando siete in grado di fare queste cose, sentite di essere persone che perseguono la verità e veri credenti? Non è questo che pensate? (Sì.) Ora, su quale base lo pensate? Sulla base delle parole di Dio e della verità? (No.) È un’illusione; è un vostro verdetto personale. Quando occasionalmente seguite alcune regole, fate le cose come da manuale e possedete alcune manifestazioni di buona umanità, quando siete in grado di essere pazienti e tolleranti, quando siete esteriormente umili, mantenete un basso profilo, non accampate pretese e non siete arroganti, e quando siete in grado di avere un po’ di risolutezza o di mentalità responsabili nel lavoro della casa di Dio, pensate di aver realmente perseguito la verità e di essere realmente delle persone che perseguono la verità. Ebbene, queste manifestazioni costituiscono il perseguimento della verità? (No.) Per essere precisi, queste azioni, questi comportamenti e queste manifestazioni esteriori non sono il perseguimento della verità. Allora perché le persone pensano sempre che queste manifestazioni siano il perseguimento della verità? Perché pensano sempre di essere persone che perseguono la verità? (Secondo le loro nozioni, pensano che sforzarsi e spendersi un po’ siano manifestazioni di perseguimento della verità. Pertanto, quando pagano un minimo prezzo o soffrono un po’ nei loro doveri, si reputano persone che perseguono la verità, ma in passato non hanno mai ricercato cos’ha da dire la parola di Dio su questo argomento, o in che modo Dio giudica se una persona sta perseguendo la verità oppure no. Di conseguenza, vivono sempre tra le loro nozioni e le loro fantasie, ritenendosi eccellenti.) Non abbandonano mai le loro nozioni e, quando si tratta della questione fondamentale di determinare se siano persone che perseguono la verità, si affidano sempre alle loro nozioni, fantasie e illusioni. Perché agiscono in questo modo? Non è forse perché si sentono a loro agio quando pensano e agiscono in questo modo, credendo di non dover davvero pagare un prezzo per perseguire la verità e di poter comunque alla fine ricevere benefici ed essere benedette? C’è un’altra ragione: i cosiddetti buoni comportamenti delle persone, come per esempio le loro rinunce, le loro sofferenze, il prezzo che pagano e così via, sono cose che possono realizzare e conseguire, giusto? (Sì.) È facile per le persone rinunciare alla famiglia e al lavoro, ma non è facile per loro perseguire realmente la verità e metterla in pratica oppure agire in base alle verità principi, e non è facile per loro conseguire queste cose. Anche se comprendi un po’ di verità, sarà molto difficile per te abbandonare le tue idee, le tue nozioni o la tua indole corrotta, così come attenerti alle verità principi. Se sei una persona che persegue la verità, perché non sembri aver fatto alcun progresso riguardo ai vari aspetti della verità nei tuoi anni di fede in Dio? Non importa se hai pagato un prezzo, né a cosa hai rinunciato o cosa hai abbandonato: i risultati finali che hai ottenuto sono quelli ottenuti perseguendo e praticando la verità? A prescindere dal prezzo che hai pagato, da quanto hai sofferto o da quante sono le cose carnali a cui hai rinunciato, cos’hai ottenuto alla fine? Hai ottenuto la verità? Hai acquisito qualcosa riguardo alla verità? Hai fatto progressi nel tuo ingresso nella vita? Hai trasformato la tua indole corrotta? Possiedi vera sottomissione a Dio? Non parleremo di lezioni o di pratiche così profonde come la sottomissione a Dio, bensì della cosa più semplice. Hai abbandonato tutto, hai sofferto e pagato dei prezzi per così tanti anni: sei capace di salvaguardare gli interessi della casa di Dio? Soprattutto quando gli anticristi e i malvagi compiono delle malefatte che disturbano il lavoro della chiesa, chiudi un occhio, difendendo gli interessi di questi malvagi e proteggendo te stesso, oppure ti schieri dalla parte di Dio e tuteli gli interessi della Sua casa? Hai praticato in base alle verità principi? Se non lo hai fatto, allora le tue sofferenze e i prezzi che hai pagato non sono diversi da quelli di Paolo. Sono cose che hai fatto solo per ottenere delle benedizioni e sono tutte inutili. Sono la stessa cosa di quanto ha detto Paolo riguardo all’aver combattuto le battaglie e di aver portato a compimento quanto gli spettava, ottenendo alla fine delle benedizioni e una ricompensa: non c’è alcuna differenza. Stai percorrendo il cammino di Paolo; non stai perseguendo la verità. Credi che ciò a cui hai rinunciato, quanto hai speso, le tue sofferenze e i prezzi che hai pagato equivalgano alla pratica della verità, quindi quante verità hai compreso in questi anni? Quante verità realtà possiedi? In quante questioni hai salvaguardato gli interessi della casa di Dio? In quante situazioni ti sei schierato dalla parte della verità e di Dio? In quante delle tue azioni ti sei astenuto dal compiere il male o dal seguire la tua volontà perché possiedi un cuore che teme Dio? Queste sono tutte cose che le persone dovrebbero capire ed esaminare. Se non le esaminano, allora più a lungo credono in Dio e, in particolare, più a lungo compiono un dovere, e più pensano di aver fornito un contributo meritorio, che verranno senza dubbio salvate e che appartengono a Dio. Se un giorno verranno destituite, smascherate e scacciate, diranno: “Anche se non ho reso un servizio meritorio, almeno ho lavorato duramente, e anche se non ho lavorato duramente l’ho fatto almeno fino a che avevo le energie. Sulla base del fatto che ho sofferto e pagato dei prezzi per così tanti anni, la casa di Dio non dovrebbe destituirmi o trattarmi in questo modo. La casa di Dio non dovrebbe semplicemente liberarsi di me dopo tutto il mio lavoro!” Se sei realmente una persona che persegue la verità, non dovresti dire queste cose. Se sei una persona che persegue la verità, allora quante volte hai messo in pratica le disposizioni lavorative della casa di Dio meticolosamente e alla lettera? Quante ne hai attuate? Quanti aspetti del lavoro hai monitorato? Quanti ne hai controllati? Nell’ambito delle tue responsabilità e del tuo dovere, e all’interno della gamma di ciò che la tua levatura, la tua comprensione abilità e la tua comprensione della verità possono conseguire, quanto hai fatto del tuo meglio? Quali doveri hai svolto bene? Quante buone azioni hai preparato? Questi sono i criteri per testare se qualcuno persegue la verità oppure no. Se sei stato un disastro in tutte queste cose e non hai ottenuto alcun risultato, ciò dimostra che in questi anni hai sofferto e pagato dei prezzi nella speranza di ricevere delle benedizioni, e che non stai praticando la verità né sottomettendoti a Dio; tutto ciò che hai fatto lo hai fatto per te stesso, per il prestigio e le benedizioni, e non equivale a seguire la via di Dio. Allora, che cos’è tutto ciò che hai fatto? L’esito finale per le persone di questo genere non è forse lo stesso di Paolo? (Sì.) Tutte queste persone stanno percorrendo il cammino di Paolo, e naturalmente il loro esito sarà lo stesso di Paolo. Non pensare di aver fornito un contributo meritorio solo perché credi in Dio e hai rinunciato al tuo lavoro, alla tua famiglia e, in alcuni casi, anche ai tuoi figli piccoli. Non hai dato alcun contributo meritorio; sei semplicemente un essere creato, tutto ciò che fai lo fai per te stesso, e si tratta di cose che sei tenuto a fare. Saresti in grado di soffrire e pagare prezzi se non fosse per ricevere benedizioni? Saresti capace di rinunciare alla tua famiglia e al tuo lavoro? Non considerare la rinuncia alla tua famiglia, l’abbandono del tuo lavoro, la sofferenza e il pagamento di un prezzo come equivalenti al perseguire la verità e allo spenderti per Dio. Questo è solo ingannare te stesso.

Coloro che non accettano la verità, né assolutamente di essere potati e trattati, vengono esposti ed epurati uno per uno ogni volta che la casa di Dio attua una grande purificazione. Ad alcuni i cui problemi non sono troppo gravi viene permesso di rimanere sotto osservazione e viene data loro la possibilità di pentirsi dopo che sono stati smascherati. Altri, i cui problemi sono troppo gravi, rimangono incorreggibili nonostante le ripetute critiche, fanno sempre le stesse cose e ripetono i medesimi errori, e disturbano, intralciano e distruggono il lavoro della chiesa, motivo per cui alla fine vengono allontanati ed espulsi in base ai principi e non viene data loro più alcuna possibilità. Alcuni dicono: “Mi dispiace che non vengano concesse loro altre possibilità”. Non vengono forse date loro abbastanza possibilità? Costoro non hanno fede in Dio al fine di ascoltare le Sue parole, di accettare il castigo e il giudizio delle Sue parole, né di accettare la Sua purificazione e la Sua salvezza; gestiscono invece i propri affari personali. Dopo aver iniziato a svolgere il lavoro della chiesa o a eseguire vari doveri, cominciano a commettere malefatte di ogni tipo, creano intralci e disturbi, nonché ingenti danni al lavoro della chiesa e gravi perdite agli interessi della casa di Dio. Dopo aver dato loro ripetute possibilità e averli gradualmente scacciati da vari gruppi addetti allo svolgimento dei doveri, la casa di Dio assegna loro dei doveri nel gruppo del Vangelo, ma una volta approdati lì, costoro non si impegnano a fondo nel loro dovere e continuano a commettere vari tipi di malefatte, senza pentirsi né cambiare minimamente. A prescindere da come la casa di Dio condivida sulla verità, o da che tipo di disposizioni lavorative emetta, e anche se dà loro delle possibilità, degli avvertimenti e addirittura li tratta e li pota, tutto questo è inutile. Costoro non sono troppo insensibili, bensì troppo intransigenti. Naturalmente, questa intransigenza si esprime dal punto di vista della loro indole corrotta. Nella loro essenza, non sono persone, ma diavoli. Una volta entrati a far parte della chiesa, oltre a comportarsi come dei Satana, non fanno nulla di vantaggioso per il lavoro della casa di Dio e per quello della chiesa. Compiono solamente malefatte; vengono solo per disturbare e distruggere il lavoro della chiesa. Dopo aver guadagnato soltanto qualche persona predicando il Vangelo, sentono di possedere un capitale e di aver fornito un contributo meritorio e iniziano a riposare sugli allori, convinti di poter governare la casa di Dio come re, di poter dare ordini e prendere decisioni in qualsiasi aspetto del lavoro, e costringono gli altri a metterli in pratica e ad attuarli. Qualunque sia il modo in cui il Supremo condivide sulla verità o organizza il lavoro, costoro non lo prendono sul serio. In faccia ti dicono parole che suonano benissimo: “Le disposizioni lavorative della casa di Dio sono valide, sono esattamente ciò di cui abbiamo bisogno, hanno corretto le cose appena in tempo, altrimenti chissà di quanto avremmo deviato”. Ma appena si voltano dall’altra parte cambiano e iniziano a diffondere le loro idee personali. DiteMi, individui come questi sono davvero umani? (No.) Se non sono umani, cosa sono? In superficie, indossano uno strato di pelle umana, ma nell’essenza non fanno cose umane: sono demoni! Il ruolo che svolgono nella chiesa è specificamente quello di disturbare i vari aspetti del lavoro della casa di Dio. Disturbano qualsiasi lavoro compiano e non hanno mai ricercato la verità né i principi, non si sono mai attenuti alle disposizioni lavorative e non hanno mai agito in base a esse. Non appena acquisiscono un minimo di potere, lo mettono in mostra e spadroneggiano davanti al popolo eletto di Dio. Hanno tutti il volto di un demone e nessuna sembianza umana. Non hanno mai tutelato gli interessi della casa di Dio, bensì solo i propri interessi personali e il proprio prestigio. Qualunque livello di leadership ricoprano o qualsiasi aspetto del lavoro supervisionino, non appena il lavoro viene affidato loro, diventa di loro proprietà, è a loro che spetta l’ultima parola, e gli altri faranno meglio a evitare di svolgere dei controlli, di supervisionarlo o di seguirlo, e tanto meno dovrebbero pensare di intervenire. Non si tratta di veri e propri anticristi? (Sì.) E costoro vogliono comunque ottenere delle benedizioni! Ho due parole per descriverli: irragionevoli e irredimibili. Coloro che non perseguono la verità possono inciampare in qualsiasi ostacolo, e non andranno lontano. In passato, vi ho sempre detto: “Se riuscite a prestare servizio fino alla fine e a essere dei servitori leali, anche questo va benissimo”. Alcuni non amano la verità e non sono disposti a perseguirla. Che cosa si dovrebbe fare al riguardo? Costoro dovrebbero essere dei servitori. Se sei in grado di prestare servizio lavorando sodo, senza causare intralci o disturbi né compiere delle malefatte che poi ti portino a essere allontanato, e se riesci a garantire che non compirai il male e continuerai a prestare servizio fino alla fine, allora sarai in grado di sopravvivere. Anche se non potrai ricevere una grande quantità di benedizioni, almeno avrai prestato servizio durante il periodo dell’opera di Dio, sarai un servitore leale e alla fine Dio non ti riserverà un trattamento negativo. Ma in questo momento vi sono alcuni servitori davvero incapaci di prestare servizio fino alla fine. Perché? Perché non hanno uno spirito umano. Non esamineremo che tipo di spirito si portano dentro, ma quanto meno, a giudicare dal loro comportamento nel complesso, possiedono l’essenza di un diavolo, non quella di una persona. Non accettano affatto la verità e tanto meno la perseguono.

Dieci anni fa, quando non era stata fatta comunione su ogni aspetto della verità nel dettaglio, le persone non capivano cosa significasse perseguire la verità o gestire le cose in base alle verità principi. Alcuni agivano in base alla loro volontà, alle loro fantasie e nozioni, oppure seguivano le regole. Questo era giustificabile, poiché non capivano. Ma oggi, a distanza di dieci anni, anche se la nostra comunione sui diversi aspetti della verità non è ancora conclusa, le varie verità fondamentali che riguardano coloro che lavorano e compiono dei doveri sono state almeno spiegate chiaramente in termini di principi. Indipendentemente dal tipo di dovere che svolgono, coloro che possiedono cuore e spirito, che amano la verità e che sono in grado di perseguirla, dovrebbero riuscire a mettere in pratica parte delle verità principi affidandosi alla loro coscienza e alla loro ragione. Le persone non sono in grado né all’altezza di raggiungere le verità più elevate e profonde, e non sanno discernere l’essenza di alcuni problemi o le essenze inerenti alla verità, ma dovrebbero essere in grado di mettere in pratica le verità che sono capaci di acquisire e che sono state espressamente stabilite. Come minimo, dovrebbero essere in grado di attenersi alle disposizioni lavorative che sono state espressamente stabilite dalla casa di Dio, di attuarle e di diffonderle. Tuttavia, coloro che sono dei demoni non sono in grado nemmeno di fare queste cose. Sono il tipo di individui anche incapaci di prestare servizio fino alla fine. Quando le persone non riescono a prestare servizio fino alla fine, significa che saranno gettate giù dal treno a metà del viaggio. Perché saranno gettate giù dal treno? Se stessero tranquillamente sedute nella loro carrozza, a dormire, tranquille, o addirittura a godersela, a meno che non disturbassero gli altri o l’avanzare dell’intero treno, chi avrebbe il coraggio di buttarle giù dalla carrozza? Nessuno. Se sapessero davvero prestare servizio, nemmeno Dio le butterebbe giù dalla carrozza. Ma ora impiegare queste persone per un servizio comporterebbe più perdite che guadagni. I vari aspetti del lavoro della casa di Dio hanno subito perdite troppo grandi a causa dei disturbi da loro provocati. Costoro causano troppe preoccupazioni! Non comprendono la verità, a prescindere da come venga condivisa, e dopo compiono comunque delle cattive azioni. Interagire con queste persone significa davvero dover parlare all’infinito e a provare una rabbia continua. Il punto cruciale è che costoro hanno compiuto troppo male e arrecato perdite eccessive al lavoro della casa di Dio di espansione del Vangelo. In quel minimo di doveri che svolgono, non fanno altro che causare intralci e disturbi, e le perdite che causano al lavoro della casa di Dio sono irreparabili. Queste persone compiono ogni genere di cattive azioni. Mentre si trovano tra i membri ordinari della chiesa, fanno tutto quello che vogliono, sperperano le offerte, gonfiano il numero di persone che hanno guadagnato diffondendo il Vangelo e si servono degli altri in modo inappropriato. Impiegano esclusivamente persone malvagie, persone confuse e persone che compiono malefatte senza freni. Non ascoltano i suggerimenti di nessuno e opprimono e puniscono chiunque esprima un’opinione. Nella loro sfera di competenza, le parole, i requisiti e le disposizioni lavorative di Dio non vengono attuati, bensì ignorati. Costoro diventano dei prepotenti e dei despoti locali; diventano dei tiranni. DiteMi, si possono tenere persone come queste? (No.) Attualmente, alcuni sono stati destituiti, avvenimento a seguito del quale parlano di “sottomettersi alle disposizioni della casa di Dio” per dimostrare di essere così nobili e obbedienti e di perseguire a fondo la verità. Affermando questo, intendono che non hanno nulla da dire su qualsiasi cosa faccia la casa di Dio e che sono disposti a sottomettersi alle sue disposizioni. Si dicono disposti a sottomettersi alle disposizioni della casa di Dio: allora perché hanno compiuto tanto male, motivo per cui la chiesa li ha destituiti? Perché non lo capiscono? Perché non ne hanno dato conto? Mentre lavoravano, hanno arrecato vari tipi di problemi e perdite al lavoro della casa di Dio: non devono forse aprirsi e mettersi a nudo a questo proposito? La questione è forse chiusa se semplicemente evitano di parlarne? Dicono di volersi sottomettere alle disposizioni della casa di Dio, mostrando così quanto sono nobili e grandi: è solo una finzione e un inganno! Se stanno imparando a sottomettersi alle disposizioni della casa di Dio, perché non si sono sottomessi alle precedenti? Perché non le hanno attuate? Cosa stavano facendo allora? A chi obbediscono veramente? Perché non rendono conto di questo? Chi è il loro signore? Hanno portato a termine ogni aspetto del lavoro disposto dalla casa di Dio? Hanno ottenuto risultati? Il loro lavoro riuscirebbe a superare un esame scrupoloso? Come compenseranno le perdite che le loro malefatte senza freni hanno causato al lavoro della casa di Dio? La questione non merita forse di essere discussa? Possono limitarsi ad affermare che si sottometteranno alle disposizioni della casa di Dio e nient’altro? DiteMi, simili individui possiedono umanità? (No.) Sono privi di umanità, di ragione e di coscienza, e non hanno alcuna vergogna! Non si rendono conto di aver compiuto così tanto male e di aver arrecato perdite tanto gravi alla casa di Dio. Hanno causato così tanti intralci e disturbi senza provare alcun rimorso, non si sentono minimamente in debito e non lo riconoscono affatto. Se tenti di attribuire loro delle responsabilità, ti diranno: “Non sono stato l’unico a farlo”; hanno le loro scuse. Ciò che intendono dire è che le punizioni non possono essere applicate se tutti sono colpevoli e che, poiché tutti hanno compiuto il male, loro non dovrebbero essere ritenuti singolarmente responsabili. Questo è sbagliato. Devono rendere conto del male che hanno compiuto, ogni individuo deve rendere conto del male che ha compiuto. Devono sottomettersi alle disposizioni della casa di Dio e affrontare correttamente i loro problemi. Se possiedono questo atteggiamento, possono ottenere un’altra possibilità e rimanere, ma non possono sempre compiere il male! Se non c’è consapevolezza nella loro coscienza, se non si rendono minimamente conto di essere in debito con Dio e non si pentono affatto, dal punto di vista umano si può dare loro una possibilità, permettere che continuino a svolgere i loro doveri e non ritenerli responsabili, ma in che modo Dio valuta la cosa? Se non li ritengono responsabili gli uomini, allora non lo farà nemmeno Dio? (No, non è così.) Dio tratta tutte le persone e le cose secondo principi. Egli non scenderà a compromessi con te e non appianerà le cose, non assumerà un atteggiamento compiacente come fai tu. Dio ha dei principi, possiede un’indole giusta. Se violi i principi e i decreti amministrativi della casa di Dio, la chiesa e la casa di Dio devono trattarti in base ai principi e a quanto stabilito dai decreti amministrativi. Per quanto riguarda le conseguenze del fatto che hai offeso Dio, in realtà nel tuo cuore sai come Dio ti valuta o ti tratta. Se davvero tratti Dio come Dio, dovresti presentarti al Suo cospetto per confessarti, ammettere i tuoi peccati e pentirti. Se non hai questo atteggiamento, allora sei un miscredente, un diavolo, un nemico di Dio, e dovresti essere maledetto! A che scopo allora ascolti i sermoni? Dovresti andartene; non meriti di ascoltare i sermoni! Le verità vengono pronunciate perché i normali esseri umani corrotti possano ascoltarle; anche se hanno un’indole corrotta, costoro possiedono la determinazione e la volontà di accettare la verità, sono in grado di riflettere su sé stessi ogni volta che accade loro qualcosa, e sanno confessarsi, pentirsi e cambiare rotta quando fanno qualcosa di sbagliato. Queste persone possono essere salvate ed è per loro che le verità vengono pronunciate. Gli individui che, qualunque cosa accada loro, non hanno un atteggiamento di pentimento non sono normali esseri umani corrotti, bensì qualcosa di completamente diverso; hanno l’essenza di un diavolo, non quella di una persona. Magari neanche i normali esseri umani corrotti perseguono la verità, ma loro di solito, in base alla loro coscienza, a quel briciolo di senso di vergogna che la loro normale umanità possiede e a quel poco di ragione che hanno, si astengono dal compiere azioni cattive e non hanno intenzione di causare deliberatamente intralci e disturbi. In circostanze normali, queste persone sono capaci di prestare servizio, di seguire fino alla fine e di riuscire a sopravvivere. C’è invece un tipo di individui che non possiedono coscienza né ragione, che non hanno alcun senso dell’onore o della vergogna, che a prescindere da quanto male facciano non provano rimorso nel cuore, e che si nascondono spudoratamente all’interno della casa di Dio, nella speranza di ricevere comunque benedizioni e non sapendo pentirsi. Quando qualcuno dice loro: “Con questa tua azione hai provocato intralcio e disturbo”, costoro rispondono: “Davvero? Allora ho commesso un errore; la prossima volta farò meglio”. L’interlocutore replica: “Allora dovresti acquisire conoscenza della tua indole corrotta”, e loro: “Quale indole corrotta? Mi sono semplicemente comportato da ignorante e da sciocco. La prossima volta farò meglio”. Non hanno una comprensione profonda e si limitano a ingannare gli altri con le loro parole. Coloro che possiedono questo atteggiamento possono mai pentirsi? Non hanno la minima vergogna: non sono persone! Alcuni dicono: “Se non sono persone, allora sono bestie?” Sono bestie, ma inferiori persino ai cani. Pensaci: quando un cane fa qualcosa di sbagliato o si comporta male, se lo rimproveri una volta, si sentirà subito in colpa e manterrà nei tuoi confronti un atteggiamento dolce, come a dire: “Per favore, non odiarmi, non lo farò mai più”. Quando si presenterà di nuovo una situazione del genere, il cane ti guarderà deliberatamente per dirti: “Tranquillo, non lo rifarò”. Non importa se ha paura di essere picchiato o se cerca di conquistarsi il favore del padrone; comunque tu la veda, quando un cane sa che al padrone una cosa non piace o che egli la proibisce, allora non la fa. È in grado di porsi dei freni, possiede senso di vergogna. Anche gli animali hanno il senso della vergogna, mentre questi individui no. Quindi, sono comunque persone? Sono ancora meno che animali; pertanto, sono cose disumane e non sono esseri viventi, bensì veri e propri diavoli. Per quanto male compiano, non riflettono mai su sé stessi né si confessano, e di certo sono incapaci di pentirsi. Ci sono persone che per aver compiuto un po’ di male si vergognano di guardare in faccia i fratelli e le sorelle, e se durante le elezioni vengono scelte dicono: “Non accetterò questo dovere, non dispongo dei requisiti. In passato ho fatto delle sciocchezze che hanno causato delle perdite al lavoro della chiesa. Non merito questo incarico”. Le persone di questo tipo possiedono senso di vergogna, coscienza e ragione. I malvagi, invece, non hanno alcun senso della vergogna. Se chiedi loro di diventare leader, subito si fanno avanti e dicono: “Guarda! Cosa ne pensi di questo? La casa di Dio non può fare a meno di me. Sono eccellente, sono molto capace!” DimMi, non è forse difficile far provare della vergogna a costoro? Quanto è difficile? È più difficile che scalare le pareti del passo Shanhai in Cina: sono del tutto privi di vergogna! A prescindere da quanto male compiano, continuano senza vergogna a passare le loro giornate in ozio all’interno della chiesa. Non sono mai stati umili nelle loro interazioni con i fratelli e le sorelle, continuano a vivere come hanno sempre fatto e addirittura di tanto in tanto si vantano delle loro “grandi conquiste”, delle rinunce che hanno compiuto in passato, di quanto si sono spesi, delle sofferenze subite e dei prezzi che hanno pagato, e della loro passata “gloria e grandezza”. Appena ne hanno l’occasione, subito si fanno avanti per far sfoggio di sé e vantarsi, parlando dei loro capitali e mettendo in mostra le loro qualifiche, ma non parlano mai di quanto male hanno compiuto, di quante offerte di Dio hanno sperperato o di quante perdite hanno causato al lavoro della casa di Dio. Non si confessano nemmeno quando pregano Dio in privato e non versano mai una lacrima per gli errori commessi o le perdite arrecate alla Sua casa. Ecco quanto sono intransigenti e privi di vergogna. Non sono completamente irragionevoli e irredimibili? (Sì.) Sono irredimibili e non possono essere salvati. Per quanto tu dia loro delle possibilità, è come parlare al muro, o voler far salire un’anatra su un trespolo, o chiedere ai diavoli e a Satana di adorare Dio. Perciò, quando si tratta di questi individui, alla fine l’atteggiamento della casa di Dio è quello di rinunciare a loro. Se sono disposti a compiere dei doveri, possono farlo, la casa di Dio darà loro una piccola possibilità. Se non sono disposti a svolgere i loro doveri e dicono: “Me ne andrò a lavorare, guadagnerò e mi godrò i miei giorni; gestirò i miei affari personali”, possono farlo benissimo; la porta della casa di Dio è aperta, possono andarsene quanto prima! Non voglio più vedere le loro facce, sono così disgustose! A che scopo stanno fingendo? Quel poco di sofferenza che hanno sopportato, il minimo prezzo che hanno pagato e i loro piccoli sacrifici e rinunce erano solo delle condizioni che hanno predisposto per poter poi compiere il male. Se rimangono nella casa di Dio, che tipo di servizio possono renderle? Quali benefici possono apportare al lavoro della casa di Dio? Hai una qualche idea di quanto intralcio e disturbo possano arrecare al lavoro della chiesa le azioni malvagie e le cose cattive compiute da una sola persona malvagia, da un solo anticristo, nell’arco di sei mesi? DimMi, quanti fratelli e sorelle dovranno lavorare per porvi rimedio? Impiegare questa persona malvagia, questo anticristo, perché presti un minimo servizio, non è forse qualcosa che non vale la pena fare? (Sì.) Non parleremo dell’entità delle perdite che possono essere causate da una cricca di anticristi che si aggregano per compiere il male, ma quanto danno può arrecare al lavoro della chiesa una sola affermazione falsa e diabolica pronunciata da un anticristo, o un solo ordine assurdo emesso da un anticristo? DimMi, quante persone dovranno lavorare, e per quanto tempo, per porvi rimedio? Chi si assumerà la responsabilità di tale perdita? Nessuno può! Si tratta di una perdita che può essere compensata? (No.) Alcuni dicono: “Se troviamo altre persone che ci aiutino e i fratelli e le sorelle sopportano un po’ più di sofferenza, potremmo riuscire a compensarla”. Potreste anche essere in grado di porvi parzialmente rimedio, ma quanta manodopera e quante risorse materiali dovrà investire la casa di Dio? In particolare, chi può compensare il tempo perso e le perdite che il popolo eletto di Dio ha subito in termini di ingresso nella vita? Nessuno. Pertanto, i torti perpetrati dagli anticristi non possono essere perdonati! Alcuni dicono: “Gli anticristi hanno detto: ‘Compenseremo il denaro perso’”. Certo che devono farlo! “Gli anticristi hanno detto: ‘Porteremo nella chiesa altre persone per compensare quelle che abbiamo perso’”. È il minimo che possano fare. Devono rimediare al male che hanno commesso! Ma chi compenserà il tempo perduto? Loro ne sono forse capaci? È impossibile farlo. Quindi, i torti perpetrati da queste persone sono i più atroci tra i peccati! Non possono essere perdonati. DimMi, non è forse così? (Sì.)

