Cosa ho ricavato dall’essere trattata

17 Gennaio 2023

Un giorno, alla fine del 2020, un leader superiore ha rilevato che in una chiesa nella mia area di responsabilità c’erano decine di nuovi arrivati che non partecipavano regolarmente alle riunioni. Mi ha trattata, dicendo: “Questi nuovi arrivati hanno appena accettato la vera via e devono affrontare molte interferenze e tentazioni. Se non hanno nessuno a irrigarli e sostenerli e non partecipano alle riunioni, correranno il pericolo costante di essere catturati da Satana. Come leader della chiesa, dovresti fare del tuo meglio per irrigarli, in modo che possano radicarsi sulla vera via. Questo è il lavoro più importante. Ci sono tanti nuovi arrivati che non frequentano regolarmente le riunioni in una chiesa di cui sei responsabile. Questo dimostra che, come leader, non hai svolto bene il lavoro di irrigazione, non hai compiuto bene il tuo dovere, sei irresponsabile e negligente, stai ingannando Dio, e sei una persona che resiste a Dio mentre Lo serve”. È stato difficile accettare di essere potata e trattata in quel modo. Non ero stata io a irrigare direttamente quei nuovi arrivati, e avevo condiviso chiaramente sui principi dell’irrigazione con gli addetti all’irrigazione di quella chiesa. Ora non avevano svolto bene il lavoro di irrigazione, portando molti nuovi arrivati a riunirsi in modo irregolare. Perché la responsabilità era mia? Era la mancanza di responsabilità nel lavoro di irrigazione che aveva causato l’allontanamento dei nuovi arrivati, e questo era un intralcio e un disturbo. Se me ne fossi assunta io la responsabilità, non sarebbe stata una trasgressione e una macchia nella mia fede in Dio? Così, ho negato apertamente il problema che il leader mi aveva fatto notare, continuando a controbattere e a giustificarmi, e per scaricare la responsabilità ho sottolineato che non ero stata io a irrigare direttamente i nuovi arrivati. Vedendo che non stavo affatto riflettendo su me stessa, il leader mi ha interrotta, e mi ha trattata perché non accettavo la verità. Le sue parole mi hanno davvero sconvolta, e ho pensato: “Coloro che non accettano la verità non sono forse dei miscredenti? I miscredenti controbattono sempre quando accade qualcosa, e non accettano affatto la verità”. I miei ragionamenti e le mie scuse mi spaventavano, così non ho osato aggiungere altro. Ho pregato Dio, chiedendoGli di guidarmi, di vegliare sul mio cuore e di permettermi di obbedire.

Nei giorni successivi, continuavo a pensare alla questione. Ero stata trattata per essere stata irresponsabile nel mio dovere e per non aver svolto bene il lavoro di irrigazione. Perché non riuscivo ad accettarlo? Riflettendo, mi sono resa conto di aver pensato che, fintanto che non irrigavo direttamente i nuovi arrivati, se non si riunivano regolarmente la responsabilità era del personale addetto all’irrigazione, non mia. Ma la chiesa mi aveva affidato la responsabilità del lavoro di diverse chiese, e ogni volta che c’erano problemi e difficoltà nel lavoro della chiesa dovevo seguirli e risolverli rapidamente. Invece nel mio dovere non avevo supervisionato né seguito il lavoro degli addetti all’irrigazione, col risultato che decine di nuovi arrivati non partecipavano regolarmente alle riunioni. Non era forse la conseguenza della mia irresponsabilità e della mia negligenza? Ho ricordato che, tempo prima, avevo saputo che gli addetti all’irrigazione di quella chiesa tendevano ad avere problemi. Di fronte alle difficoltà reali dei nuovi arrivati, quando, dopo alcune sessioni di comunione, i risultati non arrivavano, sostenevano che fosse troppo difficile e non volevano impegnarsi a irrigare i nuovi arrivati. Ma io non avevo condiviso con loro per risolvere quei problemi in modo tempestivo, e di conseguenza il numero di nuovi arrivati che partecipavano regolarmente alle riunioni continuava a diminuire. Il mio leader mi aveva trattata per la mia irresponsabilità nel mio dovere, e aveva ragione. Perché non manifestavo nemmeno un minimo di accettazione o di obbedienza e continuavo a controbattere e a giustificarmi? Non era una cosa irragionevole? Quel pensiero mi ha un po’ rattristata. Sentivo di aver commesso un grave errore, ma non ero ancora disposta ad assumermene la responsabilità. Come un’idiota, cercavo di accampare scuse, di giustificarmi e di sottrarmi alle responsabilità. Pensando al mio brutto stato di pura ostilità e tentativo di discolparmi, ho provato vergogna, mi sono fatta rossa in viso e non desideravo altro che sprofondare sottoterra. Ho pregato Dio: “Dio, sono stata irresponsabile nel mio dovere e ho ostacolato l’irrigazione di decine di nuovi arrivati. Ho commesso una grave trasgressione; eppure, quando sono stata potata e trattata, non ho nemmeno manifestato un briciolo di accettazione e obbedienza. Dio, Ti prego di guidarmi a conoscere me stessa”.