Quando vedono che la casa di Dio tratta gli anticristi in modo alquanto severo, non dando loro un’altra possibilità e allontanandoli direttamente, alcuni hanno in merito qualche pensiero: “La casa di Dio non ha forse detto che concede alle persone delle possibilità? Quando qualcuno commette un piccolo errore, la casa di Dio non lo vuole più? Non gli concede un’altra possibilità? Dovrebbe farlo; la casa di Dio è troppo poco amorevole!” DiteMi, quante possibilità sono state date a costoro? Quanti sermoni hanno ascoltato? Sono state concesse loro troppo poche possibilità? Quando lavorano, non sanno che stanno compiendo dei doveri? Non sanno che stanno diffondendo il Vangelo e svolgendo il lavoro della casa di Dio? Non sanno queste cose? Stanno forse gestendo un’attività, un’azienda o una fabbrica? Stanno gestendo una loro impresa personale? Quante possibilità la casa di Dio ha concesso a questi individui? Ciascuno di loro ha avuto molte possibilità. Qualcuno di quelli che sono stati trasferiti dai vari gruppi a un gruppo del Vangelo è stato forse rimosso dopo esservi restato soltanto un paio di giorni? Non è capitato a nessuno di loro, a meno che il male che avevano compiuto non fosse troppo grave, caso in cui sono stati rimossi. A ognuno di loro sono state date sufficienti possibilità, solo che questi individui non sanno farne tesoro né pentirsi. Fanno le cose a modo loro, percorrendo sempre il cammino di Paolo. Pronunciano parole molto piacevoli e chiare, ma non si comportano da esseri umani. A simili individui andrebbero ancora concesse delle possibilità? (No.) Quando è stata data loro una possibilità, sono stati trattati come esseri umani, ma non lo sono. Non fanno le cose che fanno gli esseri umani; quindi, spiacente, la porta della casa di Dio è aperta: possono benissimo andarsene. La casa di Dio non li impiegherà più. La casa di Dio ha libertà in merito all’impiego degli individui, possiede questo diritto. Sarà forse un problema se la casa di Dio non li impiega? Se vogliono credere, possono farlo al di fuori. In ogni caso, la casa di Dio non li userà; non può, poiché causano troppe preoccupazioni! Hanno arrecato perdite troppo gravi alla casa di Dio, e nessuno può compensarle; loro non potrebbero permetterselo! Non è che siano sfortunati, non è che la casa di Dio non abbia dato loro una possibilità, non è che la casa di Dio non sia amorevole e sia stata troppo dura con loro, e certamente non è che la casa di Dio si stia sbarazzando di loro dopo che hanno portato a termine il loro lavoro. È che queste persone hanno passato la misura, non potevano più essere tollerate e non potevano rendere conto di ciò che avevano fatto. Per ogni aspetto del lavoro, la casa di Dio ha fornito dei principi lavorativi e il Supremo ha provveduto personalmente alla guida, ai controlli e alle correzioni. Non è che la casa di Dio e il Supremo abbiano semplicemente tenuto un paio di riunioni o detto qualche parola; hanno pronunciato molte parole e tenuto molte riunioni, esortando seriamente le persone, e alla fine ciò che hanno ottenuto in cambio è stato l’inganno, con la conseguenza ultima che il lavoro della chiesa è stato intralciato e disturbato ed è precipitato nel caos totale. DiteMi, chi sarebbe ancora disposto a dare a costoro una possibilità? Chi sarebbe disposto a tenerli nella chiesa? Sono capaci di compiere il male senza alcun freno, ma di certo non proibiscono alla casa di Dio di gestirli secondo i principi, giusto? Gestirli in questo modo non dovrebbe essere considerato una mancanza di amorevolezza, bensì possedere dei principi. L’amore viene dato a coloro che possono riceverlo, alle persone ignoranti che possono essere perdonate; non viene dato ai malvagi, ai diavoli o a coloro che causano deliberatamente intralci e disturbi, non viene dato agli anticristi. Gli anticristi meritano solo di essere maledetti! Perché questo? Perché, per quanto male facciano, non si pentono, non si confessano e non cambiano; competono con Dio fino alla fine. Si presentano davanti a Lui dicendo: “Quando morirò, morirò in piedi. Sono inflessibile. Quando mi presenterò davanti a Te, non mi inginocchierò né mi inchinerò. Non ammetterò la sconfitta!” Che razza di cosa è questa? Persino in punto di morte insistono col dire: “Continuerò a opporre resistenza alla casa di Dio fino alla fine. Non confesserò i miei peccati: non ho fatto nulla di male!” Va bene: se non hanno fatto nulla di male, possono andarsene. La casa di Dio non li impiegherà. Sarà forse un problema se non lo farà? Assolutamente no! Alcuni dicono: “Se la casa di Dio non impiega me, allora non c’è nessuno che possa impiegare”. Costoro dovrebbero guardare se davvero non c’è nessuno: il lavoro della casa di Dio si basa forse sulle persone? Senza l’opera dello Spirito Santo e senza la protezione di Dio, chi avrebbe potuto arrivare al punto in cui si trova oggi? Quale aspetto del lavoro avrebbe potuto essere mantenuto fino a oggi? Costoro pensano forse di trovarsi nel mondo secolare? Se un qualsiasi gruppo del mondo secolare perde la tutela da parte di una squadra di individui talentuosi o dotati, non è in grado di portare a termine nessuno dei suoi progetti. Il lavoro della casa di Dio è diverso. È Dio che lo tutela, lo conduce e lo guida. Non pensiate che il lavoro della casa di Dio dipenda dal sostegno di un qualsiasi individuo. Non è così, e questo è un punto di vista da miscredenti. Ritenete opportuno che la casa di Dio abbandoni persone malvagie come gli anticristi e i miscredenti? (Sì.) Perché è opportuno? Perché utilizzare queste persone per compiere il lavoro genera perdite troppo grandi; costoro sperperano senza freni risorse umane ed economiche e non hanno alcun principio. Non ascoltano la parola di Dio e agiscono interamente in base alle loro ambizioni e ai loro desideri personali. Non rispettano affatto le parole di Dio né le disposizioni lavorative della Sua casa, ma quando un anticristo dice qualcosa hanno massimo rispetto delle sue parole e praticano in base a esse. Ho saputo che c’era uno sciocco che si trovava in Europa ma lavorava a incarichi che avevano sede in Asia. La casa di Dio ha annunciato che lo avrebbe trasferito a lavorare alla diffusione del Vangelo in Europa, per evitargli la differenza di fuso orario, ma lui si è rifiutato e non è tornato a lavorare a incarichi aventi sede in Europa, nemmeno quando la casa di Dio ha disposto in tal senso, poiché l’anticristo che egli adorava si trovava in Asia e lui non era disposto ad abbandonare il suo signore. Costui non è forse uno sciocco? (Sì.) DiteMi, quest’individuo è degno di compiere il suo dovere? Lo vogliamo con noi? Le disposizioni lavorative emanate dalla casa di Dio erano appropriate. Se ti trovi in Europa, allora dovresti lavorare a compiti che hanno sede in Europa, e non in Asia. Qualunque sia il continente in cui risiedi, è lì che dovresti svolgere i tuoi incarichi, evitando così di avere a che fare con la differenza di fuso orario: è una cosa meravigliosa! Eppure quell’individuo si è rifiutato di farlo. Le parole della casa di Dio non hanno avuto effetto su di lui; la casa di Dio non è riuscita a convincerlo a trasferirsi, costui aveva bisogno che fosse il suo signore a decidere. Se il suo signore gli avesse detto: “Torna a lavorare agli incarichi aventi sede in Europa”, lui lo avrebbe fatto. Se il suo signore gli avesse detto: “Non puoi tornare a lavorare agli incarichi aventi sede in Europa, ho bisogno che lavori su quelli aventi sede qui in Asa”, lui avrebbe risposto: “Allora non posso tornare a occuparmi dell’Europa”. Per chi prestava servizio? (Per il suo signore.) Prestava servizio per il suo signore, un anticristo. Non avrebbe quindi dovuto essere espulso insieme al suo signore? Non avrebbe dovuto essere scacciato? (Sì.) Perché sono così arrabbiato con individui come questi? Perché compiono troppo male; chiunque si infurierebbe venendolo a sapere. Costoro tentano del tutto deliberatamente di ingannare Dio: è una cosa troppo maligna! DiteMi, perché sono così arrabbiato con tali individui? (Dichiarano di credere in Dio, ma in realtà danno ascolto ai loro signori. Non seguono Dio e non si sottomettono a Lui veramente.) Si sono dedicati con tutti sé stessi a seguire i diavoli e i Satana. Il fatto che affermino di seguire Dio è solo una facciata. Seguono e servono Satana con il pretesto di seguire Dio e di spendersi per Lui e, alla fine, vogliono comunque ottenere da Lui ricompense e benedizioni. Non è una cosa del tutto spudorata? Non è del tutto irragionevole e al di là di ogni redenzione? (Sì.) DiteMi, la casa di Dio terrebbe mai persone come queste? (No.) Allora qual è il modo giusto di trattarle? (Espellerle, e con loro i loro signori.) Costoro amano seguire i loro signori e sono più che risoluti a lavorare per loro fino alla morte; durante l’adempimento dei loro doveri, non salvaguardano gli interessi della casa di Dio, non compiono i loro doveri vivendo davanti a Dio e servono i loro signori all’interno di una cricca di anticristi: questa è l’essenza del loro lavoro. Pertanto, qualunque cosa facciano non sarà commemorata. Persone come queste andrebbero espulse, non sono nemmeno degne di prestare servizio! Quindi, pensate che tali individui si rivelino così solamente perché incontrano persone malvagie o perché svolgono questo tipo di lavoro? Sono influenzati dall’ambiente in cui vivono, oppure fuorviati dai malvagi? (Nessuna delle due.) Allora perché sono così? (Sono individui di questo genere nella loro natura essenza.) Possiedono la stessa natura essenza dei loro signori anticristi. Appartengono alla medesima categoria di persone. Possiedono hobby, pensieri e punti di vista comuni, nonché gli stessi mezzi e metodi di agire; hanno una lingua comune e lo stesso cammino di perseguimento, e condividono gli stessi desideri, intenti e metodi di pratica con cui tradiscono Dio e disturbano il lavoro della Sua casa. Pensateci: condividono lo stesso atteggiamento nei confronti delle disposizioni lavorative della casa di Dio, che consiste nel mentire ai loro superiori e nel nascondere le cose ai loro sottoposti. Adottano delle politiche per chi sta sopra di loro e delle strategie per chi hanno sotto. Con i superiori si comportano esteriormente in modo del tutto obbediente, mentre con i loro sottoposti compiono il male senza il minimo freno. Condividono gli stessi modi e metodi. Quando il Supremo li tratta, dicono: “Ho commesso un errore, ho sbagliato, sono una cattiva persona, sono disobbediente, sono un diavolo!” E poi si voltano dall’altro parte e dicono: “Non attuiamo le disposizioni lavorative emanate dal Supremo!” Dopodiché, fanno semplicemente a modo loro. Quando predicano il Vangelo, si limitano a sbrigarsela, gonfiano i numeri e ingannano la casa di Dio. Ecco quali sono i metodi di queste cricche di anticristi. Approcciano sempre le disposizioni lavorative adottando le loro strategie e i loro metodi: i loro volti demoniaci non sono forse stati rivelati? Sono degli esseri umani? No, non lo sono: sono demoni! Noi non interagiamo con i demoni, quindi mandiamoli via quanto prima. Non voglio vedere i loro volti demoniaci; dovrebbero andarsene! Chi è disposto a prestare servizio può essere mandato nel gruppo B, chi non è disposto a prestare servizio può essere espulso. Tale linea d’azione è giusta? (Sì.) È la linea d’azione più appropriata! Costoro possiedono tutti la medesima essenza; perciò, quando parlano e agiscono di concerto, lo fanno con estrema naturalezza, e quando fanno le cose insieme raggiungono un livello incredibile di coesione e di tacita intesa. Non appena questi signori aprono bocca, qualunque cosa diabolica dicano, i loro seguaci si pronunciano immediatamente d’accordo e, in cuor loro, si sentono persino orgogliosi, pensando: “Hai ragione, facciamo così! Le disposizioni lavorative del Supremo sono troppo esigenti, non possiamo fare le cose in quel modo”. Per quanto chiaramente o dettagliatamente le disposizioni lavorative del Supremo vengano formulate, costoro non le attuano, e invece prestano ascolto a ciò che dicono i diavoli e i Satana, a prescindere da quanto distorto o assurdo sia. Per chi prestano servizio, dunque? Simili individui possono prestare servizio nella casa di Dio fino alla fine? (No.) Non possono prestare servizio fino alla fine. Che Dio Si mostri paziente verso un essere umano o verso l’agire di un demonio, c’è sempre un limite. Egli mostra tolleranza verso le persone nella misura più ampia possibile ma, quando si arriva a un certo punto, smaschera chi va smascherato e scaccia chi va scacciato. Quando si arriva a questo punto, tali individui sono giunti alla fine del cammino. Non è semplicemente perché non perseguono o non amano la verità, ma perché la loro natura essenza è ostile alla verità. Pensaci: ogni volta che parli di cose positive, di comprensione pura o di principi conformi alla verità, costoro non ti ascoltano. Più le tue parole sono pure, peggio si sentono. Non appena inizi a parlare delle verità principi, diventano inquieti e trovano delle scuse per deviare la conversazione altrove, per spostare l’attenzione o semplicemente per andare a bere un po’ d’acqua. Non appena condividi sulla verità o parli della conoscenza che hai di te stesso, provano repulsione e non vogliono ascoltare. Ed ecco che, se non hanno bisogno di andare in bagno, hanno sete o fame, o magari sonno, o devono fare una telefonata oppure occuparsi di qualcosa. Hanno sempre una scusa e non riescono a restare fermi lì. Se utilizzi i loro metodi e parli delle loro affermazioni e dei loro approcci che non fanno altro che provocare intralci e disturbi, allora si rianimano e non smetterebbero mai di parlarne. Se non condividi con loro un linguaggio comune, provano avversione nei tuoi confronti e ti evitano. Questi sono i tipici diavoli! Vi sono alcune persone che a tutt’oggi non sanno ancora discernere questo tipo di demoni e pensano che si tratti semplicemente di individui che non perseguono la verità. Come possono essere così ingenue? Come possono dire queste cose da ignoranti? Si tratta semplicemente di individui che non perseguono la verità? No, sono demoni malvagi e provano per la verità un estremo disgusto. Si comportano piuttosto bene durante le riunioni, ma è tutto falso. In realtà, ascoltano davvero i contenuti su cui si fa comunione o le parole di Dio che vengono lette nelle riunioni? Quante parole ascoltano davvero? Quante ne accettano? A quante sanno obbedire? Non sono nemmeno capaci di parlare delle dottrine più semplici e comuni. Quando si tratta di simili individui, non importa per quanto tempo lavorino o quale livello di leader o di supervisore ricoprano: non sanno comunque predicare sermoni né parlare delle loro esperienze. Se qualcuno dice loro: “Parla un po’ delle tue conoscenze su qualcosa. Non è necessario che tu ne abbia fatta esperienza, limitati a parlare della conoscenza e della comprensione che ne hai”, costoro non riusciranno ad aprire la bocca, che sarà come sigillata, e non sapranno nemmeno parlare di alcune dottrine. Se riusciranno a costringersi a dire qualche parola in merito, appariranno impacciati e inesperti. Alcuni fratelli e sorelle dicono: “Perché, quando predicano i sermoni, alcuni leader sembrano degli insegnanti che leggono un testo ai bambini? Perché suonano così impacciati e inesperti?” Questo si chiama non essere capaci di predicare sermoni. E perché costoro non sono in grado di predicarne? Perché sono privi della verità realtà. Qual è il motivo? È che non accettano la verità, nel loro cuore provano per essa disgusto e oppongono resistenza a qualsiasi principio o affermazione della verità. Stiamo dicendo che oppongono resistenza, ma tu potresti non riuscire a vederlo esteriormente, quindi come puoi capire che oppongono resistenza? Qualunque sia il modo in cui la casa di Dio condivide sulla verità, costoro nel loro cuore la negheranno e la rifiuteranno e proveranno per essa un’incredibile repulsione. Indipendentemente dal modo in cui gli altri fanno comunione sulla conoscenza della verità, costoro penseranno: “Magari tu ci credi, ma io no”. In che modo valutano se qualcosa è la verità? Fintanto che si tratta di qualcosa che ritengono buono e giusto, penseranno che sia la verità. Se c’è un’affermazione che non gradiscono, per quanto giusta sia, non la considereranno verità. Pertanto, se guardiamo alla radice della questione, nel profondo del loro cuore si oppongono alla verità, ne sono disgustati e la odiano. La verità non ha alcun posto nel loro cuore: la disprezzano. Alcuni potrebbero non discernerlo e dire: “Solitamente non li sento pronunciare alcuna parola di insulto nei confronti di Dio né di bestemmia a danno della verità, e neppure in violazione delle verità principi”. Ebbene, c’è un dato di fatto che possono constatare: ogni dettaglio specifico stabilito dalle disposizioni lavorative della casa di Dio è necessario e viene proposto per proteggere gli interessi dell’opera di Dio, il progresso della vita del Suo popolo eletto, il regolare ordine della vita della chiesa e la normale espansione dell’evangelizzazione. L’obiettivo delle disposizioni lavorative in ogni periodo di tempo, così come dell’impiego, dell’organizzazione e della modifica di ogni aspetto del lavoro nello specifico, è quello di proteggere il normale sviluppo del lavoro della casa di Dio e, ancor di più, di aiutare i fratelli e le sorelle a comprendere le verità principi e ad avervi accesso. Per essere più precisi, si può dire che queste cose portano i fratelli e le sorelle davanti a Dio e li aiutano a entrare nelle verità realtà, che queste cose guidano e sollecitano ogni persona, tenendola per mano e nel contempo fornendole insegnamenti, sostegno e supporto. Riguardo all’attuazione delle disposizioni lavorative, sia che si tratti di tenere una comunione specifica su questo tema durante le riunioni, sia che si tratti di diffonderlo oralmente, lo scopo è mettere il popolo eletto di Dio in condizione di sperimentare l’opera di Dio e di ottenere un vero ingresso nella vita, e le disposizioni lavorative sono sempre di beneficio all’ingresso nella vita del popolo eletto di Dio. Non c’è una sola disposizione che sia dannosa per il lavoro della casa di Dio o per l’ingresso nella vita del popolo eletto di Dio, e nessuna di esse crea disturbo o distruzione. Eppure gli anticristi non le rispettano mai, né le mettono in pratica. Al contrario, le disprezzano, ritenendole troppo semplicistiche e insignificanti, non così rimarchevoli come invece sarebbe la loro maniera di lavorare, e sono convinti che svolgendo il lavoro in quel modo non riceveranno maggiori benefici in termini di fama, prestigio e reputazione. Di conseguenza, non prestano mai ascolto alle disposizioni lavorative, non le accettano, e tanto meno le attuano. Fanno invece le cose a modo loro. Alla luce di questo, diteMi, gli anticristi sono semplicemente individui che non perseguono la verità? Da ciò si capisce chiaramente che odiano la verità. Stiamo dicendo che odiano la verità eppure tu non ne hai discernimento; tuttavia, puoi comprenderlo osservando il modo in cui gli anticristi approcciano l’attuazione delle disposizioni lavorative. È oltremodo chiaro che, quando si tratta del modo di approcciare le disposizioni lavorative, i falsi leader e i falsi lavoratori al massimo si limitano a sbrigarsela, a menzionarle una volta e basta. Non eseguono il controllo e il monitoraggio successivi, né il lavoro specifico in modo adeguato. È così che si comportano i falsi leader. Ma essi sono almeno capaci di attuare le disposizioni lavorative, di attenervisi meccanicamente. Gli anticristi invece non sanno fare nemmeno questo; semplicemente si rifiutano di accettarle o di metterle in pratica, e agiscono a modo loro. Che cosa considerano? Prestigio, fama e reputazione personali. Considerano se il Supremo li apprezza o meno, quanti fratelli e sorelle li sostengono, nel cuore di quante persone hanno un posto, sul cuore di quante persone dominano, controllandole, e quante persone hanno in pugno. Sono queste le cose di cui si preoccupano. Non considerano mai come irrigare o rifornire i fratelli e le sorelle che stanno ponendo le fondamenta sulla vera via, e di certo non considerano come procede l’ingresso nella vita dei fratelli e delle sorelle, come questi stanno svolgendo i loro doveri, che si tratti della diffusione del Vangelo o di altri doveri, o se fratelli e sorelle sappiano agire secondo i principi, e non si sono mai preoccupati di come condurli al cospetto di Dio. Non hanno alcun interesse per queste cose. Tutti questi fatti non sono forse davanti ai vostri occhi? Non sono queste le manifestazioni che potete spesso riscontrare negli anticristi? Questi fatti non sono forse una prova sufficiente del fatto che odiano la verità? (Sì.) In ogni momento, le uniche cose che interessano a un anticristo sono il prestigio, la fama e la reputazione. Supponiamo che tu metta un anticristo a capo della vita della chiesa, per permettere ai fratelli e alle sorelle di vivere una vita di chiesa adeguata e aiutarli a comprendere la verità e a gettare le loro fondamenta mentre vivono la vita della chiesa, a possedere autentica fede in Dio, a presentarsi al Suo cospetto e ad acquisire la capacità di vivere in modo indipendente e la fede per svolgere i loro doveri. In questo modo, il lavoro della casa di Dio di espansione del Vangelo avrebbe delle forze di riserva e si potrebbero assegnare sempre più evangelizzatori di talento allo svolgimento dei loro doveri nell’espansione del Vangelo. È così che penserebbe un anticristo? Non penserebbe assolutamente in questo modo. Direbbe: “Che importanza ha la vita della chiesa? Se tutti vivono la vita della chiesa con tutto il cuore e leggono le parole di Dio, e se tutti comprendono la verità, chi ascolterà i miei ordini? Chi si interesserà a me? Chi mi presterà attenzione? Non posso permettere che tutti si concentrino sempre sulla vita di chiesa o che ne siano ossessionati. Se tutti leggono sempre le parole di Dio e si presentano al Suo cospetto, chi rimarrà intorno a me?” Non è forse questo l’atteggiamento di un anticristo? (Sì.) Gli anticristi pensano che, concentrandosi sul rifornire i fratelli e le sorelle nell’acquisizione della verità e della vita, danneggerebbero il proprio perseguimento di fama, profitto e prestigio. Pensano tra sé: “Se dedico tutto il mio tempo a fare cose per i fratelli e le sorelle, me ne resterà per perseguire la fama, il profitto e il prestigio? Se tutti i fratelli e le sorelle lodano il nome di Dio e Lo seguono, non ci sarà più nessuno che obbedirà a me. Sarebbe così sconveniente per me!” Questo è il volto di un anticristo. Non solo gli anticristi non perseguono la verità, ne sono anche estremamente disgustati. Nella loro coscienza soggettiva, non dicono: “Odio la verità, Dio e tutte le disposizioni lavorative, le affermazioni e le pratiche che beneficiano i fratelli e le sorelle”. Non dicono questo. Semplicemente adottano alcuni approcci e comportamenti in opposizione alle disposizioni lavorative della casa di Dio. Dunque, l’essenza di questi approcci e comportamenti consiste nel fare le cose a modo loro e nel portare gli altri a prestare loro ascolto e a sottomettersi a loro. Di conseguenza, qualunque cosa la casa di Dio faccia, essi non la rispettano. Non è forse così? (Sì.) In passato abbiamo condiviso molto su queste manifestazioni degli anticristi. Voi possedete scarsa statura e una comprensione superficiale della verità; gli anticristi hanno compiuto tanto male proprio davanti ai vostri occhi, eppure non siete riusciti a discernerlo. Siete sciocchi e miserevoli, insensibili e ottusi, sprovveduti e ciechi. Queste sono le vostre vere manifestazioni e la vostra vera statura. Gli anticristi causano così tanti problemi e arrecano gravissime perdite al lavoro della casa di Dio, eppure c’è ancora chi dice che andrebbero impiegati perché prestino servizio. Impiegarli ha generato più danni che benefici, eppure voi non sapete come destituirli o gestirli; quanti anni occorreranno perché la vostra statura e le vostre idee cambino? Alcuni non fanno che vantarsi: “Sono una persona che persegue la verità”, ma non sanno discernere un anticristo quando lo incontrano, e sono persino capaci di seguirlo; dove sono le manifestazioni del loro perseguimento della verità? Hanno ascoltato così tanti sermoni, eppure sono ancora privi di discernimento. Bene, concluderò qui la nostra comunione su questo argomento; ora torneremo al nostro tema principale.