In seguito, dopo aver letto un passo della parola di Dio, ho finalmente acquisito un po’ di comprensione sulla causa del mio rifiuto di accettare la potatura e il trattamento. Le parole di Dio dicono: “L’atteggiamento archetipico degli anticristi verso il trattamento e la potatura consiste nel rifiutarsi con veemenza di accettarli o di ammetterli. Per quanto male compiano o per quanto danneggino il lavoro della casa di Dio e l’ingresso nella vita del popolo eletto di Dio, non provano il minimo rimorso né pensano di essere in debito. Da questo punto di vista, gli anticristi hanno umanità? Assolutamente no. Causano danni di ogni tipo ai prescelti di Dio e compromettono gravemente il lavoro della chiesa: questo è chiaro come il sole agli occhi dei prescelti di Dio, che riescono a vedere il susseguirsi delle azioni malvagie degli anticristi. Eppure gli anticristi non accettano né riconoscono tale fatto; si ostinano a rifiutarsi di ammettere di essere in errore o di essere responsabili. Questo non è forse un segno del fatto che sono disgustati dalla verità? Tale è il grado di avversione degli anticristi per la verità. A prescindere da quanta malvagità commettano, si rifiutano di riconoscerlo, e rimangono irremovibili fino alla fine. Questo dimostra che gli anticristi non prendono mai sul serio il lavoro della casa di Dio né accettano la verità. Non hanno sviluppato fede in Dio; sono servi di Satana, venuti a intralciare e perturbare il lavoro della casa di Dio. Nei cuori degli anticristi c’è posto solamente per la reputazione e il prestigio. Credono che, se dovessero riconoscere il loro errore, allora dovrebbero assumersi la responsabilità, e a quel punto il loro prestigio e la loro reputazione sarebbero gravemente compromessi. Di conseguenza, resistono con un atteggiamento di ‘negazione fino alla morte’. A prescindere da quali rivelazioni o analisi gli altri offrano, fanno di tutto per negarle. A prescindere dal fatto che il loro rifiuto sia intenzionale oppure no, in breve, da un certo punto di vista ciò espone la loro natura ed essenza di repulsione e avversione per la verità. Da un altro punto di vista, questo dimostra quanto gli anticristi abbiano a cuore il proprio prestigio, la propria reputazione e i propri interessi. A tale proposito, qual è il loro atteggiamento nei confronti del lavoro e degli interessi della chiesa? Un atteggiamento di disprezzo e di rifiuto della responsabilità. Sono del tutto privi di coscienza e ragionevolezza. Il loro sottrarsi alla responsabilità non dimostra questi punti? Da una parte, il sottrarsi alla responsabilità dimostra la loro natura ed essenza di ostilità e disprezzo verso la verità; mentre, dall’altra, dimostra la loro mancanza di coscienza, ragionevolezza e umanità. A prescindere da quanto l’ingresso nella vita dei fratelli e delle sorelle venga danneggiato a causa delle loro interferenze e malefatte, non provano alcun senso di colpa e non potrebbero esserne mai turbati. Che razza di creature sono queste? Anche una parziale ammissione di errore da parte loro basterebbe a considerarli dotati di un briciolo di coscienza e ragionevolezza, ma gli anticristi non hanno neppure quella modesta quantità di umanità. Dunque come li definireste? L’essenza degli anticristi è il diavolo. Qualunque sia il danno che arrecano agli interessi della casa di Dio, non se ne rendono conto. In cuor loro non ne sono neanche lontanamente turbati, né rimproverano se stessi, e tantomeno si sentono in debito. Questo non è assolutamente ciò che si dovrebbe vedere nelle persone normali. Questo è il diavolo, e il diavolo è privo di ogni coscienza e ragionevolezza. Per quante cose cattive gli anticristi abbiano compiuto, causando gravi perdite all’opera della chiesa, nulla glielo farà ammettere. Gli anticristi credono che, se riconoscono i loro errori, saranno puniti, condannati a morte, costretti ad andare all’inferno, nello stagno ardente di fuoco e di zolfo. Pensate che persone simili possano accettare la verità? Che ci si possa aspettare da loro un vero pentimento?