Durante la nostra ultima riunione, abbiamo condiviso sui contenuti relativi alle aspettative nutrite dai genitori nell’ambito dell’“abbandonare i fardelli derivanti dalla propria famiglia”. Abbiamo concluso la comunione sui principi pertinenti e sui temi principali di questo argomento. Ora ci occuperemo di un altro aspetto dell’abbandonare i fardelli derivanti dalla propria famiglia: abbandonare le aspettative nei confronti dei figli. Questa volta invertiremo i ruoli. Per quanto riguarda i contenuti inerenti all’approccio alle aspettative dei genitori, si tratta di alcune cose che le persone dovrebbero fare dal punto di vista di un figlio. Quando si tratta di come i figli dovrebbero approcciare e gestire le varie aspettative che i genitori hanno e i vari approcci che adottano nei loro confronti, nonché di quali principi dovrebbero mettere in pratica, il punto è approcciare correttamente i vari problemi che derivano dai genitori dalla prospettiva di un figlio. Oggi condivideremo sul tema dell’“abbandonare le aspettative nei confronti dei figli”, che riguarda la gestione dei vari problemi che le persone manifestano in merito ai figli dal punto di vista di un genitore. Vi sono lezioni da imparare e principi da osservare. In quanto figlio, ciò che conta di più è come dovresti affrontare le aspettative dei tuoi genitori, che tipo di atteggiamento dovresti adottare nei confronti di queste aspettative, nonché quale strada dovresti seguire e quali principi pratici dovresti possedere in questa situazione. Naturalmente, ognuno potrebbe diventare genitore, o magari lo è già; ciò riguarda le aspettative e gli atteggiamenti che le persone hanno nei confronti dei figli. Che tu sia un genitore o un figlio, dovresti possedere principi diversi per affrontare le aspettative dell’altra parte. I figli hanno dei principi che sono tenuti a osservare quando si tratta di approcciare le aspettative dei genitori e, naturalmente, anche i genitori hanno delle verità principi che dovrebbero osservare nell’approcciare le aspettative dei figli. Perciò, prima di tutto riflettete: quali principi avete presenti o vi vengono in mente ora, che i genitori dovrebbero osservare nel trattare i figli? Se parliamo di principi, questo potrebbe risultare un po’ distante per voi e l’argomento potrebbe essere un po’ troppo ampio e profondo, quindi parliamo invece di quali aspettative avresti tu nei confronti dei tuoi figli se fossi un genitore. (Dio, se un giorno dovessi diventare genitore, prima di tutto spererei che i miei figli siano sani e possano crescere in salute. Inoltre, spererei che possano avere i loro sogni nella vita e che siano ambiziosi nel realizzarli, che abbiano buone prospettive. Queste sono le due cose principali che auspicherei.) Spereresti che i tuoi figli diventino alti funzionari oppure molto ricchi? (Spererei anche in queste cose. Spererei che almeno possano fare carriera, essere migliori degli altri ed essere ammirati.) I requisiti più elementari che i genitori hanno verso i figli sono che siano fisicamente in salute, che abbiano successo nella carriera e nel mondo e che tutto nella vita vada loro bene. Ci sono aspettative diverse che i genitori nutrono per i figli? Chi ha figli risponda pure. (Spero che i miei figli saranno in salute, che le cose vadano loro bene nella vita e che vivano in serenità e sicurezza. Spero che saranno in armonia con la loro famiglia e che sapranno rispettare gli anziani e prendersi cura dei giovani.) Altro? (Se un giorno dovessi diventare genitore, oltre alle aspettative che abbiamo appena menzionato, spererei anche che i miei figli siano obbedienti e ragionevoli, che mi mostrino pietà filiale e che io possa contare sul fatto che si prenderanno cura di me quando sarò vecchio.) Questa aspettativa è piuttosto cruciale. La speranza dei genitori che i figli mostrino pietà filiale nei loro confronti è un’aspettativa relativamente tradizionale che le persone nutrono all’interno delle loro nozioni e nell’inconscio. Si tratta di una questione alquanto rappresentativa.

Abbandonare le aspettative nei confronti dei figli è una parte molto importante dell’abbandonare i fardelli derivanti dalla propria famiglia. Tutti i genitori nutrono determinate aspettative nei confronti dei figli. Che siano grandi o piccole, prossime o distanti, queste aspettative sono un atteggiamento che i genitori assumono nei confronti della condotta, delle azioni e della vita dei figli o del modo in cui i figli le approcciano. Sono anche una sorta di requisiti specifici. Dal punto di vista dei figli, questi requisiti specifici costituiscono cose che sono tenuti a fare, poiché in base alle nozioni tradizionali i figli non possono andare contro gli ordini dei genitori; se lo fanno, sono poco filiali. Di conseguenza, molti portano un grande e pesante fardello al riguardo. Quindi, le persone non dovrebbero forse capire se le aspettative specifiche che i genitori nutrono nei confronti dei figli sono ragionevoli o meno, e se i loro genitori dovrebbero avere queste aspettative oppure no, nonché quali di queste aspettative sono ragionevoli, quali irragionevoli, quali legittime e quali coercitive e illegittime? Inoltre, vi sono verità principi che le persone dovrebbero comprendere e osservare quando si tratta di come approcciare le aspettative dei genitori, di come dovrebbero accettarle o rifiutarle, e dell’atteggiamento e della prospettiva da cui dovrebbero considerare e approcciare queste aspettative. Quando queste cose non sono state risolte, i genitori spesso si fanno carico di questo tipo di fardelli, pensando che sia loro responsabilità e loro obbligo avere delle aspettative nei confronti dei figli e, naturalmente, che ancora di più siano cose che dovrebbero possedere. Credono che non nutrire aspettative nei confronti dei figli sarebbe come non adempiere alle proprie responsabilità o ai propri obblighi verso di loro, e che questo equivarrebbe a non fare ciò che i genitori dovrebbero fare. Sono convinti che questo li renderebbe cattivi genitori, genitori che non adempiono alle loro responsabilità. Pertanto, quando si tratta di aspettative nutrite nei confronti dei figli, le persone pongono involontariamente diversi requisiti ai figli. Hanno requisiti diversi per figli diversi, in momenti e circostanze diversi. Poiché quando si tratta dei figli hanno questo tipo di visione e di fardello, i genitori fanno ciò che sono tenuti a fare in base a queste regole non scritte, indipendentemente dal fatto che siano giuste o sbagliate. I genitori hanno delle pretese nei confronti dei figli poiché trattano questi approcci come una sorta di obbligo e di responsabilità e, allo stesso tempo, li impongono ai figli, obbligandoli a realizzarli. Nella nostra comunione, suddivideremo questo argomento in diverse fasi, così da renderlo più chiaro.

Prima che i figli raggiungano l’età adulta, i genitori già pongono loro diversi requisiti. Naturalmente, all’interno di questi requisiti includono anche diversi tipi di aspettative nei loro confronti. Quindi, mentre ripongono nei figli diverse aspettative, i genitori pagano personalmente vari prezzi e attuano diversi tipi di approcci per realizzare tali aspettative. Pertanto, prima che i figli diventino adulti, i genitori li istruiscono in vari modi e pongono loro diversi requisiti. Per esempio, fin da quando i figli sono piccoli, dicono loro: “Devi studiare bene e di più. Solo dopo aver studiato come si deve sarai migliore di tutti gli altri e non verrai guardato dall’alto in basso”. Vi sono inoltre genitori che insegnano ai figli che devono mostrare loro pietà filiale anche dopo essere cresciuti, al punto che, quando i figli hanno appena due o tre anni, non fanno che chiedere loro: “Ti prenderai cura di tuo padre quando sarai grande?” E i figli rispondono: “Sì”. Chiedono loro: “Ti prenderai cura di tua madre?” “Sì”. “Vuoi più bene a papà o a mamma?” “A papà”. “No, prima devi dire che vuoi bene alla mamma, poi che vuoi bene al papà”. I figli imparano da loro queste cose. L’istruzione fornita dai genitori, che sia con le parole o con l’esempio, ha una profonda influenza sulle giovani menti dei figli. Naturalmente, impartisce loro anche una certa quantità di conoscenze di base, insegnando loro che i genitori sono le persone che li amano e li adorano di più al mondo, nonché quelle verso cui dovrebbero mostrare di più obbedienza e pietà filiale. Naturalmente, nelle loro giovani menti si radica l’idea per cui “poiché i miei genitori sono le persone più vicine a me nel mondo, dovrei sempre obbedire loro”. Allo stesso tempo, nelle loro giovani menti si fa strada l’idea che, essendo i genitori le persone più vicine a loro, tutto ciò che i genitori fanno sarà certamente finalizzato a garantire ai figli una vita migliore. Di conseguenza, pensano di dover accettare incondizionatamente le azioni dei loro genitori; qualunque tipo di metodi i genitori utilizzino, umani o disumani che siano, credono di doverli accettare. A un’età in cui non hanno ancora la capacità di discernere tra giusto e sbagliato, l’istruzione impartita dai genitori attraverso le parole o l’esempio instilla in loro questo genere di idea. Seguendo questa idea e con il pretesto di volere per loro il meglio, i genitori possono pretendere che i figli facciano varie cose. I figli, anche se alcune di queste cose non sono in linea con l’umanità o con i loro talenti, la loro levatura o le loro preferenze, in queste circostanze in cui non hanno il diritto di agire di propria iniziativa né autonomamente, non hanno alcuna scelta né capacità di opporsi alle cosiddette aspettative e pretese dei genitori. Non resta loro altro da fare che obbedire a ogni parola dei genitori, lasciare che dettino legge, sottoporsi alla loro mercé e lasciarsi guidare da loro su qualsiasi tipo di cammino. Pertanto, prima che i figli raggiungano l’età adulta, tutto ciò che i genitori fanno, che sia involontario o dettato da buone intenzioni, avrà un impatto positivo o negativo sul comportamento e sulle azioni dei figli. In altre parole, tutto ciò che fanno instilla nei figli vari punti di vista e idee, i quali potrebbero anche essere sepolti nel profondo del loro inconscio e, una volta che diventeranno adulti, continuare a influenzare profondamente il modo in cui valutano le persone e le cose, si comportano e agiscono, e persino i cammini che percorrono.

Prima di raggiungere l’età adulta, i figli non dispongono di mezzi per opporre resistenza agli ambienti di vita, all’eredità o all’istruzione che i genitori trasmettono loro, perché non sono ancora adulti e non capiscono ancora bene le cose. Quando parlo del periodo che precede l’età adulta, mi riferisco al momento in cui un figlio non è in grado di pensare o di giudicare autonomamente cosa è giusto e cosa è sbagliato. In queste circostanze, i figli possono solo mettersi alla mercé dei genitori. Prima che i figli raggiungano l’età adulta, sono i genitori a decidere tutto, ed è proprio per questo che genitori, in quest’epoca malvagia, adottano metodi educativi, idee e punti di vista confacenti alle tendenze sociali per spingere i figli a fare determinate cose. Per esempio, la competizione nella società attuale è spietata. I genitori sono stati influenzati dal clima di varie tendenze e opinioni diffuse nella società, quindi accettano questo messaggio secondo cui la competizione è feroce e lo trasmettono rapidamente ai figli. Ciò che accettano è che il fenomeno e la tendenza della competizione nella società siano davvero spietati, ma ciò che percepiscono è una sorta di pressione. Quando avvertono questa pressione, pensano subito ai figli e dicono: “La competizione è davvero spietata nella società attuale, non era così quando eravamo giovani noi. Se i nostri figli studiano, lavorano e si approcciano alla società e alle varie persone e cose nello stesso modo in cui lo facevamo noi, si ritroveranno rapidamente a essere degli emarginati. Quindi, dobbiamo approfittare del fatto che sono ancora giovani e iniziare a fare un lavoro su di loro adesso; non possiamo permettere che siano dei perdenti già in partenza”. In questo momento, la competizione nella società è feroce e tutti ripongono grandi speranze nei figli, quindi trasmettono immediatamente loro questo tipo di pressione che hanno accettato dalla società. Ora, i figli sono consapevoli di questo? Poiché non sono ancora adulti, non ne sono affatto consapevoli. Non sanno se questa pressione proveniente dai genitori sia giusta o sbagliata, se dovrebbero rifiutarla o accettarla. Quando i genitori vedono i figli comportarsi così, li rimproverano: “Come hai potuto essere così stupido? La competizione nella società oggi è così spietata e tu non capisci ancora nulla. Sbrigati ad andare all’asilo!” A che età i figli vanno all’asilo? Alcuni a tre o quattro anni. Perché? Attualmente, nella società circola una frase: non puoi permettere che i tuoi figli siano dei perdenti già in partenza, dovresti iniziare a istruirli fin dalla più tenera età. Vedi, i bambini molto piccoli soffrono, e iniziano l’asilo a tre o quattro anni. E che tipo di asilo scelgono le persone? In quelli comuni, gli insegnanti intrattengono spesso i bambini con giochi come “L’aquila e le galline”, quindi i genitori pensano di non poter scegliere asili di questo tipo. Credono di dover scegliere un asilo prestigioso e bilingue. Per loro non è sufficiente che i figli imparino una sola lingua. I figli non parlano ancora bene la loro lingua madre e devono già impararne una seconda. Questo non rende loro le cose difficili? Ma cosa dicono i genitori? “Non possiamo permettere che i nostri figli siano dei perdenti già in partenza. Al giorno d’oggi vi sono bambini di un anno che vengono istruiti in casa dalla tata. I genitori parlano la loro lingua madre e le tate ne parlano una seconda, insegnando ai figli l’inglese, lo spagnolo o il portoghese. Nostro figlio ha già quattro anni ed è fin troppo grande. Se non iniziamo a insegnargli una lingua ora, poi sarà troppo tardi. Dobbiamo iniziare a istruirlo il prima possibile e trovare un asilo dove si insegni in due lingue, dove gli insegnanti abbiano una laurea di base e anche una specializzazione”. La gente dice loro: “Quel tipo di scuola è troppo costoso”. Loro rispondono: “Nessun problema. Abbiamo una casa grande; possiamo trasferirci in una più piccola. Venderemo la nostra casa da tre camere da letto e la cambieremo con una da due. Risparmieremo i soldi della differenza e li useremo per mandare nostro figlio in un asilo prestigioso”. Scegliere un buon asilo non è sufficiente: pensano di dover assumere dei tutor che aiutino i figli a studiare per le Olimpiadi di Matematica nel tempo libero. Anche se i figli non amano studiare, devono comunque farlo, e se non ottengono buoni risultati allora dovranno studiare danza. Se non sono bravi a ballare, impareranno a cantare. Se non sono bravi a cantare e i genitori constatano che hanno una buona corporatura e braccia e gambe lunghe, penseranno che magari i figli potrebbero diventare dei modelli. Allora li manderanno alla scuola d’arte per studiare in tale direzione. In questo modo, iniziano a mandare i figli in collegio all’età di quattro o cinque anni e passano da una casa con tre camere da letto a una con due, da una con due a una da una sola, da una casa da una sola camera ad abitazioni in affitto. Le sessioni di tutoraggio che i figli frequentano al di fuori della scuola diventano sempre più numerose e le loro case sempre più piccole. Vi sono persino genitori che si trasferiscono con l’intera famiglia a sud, a nord, facendo avanti e indietro perché i figli possano frequentare buone scuole, e alla fine non sanno più dove andare, i figli non sanno quale sia la loro città di origine, ed è tutto un gran caos. I genitori pagano vari prezzi per il futuro dei figli prima che questi diventino adulti, affinché non siano dei perdenti già in partenza, e affinché possano adattarsi a questa società sempre più competitiva e ottenere in futuro un buon lavoro e un reddito stabile. Alcuni genitori sono molto capaci, gestiscono grandi aziende o ricoprono incarichi da funzionari di alto livello, e fanno grandi, enormi investimenti nei figli. Altri genitori non sono altrettanto capaci ma, proprio come le altre persone, vogliono mandare i figli in scuole prestigiose, a vari corsi extrascolastici, a corsi di danza o d’arte, a studiare diverse lingue, e musica, caricandoli di grandi pressioni e sofferenze. I figli allora pensano: “Quando mi sarà permesso di giocare un po’? Quand’è che crescerò e potrò decidere io, come fanno gli adulti? Quand’è che non dovrò più andare a scuola, come un adulto? Quando potrò guardare un po’ di TV, svuotarmi la mente e andare a fare una passeggiata da solo, senza essere portato al guinzaglio dai miei genitori?” Ma i genitori ripetono spesso loro: “Se non studi, in futuro dovrai chiedere l’elemosina per mangiare. Non vedi quanto sei poco promettente! Non è ancora il momento di giocare, potrai farlo quando sarai più grande! Se giochi ora, in futuro non avrai successo; se giocherai in un secondo momento, potrai godertela di più e meglio e viaggiare per il mondo. Non hai visto tutte le persone ricche del mondo? Per caso quando erano giovani giocavano? Studiavano e basta”. Questa è semplicemente una menzogna. I genitori hanno forse visto con i loro occhi che queste persone ricche hanno solo studiato e mai giocato? Possiedono comprensione di questa faccenda? Alcune delle persone più ricche e facoltose del mondo non sono andate all’università, questo è un dato di fatto. A volte, quando i genitori parlano, stanno soltanto ingannando i figli. Prima che i figli diventino adulti, raccontano loro ogni tipo di menzogna per avere un più saldo potere sul loro futuro, per controllarli e farsi obbedire da loro. Naturalmente, i genitori sopportano anche ogni tipo di sofferenza e pagano ogni tipo di prezzo per questo. Questo è il cosiddetto “lodevole amore dei genitori”.