(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9 – Parte terza”). La parola di Dio rivela che gli anticristi non accettano mai la verità, per natura provano disgusto per la verità e, per quanto grandi siano gli errori che commettono o quanto danno arrechino al lavoro della chiesa, quando vengono potati e trattati non ammettono mai i loro errori, e cercano costantemente di controbattere e giustificarsi. Gli anticristi sono inoltre egoisti e spregevoli, e danno importanza solo ai propri interessi e al proprio prestigio. Perciò, a prescindere dal danno che causano al lavoro della chiesa, non si sentono minimamente in colpa e non vogliono assumersi alcuna responsabilità. Riflettendo sul mio atteggiamento nei confronti della potatura e del trattamento, ho visto che il mio comportamento era stato lo stesso di un anticristo. Ero una leader della chiesa ed ero responsabile di qualsiasi problema emergesse nel lavoro della chiesa. Sapevo che c’era un problema con gli addetti all’irrigazione della chiesa, ma non l’ho seguito né risolto. Di conseguenza, gli irrigatori non hanno messo in sicurezza i nuovi arrivati, ma io non ho ammesso il mio errore e ho continuato ad accampare scuse in mia discolpa. Ho addossato tutte le responsabilità ai miei fratelli e sorelle perché temevo di assumermele. Non ho accettato la potatura e il trattamento subiti, e per assolvermi dalla mia trasgressione ho insistito con il mio leader sul fatto che non ero stata io a irrigare direttamente i nuovi arrivati. Molti di loro non partecipavano regolarmente alle riunioni, ma io non provavo alcun rimorso né mi sentivo in debito, e non mi odiavo per aver trascurato i miei doveri e aver danneggiato il lavoro di irrigazione della chiesa. I fatti erano palesemente dispiegati davanti ai miei occhi, eppure riuscivo ancora a cercare di giustificarmi: dimostrava che non accettavo minimamente la verità. Guardando la situazione ora, per quanto potessi controbattere, non potevo negare il fatto di essere stata irresponsabile nel mio dovere. Al contrario, le mie giustificazioni e argomentazioni rivelavano la mia natura satanica di disgusto e mancata accettazione nei confronti della verità. Nel tentativo di proteggere i miei interessi, ho rivelato la brutta realtà di sottrarmi alle mie responsabilità e di essere egoista e spregevole.

Ho letto la parola di Dio più e più volte, e più paragonavo il mio comportamento al modo in cui gli anticristi affrontano il trattamento, più sentivo che la parola di Dio mi stava smascherando. Ero stata irresponsabile nel mio dovere, causando un grave danno al lavoro di irrigazione e commettendo così una trasgressione; eppure, quando sono stata potata e trattata, non l’ho accettato ed ero disgustata dalla verità. Non ero una persona che perseguiva la verità. Alla luce di questo, sentivo che Dio doveva essere particolarmente ripugnato dal mio comportamento. Inoltre, da come controbattevo, il leader doveva aver visto chiaramente chi ero e compreso che ero inaffidabile e indegna di essere coltivata. Ho iniziato a chiedermi: “Il leader mi sta sorvegliando? Questa volta non ho svolto bene il lavoro di irrigazione e ho trasgredito. Se un giorno causerò altri intralci o disturbi e sarò di nuovo potata e trattata, verrò smascherata e scacciata? In quel caso, la mia fede in Dio non mi garantirà alcuna speranza di salvezza”. Poi ho pensato a come avevo abbandonato la famiglia e la carriera per compiere il mio dovere, e ho capito che alla fine avrei potuto essere scacciata. Più ci pensavo, più mi sentivo negativa. Sentivo addirittura che, essendo stata irresponsabile e avendo trascurato il mio dovere, non avevo accettato la verità, per la quale avevo provato disgusto, e non ero adatta a essere una leader, quindi avrei dovuto avere un po’ di consapevolezza di me stessa, dimettermi in fretta e trovare un dovere semplice che potessi svolgere in modo onesto. In questo modo, avrei manifestato meno problemi e sarei stata potata e trattata meno, e avrei così mantenuto la speranza di sopravvivere quando l’opera di Dio si concluderà. In quel periodo, non ho ricercato affatto la volontà di Dio, né ho cercato di risolvere i miei problemi di negligenza e irresponsabilità nel mio dovere. Vivevo sulla difensiva e nutrivo incomprensioni, pensavo solo a come dimettermi e non prestavo alcuna attenzione al mio dovere. Ero profondamente infelice. In seguito, ho parlato alla mia collaboratrice del mio stato, e lei mi ha letto alcune parole di Dio che mi hanno fatto capire la volontà di Dio.