Per realizzare le aspettative che nutrono nei confronti dei figli, i genitori ripongono in loro molte speranze. Di conseguenza non si limitano a istruirli, guidarli e influenzarli con le parole, ma usano anche azioni concrete per disciplinarli e indurli a obbedire loro, ad agire e a vivere secondo la traiettoria da loro tracciata e la direzione da loro stabilita. Indipendentemente dal fatto che i figli siano o meno disposti a farlo, alla fine i genitori dicono loro una cosa soltanto: “Se non mi ascolti, te ne pentirai! Se ora non mi obbedisci o non prendi sul serio i tuoi studi e un giorno te ne penti, poi non venire da me, non dire che non te l’avevo detto!” Una volta eravamo in un edificio per sbrigare alcune faccende e abbiamo visto dei traslocatori che facevano una gran fatica per trascinare alcuni mobili su per le scale. Si sono trovati di fronte a una madre che stava portando il figlio giù per le scale. Se una persona normale vedesse questa scena, direbbe: “Stanno trasportando dei mobili, facciamoli passare”. Le persone che scendevano le scale avrebbero dovuto affrettarsi a togliersi di mezzo, senza urtare nulla né disturbare i traslocatori. Quella madre invece, di fronte alla scena, ha colto l’occasione per iniziare a impartire al figlio un insegnamento basato sulla situazione. Ricordo ancora molto bene quello che gli ha detto. Che cosa? Gli ha detto: “Guarda quanto sono pesanti le cose che stanno trasportando e quanto è faticoso. Da piccoli non hanno preso sul serio gli studi e ora non riescono a trovare un buon lavoro, quindi devono trasportare mobili e faticare molto. Lo vedi?” Il figlio all’apparenza ha in parte compreso e ha ritenuto corrette le parole della madre. Gli è comparsa negli occhi una sincera espressione di paura, orrore e convinzione e ha fatto di sì con la testa, tornando a guardare i traslocatori. La madre ha approfittato di quell’occasione per impartire subito un insegnamento al figlio, dicendogli: “Vedi? Se non prendi sul serio gli studi quando sei giovane, da adulto dovrai trasportare mobili e lavorare duramente in questo modo per guadagnarti da vivere”. Queste affermazioni erano giuste? (No.) Sotto quale aspetto erano sbagliate? Quella madre coglieva ogni occasione per fare la predica al figlio: cosa pensi abbia provato quel bambino dopo aver sentito le sue parole? Era forse in grado di discernere se le affermazioni della madre erano giuste o sbagliate? (No.) Allora, cosa ha pensato? (“Se non prendo sul serio i miei studi, dovrò lavorare molto duramente in futuro”.) Ha pensato: “Oh no, tutti coloro che devono faticare molto non hanno preso sul serio i loro studi. Devo ascoltare mia madre e ottenere buoni risultati nello studio. Ha ragione lei, tutti quelli che non studiano poi devono lavorare molto duramente”. Le idee che riceve dalla madre diventano nel suo cuore delle verità per tutta la sua vita. DimMi, una madre di questo tipo non è forse sciocca? (Sì.) In che senso è sciocca? Se usa una simile argomentazione per costringere il figlio a studiare, allora il figlio otterrà sicuramente dei risultati? Questo garantirà che egli in futuro non debba lavorare molto o faticare? Fa bene lei a usare una tale situazione, una tale scena, per spaventare suo figlio? (No, fa male.) Questo getterà un’ombra su suo figlio per tutta la vita. Non è un bene. Anche se una volta cresciuto lui acquisirà un po’ di discernimento in merito alle parole della madre, troverà comunque difficile rimuovere dal suo cuore e dal suo inconscio questa teoria da lei espressa. In una certa misura, essa fuorvierà e vincolerà i suoi pensieri e orienterà il suo modo di vedere le cose. La maggior parte delle aspettative che i genitori nutrono nei confronti dei figli prima che diventino adulti è che siano in grado di studiare molto, di impegnarsi a fondo, di essere diligenti e di non deludere le loro aspettative. Pertanto, prima che i figli diventino adulti, i genitori fanno di tutto per loro, a qualunque costo; sacrificano la propria giovinezza, i propri anni e il proprio tempo, nonché la propria salute e la propria vita normale, e alcuni genitori rinunciano anche al lavoro, alle loro vecchie aspirazioni o persino alla fede, per formare i figli e aiutarli a studiare mentre frequentano la scuola. Nella chiesa ci sono molte persone che passano tutto il loro tempo con i figli, formandoli, così da restare al loro fianco mentre crescono, affinché in futuro i figli possano avere una carriera di successo e un impiego stabile, e affinché in ambito lavorativo vada loro tutto bene. Questi genitori non partecipano alle riunioni e non svolgono doveri. Nel cuore hanno alcune esigenze relative alla propria fede e possiedono un po’ di determinazione e di aspirazione ma, poiché non sanno abbandonare le aspettative che nutrono nei confronti dei figli, scelgono di stare loro accanto in questo periodo che precede l’età adulta, abbandonando i propri doveri di esseri creati e i perseguimenti relativi alla propria fede. Questa è la cosa più tragica. Alcuni genitori pagano un prezzo elevato per formare i figli a diventare attori, artisti, scrittori o scienziati, e per far sì che i figli soddisfino le loro aspettative. Lasciano il lavoro, abbandonano la carriera e, ancor di più, abbandonano i propri sogni e i propri piaceri per stare accanto ai figli. Ci sono persino genitori che per i figli rinunciano alla vita coniugale. Dopo aver divorziato, si fanno carico del pesante fardello di allevare e formare i figli da soli, scommettendo la propria vita su di loro e dedicandosi al loro futuro, solo perché le aspettative che nutrono nei loro confronti si possano realizzare. Ci sono anche genitori che fanno tante cose che non dovrebbero fare, che pagano molti prezzi inutili, che sacrificano il loro tempo, la loro salute fisica e i loro perseguimenti prima che i figli raggiungano l’età adulta, perché in futuro questi possano farsi strada nel mondo e affermarsi nella società. Da un lato, per i genitori si tratta di sacrifici inutili. Da un altro, questi approcci caricano i figli di una pressione e di un fardello enormi prima che diventino adulti. Questo perché i genitori hanno pagato prezzi troppo elevati e perché, in termini di denaro, tempo o energia, hanno investito troppo. Tuttavia, prima di raggiungere l’età adulta e mentre sono ancora incapaci di discernere il bene dal male, questi figli non hanno scelta: possono solo lasciare che i loro genitori agiscano così. Anche se hanno qualche pensiero nel profondo della mente, continuano comunque ad assecondare le azioni dei genitori. In queste circostanze, i figli iniziano senza rendersene conto a pensare che i loro genitori hanno pagato un prezzo davvero elevato per formarli e che non saranno in grado di ripagarli completamente o di ricompensarli in questa vita. Di conseguenza, durante il periodo in cui i genitori li formano e stanno loro accanto, i figli pensano che le uniche cose che possono fare, le uniche azioni che possono compiere per ripagare i genitori, siano renderli felici, realizzare grandi cose per soddisfarli e non deluderli. Per quanto riguarda i genitori, durante questo periodo che precede l’età adulta dei figli, dopo aver pagato questi prezzi e man mano che le loro aspettative nei confronti dei figli diventano sempre più grandi, la loro mentalità si trasforma gradualmente in una pretesa nei confronti dei figli. Vale a dire, dopo che hanno pagato questi cosiddetti prezzi e compiuto questi cosiddetti sacrifici, pretendono che i figli abbiano successo e ottengano grandi risultati per ripagarli. Pertanto, che lo si guardi dal punto di vista di un genitore oppure di un figlio, all’interno di questo rapporto improntato al “sacrificarsi” e all’“essere costretti a sacrificarsi” le aspettative che i genitori hanno nei confronti dei figli diventano sempre più elevate. “Le loro aspettative diventano sempre più elevate” è un eufemismo. In realtà, nel profondo del loro cuore i genitori pensano che più si spendono e si sacrificano, più i figli debbano ripagarli con il successo e, allo stesso tempo, più li ritengono debitori nei loro confronti. Più i genitori si spendono e nutrono speranze, più le loro aspettative si fanno elevate, e maggiori diventano le loro aspettative di essere ripagati dai figli. Le aspettative che i genitori nutrono nei confronti dei figli prima che questi raggiungano l’età adulta, da “Devono imparare molte cose, non possono essere dei perdenti già in partenza” a “Una volta cresciuti, devono farsi strada nel mondo e affermarsi nella società”, si trasformano gradualmente in una sorta di pretesa nei confronti dei figli. Questa pretesa è: dopo che sarai cresciuto e ti sarai affermato nella società, non dimenticare le tue radici, non dimenticare i tuoi genitori, i tuoi genitori sono le persone che devi ripagare per prime, devi mostrare loro pietà filiale e aiutarli a vivere una bella vita, poiché sono i tuoi benefattori in questo mondo, sono le persone che ti hanno formato; il fatto che ora ti stia affermando nella società, così come tutto ciò di cui godi e tutto ciò che possiedi, è dovuto all’impegno indefesso dei tuoi genitori, quindi dovresti dedicare il resto della tua vita a ripagarli e ricompensarli e comportarti bene nei loro confronti. Le aspettative che i genitori nutrono nei confronti dei figli durante la crescita, ossia che si affermino nella società e facciano carriera, diventano questo, trasformandosi gradualmente da normalissime aspettative da genitori in una sorta di pretese e pressioni esercitate sui figli. Supponiamo che nel periodo che precede l’età adulta i figli non prendano buoni voti; ipotizziamo che si ribellino, che non vogliano studiare né obbedire ai genitori e che disobbediscano loro. I genitori diranno loro: “Pensi che sia facile per me? Per chi pensi che stia facendo tutto questo? Lo faccio per il tuo bene, o no? Tutto quello che faccio è per te e tu non lo apprezzi. Sei forse stupido?” Usano queste parole per intimidire i figli e tenerli in pugno. Questo tipo di approccio è giusto? (No.) Non è giusto. Questo lato “nobile” dei genitori è anche il loro lato spregevole. Cosa c’è esattamente di sbagliato in queste parole? (Le aspettative dei genitori nei confronti dei figli e la formazione dei figli sono unilaterali. I genitori impongono ai figli una certa pressione, facendo loro studiare questo e quello, in modo che abbiano buone prospettive, diventino per loro motivo di orgoglio e mostrino loro pietà filiale in futuro. In realtà, tutto ciò che i genitori fanno è per sé stessi.) Se mettiamo da parte il fatto che i genitori sono egoisti e pensano solo ai propri interessi, e ci limitiamo a parlare delle idee con cui indottrinano i figli prima che questi diventino adulti e delle pressioni a cui li sottopongono, chiedendo loro di studiare questa o quella materia, di intraprendere questa o quella carriera una volta cresciuti e di conseguire un certo tipo di successo, qual è la natura di questi approcci? Per ora non valuteremo perché i genitori facciano queste cose o se questi approcci siano appropriati o meno. Prima condivideremo sulla natura di questi approcci, la analizzeremo e troveremo un percorso di pratica più accurato basato sull’analisi che faremo della loro essenza. Ci garantiremo accuratezza se faremo comunione su questo aspetto della verità e ne acquisiremo comprensione da questa prospettiva.

Innanzitutto, questi requisiti e questi approcci che i genitori hanno verso i figli sono giusti o sbagliati? (Sono sbagliati.) Quindi, in ultima analisi, qual è la causa principale quando si tratta di tali approcci adottati dai genitori nei confronti dei figli? Non sono forse le aspettative che ripongono su di loro? (Sì.) All’interno della loro mentalità soggettiva, i genitori prevedono, pianificano e determinano varie cose riguardanti il futuro dei figli e, di conseguenza, sviluppano queste aspettative. Sotto l’impulso di tali aspettative, pretendono che i figli apprendano varie abilità, che studino teatro e danza, o arte, e così via. Pretendono che diventino individui di talento e che in seguito approdino a ruoli da responsabili, non da subordinati. Pretendono che diventino ufficiali di alto grado e non dei soldati semplici; che diventino manager, amministratori delegati e dirigenti, che lavorino per le 500 aziende più importanti del mondo e così via. Queste sono tutte idee soggettive dei genitori. Ora, prima di raggiungere l’età adulta, i figli hanno una qualche concezione del contenuto delle aspettative dei loro genitori? (No.) Non ne hanno alcuna concezione, non le comprendono. Cosa capiscono da piccoli? Capiscono solo che vanno a scuola per imparare a leggere, studiando sodo, facendo i bravi e comportandosi educatamente. Questo è di per sé alquanto positivo. Andare a scuola a seguire le lezioni secondo gli orari prestabiliti e tornare a casa a fare i compiti, queste sono le cose che i bambini capiscono; il resto è solo gioco, cibo, fantasticherie, sogni e così via. Prima di raggiungere l’età adulta, i bambini non hanno alcuna idea delle cose sconosciute che incontreranno nel loro percorso di vita e neppure possono immaginarle. Tutto ciò che immaginano o determinano per quando raggiungeranno l’età adulta proviene dai genitori. Pertanto, le aspettative errate che i genitori nutrono nei loro confronti non hanno nulla a che vedere con i figli, i quali devono solo discernere l’essenza di tali aspettative. Su cosa si basano queste aspettative dei genitori? Da dove provengono? Dalla società e dal mondo. Lo scopo di tutte queste aspettative nutrite dai genitori è mettere i figli in condizione di adattarsi a questo mondo e a questa società, evitando di esserne esclusi, e di affermarsi nella società, di procurarsi un lavoro sicuro, una famiglia e un futuro stabili; per questo i genitori nutrono diverse aspettative soggettive verso i figli. Per esempio, oggi va molto di moda essere ingegneri informatici. Alcuni dicono: “Mio figlio diventerà ingegnere informatico. Potrà guadagnare molti soldi in questo campo, porterà sempre un computer con sé e si dedicherà al suo lavoro. Questo farà fare bella figura anche a me!” In queste circostanze, in cui i figli non possiedono alcuna concezione, i genitori stabiliscono il loro futuro. Non è forse sbagliato? (Sì.) I genitori ripongono le loro speranze nei figli esclusivamente in base alla visione delle cose nonché alle opinioni, alle prospettive e alle preferenze sulle questioni del mondo e alle prospettive possedute dagli adulti. Non è una cosa soggettiva? (Sì.) Con un eufemismo la si può definire soggettiva, ma cos’è in realtà? Qual è un’altra interpretazione di questa soggettività? Non si tratta forse di egoismo? Non è coercizione? (Sì.) A te piace questo o quel lavoro e un certo tipo di carriera, ti piace affermarti, vivere una vita ricercata, essere un funzionario oppure un ricco membro della società, e quindi spingi i tuoi figli a fare quelle cose, a essere quel tipo di persone e a percorrere il medesimo cammino; ma a loro piacerà vivere in questo ambiente e svolgere questo lavoro in futuro? Sono adatti a farlo? Qual è il loro destino? Che cosa Dio ha disposto e stabilito per loro? Tu sei forse a conoscenza di queste cose? Alcuni dicono: “Non mi interessano queste cose; quello che conta è ciò che piace a me come genitore. Riporrò delle speranze nei miei figli in base alle mie preferenze”. Non è estremamente egoistico? (Sì.) È davvero egoistico! Per dirla in modo gentile, è alquanto soggettivo, è decidere tutto da sé, ma in realtà cos’è? È egoismo estremo! Questi genitori non considerano la levatura né i talenti dei figli, non si curano delle disposizioni di Dio per il destino e la vita di ciascun individuo. Non tengono conto di queste cose, imponendo invece ai figli le proprie preferenze, le proprie intenzioni e i propri piani, illudendosi. Alcuni dicono: “Devo imporre queste cose a mio figlio. È troppo piccolo per capirle e quando le capirà sarà troppo tardi”. È così che stanno le cose? (No.) Se sarà davvero troppo tardi, allora vorrà dire che è il suo destino, non è una responsabilità dei suoi genitori. Se imponi ai tuoi figli le cose che comprendi, le capiranno più in fretta solo perché le capisci tu? (No.) Non c’è alcuna relazione tra il modo in cui i genitori istruiscono i figli e quando questi ultimi arriveranno a capire questioni come il tipo di percorso di vita da intraprendere, il genere di carriera da scegliere e come sarà la loro vita. I figli hanno i loro percorsi, i loro ritmi e le loro leggi. Pensaci: quando sono piccoli, a prescindere da come i genitori li istruiscano, la loro conoscenza della società è un vuoto totale. Quando la loro umanità maturerà, percepiranno la competitività, la complessità e l’oscurità della società e le sue varie ingiustizie. Questa non è una cosa che i genitori possono insegnare ai figli quando sono piccoli. Anche se insegnassero loro fin dalla tenera età: “Non devi mai fidarti completamente nell’interagire con gli altri”, i figli la prenderebbero solo come una sorta di dottrina. Quando saranno davvero in grado di agire in base alle raccomandazioni dei genitori, le capiranno davvero. Se non capiscono le raccomandazioni dei genitori, per quanto questi cerchino di insegnargliele, per loro saranno solo una sorta di dottrina. Quindi, è sostenibile l’idea che hanno i genitori secondo cui “il mondo è estremamente competitivo e le persone subiscono enormi pressioni; se non comincio a istruire i miei figli sin da quando sono piccoli, in futuro andranno incontro a sofferenze e dolori”? (No.) Stai sottoponendo precocemente i tuoi figli a questa pressione in modo che possano soffrire meno in futuro, e loro devono sopportarla a partire da un’età in cui non capiscono ancora nulla; in questo modo non stai forse facendo loro del male? Lo stai davvero facendo per il loro bene? È meglio che non capiscano queste cose, così potranno vivere alcuni anni in modo confortevole, felice, puro e semplice. Se dovessero capirle precocemente, sarebbe una benedizione o una disgrazia? (Sarebbe una disgrazia.) Sì, sarebbe una disgrazia.

Ciò che le persone dovrebbero fare in ogni fascia d’età dipende dalla loro età e dalla maturità della loro umanità, non dall’istruzione ricevuta dai genitori. Prima di raggiungere l’età adulta, i bambini dovrebbero semplicemente giocare, apprendere qualche semplice nozione e ricevere un po’ di istruzione di base, imparare varie cose, a interagire con gli altri bambini, a relazionarsi con gli adulti e a gestire alcune cose che li circondano e che non capiscono. Prima di raggiungere l’età adulta, le persone non dovrebbero fare cose da adulti. Non dovrebbero sopportare le pressioni, le regole del gioco o le faccende complicate che gli adulti sono tenuti a sopportare. Queste cose causano danni psicologici a coloro che non hanno raggiunto l’età adulta, non sono una benedizione. Più precocemente gli individui vengono a conoscenza di queste cose pertinenti all’età adulta, tanto più grande è il colpo inferto alle loro giovani menti. Non solo queste cose non li aiuteranno affatto nella vita o nell’esistenza quando raggiungeranno l’età adulta ma, al contrario, poiché le apprendono o affrontano troppo presto, esse si trasformano in una sorta di fardello oppure gettano un’ombra invisibile sulle loro giovani menti, al punto che potrebbero perseguitarli per tutta la vita. Pensaci: quando le persone sono molto giovani, se sentono parlare di qualcosa di orribile, di qualcosa che trovano inaccettabile, di qualcosa da adulti che non potrebbero mai concepire né comprendere, allora questa immagine o quest’argomento, o anche le persone, le cose e le parole coinvolte, non le abbandoneranno più per tutta la vita. Questo getterà una sorta di ombra su di loro, influenzando la loro personalità e i loro metodi di comportamento nella vita. Per esempio, a sei o sette anni tutti i bambini sono un po’ birichini. Supponiamo che un bambino venga rimproverato dall’insegnante durante la lezione per aver bisbigliato qualcosa a un compagno, e che l’insegnante non si limiti a rimproverarlo in modo oggettivo, ma lo attacchi personalmente, rimproverandolo di avere una faccia da furetto e occhi da topo, e addirittura dicendogli: “Guarda quanto sei poco promettente. Non avrai mai successo nella vita! Se non studierai duramente, sarai solo un uomo di fatica. In futuro dovrai chiedere l’elemosina per mangiare! Sembri proprio un ladro, ne hai tutte le caratteristiche!” Anche se il bambino non capisce queste frasi e non sa perché l’insegnante le pronunci o se siano vere o meno, queste parole di attacco personale diventeranno una sorta di forza invisibile e malvagia nel suo cuore, che demolirà la sua autostima e lo ferirà. “Hai la faccia da furetto, gli occhi da topo e la testa piccola!” Queste parole di attacco personale pronunciate dall’insegnante non lo abbandoneranno più per tutta la vita. Quando sceglierà una carriera, quando affronterà i superiori e i colleghi e quando si troverà davanti ai fratelli e alle sorelle, queste parole di attacco personale pronunciate da quell’insegnante riemergeranno di tanto in tanto, influenzando le sue emozioni e la sua vita. Naturalmente, anche alcune delle aspettative inappropriate che i tuoi genitori hanno nei tuoi confronti e alcuni delle emozioni, dei messaggi, delle parole, dei pensieri, delle opinioni e cose simili che ti hanno trasmesso hanno gettato un’ombra sulla tua giovane mente. Dal punto di vista della loro mentalità soggettiva, i tuoi genitori non hanno cattive intenzioni, ma a causa della loro ignoranza, del fatto che sono esseri umani corrotti e non ti trattano con metodi adeguati e conformi ai principi, possono trattarti solo in base alle tendenze del mondo, e il risultato finale è che ti trasmettono vari messaggi ed emozioni negativi. In circostanze in cui non possiedi alcun discernimento, tutto ciò che i tuoi genitori dicono e tutte le idee sbagliate che ti instillano e con cui ti indottrinano diventano preponderanti in te, perché è a questo che sei stato esposto prima di ogni altra cosa. Queste cose diventano l’obiettivo del tuo perseguimento e del tuo impegno per tutta la tua vita. Sebbene le varie aspettative che i tuoi genitori ripongono in te prima che tu raggiunga l’età adulta siano una sorta di colpo e di devastazione per la tua giovane mente, vivi comunque sotto il giogo di tali aspettative, così come dei vari prezzi che i tuoi genitori pagano per te, comprendendo la loro volontà e accettando e ringraziando i loro vari atti di amorevolezza. Dopo aver accettato i diversi prezzi che pagano e i numerosi sacrifici che fanno per te, ti senti in debito nei loro confronti e nel profondo del tuo cuore ti vergogni di guardarli in faccia, convinto di doverli ripagare una volta diventato adulto. Ripagare cosa? Ripagare le loro irragionevoli aspettative nei tuoi confronti? Ripagare la devastazione che ti hanno causato durante la fase della tua crescita? Questo non è confondere il bianco col nero? In realtà, parlando di questo a partire dalla radice e dall’essenza della questione, le aspettative che i tuoi genitori nutrono nei tuoi confronti sono solo soggettive, sono mere illusioni. Non sono assolutamente cose che un bambino dovrebbe possedere, praticare o vivere, né qualcosa di cui un bambino ha bisogno. Per seguire le tendenze del mondo, per adattarsi al mondo e stare al passo con il suo progresso, i tuoi genitori costringono anche te a seguire queste cose, ti obbligano a sopportare questa pressione come loro e ad accettare e seguire queste tendenze malvagie. Pertanto, sotto le pressanti aspettative dei genitori, molti figli si impegnano a fondo nell’apprendimento di abilità, corsi e conoscenze di vario tipo. Passano dal tentativo di soddisfare le aspettative dei genitori al perseguire attivamente gli obiettivi previsti da tali aspettative. In altre parole, prima di raggiungere l’età adulta, gli individui accettano passivamente le aspettative dei genitori e, man mano che diventano adulti, accettano attivamente le aspettative della mentalità soggettiva dei genitori e accolgono di buon grado questo tipo di pressione, di inganno, di controllo e di vincolo proveniente dalla società. In sintesi, passano gradualmente da partecipanti passivi ad attivi. In questo modo, i genitori si sentono soddisfatti e i figli provano un senso di pace interiore, sentono di non aver deluso i genitori, di aver finalmente dato loro ciò che volevano e di essere cresciuti, diventando non semplicemente degli adulti, ma individui di talento agli occhi dei genitori e persone all’altezza delle loro aspettative. Sebbene da adulti costoro riescano a diventare individui di talento agli occhi dei genitori e in apparenza il prezzo pagato dai genitori sia stato ripagato e le aspettative dei genitori nei loro confronti non siano state disattese, qual è la realtà? Questi figli sono riusciti a diventare i burattini dei loro genitori, a contrarre un ingente debito verso di loro, a dedicare il resto della vita a realizzare le aspettative dei genitori, a dare spettacolo per loro, apportando loro lustro e prestigio, e sono riusciti a soddisfarli, diventando per loro motivo di orgoglio e di gioia. Ovunque vadano, i genitori parlano di loro: “Mia figlia è la direttrice dell’azienda tal dei tali”. “Mia figlia è stilista per questo o quel marchio famoso”. “Mia figlia ha conseguito il tale livello di questa lingua straniera, la parla correntemente, traduce da questa o da quell’altra lingua”. “Mia figlia è un ingegnere informatico”. Questi figli sono riusciti a diventare l’orgoglio e la gioia dei loro genitori ma anche la loro ombra, poiché a loro volta useranno i loro stessi metodi per istruire e formare i propri figli. Pensano che i loro genitori li abbiano formati bene, quindi ne emuleranno i metodi educativi per formare a loro volta i propri figli, i quali di conseguenza dovranno sopportare la stessa infelicità, la stessa tragica sofferenza e la stessa devastazione subite dai loro genitori.

Tutto ciò che i genitori fanno per realizzare le aspettative che nutrono verso i figli prima che questi raggiungano l’età adulta è contrario alla coscienza, alla ragione e alle leggi naturali, e ancor di più alle disposizioni e alla sovranità di Dio. Anche se i figli non hanno la capacità di discernere tra giusto e sbagliato o di pensare in modo indipendente, il loro destino ricade comunque sotto la sovranità di Dio, non sono i loro genitori a governarlo. Pertanto, oltre a nutrire nella propria mentalità delle aspettative nei confronti dei figli, questi genitori sciocchi compiono anche più azioni e sacrifici e pagano prezzi ulteriori in termini di come si comportano, facendo tutto ciò che vogliono e che sono disposti a fare per i figli, che si tratti di investire denaro, tempo, energia o altro ancora. Nonostante le facciano volontariamente, queste cose sono disumane e non sono le responsabilità che un genitore dovrebbe adempiere; facendole, hanno già sconfinato al di fuori dell’ambito delle loro capacità e delle responsabilità che spettano loro. Perché dico questo? Perché i genitori iniziano a tentare di pianificare e controllare il futuro dei figli prima che questi raggiungano l’età adulta, e cercano anche di determinare il loro futuro. Non è una cosa sciocca? (Sì.) Per esempio, poniamo il caso in cui Dio ha decretato che un uomo sia un comune lavoratore e che in questa vita possa guadagnare solo uno stipendio di base per procurarsi cibo e vestiti, ma i suoi genitori insistono perché diventi una celebrità, una persona ricca, un alto funzionario, e pianificano e dispongono le cose per il suo futuro prima che egli raggiunga l’età adulta e pagano vari tipi di cosiddetti prezzi nel tentativo di controllare la sua vita e il suo futuro. Non è sciocco? (Sì.) Anche se il figlio ottiene buoni voti, va all’università, una volta adulto apprende diverse abilità e possiede alcune competenze, quando alla fine va a cercare lavoro, per quanto tenti, si ritrova sempre a essere un comune lavoratore. Al massimo, se è fortunato diventa caporeparto, e questo è già un buon traguardo. In definitiva, guadagna solo uno stipendio di base e non è mai in grado di ottenere quello di un alto funzionario o di una persona ricca come i suoi genitori pretenderebbero. I suoi genitori hanno sempre voluto che si distinguesse nel mondo, che guadagnasse molti soldi, che diventasse un alto funzionario, in modo da poter godere di riflesso della sua luce. Non si sarebbero mai aspettati che, nonostante ottenesse ottimi risultati a scuola e fosse così obbediente, nonostante il prezzo elevato che hanno pagato per lui e nonostante una volta adulto sia andato all’università, in questa vita sarebbe stato destinato a essere un comune lavoratore. Se fossero stati in grado di prevederlo, non si sarebbero tormentati così tanto all’epoca. Ma i genitori possono mai evitare di tormentarsi? (No.) I genitori vendono le loro case, i loro terreni, i loro beni di famiglia e alcuni persino un rene perché i figli possano frequentare università prestigiose. Quando il figlio non acconsente a farlo, la madre gli dice: “Ho due reni. Se me ne tolgono uno, mi resterà comunque l’altro. Ormai sono anziana, un solo rene mi basta”. Che cosa prova il figlio a queste parole? “Anche se questo significa che non andrò all’università, non posso permettere che tu venda il tuo rene”. E la madre risponde: “Non ci andrai? Sei disobbediente e poco filiale! Perché intendo vendere il mio rene? Non è forse perché tu possa avere successo in futuro?” Commosso, il figlio pensa: “Va bene, la mamma può vendere il suo rene. Non la deluderò”. Alla fine, la madre lo fa davvero: baratta un rene per il futuro del figlio, il quale alla fine diventa un comune lavoratore e non riesce ad avere successo. Quindi la madre ha venduto un rene e tutto ciò che ha ottenuto in cambio è stato un comune lavoratore: è appropriato? (No.) Infine la madre se ne rende conto e dice: “Sei destinato a essere un comune lavoratore. Se l’avessi saputo prima, non avrei venduto un rene per mandarti all’università. Avresti potuto diventare direttamente un comune lavoratore, no? A che scopo frequentare l’università?” È troppo tardi! Chi l’ha spinta a comportarsi così stupidamente all’epoca? Chi le ha detto di crogiolarsi nell’idea che suo figlio sarebbe diventato un alto funzionario e avrebbe guadagnato molti soldi? Era accecata dall’avidità, se lo è meritato! Ha pagato un prezzo elevato per suo figlio, ma lui le deve forse qualcosa? No. Lei ha pagato quel prezzo volontariamente e ha avuto ciò che si meritava! Anche se avesse venduto tutti e due i reni, lo avrebbe comunque fatto volontariamente. C’è chi vende le cornee, chi il sangue, chi sacrifica tutto quello che ha e vende i beni di famiglia per mandare i figli in università prestigiose, ma ne vale la pena? È come se costoro pensassero che vendere un po’ di sangue oppure un organo possa determinare il futuro di una persona e cambiarne il destino. È così? (No.) Le persone sono così sciocche! Mirano a ritorni veloci, sono accecate dal prestigio e dal profitto. Pensano sempre: “Beh, è così che va la mia vita”, quindi ripongono le loro speranze nei figli. Questo significa che il destino dei figli sarà sicuramente migliore del loro? Che i figli saranno in grado di distinguersi nel mondo? Che saranno diversi? Come possono le persone essere così sciocche? Pensano forse che, solo perché nutrono grandi aspettative per i figli, questi saranno sicuramente superiori agli altri e all’altezza di tali aspettative? Il destino delle persone non viene stabilito dai genitori, ma da Dio. Naturalmente nessun genitore desidera che i propri figli diventino mendicanti, ma neppure deve insistere affinché i figli si distinguano nel mondo e diventino alti funzionari o persone di spicco negli alti ceti della società. Cosa c’è di buono nel far parte degli alti ceti della società? Cosa c’è di buono nel distinguersi nel mondo? Queste sono pastoie, non sono cose positive. È forse una buona cosa diventare una celebrità, un personaggio di spicco, un superuomo o qualcuno in possesso di una posizione e di prestigio? La vita più confortevole è quella di una persona comune. Cosa c’è di male nel vivere una vita un po’ più povera, più dura, più faticosa, nel potersi permettere cibo e vestiti leggermente peggiori? Quanto meno una cosa è sicura: non vivendo secondo le tendenze sociali dei ceti elevati, almeno peccherai meno e opporrai meno resistenza a Dio. In quanto persona comune, non affronterai tentazioni così grandi o tanto frequenti. Anche se la tua vita sarà un po’ più dura, almeno non sarai stanco nello spirito. Pensaci: come comune lavoratore, tutto ciò di cui devi preoccuparti è garantirti tre pasti al giorno. Quando sei un funzionario è diverso. Devi lottare, e ogni giorno la tua posizione potrebbe essere messa a repentaglio. E se la perderai non sarà tutto qui: coloro che hai offeso verranno a cercarti per regolare i conti e ti puniranno. La vita è molto faticosa per le celebrità, per i personaggi di spicco e per i ricchi. Le persone ricche hanno sempre paura di perdere la loro ricchezza in futuro e di non essere in grado di andare avanti se ciò accadesse. Le celebrità vivono nella paura che la loro aura si dissolva e vogliono sempre proteggerla, per timore che la nuova epoca e le nuove tendenze le getteranno nell’ombra. La loro vita è così faticosa! I genitori non discernono mai queste cose e vogliono sempre spingere i figli nel cuore di questa lotta, mandandoli in queste fosse di leoni e in questi pantani. I genitori hanno davvero buone intenzioni? Se vi dico che non ne hanno, non sarete disposti ad accettarlo. Se vi dico che le aspettative dei vostri genitori vi influenzano negativamente in molti modi, sarete disposti a riconoscerlo? (Sì.) Vi danneggiano piuttosto profondamente, non è vero? Alcuni di voi non sono disposti a riconoscerlo, e dicono: “I miei genitori vogliono il mio bene”. Tu dici che i tuoi genitori vogliono il tuo bene: ebbene, dov’è questo bene? I tuoi genitori vogliono il tuo bene, ma quante cose positive ti hanno messo in condizione di comprendere? I tuoi genitori vogliono il tuo bene, ma quanti dei tuoi pensieri e dei tuoi punti di vista errati e indesiderabili hanno corretto? (Nessuno.) Quindi, sei in grado di discernere queste cose, adesso? Riesci a percepire che le aspettative nutrite dai genitori sono irrealistiche, vero?

Analizzando l’essenza delle aspettative nutrite dai genitori nei confronti dei figli, possiamo vedere che sono egoistiche, vanno contro l’umanità e, inoltre, non hanno nulla a che vedere con le responsabilità dei genitori. Quando i genitori impongono ai figli vari requisiti e aspettative, non stanno adempiendo alle proprie responsabilità. Quali sono dunque le loro “responsabilità”? Le responsabilità più basilari che i genitori dovrebbero assolvere sono insegnare ai figli a parlare, istruirli a essere persone amorevoli e non cattive, e guidarli verso una direzione positiva. Queste sono le loro responsabilità più basilari. Inoltre, dovrebbero aiutare i figli ad apprendere qualsiasi tipo di conoscenze, talenti e simili che siano adatti a loro, in base alla loro età, a quanto possono gestire, alla loro levatura e ai loro interessi. Genitori leggermente migliori aiuteranno i figli a capire che le persone vengono create da Dio e che Dio esiste in questo universo, guidandoli a pregare e a leggere le parole di Dio, raccontando loro alcune storie della Bibbia e sperando che, una volta cresciuti, seguiranno Dio e compiranno il dovere di un essere creato, invece di inseguire le tendenze mondane, rimanere intrappolati in varie relazioni interpersonali complicate ed essere devastati dalle varie tendenze di questo mondo e della società. Le responsabilità che i genitori sono tenuti ad assolvere non hanno nulla a che vedere con le loro aspettative. Le responsabilità che dovrebbero adempiere nel loro ruolo di genitori sono quelle di fornire ai figli una guida positiva e un’assistenza adeguata prima che raggiungano l’età adulta, nonché prendersi sollecitamente cura della loro vita carnale per quanto riguarda il cibo, i vestiti, la casa o eventuali malattie. Se i figli si ammalano, i genitori dovrebbero provvedere alle cure, di qualunque malattia si tratti; non dovrebbero trascurare i figli né dire loro: “Continua ad andare a scuola, continua a studiare, non puoi rimanere indietro nelle lezioni. Se rimani troppo indietro, non riuscirai a recuperare”. Quando i figli hanno bisogno di riposare, i genitori dovrebbero permetterglielo, e aiutarli a rimettersi quando sono malati. Queste sono le responsabilità dei genitori. Da un lato, devono prendersi cura della salute fisica dei figli; dall’altro, devono assisterli, educarli e aiutarli in termini di salute mentale. I genitori dovrebbero assolvere queste responsabilità, anziché imporre ai figli aspettative o requisiti irrealistici. I genitori devono assumersi le proprie responsabilità sia per quanto riguarda i bisogni mentali dei figli che quelli della vita fisica. Non dovrebbero permettere che i figli soffrano il freddo in inverno, dovrebbero insegnare loro alcune nozioni generali sulla vita, come in quali circostanze possono prendere il raffreddore, il fatto che dovrebbero mangiare cibi caldi, che avranno mal di stomaco se mangiano cibi freddi, e che non dovrebbero esporsi imprudentemente al vento o spogliarsi in luoghi pieni di correnti d’aria quando fa freddo, aiutandoli a imparare a prendersi cura della loro salute. Inoltre, quando nelle giovani menti dei figli emergono idee infantili e immature sul loro futuro oppure pensieri estremi, non appena se ne rendono conto, i genitori devono tempestivamente fornire loro una guida corretta, anziché opprimerli in maniera coercitiva; dovrebbero consentire loro di esprimere e sfogare le loro idee, in modo che il problema possa essere veramente risolto. Questo è adempiere alle loro responsabilità. Adempiere alle responsabilità di un genitore significa, da un lato, prendersi cura dei figli e, dall’altro, dirigerli, correggerli e fornire loro una guida per quanto riguarda i pensieri e i punti di vista corretti. Le responsabilità che i genitori dovrebbero assolvere non hanno in realtà nulla a che vedere con le aspettative che nutrono nei confronti dei figli. Puoi sperare che i tuoi figli siano fisicamente sani e che una volta cresciuti possiedano umanità, coscienza e ragione, o puoi sperare che ti mostrino pietà filiale, ma non dovresti sperare che da adulti diventino questo o quel tipo di celebrità o grandi personalità, e ancor meno dovresti spesso dire loro: “Guarda com’è obbediente Xiaoming, il nostro vicino!” I tuoi figli sono i tuoi figli: la responsabilità che sei tenuto ad assolvere non è quella di dire loro quanto è bravo il vicino Xiaoming o che dovrebbero prendere esempio da lui. Questo non è qualcosa che un genitore dovrebbe fare. Ognuno è diverso. Le persone differiscono in termini di pensieri, punti di vista, interessi, hobby, levatura, personalità e umanità essenza, la quale può essere buona o cattiva. Alcune persone nascono loquaci, mentre altre sono innatamente introverse e non hanno alcun problema se passano un’intera giornata senza dire una sola parola. Pertanto, se i genitori desiderano adempiere alle loro responsabilità, dovrebbero cercare di capire le personalità, l’indole, gli interessi, la levatura e i bisogni dell’umanità dei figli, anziché trasformare i loro perseguimenti adulti del mondo, della fama e del profitto in aspettative nei loro confronti, imponendo loro queste cose provenienti dalla società, appunto il prestigio, il profitto e il mondo. I genitori danno di queste cose l’eufemistica definizione di “aspettative nei confronti dei figli”, ma in realtà non è di questo che si tratta. Stanno chiaramente tentando di spingere i figli nel pozzo di fuoco e di farli finire tra le braccia del diavolo. Se sei davvero un genitore degno di questo nome, dovresti adempiere alle tue responsabilità riguardo alla salute fisica e mentale dei tuoi figli, invece di imporre loro la tua volontà prima che raggiungano l’età adulta, costringendo le loro giovani menti a sopportare cose che non dovrebbero sopportare. Se davvero li ami e tieni a loro e vuoi realmente adempiere alle tue responsabilità nei loro confronti, allora dovresti prenderti cura del loro corpo e garantire la loro salute fisica. Naturalmente, alcuni bambini nascono fragili e di salute cagionevole. Se i genitori sono davvero nelle condizioni di farlo, possono somministrare loro qualche integratore alimentare, oppure consultare un medico di medicina tradizionale cinese o un nutrizionista, mostrando un po’ di attenzione in più a questi bambini. Inoltre, in ogni fascia d’età precedente a quella adulta, dall’infanzia e dalla fanciullezza fino all’adolescenza, dovrebbero prestare un po’ più di attenzione ai cambiamenti nella personalità e negli interessi dei figli e ai loro bisogni in termini di esplorazione della loro umanità, mostrando un po’ più di premura nei loro confronti. Dovrebbero anche fornire loro una guida, un’assistenza e un aiuto positivi e umani quando si tratta dei loro cambiamenti psicologici e delle loro idee sbagliate, nonché di alcune cose sconosciute riguardanti i bisogni della loro umanità, utilizzando la comprensione pratica, l’esperienza e gli insegnamenti che essi hanno personalmente acquisito sperimentando le stesse cose. I genitori dovrebbero quindi aiutare i figli a crescere senza problemi a ogni età e a evitare di intraprendere strade tortuose o svolte sbagliate, oppure di deviare verso gli estremi. Quando le loro giovani menti confuse vengono ferite o accusano un colpo, i figli dovrebbero ricevere assistenza tempestiva, nonché premure, affetto, cura e guida da parte dei genitori. Sono queste le responsabilità che i genitori dovrebbero assolvere. Per quanto riguarda i progetti che i figli hanno per il proprio futuro, che siano diventare insegnanti, artisti, funzionari e così via, se si tratta di progetti ragionevoli, i genitori possono incoraggiarli e fornire loro una certa quantità di aiuto e assistenza in base alle circostanze, all’istruzione, alla levatura, all’umanità, alla situazione familiare e così via. Tuttavia, non dovrebbero spingersi al di là delle proprie capacità, né vendere l’auto, la casa, un rene o il sangue. Non c’è bisogno di fare questo, giusto? (Giusto.) Dovrebbero semplicemente fornire ai figli una certa quantità di aiuto al meglio delle loro capacità di genitori. Se i figli dicono: “Voglio andare all’università”, i genitori possono rispondere: “Se vuoi andare all’università, ti sosterrò e non mi opporrò, ma la nostra famiglia non è molto benestante. D’ora in poi dovrò risparmiare ogni giorno un po’ di soldi per pagarti un anno di tasse universitarie. Se quando arriverà il momento avrò risparmiato abbastanza, potrai andare all’università. Se non avrò risparmiato abbastanza, dovrai trovare da te una soluzione”. I genitori dovrebbero raggiungere questo tipo di intesa con i figli, concordando e raggiungendo un consenso insieme, per poi risolvere il problema delle esigenze che i figli hanno riguardo al loro futuro. Naturalmente, se i genitori non riescono a realizzare i progetti e le intenzioni che i figli hanno per il loro futuro, non devono sentirsi in colpa, pensando: “Ho deluso i miei figli, sono un incapace e loro hanno dovuto soffrire per questo. I figli degli altri mangiano bene, indossano vestiti di marche famose, girano in auto all’università e prendono l’aereo per tornare a casa. I miei figli devono viaggiare in treno su sedili rigidi, non posso nemmeno permettermi di mandarli in un vagone letto. Li ho delusi!” Non devono sentirsi in colpa: queste sono le loro condizioni e non sarebbero in grado di fornire queste cose ai figli neanche se vendessero un rene, quindi dovrebbero accettare il loro destino. Dio ha orchestrato per loro tale ambiente, quindi questi genitori non devono in alcun modo sentirsi in colpa nei confronti dei figli, dicendo: “Ti ho deluso. Se in futuro non ci mostrerai pietà filiale, non mi lamenterò. Siamo degli incapaci e non ti abbiamo fornito un buon ambiente di vita”. Non hanno bisogno di dire questo. I genitori devono solamente adempiere alle proprie responsabilità e stare a posto con la coscienza, facendo tutto il possibile e mettendo i figli in condizione di godere di salute sia fisica che mentale. Basta questo. “Salute” in questo caso significa semplicemente che i genitori fanno del loro meglio affinché i figli abbiano pensieri positivi, nonché pensieri e atteggiamenti attivi, propositivi e ottimistici verso la loro vita e la loro esistenza quotidiane. Quando qualcosa li turba, i figli non dovrebbero sollevare proteste irragionevoli, tentare il suicidio, creare problemi ai genitori e nemmeno rimproverarli di essere degli incapaci buoni a nulla che non sono in grado di guadagnare soldi, dicendo: “Guardate i genitori degli altri. Guidano belle macchine, vivono in grandi ville, vanno su navi da crociera di lusso e fanno viaggi in Europa. Invece noi non ci siamo mai allontanati dalla nostra città né abbiamo mai preso un treno ad alta velocità!” Se sollevano proteste irragionevoli di questo tipo, come dovresti reagire? Dovresti rispondere: “Hai ragione, ecco quanto siamo incapaci. Tu sei nato in questa famiglia e dovresti accettare il tuo destino. Se possiedi le capacità, allora potrai guadagnare tu i soldi in futuro. Non trattarci male e non pretendere che facciamo qualcosa per te. Abbiamo già adempiuto alle nostre responsabilità nei tuoi confronti e non ti dobbiamo nulla. Un giorno, in futuro, anche tu diventerai genitore e dovrai fare lo stesso”. Quando avranno dei figli, si renderanno conto che non è così facile per i genitori guadagnare denaro per mantenere sé stessi e tutti i membri della famiglia, sia giovani che anziani. In sintesi, dovresti insegnare loro alcuni principi su come comportarsi. Se i tuoi figli sono in grado di accettarlo, dovresti condividere con loro in merito alla fede in Dio e al cammino di perseguimento della verità per raggiungere la salvezza, nonché ad alcuni pensieri e punti di vista corretti che hai ricevuto da Dio. Se i tuoi figli sono disposti ad accettare l’opera di Dio e a credere in Lui insieme a te, ancora meglio. Se non avvertono questo tipo di esigenza, allora è sufficiente che tu adempia alle tue responsabilità nei loro confronti; non c’è bisogno che continui a dilungarti in discorsi o a proporre dottrine riguardanti la fede in Dio per predicare loro. Non occorre. Anche se i tuoi figli non hanno fede, fintanto che ti sostengono, potete avere un buon rapporto e parlare e discutere insieme di qualsiasi cosa. Non dovete diventare nemici, né tu devi provare risentimento nei loro confronti. Dopo tutto, tra di voi esiste un legame di sangue. Se i tuoi figli sono disposti ad adempiere alle loro responsabilità nei tuoi confronti, a mostrarti pietà filiale e a obbedirti, allora puoi mantenere i tuoi rapporti familiari con loro e interagirci normalmente. Non c’è bisogno di maledirli o rimproverarli continuamente perché hanno opinioni e punti di vista diversi dai tuoi riguardo alla fede. Non occorre. Non devi cedere all’irruenza né pensare che il fatto che i tuoi figli non credano in Dio sia un problema enorme, come se tu avessi perso la tua vita e la tua anima. Non è così grave. Se non hanno fede, naturalmente hanno le loro strade che hanno scelto di percorrere. Anche tu hai una strada da percorrere e un dovere da compiere, e queste cose non hanno nulla a che vedere con i tuoi figli. Se loro non hanno fede, non devi insistere. Può darsi che non sia arrivato il momento giusto o che semplicemente Dio non li abbia scelti. Se semplicemente Dio non li ha scelti e tu insisti nel forzarli a credere, allora sei ignorante e disobbediente. Naturalmente, se invece Dio li ha scelti ma non è ancora arrivato il momento giusto e tu pretendi che abbiano fede ora, sarà un po’ troppo presto. Se Dio intende agire, nessuno può sfuggire alla Sua sovranità. Se Dio ha disposto che i tuoi figli credano, può ottenerlo con una sola parola o con un singolo pensiero. Se Egli non ha disposto che credano, allora niente li smuoverà e in tal caso, per quanto tu possa parlare, non servirà a nulla. Se i tuoi figli non hanno fede, non sei in debito nei loro confronti, né è merito tuo se invece credono. Non è così? (Sì.) A prescindere dal fatto che tu e i tuoi figli abbiate obiettivi comuni in materia di fede o che abbiate idee simili sotto questo aspetto, in ogni caso tu devi solamente adempiere alle tue responsabilità nei loro confronti. Se lo hai fatto, non significa che hai mostrato loro amorevolezza, e se i tuoi figli non credono non significa che sei in debito verso di loro, poiché hai adempiuto alle tue responsabilità, e questo è quanto. Il vostro rapporto rimane invariato e tu puoi continuare a interagire con loro come prima. Quando i tuoi figli incontrano delle difficoltà, dovresti fornire loro aiuto per quanto ti è possibile. Se disponi delle condizioni materiali per aiutarli, dovresti farlo; se sei in grado di correggere i loro pensieri e i loro punti di vista a livello psicologico o mentale, e di fornire loro una certa quantità di guida e di aiuto, mettendoli in condizione di districarsi dai loro dilemmi, questo è piuttosto positivo. In sintesi, ciò che i genitori dovrebbero fare prima che i figli raggiungano l’età adulta è adempiere alle proprie responsabilità di genitori, apprendendo ciò che i figli vogliono fare e quali sono i loro interessi e le loro aspirazioni. Se i figli vogliono essere assassini, piromani o criminali, allora i genitori dovrebbero disciplinarli seriamente o addirittura punirli. Se invece sono obbedienti, non diversi da tutti gli altri bambini normali, e si comportano bene a scuola, facendo tutto ciò che i genitori dicono loro di fare, allora i genitori devono solo adempiere alle loro responsabilità nei loro confronti. A parte l’adempimento delle loro responsabilità, tutti i cosiddetti requisiti, aspettative e pensieri sul futuro dei figli sono superflui. Perché dico che sono superflui? Il destino di ogni persona è decretato da Dio e non può essere stabilito dai suoi genitori. Quali che siano le aspettative dei genitori nei confronti dei figli, è impossibile che in futuro si realizzino tutte. Queste aspettative non possono determinare il futuro né la vita dei figli. Non importa quanto siano grandi le aspettative che i genitori nutrono verso i figli, o quanto sia grande il sacrificio o il prezzo che sono disposti a offrire per tali aspettative: è tutto inutile. Queste cose non possono influenzare il futuro o la vita dei loro figli. Pertanto, i genitori non dovrebbero compiere azioni sciocche. Non dovrebbero fare sacrifici inutili per i figli prima che questi diventino adulti, e naturalmente nemmeno sentirsi così stressati al riguardo. Allevare i figli comporta che un genitore impari e nel frattempo acquisisca vari tipi di esperienza attraverso ambienti diversi, per poi permettere ai figli di trarne gradualmente beneficio. Questo è tutto ciò che i genitori devono fare. Per quanto riguarda il futuro dei figli e il loro percorso di vita, queste cose non hanno nulla a che vedere con le aspettative nutrite dai genitori. Vale a dire, le aspettative dei tuoi genitori non possono decidere il tuo futuro. Il fatto che i tuoi genitori abbiano aspettative elevate nei tuoi confronti, o che si aspettino grandi cose da te, non significa che tu sarai in grado di prosperare e di vivere bene, così come il fatto che non abbiano aspettative nei tuoi confronti non vuol dire che diventerai un mendicante. Le due cose non sono necessariamente correlate. DiteMi, questi argomenti su cui ho condiviso sono facili da capire? È facile per le persone realizzare queste cose? Oppure è difficile? I genitori devono solamente adempiere alle proprie responsabilità nei confronti dei figli, educarli e allevarli fino all’età adulta. Non hanno bisogno di farli diventare degli individui di talento. Ciò è facile da realizzare? (Sì.) È una cosa facile da fare: non devi farti carico di alcuna responsabilità nei confronti del futuro o della vita dei tuoi figli, né sviluppare alcun piano per loro, e nemmeno fare previsioni su che tipo di persone diventeranno, che tipo di vita avranno in futuro, in quali ambienti sociali si troveranno, che qualità di vita avranno in questo mondo o di che tipo di prestigio godranno tra gli altri. Non devi prevedere né controllare queste cose; tutto ciò che devi fare è adempiere alle tue responsabilità di genitore. Tutto qui. Quando i tuoi figli raggiungono l’età scolare, dovresti trovare una scuola e iscriverceli, pagare la retta quando è necessario e comprare loro tutto ciò di cui hanno bisogno per la scuola. È sufficiente adempiere a queste responsabilità. Per quanto riguarda ciò che mangiano e indossano durante l’anno, devi soltanto prenderti cura del loro corpo in base alle circostanze. Non lasciar perdurare in loro una malattia non curata quando sono ancora piccoli e non capiscono come prendersi cura del loro corpo. Correggi tempestivamente i loro difetti e le loro cattive abitudini di vita, aiutali a svilupparne di buone, quindi consiglia e guida le loro menti e assicurati che non si spingano verso gli estremi. Se a loro piacciono alcune cose malvagie del mondo, ma tu vedi che sono bravi e che sono solo stati influenzati dalle tendenze malvagie del mondo, dovresti immediatamente reindirizzarli e aiutarli a correggere i loro difetti e le loro cattive abitudini. Queste sono le responsabilità e le funzioni che i genitori sono tenuti ad assolvere. I genitori non dovrebbero spingere i figli verso le tendenze della società né sottoporli troppo precocemente, quando non hanno ancora raggiunto la maturità, a pressioni di vario tipo che solo gli adulti devono sopportare. I genitori non dovrebbero fare nulla di tutto ciò. Sono cose davvero semplici da realizzare, eppure alcuni non ne sono capaci. Poiché costoro non sanno abbandonare il perseguimento della fama e del profitto mondani, né le tendenze malvagie del mondo, e poiché hanno paura di essere esclusi dal mondo, prima che i figli raggiungano l’età adulta, li spingono a integrarsi molto precocemente nella società e ad adattarvisi molto rapidamente a livello mentale. Se i figli hanno genitori di questo tipo, sono sfortunati. A prescindere dai metodi o dai pretesti con cui i genitori li amano, si prendono cura di loro e pagano dei prezzi per loro, per i figli di famiglie di questo genere non si tratta necessariamente di cose positive, anzi si potrebbe dire che si tratta di una sorta di disastri. Questo perché, dietro le loro aspettative, ciò che questi genitori causano nelle giovani menti dei figli è la devastazione. O, per dirla in altre parole, le aspettative nutrite da questi genitori non sono, in realtà, che i figli godano di salute sia mentale che fisica, ma solo che riescano ad affermarsi nella società e a evitare di esserne esclusi. L’obiettivo delle loro aspettative è che i figli vivano una bella vita, o che siano superiori agli altri, che evitino di diventare mendicanti e di essere discriminati o maltrattati dagli altri, e che si integrino con tendenze e gruppi di persone malvagi. Queste sono cose positive? (No.) Pertanto, non dovete prendere a cuore questo tipo di aspettative nutrite dai vostri genitori. Se in passato i tuoi genitori nutrivano nei tuoi confronti aspettative di questo tipo, o se hanno pagato un prezzo elevato perché si realizzassero, e di conseguenza ti senti in debito nei loro confronti e intendi dedicare tutta la tua vita a ripagarli, se hai un’idea e un desiderio di questo genere, dovresti abbandonarli oggi stesso. Non devi nulla ai tuoi genitori; anzi, sono loro che ti hanno devastato e menomato. Non solo non hanno adempiuto alle loro responsabilità di genitori ma, al contrario, ti hanno fatto del male, hanno inflitto varie ferite alla tua giovane mente e lasciato in te una vasta gamma di impressioni e ricordi negativi. In breve, genitori come questi non sono dei bravi genitori. Se prima che tu raggiungessi l’età adulta, nel modo in cui ti hanno istruito e influenzato e con quello che ti dicevano, i tuoi genitori hanno sempre sperato che tu studiassi sodo, avessi successo e non ti ritrovassi a essere un comune lavoratore, che avessi buone prospettive per il futuro, che diventassi per loro motivo di orgoglio e di gioia e che arrecassi loro onore e gloria, allora a partire da oggi dovresti prendere le distanze dalla loro cosiddetta amorevolezza e smettere di averla a cuore. Non è così? (Sì.) Queste sono le aspettative che i genitori nutrono nei confronti dei figli prima che raggiungano l’età adulta.

La natura delle aspettative nutrite dai genitori nei confronti dei figli rimane invariata anche dopo che questi ultimi sono diventati adulti. Sebbene da adulti i figli siano in grado di pensare in modo indipendente e di comunicare, parlare e discutere con loro dalla posizione e dalla prospettiva di un adulto, i genitori continuano a nutrire verso di loro le stesse aspettative dalla prospettiva di genitori. Le loro aspettative si trasformano da aspettative verso un bambino che non ha raggiunto l’età adulta ad aspettative verso un adulto. Sebbene le aspettative dei genitori nei confronti dei figli adulti siano diverse da quelle verso i figli piccoli, in quanto persone comuni e corrotte e membri della società e del mondo, i genitori continuano a nutrire lo stesso tipo di aspettative nei confronti dei figli. Sperano che le cose vadano loro bene nel lavoro, che abbiano matrimoni felici e famiglie perfette, che ricevano aumenti di stipendio e promozioni, che ottengano il riconoscimento da parte dei loro capi e che tutto vada loro particolarmente bene in termini lavorativi, senza che incontrino alcuna difficoltà. A cosa servono queste aspettative? (Sono inutili.) Sono inutili, sono superflue. I tuoi genitori pensano di poterti leggere nella mente perché ti hanno allevato e sostenuto, e di conseguenza credono di sapere tutto di ciò che pensi e che vuoi e della tua personalità, anche se ormai sei un adulto. E anche se sei un adulto indipendente e puoi guadagnare soldi per mantenerti, pensano di poterti ancora controllare e di avere ancora il diritto di parlare, di intromettersi, di decidere, di interferire o addirittura di prevalere quando si tratta di qualcosa che ti riguarda. Pensano cioè di poter avere l’ultima parola. Per esempio, quando si parla di matrimonio, se frequenti una donna, i tuoi genitori diranno immediatamente: “Non va bene, non ha il tuo stesso livello di istruzione, non è molto bella e viene da una famiglia rurale. Dopo che l’avrai sposata, i suoi parenti arriveranno in massa dalla campagna, non sapranno usare il bagno e sporcheranno tutto. Decisamente non ti aspetta una bella vita. Non va bene, non sono d’accordo che la sposi!” Questo non è interferire? (Sì.) Non è superfluo e disgustoso? (È superfluo.) Quando cercano un partner, figli e figlie devono comunque ottenere il consenso dei genitori. Di conseguenza, ci sono figli che nemmeno dicono ai genitori di aver trovato un partner, proprio per evitare le loro ingerenze. Quando i genitori chiedono loro: “Frequenti qualcuno?”, rispondono: “No, è ancora presto, sono ancora giovane, non c’è fretta”, ma in realtà hanno già un partner da due o tre anni, solo che non l’hanno detto ai genitori. E perché non glielo dicono? Perché i genitori vogliono interferire in tutto e sono molto pignoli, per questo i figli non parlano loro dei propri partner. Quando sono pronti a sposarsi, portano i loro partner direttamente a casa dei genitori e chiedono: “Mi date il vostro consenso? Domani mi sposo. La gestirò in questo modo, che voi siate d’accordo o meno. Se non mi date la vostra approvazione, comunque noi ci sposeremo e avremo dei figli”. Questi genitori interferiscono troppo con le vite dei loro figli, intromettendosi persino in merito ai loro matrimoni. Se il partner che i figli trovano non è come loro speravano, se non vanno d’accordo con lui o se a loro non piace, cercheranno di farli separare. Se il figlio non è d’accordo, allora piangono, fanno una scenata e minacciano di uccidersi, al punto che il figlio non sa se piangere o ridere: non sa cosa fare. Ci sono anche figli e figlie che dicono di essere avanti con l’età e di non volersi sposare, e i genitori dicono loro: “Non va bene. Speravo che una volta cresciuto ti saresti sposato e avresti avuto dei figli. Ti ho visto crescere; ora voglio vederti sposato e con dei figli. Così potrò morire in pace. Se non ti sposi, questo mio desiderio non potrà mai realizzarsi. Non potrò morire, e se accadrà non morirò in pace. Devi sposarti, sbrigati a trovare un partner. Va bene anche se ne trovi uno temporaneo e mi permetti di dargli un’occhiata”. Questa non è forse un’ingerenza? (Sì.) Quando si tratta della scelta di un potenziale coniuge da parte dei figli adulti, i genitori possono dare consigli ragionevoli, richiamare i figli o aiutarli a valutare il loro partner, ma non dovrebbero interferire, non dovrebbero aiutare i loro figli a decidere. I figli hanno i loro sentimenti e sanno se a loro questo partner piace o no, se vanno d’accordo, se hanno interessi simili e se in futuro saranno felici insieme. Non è detto che i genitori sappiano queste cose, e se anche le sanno possono solo dare dei suggerimenti; non devono porre ingombranti ostacoli né interferire pesantemente. Ci sono anche genitori che dicono: “Quando mio figlio o mia figlia troveranno un partner, dovrà essere di pari livello sociale alla mia famiglia. Se non lo sarà e avrà delle mire su mio figlio o mia figlia, allora non li lascerò sposare, dovrò intralciare i loro piani. Se vorrà entrare in casa mia, non glielo permetterò!” Quest’aspettativa è appropriata? È ragionevole? (Non lo è.) Si tratta di una questione importante nella vita dei figli, è irragionevole che i genitori si intromettano. Tuttavia, dal punto di vista di questi genitori, c’è persino un ulteriore motivo per interferire nelle questioni importanti della vita dei figli. Se i figli trovano per caso amici dell’altro sesso con cui parlare, non interferiscono, ma pensano di doverlo fare se si tratta della grande questione del matrimonio. Ci sono persino genitori che si mettono d’impegno a spiare i figli, verificando di quali membri del sesso opposto possiedono contatti e informazioni sui loro telefoni e computer, interferendo e pedinando i figli, al punto che questi non hanno alcuna possibilità di ribellarsi, di opporsi, di controbattere o di eludere tale ingerenza. È un modo appropriato di agire per un genitore? (No.) Se i genitori portano i figli a non sopportarli più, questo si chiama creare fastidio, non è vero? Ciò che i genitori dovrebbero fare per i loro figli adulti è continuare ad adempiere alle proprie responsabilità e ai propri obblighi di genitori, aiutarli nei loro futuri percorsi di vita e dare loro consigli, suggerimenti e ammonimenti ragionevoli e preziosi, in modo che possano evitare di essere ingannati sul lavoro o quando si trovano ad affrontare vari tipi di persone, eventi e cose, e che possano evitare di intraprendere percorsi tortuosi, affrontare fastidi inutili o addirittura andare incontro a beghe legali. I genitori dovrebbero porsi dalla prospettiva di chi ha esperienza e dare ai figli consigli e punti di riferimento utili e preziosi. Che poi i figli li ascoltino o meno, questo è un problema loro. Quello che i genitori dovrebbero fare è semplicemente adempiere alle proprie responsabilità. I genitori non hanno potere di influire sulla quantità di sofferenza che i figli sperimenteranno, su quanto dolore affronteranno o sulla quantità di benedizioni di cui godranno. Se i figli in questa vita devono sopportare delle tribolazioni e i genitori hanno ormai insegnato loro ciò che dovevano, ma quando accade loro qualcosa i figli sono comunque molto ostinati, allora è giusto che soffrano, è il loro destino, e i genitori non devono incolpare sé stessi, giusto? (Sì.) In alcuni casi, le persone non hanno un matrimonio fortunato, non sono in buoni rapporti con il coniuge, quindi decidono di divorziare e a seguito del divorzio sorgono delle controversie su chi alleverà i figli. I genitori di queste persone speravano che tutto andasse loro bene nel lavoro, che avessero un matrimonio felice e sereno, senza fratture né problemi, ma alla fine nulla è andato come volevano. Di conseguenza, questi genitori si preoccupano per i figli, piangono, si lamentano della situazione con i vicini e aiutano i figli o le figlie a trovare un avvocato per ottenere la custodia dei loro figli. Ci sono persino genitori che notano i torti subiti dalle figlie e si fanno avanti per battersi per loro, andando a casa dei mariti e gridando: “Perché hai fatto questo torto a mia figlia? Non lascerò correre di fronte a un tale insulto!” Portano con sé anche altri parenti perché sfoghino la loro rabbia in difesa delle figlie, e si arriva alle mani. Ne deriva di conseguenza un’enorme scenata. Se non fosse intervenuta l’intera famiglia a scatenare un putiferio e le tensioni tra marito e moglie si fossero lentamente stemperate, probabilmente si sarebbero calmati e non avrebbero divorziato. Invece, poiché i genitori hanno sollevato un polverone, la cosa si è ingigantita; non si è potuto porre rimedio a questo matrimonio e si è creata una frattura. Alla fine il matrimonio dei figli è andato male per via del polverone sollevato dai genitori, alle cui preoccupazioni si è aggiunta anche questa. DimMi, ne valeva la pena? A cosa è servito farsi coinvolgere in queste cose? Che si tratti del matrimonio dei figli o del loro lavoro, tutti i genitori pensano di avere una grande responsabilità: “Devo intervenire, devo seguire e osservare la situazione da vicino”. Osservano se i figli hanno matrimoni felici o meno, se hanno problemi nelle loro relazioni affettive e se i figli stessi oppure i generi e le nuore hanno delle relazioni extraconiugali. Alcuni genitori si intromettono, criticano o addirittura escogitano trame in merito a vari aspetti della vita dei figli per soddisfare un’aspettativa che hanno sul loro matrimonio o su diverse altre cose, e questo influisce gravemente sul normale procedere della vita e del lavoro dei figli. Dei genitori di questo tipo non sono forse detestabili? (Sì.) Ci sono persino genitori che si immischiano nello stile e nelle abitudini di vita dei figli, e che quando non hanno niente da fare vanno a casa loro per vedere come stanno le nuore, per controllare se mandano di nascosto regali o soldi alle loro famiglie d’origine o se frequentano altri uomini. I figli trovano queste azioni davvero ripugnanti e disgustose. Se i genitori continuano così, i figli lo troveranno disgustoso e ripugnante, quindi è piuttosto chiaro che queste sono azioni irragionevoli. Naturalmente, se guardiamo la cosa da un’altra prospettiva, queste azioni sono anche immorali e prive di umanità. Indipendentemente dalle aspettative che i genitori nutrono nei confronti dei figli, una volta che questi raggiungono l’età adulta, i genitori non dovrebbero intromettersi nei loro ambienti di vita o di lavoro, né nelle loro famiglie, e ancor meno dovrebbero tentare di interferire con i diversi aspetti della loro vita o di controllarli. Ci sono anche genitori che amano molto il denaro e dicono ai figli: “Per fare più soldi velocemente, devi far crescere la tua attività. Guarda il figlio di tal dei tali, ha ampliato la sua: ha trasformato il suo piccolo negozio in uno più grande e poi questo in un franchising, e ora i suoi genitori godono di prelibatezze da mangiare e da bere insieme a lui. Devi guadagnare di più. Guadagna di più e apri più negozi, così potrò godere di riflesso anch’io della tua gloria”. Qualsiasi siano le difficoltà o le aspirazioni dei figli, tali genitori vogliono solo soddisfare le proprie preferenze e i propri desideri egoistici; vogliono solamente usare i figli per guadagnare molti soldi e raggiungere il proprio obiettivo di godere dei piaceri della carne. Queste sono tutte cose che i genitori non dovrebbero fare. Sono cose immorali e prive di umanità, e tali genitori non adempiono alle loro responsabilità. Non è questo l’atteggiamento che i genitori dovrebbero avere nei confronti dei figli adulti. Al contrario, questi genitori approfittano della propria anzianità, interferendo con la vita, il lavoro, il matrimonio e altre cose dei loro figli adulti con il pretesto di mostrare responsabilità nei loro confronti. Qualunque capacità, levatura, prestigio sociale o reddito questi figli adulti possiedano, si tratta del destino che Dio ha stabilito per loro e ricade sotto la sovranità di Dio. I genitori non dovrebbero interferire con il tipo di vita dei loro figli, a meno che questi non stiano percorrendo un cammino sbagliato o infrangendo la legge, nel qual caso i genitori dovrebbero impartire loro una severa disciplina. Ma in circostanze normali, quando questi adulti hanno la testa a posto e sono in grado di vivere e sopravvivere in modo indipendente, i genitori dovrebbero farsi da parte, poiché i figli sono ormai adulti. Se i figli sono appena diventati adulti, hanno 20 o 21 anni e non conoscono ancora le variegate e complesse situazioni della società, non sanno come comportarsi nella vita, non capiscono come socializzare e possiedono scarse capacità di sopravvivenza, allora i genitori dovrebbero fornire loro un’assistenza adeguata, mettendoli in condizione di arrivare gradualmente al punto di riuscire a vivere in modo indipendente. Questo è adempiere alle loro responsabilità. Ma non appena hanno instradato i figli sul giusto percorso e questi sono in grado di sopravvivere in modo indipendente, i genitori dovrebbero farsi da parte. Non dovrebbero continuare a trattare i figli come se non fossero ancora adulti o come dei minorati mentali. Non dovrebbero nutrire alcuna aspettativa irrealistica verso di loro, e non dovrebbero nemmeno, con il pretesto di nutrire delle aspettative nei loro confronti, interferire con la loro vita privata o con i loro atteggiamenti, punti di vista e azioni inerenti al lavoro, alla famiglia, al matrimonio, alle persone e agli eventi. Se fanno una qualsiasi di queste cose, non stanno adempiendo alle proprie responsabilità.

Quando i figli e le figlie sono in grado di sopravvivere in modo indipendente, i genitori dovrebbero semplicemente mostrare loro premura e la cura necessaria quando si tratta del loro lavoro, della loro vita e della loro famiglia, oppure fornire loro un’assistenza adeguata nelle situazioni in cui non possono realizzare o gestire qualcosa soltanto con le loro capacità. Per esempio, poniamo che tuo figlio o tua figlia abbiano un bambino e sia loro che il coniuge siano molto impegnati con il lavoro. Il bambino è ancora molto piccolo e a volte non c’è nessuno che se ne occupi. In queste circostanze, puoi aiutare tuo figlio a prendersi cura del bambino. Questa è la responsabilità di un genitore, poiché in fondo è sangue del tuo sangue, e sarebbe più sicuro che fossi tu e non qualcun altro a badare a tuo nipote. Se tuo figlio ritiene che tu sia in grado di occupartene, allora dovresti farlo. Se non si sente a suo agio nell’affidare il bambino a te e non vuole che te ne occupi tu, o se non te lo lascia fare per un’attenzione verso di te, perché è premuroso nei tuoi confronti e teme che tu non sia nelle condizioni fisiche per farlo, allora non dovresti avertene a male. Ci sono persino figli e figlie che semplicemente non si fidano dei loro genitori, ritengono che non siano in grado di prendersi cura dei bambini piccoli, che sappiano solo viziarli e non istruirli, e che non siano attenti al cibo che gli fanno mangiare. Se tuo figlio o tua figlia non si fidano di te e non vogliono che ti occupi del loro bambino, tanto meglio, così avrai più tempo libero. Questo si chiama consenso reciproco: né il genitore né il figlio interferiscono l’uno con l’altro, e allo stesso tempo mostrano reciproca considerazione. Quando i figli hanno bisogno di aiuto, di attenzioni e di essere accuditi, i genitori devono solo fornire loro le attenzioni, le cure e il sostegno economico appropriati e necessari a livello emotivo o sotto altri aspetti. Per esempio, supponiamo che un genitore abbia dei risparmi o che sia bravo nel suo lavoro e goda di una fonte di reddito. Quando i figli hanno bisogno di denaro, può fornire loro un po’ d’aiuto se ne è in grado. Se non ne è in grado, non è necessario che rinunci a tutti i suoi beni o che chieda un prestito a un usuraio per aiutare i figli. Deve limitarsi a fare tutto ciò che è nelle sue possibilità per adempiere alle responsabilità che gli spettano nell’ambito della parentela. Non c’è bisogno che venda tutto quello che ha, o un rene oppure il sangue, né che lavori fino alla morte per aiutare i figli. La tua vita appartiene a te, ti è stata donata da Dio, e tu hai le tue missioni personali. Possiedi questa vita in modo da poter adempiere a tali missioni. Anche i tuoi figli possiedono la loro vita allo scopo di portare a termine il loro percorso e realizzare la loro missione di vita, e non per mostrare pietà filiale a te. Pertanto, indipendentemente dal fatto che i figli siano adulti o meno, la vita dei genitori appartiene solo ai genitori stessi, non ai figli. Naturalmente, i genitori non sono balie gratuite né schiavi dei figli. Indipendentemente dalle aspettative che nutrono nei confronti dei figli, non è necessario che si lascino comandare arbitrariamente da loro senza alcun compenso, né che diventino loro servi, camerieri o schiavi. A prescindere dai sentimenti che provi per i tuoi figli, resti comunque un individuo indipendente. Non dovresti assumerti la responsabilità della loro vita adulta, come se fosse del tutto giusto farlo, solo perché sono i tuoi figli. Non occorre. Sono adulti; tu hai già adempiuto alla tua responsabilità di allevarli. Quanto al fatto che in futuro vivranno male o bene, che saranno ricchi o poveri e che avranno una vita felice o infelice, è affar loro. Queste cose non hanno nulla a che vedere con te. Tu, in quanto genitore, non hai alcun obbligo di cambiare queste cose. Se hanno una vita infelice, non sei obbligato a dire loro: “Sei infelice; penserò io a come sistemare le cose, venderò tutto quello che possiedo, darò fondo a tutte le mie energie vitali per renderti felice”. Non è necessario. Devi semplicemente adempiere alle tue responsabilità, tutto qui. Se vuoi essere loro d’aiuto, puoi chiedere loro perché sono infelici e aiutarli a comprendere il problema a livello teorico e psicologico. Se accettano il tuo aiuto, tanto meglio. Se non lo accettano, devi limitarti ad adempiere alle tue responsabilità di genitore e nient’altro. Se i tuoi figli vogliono soffrire, è affar loro. Non c’è bisogno che ti preoccupi o che te ne lasci turbare, né che non riesca a mangiare o a dormire bene. Sarebbe eccessivo. Perché sarebbe eccessivo? Perché sono adulti. Dovrebbero imparare a gestire da soli tutto ciò che incontrano nella vita. Se ti preoccupi per loro, il tuo è semplice affetto; se non ti preoccupi per loro, non significa che tu non abbia cuore o che non abbia adempiuto alle tue responsabilità. Sono adulti, e gli adulti devono affrontare i problemi degli adulti e gestire tutto ciò che spetta a un adulto. Non dovrebbero affidarsi ai genitori per ogni cosa. Naturalmente, i genitori non dovrebbero assumersi la responsabilità del buon andamento del lavoro, della carriera, della famiglia o del matrimonio dei figli una volta che questi sono adulti. Puoi nutrire preoccupazioni per queste cose e informartene, ma non devi fartene carico completamente, incatenando i tuoi figli al tuo fianco, portandoli con te e sorvegliandoli ovunque tu vada, e pensando di loro: “Hanno mangiato bene oggi? Sono felici? Il lavoro gli sta andando bene? Il loro capo li apprezza? Il coniuge li ama? I loro figli sono obbedienti? I loro figli prendono buoni voti?” Cosa hanno a che vedere queste cose con te? I tuoi figli possono risolvere i loro problemi da soli, non c’è bisogno che ti immischi. Perché ti chiedo cosa hanno a che vedere queste cose con te? Con ciò intendo dire che queste cose non hanno nulla a che fare con te. Hai adempiuto alle tue responsabilità nei confronti dei tuoi figli, li hai allevati fino all’età adulta, quindi dovresti farti da parte. Quando lo farai, non significherà che i tuoi compiti sono esauriti. Ci sono ancora tante cose che dovresti fare. Per quanto riguarda le missioni che devi portare a termine in questa vita, oltre ad allevare i tuoi figli fino all’età adulta, hai anche altre missioni da completare. Oltre a fare da genitore ai tuoi figli, sei un essere creato. Dovresti presentarti davanti a Dio e accettare il tuo dovere da Lui. Qual è il tuo dovere? L’hai portato a termine? Ti ci sei dedicato? Hai intrapreso il cammino della salvezza? Queste sono le cose a cui dovresti pensare. Per quanto riguarda la direzione che prenderanno i tuoi figli una volta adulti, come saranno la loro vita e le loro condizioni, se sperimenteranno felicità e gioia, queste cose non hanno nulla a che vedere con te. I tuoi figli sono ormai indipendenti, sia formalmente che mentalmente. Dovresti permettere loro di esserlo, dovresti lasciare loro spazio invece di tentare di controllarli. Sia in termini formali che di rapporti di affetto o di legame di sangue, hai ormai adempiuto alle tue responsabilità e non c’è più alcun rapporto tra te e i tuoi figli. Non c’è alcuna correlazione tra le loro missioni e le tue, né tra i percorsi di vita che percorrono e le tue aspettative. Le aspettative che nutri verso di loro e le responsabilità che hai nei loro confronti sono terminate. Naturalmente, non dovresti avere aspettative verso di loro. Loro sono loro e tu sei tu. Se i tuoi figli non si sposano, in termini di destino e di missioni siete individui completamente slegati e indipendenti. Se invece si sposano e mettono su famiglia, le vostre famiglie sono completamente slegate. I tuoi figli hanno le loro abitudini e i loro stili di vita, le loro esigenze in termini di qualità della vita, e tu hai le tue abitudini di vita e le tue esigenze in termini di qualità della vita. Tu hai il tuo percorso di vita e loro hanno il loro. Tu hai le tue missioni, loro le loro. Naturalmente, tu possiedi la tua fede e loro la loro. Se loro hanno fede nel denaro, nella fama e nel profitto, allora siete persone completamente diverse. Ma anche se hanno la tua stessa fede, se perseguono la verità e percorrono il cammino della salvezza, naturalmente restate comunque individui del tutto diversi. Tu sei tu e loro sono loro. Non dovresti intrometterti riguardo al cammino che percorrono. Puoi sostenerli, aiutarli e provvedere a loro, richiamarli ed esortarli, ma non devi interferire né immischiarti. Nessuno può stabilire che tipo di cammino percorrerà un’altra persona, che tipo di persona sarà o che tipo di perseguimenti avrà. Rifletteteci: su quale base sono seduto qui, a chiacchierare con voi e a parlarvi di tutte queste cose? Sulla base della vostra disponibilità ad ascoltare. Parlo perché voi siete disposti ad ascoltare le Mie serie raccomandazioni. Se non foste disposti ad ascoltare o ve ne andaste, allora smetterei di parlare. Il numero di parole che pronuncio dipende dalla vostra disponibilità o meno ad ascoltarle e a investire tempo ed energie nel farlo. Se tu dicessi: “Non capisco quello che stai dicendo, potresti entrare più nel dettaglio?”, allora farei del Mio meglio per entrare più nel dettaglio, per permetterti di capire e di entrare nelle Mie parole. Quando ti avrò instradato sul giusto cammino, portato davanti a Dio e alla verità e messo in condizione di capire la verità e di seguire la via di Dio, il Mio compito sarà concluso. Tuttavia, riguardo al fatto che sarai disposto o meno a mettere in pratica le Mie parole dopo averle ascoltate, o a che tipo di cammino percorrerai, a che tipo di vita sceglierai o a ciò che perseguirai, queste sono cose che non Mi riguardano. Se tu dicessi: “Ho una domanda su questo aspetto della verità, voglio ricercare al riguardo”, allora risponderei pazientemente alla tua domanda. Se tu non mostrassi mai di voler ricercare la verità, ti tratterei mai per questo motivo? Non lo farei. Non ti obbligherei a ricercare la verità, non ti prenderei in giro né ti deriderei, e di certo non ti tratterei con freddezza. Mi comporterei come ho fatto finora. Se commetti un errore nel tuo dovere o provochi deliberatamente un intralcio o un disturbo, ho i Miei principi e i Miei metodi per occuparMi di te. Tuttavia, tu potresti dire: “Non voglio sentirTi parlare di queste cose e non sono disposto ad accettare questi Tuoi punti di vista. Continuerò a compiere il mio dovere come ho sempre fatto”. Allora non devi violare i principi né i decreti amministrativi. Se violi i decreti amministrativi, Mi occuperò di te. Se invece non violi i decreti amministrativi e sai comportarti correttamente nel vivere la vita della chiesa, non interferirò, neanche se non persegui la verità. Non Mi intrometterò quando si tratta della tua vita personale, di ciò che vuoi mangiare e indossare o con quali persone vuoi interagire. Sotto questi aspetti ti concedo libertà. Perché? Ti ho parlato chiaramente di tutti i principi e i contenuti inerenti a tali questioni. Il resto dipende dalle tue libere scelte. Il cammino che scegli di percorrere dipende da che tipo di persona sei, questo è ovvio. Se non sei una persona che ama la verità, chi mai potrebbe costringerti a farlo? In definitiva, ogni persona si assumerà la responsabilità del cammino che percorre e dei risultati che ottiene. Non devo assumerMela Io. Se persegui la verità, lo fai volontariamente, e lo stesso se non la persegui; nessuno te lo impedisce. Se persegui la verità, nessuno ti incoraggerà e neppure ti verrà concessa alcuna particolare grazia o benedizione materiale. Io sto solo assolvendo e adempiendo le Mie responsabilità, comunicandovi tutte le verità che dovreste comprendere e nelle quali dovete entrare. Per quanto riguarda il modo in cui vivete la vostra vita nel privato, non Mi sono mai informato né intromesso. Questo è l’atteggiamento che ho. Allo stesso modo dovrebbero comportarsi i genitori con i figli. Gli adulti hanno la capacità di distinguere tra giusto e sbagliato. È affar loro se scelgono il bene o il male, il bianco o il nero, le cose positive o quelle negative: dipende dai loro bisogni interiori. Se una persona possiede un’essenza malvagia, non sceglierà le cose positive. Se una persona si sforza di essere buona e possiede umanità, coscienza e senso di vergogna, sceglierà le cose positive; magari con un po’ di lentezza, ma alla fine intraprenderà il giusto cammino. È inevitabile. Pertanto, i genitori dovrebbero avere questo tipo di atteggiamento nei confronti dei figli e non interferire con le loro scelte. I requisiti che alcuni genitori hanno nei confronti dei figli sono: “I nostri figli dovrebbero intraprendere il giusto cammino, credere in Dio, abbandonare il mondo secolare e rinunciare al lavoro. Altrimenti, quando accederemo al Regno, loro non potranno entrare e verremo separati. Sarebbe meraviglioso se tutta la nostra famiglia potesse entrare nel Regno insieme! Potremmo stare insieme in cielo come lo siamo qui sulla terra. Mentre siamo nel Regno, non dobbiamo lasciarci; dobbiamo rimanere insieme per l’eternità!” Poi viene fuori che i figli non credono in Dio e che invece perseguono cose mondane, si danno da fare per guadagnare grandi quantità di denaro e diventare molto ricchi; indossano tutto ciò che è alla moda, fanno e parlano di tutto ciò che è alla moda, e non soddisfano i desideri dei loro genitori. Di conseguenza, i genitori si sentono turbati, pregano e digiunano per questo, non toccando cibo per sette, dieci, quindici giorni, e vi dedicano enorme impegno per il bene dei figli. Spesso sono così affamati da avere le vertigini, e spesso pregano Dio tra le lacrime. Tuttavia, per quanto loro preghino o si impegnino, i figli restano impassibili e non sono in grado di aprire gli occhi. Più i figli si rifiutano di credere, più i genitori pensano: “Oh no, ho fallito con i miei figli, li ho rovinati. Non sono stato in grado di diffondere il Vangelo a loro e non li ho portati con me sul cammino della salvezza. Che sciocchi: si tratta del cammino della salvezza!” Non sono sciocchi, semplicemente non avvertono questa esigenza. Sono questi genitori a essere sciocchi, poiché tentano di costringere i figli a intraprendere tale cammino, non è forse così? Se i figli avvertissero questa esigenza, sarebbe necessario che i genitori parlassero loro di queste cose? I figli troverebbero la fede autonomamente. Questi genitori non fanno che pensare: “Ho rovinato i miei figli. Li ho spronati ad andare all’università fin da piccoli e da quando ci sono andati non si sono più ravveduti. Non fanno che perseguire le cose mondane e ogni volta che tornano parlano solo di lavoro, di fare soldi, di chi ha avuto una promozione o comprato un’auto, di chi si è sposato con una persona benestante, di chi è andato in Europa a fare studi avanzati o uno scambio culturale, e di che vite fantastiche abbiano gli altri. Ogni volta che tornano a casa parlano di queste cose e io non voglio sentirle, ma non posso farci nulla. Qualunque cosa io dica per tentare di convincerli a credere in Dio, non mi ascoltano”. Di conseguenza, litigano con i figli. Ogni volta che li vedono si fanno scuri in volto; ogni volta che ci parlano, la loro espressione si inasprisce. Alcuni figli non sanno come comportarsi e pensano: “Non so cosa ci sia di sbagliato nei miei genitori. Se non credo in Dio, semplicemente non Ci credo. Perché mi trattano sempre con questo atteggiamento? Pensavo che più qualcuno credesse in Dio, più diventasse una persona migliore. Come possono i credenti in Dio nutrire così scarso affetto verso i loro familiari?” Questi genitori sono così preoccupati per i figli da rischiare di farsi scoppiare una vena, e dicono: “Non è mio figlio! Taglio i ponti con lui, lo ripudio!” Questo è quello che dicono, ma in realtà non è ciò che provano. Genitori simili non sono forse degli sciocchi? (Sì.) Vogliono sempre controllare e avere in pugno tutto, desiderano sempre decidere del futuro dei figli, della loro fede e delle strade che percorrono. Che cosa sciocca! Ciò è inappropriato. In particolare, vi sono dei figli che perseguono cose mondane, che vengono promossi a posizioni dirigenziali e guadagnano molti soldi. Portano a casa enormi quantità di ginseng in dono ai genitori, e orecchini e collane d’oro per la madre, ma loro dicono: “Non vogliamo queste cose, speriamo solo che tu goda di buona salute e ci segua nel credere in Dio. Credere in Dio è una cosa meravigliosa!” E i figli rispondono: “Non cominciate. Sono stato promosso e non vi siete minimamente congratulati con me. Quando i genitori degli altri apprendono la notizia di una promozione dei figli, stappano lo champagne e vanno a mangiare fuori, mentre voi non siete contenti nemmeno se porto a casa collane e orecchini. In che modo vi ho deluso? Voi due siete contrariati solo perché non credo in Dio”. È giusto che questi genitori siano contrariati in questo modo? Le persone hanno perseguimenti diversi, percorrono strade diverse e le scelgono da sé. I genitori dovrebbero affrontare tale questione in modo corretto. Se i tuoi figli non riconoscono l’esistenza di Dio, non dovresti pretendere che credano in Lui; forzare le cose non porta mai a nulla. Se non vogliono credere in Dio e non sono quel tipo di persona, più gliene parli, più saranno infastiditi nei tuoi confronti e tu nei loro; sarete entrambi infastiditi. Ma non è il fatto che siete entrambi infastiditi ad avere importanza: ciò che più conta è che Dio ti disprezzerà e dirà che nutri un affetto eccessivo. Dal momento che sei in grado di pagare prezzi così elevati solo perché i tuoi figli non credono in Dio e che ti turba così tanto il fatto che perseguano le cose del mondo, se un giorno Dio te li portasse via, cosa faresti? Ti lamenteresti di Lui? Se nel tuo cuore i tuoi figli sono tutto per te, se sono il tuo futuro, la tua speranza e la tua vita, sei ancora qualcuno che crede in Dio? Dio non detesterà il tuo comportamento? Il tuo modo di agire è troppo insensato, incompatibile con i principi, e Dio non ne sarà soddisfatto. Pertanto, se sei saggio, non farai questo tipo di cose. Se i tuoi figli non hanno fede, allora dovresti lasciar perdere. Hai presentato tutte le argomentazioni che dovevi e detto ciò che eri tenuto a dire, quindi lascia che facciano le loro scelte. Continua a mantenere con loro il rapporto che avevate prima. Se desiderano mostrarti pietà filiale, se vogliono averti a cuore e prendersi cura di te, non devi rifiutarlo. Se vogliono portarti in viaggio in Europa, ma questo ostacola l’adempimento del tuo dovere e tu non vuoi andarci, allora non farlo. Se invece vuoi andarci e ne hai il tempo, allora fallo. Non c’è niente di sbagliato nell’espandere i tuoi orizzonti. Questo non sporcherà le tue mani e Dio non lo condannerà. Se i tuoi figli ti comprano delle belle cose, del buon cibo o dei bei vestiti, e tu ritieni compatibile con un santo decoro indossarli o utilizzarli, allora godi di queste cose e considerale una grazia da parte di Dio. Se le disprezzi, se ti sono sgradite, se le ritieni irritanti e disgustose e non sei disposto a goderne, puoi rifiutarle, dicendo: “Mi basta vedervi, non dovete portarmi regali né spendere soldi per me, non ho bisogno di queste cose. Voglio solo che stiate bene e siate felici”. Non è meraviglioso? Se pronunci queste parole e nel tuo cuore ci credi, se davvero non pretendi che i tuoi figli ti procurino alcuna comodità materiale né che ti aiutino a godere di riflesso della loro luce, loro ti ammireranno, non è vero? Per quanto riguarda le difficoltà che affrontano nel lavoro o nella vita, fa’ del tuo meglio per aiutarli ogni volta che puoi. Se fornire loro aiuto rischia di influire sull’adempimento del tuo dovere, puoi rifiutarti di farlo; è un tuo diritto. Poiché non devi loro più nulla, poiché non hai più alcuna responsabilità nei loro confronti e sono ormai adulti indipendenti, possono gestire da sé la loro vita. Non è necessario che tu sia al loro servizio a qualunque condizione o in ogni momento. Se ti chiedono aiuto e tu non sei disposto a fornirglielo, o se farlo ostacolerebbe l’adempimento del tuo dovere, puoi dire di no. È un tuo diritto. Sebbene esista tra di voi un legame di sangue e tu sia il loro genitore, si tratta semplicemente di un rapporto formale, di sangue e affettivo: per quanto riguarda le tue responsabilità, sei ormai libero dal rapporto che ti lega a loro. Quindi, se i genitori sono saggi, non avranno aspettative, requisiti o standard nei confronti dei figli dopo che questi raggiungono l’età adulta, né dalla prospettiva o dalla posizione di genitori richiederanno loro di agire in un certo modo o di fare determinate cose, poiché i figli saranno ormai indipendenti. Quando i tuoi figli sono indipendenti, significa che hai adempiuto a tutte le tue responsabilità nei loro confronti. Quindi, qualsiasi cosa tu faccia per loro quando le circostanze lo permettono, che mostri nei loro confronti premura o cura, si tratta solamente di affetto ed è qualcosa di superfluo. Oppure, nel caso i tuoi figli ti chiedano di fare qualcosa, anche questo è superfluo, non sei tenuto a farlo. È qualcosa che dovresti capire. Queste cose ti sono chiare? (Sì.)

Supponiamo che uno di voi dica: “Non potrò mai abbandonare i miei figli. Sono nati con una costituzione debole e sono innatamente codardi e insicuri. Inoltre non hanno una buona levatura e sono sempre vittime di maltrattamenti da parte degli altri. Non posso abbandonarli”. Il fatto che tu non possa abbandonare i tuoi figli non significa che non abbia finito di adempiere alle tue responsabilità nei loro confronti, bensì è solo un effetto dei tuoi sentimenti. Potresti dire: “Non faccio che preoccuparmi e pensare se i miei figli mangino bene o meno o se abbiano dei problemi allo stomaco. Se non consumano i pasti alle ore giuste e continuano a ordinare cibo da asporto per molto tempo, svilupperanno problemi allo stomaco? Si ammaleranno? E se si ammalano, ci sarà qualcuno a prendersi cura di loro e a mostrare loro amore? I loro coniugi sono premurosi con loro e si prendono cura di loro?” Le tue preoccupazioni derivano semplicemente dai tuoi sentimenti e dal legame di sangue che esiste tra te e i tuoi figli, ma queste non sono tue responsabilità. Le responsabilità che Dio ha affidato ai genitori sono solo quelle di allevare i figli e prendersi cura di loro finché non sono adulti. Dopo che sono diventati adulti, i genitori non hanno più alcuna responsabilità nei loro confronti. Questo è guardare alle responsabilità che i genitori sono tenuti ad adempiere dalla prospettiva di quanto decretato da Dio. Lo capisci? (Sì.) Per quanto forti siano i tuoi sentimenti, o se anche il tuo istinto genitoriale prende il sopravvento, questo non è adempiere alle tue responsabilità, è semplicemente l’effetto dei tuoi sentimenti. Gli effetti dei tuoi sentimenti non derivano dalla ragione dell’umanità, né dai principi che Dio ha insegnato all’uomo o dalla sottomissione dell’uomo alla verità, e tanto meno dalle responsabilità dell’uomo, bensì dai sentimenti dell’uomo; si chiamano sentimenti. In questo vi è anche una minima componente di amore genitoriale e di legame di sangue. Poiché sono i tuoi figli, ti preoccupi costantemente per loro, chiedendoti se stiano soffrendo là fuori e se subiscano maltrattamenti. Ti domandi se il lavoro gli va bene e se consumano i pasti alle ore giuste. Ti chiedi se hanno contratto una malattia e, in tal caso, se saranno in grado di pagarsi le cure. Pensi spesso a queste cose, le quali non hanno nulla a che fare con le tue responsabilità di genitore. Se non riesci ad abbandonare queste preoccupazioni, si può solo dire che vivi in preda ai tuoi sentimenti e non sai liberartene. Vivi semplicemente secondo i tuoi sentimenti ed è in base a essi che ti approcci ai tuoi figli, invece di vivere in linea con la definizione di responsabilità genitoriali data da Dio. Non stai vivendo secondo le parole di Dio, ma solamente percependo, vedendo e gestendo tutte queste cose in base ai tuoi sentimenti. Ciò significa che non stai seguendo la via di Dio. Questo è ovvio. Le tue responsabilità di genitore, così come ti sono state insegnate da Dio, sono terminate nel momento in cui i tuoi figli hanno raggiunto l’età adulta. Il metodo di pratica che ti ha insegnato Dio non è forse facile e semplice? (Sì.) Se pratichi in conformità alle parole di Dio, non ti dedicherai a inutili esercizi e fornirai ai tuoi figli una certa quantità di libertà e la possibilità di evolversi, senza causare loro ulteriori problemi o fastidi né gravarli di ulteriori fardelli. Inoltre, dal momento che sono adulti, questo tuo comportamento permetterà loro di affrontare il mondo, la loro vita e i vari problemi che incontrano nella quotidianità e nell’esistenza dalla prospettiva di un adulto, con i metodi indipendenti di gestire e considerare le cose e con la visione del mondo indipendente di un adulto. Questi sono i diritti e le libertà dei tuoi figli e, ancora di più, sono le cose che dovrebbero fare in quanto adulti, e non hanno nulla a che vedere con te. Se vuoi sempre immischiarti in queste cose, ebbene, è piuttosto nauseante. Se vuoi continuamente intrometterti di proposito in queste cose e interferire con esse, allora provocherai intralcio e distruzione e, alla fine, non solo le conseguenze saranno in contrasto con quanto desideri ma, ancora di più, porterai i tuoi figli a opporsi a te e inoltre avrai una vita piuttosto faticosa. Alla fine sarai colmo di rimostranze e ti lamenterai che i tuoi figli non sono devoti, obbedienti o premurosi nei tuoi confronti; ti lamenterai che sono irriconoscenti, che non apprezzano e che sono degli insensibili ingrati. Ci sono genitori incolti e irragionevoli che piangono, fanno scenate e minacciano di uccidersi, ricorrendo a ogni espediente possibile. Questo è ancora più disgustoso, non è vero? (Sì.) Se sei saggio, lascerai che le cose seguano il loro corso naturale, vivendo la tua vita in modo rilassato e limitandoti ad adempiere alle tue responsabilità di genitore. Se affermi di volerti prendere cura dei tuoi figli e riservi loro un po’ di premura per via dell’affetto che provi, allora riservargliene la quantità necessaria è lecito. Non sto dicendo che i genitori dovrebbero tagliare di colpo i ponti con i figli non appena questi diventano adulti perché avranno ormai adempiuto alle loro responsabilità. I genitori non dovrebbero trascurare completamente i figli una volta che questi sono adulti, non dovrebbero dire loro di cavarsela da soli e basta, o ignorarli a prescindere da quali gravi difficoltà si trovino ad affrontare, persino quando queste difficoltà li portano sull’orlo della morte, oppure rifiutarsi di fornire loro aiuto quando hanno bisogno dei genitori. Anche questo è sbagliato; è estremo. Quando i tuoi figli hanno bisogno di confidarsi con te, dovresti prestare loro ascolto e, dopo averli ascoltati, chiedere loro cosa pensano e cosa intendono fare. Puoi anche dare dei suggerimenti personali. Se hanno i loro pensieri e piani e non accettano i tuoi suggerimenti, di’ semplicemente: “Va bene. Visto che hai già deciso, sarai solo tu a farti carico di qualsiasi conseguenza ne derivi in futuro. È la tua vita. Devi percorrere e portare a termine il tuo personale percorso di vita. Nessun altro può assumersi la responsabilità della tua vita. Se hai deciso, ti sosterrò. Se hai bisogno di soldi, posso dartene un po’. Se hai bisogno di aiuto da parte mia, posso fornirtene nei limiti delle mie capacità. In fondo sono il tuo genitore, quindi non c’è bisogno di dire altro. Se invece mi dici di non aver bisogno del mio aiuto né del mio denaro, e che ti serve semplicemente che ti ascolti, allora è ancora più facile”. A quel punto avrai detto quello che dovevi, e lo stesso vale per loro; avranno espresso tutte le loro rimostranze e sfogato tutta la loro rabbia. Si asciugheranno le lacrime, andranno avanti col fare ciò che devono, e tu avrai adempiuto alle tue responsabilità di genitore. Questo avviene per via dell’affetto; questo si chiama affetto. E perché? Perché, come genitore, non hai intenzioni maligne nei confronti dei tuoi figli. Non farai loro del male, non tramerai contro di loro, non li prenderai in giro e di certo non li deriderai per la loro debolezza e la loro incompetenza. Possono piangere, sfogarsi e lamentarsi davanti a te liberamente, come se fossero bambini piccoli; possono essere viziati, contrariati o testardi. Tuttavia, dopo che hanno finito di sfogare le loro emozioni e di mostrarsi contrariati e testardi, devono fare quello che spetta loro e gestire qualsiasi cosa li attenda. Se ci riescono senza che tu faccia nulla per loro o che li aiuti, questa è un’ottima cosa, e tu avrai un po’ più di tempo libero, non è così? E dato che i tuoi figli ti hanno detto queste cose, dovresti avere una certa consapevolezza di te stesso. I tuoi figli sono cresciuti, sono indipendenti. Volevano solo parlare con te di quella questione, non hanno chiesto il tuo aiuto. Se sei privo di senno, potresti pensare: “È una questione importante. Il fatto che me ne parli dimostra che mi rispetti, quindi non dovrei darti dei consigli in merito? Non dovrei aiutarti a prendere una decisione?” Questo si chiama sopravvalutare le tue capacità. I tuoi figli stavano semplicemente parlando con te di quella questione, mentre tu ti stai proprio considerando una figura di rilievo. Questo è inappropriato. I tuoi figli ti hanno parlato della questione perché sei il loro genitore e ti rispettano e si fidano di te. In realtà, da tempo hanno le loro idee in merito, ma ora tu vuoi continuamente intrometterti. Questo non è appropriato. I tuoi figli si fidano di te e tu devi essere degno di questa fiducia. Dovresti rispettare la loro decisione e non intrometterti né interferire nella questione. Se vogliono che tu sia coinvolto, puoi farlo. E supponiamo che, quando lo farai, tu ti renda conto: “Oh, che enorme guaio! Questo influirà sull’adempimento del mio dovere. Non posso proprio lasciarmi coinvolgere; come credente in Dio, non posso fare queste cose”. A quel punto dovresti immediatamente tirarti fuori dalla questione. Nel caso i tuoi figli vogliano ancora che tu intervenga, penserai: “Non ho intenzione di intromettermi. Dovresti occupartene da solo. Ho dimostrato già abbastanza amorevolezza ascoltando le tue lamentele e tutte queste scemenze. Ho già adempiuto alle mie responsabilità di genitore. Non posso assolutamente intromettermi in questa faccenda. Questo è il pozzo del fuoco e io non mi ci butterò dentro. Se tu vuoi farlo, buttati pure”, ciò non è forse appropriato? Questo si chiama avere una posizione. Non dovresti mai abbandonare i principi o la tua posizione. Queste sono le cose che i genitori dovrebbero fare. Hai capito? Sono cose facili da realizzare? (Sì.) Di fatto sono facili da realizzare, ma se agisci sempre in base ai tuoi sentimenti e ne sei costantemente schiavo, sarà molto difficile per te realizzarle. Sentirai che farlo ti strazia il cuore, che non puoi abbandonare la questione ma neppure fartene carico, e ti troverai in un’impasse. Quale parola si può usare per descrivere questa situazione? “Bloccato”. Sei bloccato lì. Desideri ascoltare le parole di Dio e mettere in pratica la verità, ma non riesci ad abbandonare i tuoi sentimenti; ami molto i tuoi figli, ma senti che tale comportamento è inappropriato, in contrasto con gli insegnamenti e le parole di Dio; sei nei guai. Devi fare una scelta. Puoi abbandonare le aspettative che nutri nei confronti dei tuoi figli e smettere di tentare di gestirli, lasciandoli liberi di spalancare le ali, poiché sono adulti indipendenti, oppure puoi seguirli. Devi scegliere una di queste due opzioni. Se scegli di seguire la via di Dio e di ascoltare le Sue parole, e abbandoni le tue preoccupazioni e i tuoi sentimenti nei confronti dei tuoi figli, allora dovresti fare ciò che spetta a un genitore, mantenere saldamente la tua posizione e i tuoi principi e astenerti dal fare cose che Dio trova ripugnanti e disgustose. Ne sei capace? (Sì.) In realtà, è facile fare queste cose. Non appena abbandoni quel po’ di affetto che nutri, puoi riuscirci. Il metodo più semplice consiste nel non lasciarti coinvolgere nella vita dei tuoi figli e nel lasciare che facciano ciò che vogliono. Se vogliono parlarti delle loro difficoltà, ascoltali. È sufficiente che tu sappia come stanno le cose. Dopo che hanno finito di parlare, di’ loro: “Ti comprendo. C’è qualcos’altro che vuoi dirmi? Se vuoi mangiare, posso prepararti qualcosa. Se non ti va nulla, puoi tornare a casa. Se hai bisogno di soldi, posso dartene un po’. Se hai bisogno di aiuto, farò il possibile. Se non posso aiutarti, dovrai trovare una soluzione da solo”. Se insistono perché tu li aiuti, puoi dire loro: “Abbiamo già adempiuto alle nostre responsabilità nei tuoi confronti. Questo è tutto ciò di cui siamo in grado, puoi vederlo da te; non possediamo le tue stesse capacità. Se vuoi ricercare il successo nel mondo, questo è affar tuo, non tentare di coinvolgerci. Siamo già abbastanza vecchi e quel tempo per noi è ormai passato. La nostra responsabilità di genitori era semplicemente di allevarti fino all’età adulta. Per quanto riguarda il tipo di percorso che intraprendi e il modo in cui tormenti te stesso, lasciaci fuori da queste questioni. Non abbiamo intenzione di tormentarci insieme a te. Abbiamo già portato a termine la nostra missione nei tuoi confronti. Abbiamo le nostre faccende, i nostri modi di vivere e le nostre missioni personali. Le nostre missioni non consistono nel fare cose per te e non abbiamo bisogno del tuo aiuto per portarle a termine. Lo faremo da soli. Non chiederci di farci coinvolgere nella tua vita quotidiana o nella tua esistenza. Sono cose non hanno nulla a che fare con noi”. Esprimiti chiaramente e la questione sarà chiusa lì; all’occorrenza potrai poi metterti in contatto e comunicare con i tuoi figli e farti aggiornare sulla loro situazione. Tutto qui! Quali sono i vantaggi di agire in questo modo? (Rende la vita molto facile.) Quanto meno, avrai gestito la questione dell’amore carnale e familiare in modo appropriato e adeguato. Sia il tuo mondo mentale che quello spirituale saranno sereni, non farai sacrifici inutili né pagherai prezzi extra; ti sottometterai alle orchestrazioni e alle disposizioni di Dio e lascerai che sia Lui a gestire tutte queste cose. Adempirai a ognuna delle responsabilità che spettano alle persone e non farai nessuna delle cose che le persone non devono fare. Non tenderai la mano per farti coinvolgere in questioni che vanno evitate e vivrai come ti dice Dio. La via che Dio dice alle persone di seguire nella vita è il cammino migliore e può consentire loro di vivere in modo molto rilassato, felice, gioioso e sereno. Ma, cosa più importante, non solo vivendo in questo modo avrai più tempo libero ed energia per compiere il tuo dovere bene e con devozione, ma anche più tempo ed energia per dedicarti alla verità. Per contro, se le tue energie e il tuo tempo sono assorbiti dai tuoi sentimenti, dalla tua carne, dai tuoi figli e dall’amore per la tua famiglia, allora non disporrai di altre energie da dedicare al perseguimento della verità. Non è forse così? (Sì.)

Quando le persone intraprendono una carriera nel mondo, pensano solo a perseguire cose come le tendenze mondane, la fama, il profitto e i piaceri della carne. Questo cosa implica? Che l’energia, il tempo e la giovinezza vengono assorbiti e consumati da queste cose. Si tratta di cose significative? Che cosa ne guadagnerai alla fine? Anche se otterrai fama e profitto, sarà comunque qualcosa di vano. E se invece cambi il tuo modo di vivere? Se il tuo tempo, la tua energia e la tua mente sono assorbiti soltanto dalla verità e dai principi, e se pensi solo a cose positive, per esempio come compiere bene il tuo dovere e come presentarti davanti a Dio, e investi il tempo e le energie in queste cose positive, allora otterrai qualcosa di diverso. Ciò che otterrai saranno i più considerevoli tra i benefici. Saprai come vivere, come comportarti e come affrontare ogni tipo di persona, evento e cosa. Una volta che saprai come affrontare ogni tipo di persona, evento e cosa, questo ti permetterà in larga misura di sottometterti naturalmente alle orchestrazioni e alle disposizioni di Dio. Quando saprai sottometterti naturalmente alle orchestrazioni e alle disposizioni di Dio, allora, senza nemmeno rendertene conto, diventerai il tipo di persona che Dio accetta e ama. Pensaci, non è forse una cosa positiva? Magari ancora non lo sai, ma vivendo la tua vita e accettando le parole di Dio e le verità principi, arriverai senza accorgertene a vivere, a considerare le persone e le cose, a comportarti e ad agire in base alle parole di Dio. Questo significa che senza rendertene conto ti sottometterai alle parole di Dio, obbedendo ai Suoi requisiti e soddisfacendoli. A quel punto, senza che tu nemmeno lo sappia, sarai ormai diventato il tipo di persona che Dio accetta e ama e di cui Si fida. Non è meraviglioso? (Sì.) Perciò, se investi le tue energie e il tuo tempo nel perseguire la verità e compiere bene il tuo dovere, ciò che alla fine otterrai saranno le cose più preziose in assoluto. Al contrario, se vivi sempre per i tuoi sentimenti, per la carne, per i tuoi figli, per il lavoro, per la fama e per il profitto, se sei continuamente invischiato in queste cose, che cosa otterrai alla fine? Solo il vuoto. Non otterrai nulla, ti allontanerai da Dio sempre di più e infine Egli ti disprezzerà e rifiuterà. A quel punto, la tua vita sarà finita e avrai perso la tua possibilità di salvezza. Pertanto, i genitori dovrebbero abbandonare tutte le preoccupazioni, gli attaccamenti e i coinvolgimenti emotivi nei confronti dei figli ormai adulti, indipendentemente dalle aspettative che nutrono nei loro confronti. Non dovrebbero riporre nei figli, dalla loro condizione o posizione di genitori, alcuna aspettativa a livello emotivo. Se ne sei capace, è meraviglioso! Come minimo, avrai adempiuto alle tue responsabilità di genitore e sarai agli occhi di Dio un individuo, che si dà il caso sia anche un genitore, all’altezza dei requisiti. Indipendentemente dalla prospettiva umana da cui valuti la questione, vi sono dei principi per ciò che le persone dovrebbero fare e per la prospettiva e la posizione che dovrebbero assumere, e Dio ha degli standard riguardo a queste cose, non è forse così? (Sì.) Concludiamo qui la nostra comunione sulle aspettative che i genitori nutrono nei confronti dei figli e sui principi che dovrebbero mettere in pratica quando questi raggiungono l’età adulta. Arrivederci!

21 maggio 2023

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