Le parole di Dio dicono: “Di fronte allo stato dell’uomo e al suo atteggiamento verso di Lui, Dio ha compiuto una nuova opera, consentendo all’uomo di possedere sia la conoscenza sia l’obbedienza nei Suoi confronti, e anche amore e testimonianza. Quindi, l’uomo deve sperimentare l’affinamento da parte di Dio, e anche il Suo giudizio, il Suo trattamento e la Sua potatura, senza i quali l’uomo non conoscerebbe mai Dio e non sarebbe mai capace di amarLo veramente e di renderGli testimonianza. L’affinamento dell’uomo da parte di Dio non avviene solo con lo scopo di ottenere un effetto unilaterale, ma con l’intento di un effetto multiforme. Solo in questo modo Dio compie l’opera di affinamento in coloro che sono disposti a cercare la verità, affinché la determinazione e l’amore dell’uomo siano resi perfetti da Dio. Per coloro che sono disposti a cercare la verità e che bramano Dio, niente è più significativo o di maggiore aiuto che un affinamento di questo tipo. L’indole di Dio non è così facilmente conosciuta o compresa dall’uomo, perché, in ultima analisi, Dio è Dio. In definitiva, è impossibile che Dio abbia la stessa indole dell’uomo, e di conseguenza non è semplice per l’uomo conoscere la Sua indole. La verità non è un possesso innato dell’uomo, e non viene compresa facilmente da coloro che sono stati corrotti da Satana; l’uomo è sprovvisto della verità e della determinazione a metterla in pratica, e se non soffre e non viene affinato o giudicato, la sua determinazione non sarà mai resa perfetta. Per tutti, l’affinamento è straziante e molto difficile da accettare, ma è durante questo processo che Dio rende palese la Sua giusta indole nei riguardi dell’uomo, rende pubblici i Suoi requisiti per l’uomo, fornisce più rivelazioni, più potatura e trattamento effettivi; attraverso il confronto tra i fatti e la verità, Egli concede all’uomo una maggiore conoscenza di se stesso e della verità, e dà all’uomo una maggiore comprensione della verità e della volontà di Dio, consentendogli così di sperimentare un amore per Dio più vero e più puro. Questi sono gli obiettivi di Dio nell’esecuzione dell’affinamento. Tutta l’opera che Dio compie nell’uomo ha i propri scopi e il proprio senso; Dio non compie opere senza senso, e non compie nessuna opera che sia priva di beneficio per l’uomo. L’affinamento non significa che l’uomo venga allontanato dal cospetto di Dio e nemmeno che egli venga distrutto nell’inferno, bensì significa il verificarsi durante l’affinamento di un cambiamento dell’indole dell’uomo, delle sue motivazioni, dei suoi vecchi punti di vista, del suo amore per Dio e della sua intera vita. Per l’uomo, l’affinamento è una vera prova e una forma di autentico addestramento. Solo durante l’affinamento l’amore dell’uomo può svolgere la sua funzione intrinseca(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Solo tramite l’esperienza dell’affinamento l’uomo può possedere il vero amore”). Dopo aver riflettuto sulle parole di Dio, ho capito che quando Dio predispone delle situazioni affinché le persone sperimentino sofferenza e affinamento, giudizio e castigo, e vengano potate o trattate, tutto è mirato alla corruzione e alle mancanze delle persone, e queste sono cose che le persone devono sperimentare e affrontare nel processo di ingresso nella vita. Anche se dobbiamo soffrire un po’ nell’affrontare queste cose, ci sono molto utili per conoscere l’opera di Dio e la nostra indole corrotta. Ripensando al mio ultimo anno da leader, in pratica non avevo avuto battute d’arresto e non ero stata gravemente potata o trattata. A volte in alcune cose non mi ero attenuta ai principi, ma il leader aveva fornito condivisioni commisurate alla mia statura, mi aveva aiutato a correggere le deviazioni nel mio dovere e mi aveva indicato il cammino da praticare. Quando fratelli e sorelle notavano dei problemi nel mio dovere, mi fornivano spesso aiuto amorevole e raramente mi smascheravano o trattavano. Così, di fronte alla mia indole corrotta e ai problemi che emergevano nel mio dovere, pensavo sempre che non fossero troppo gravi, che avrei potuto semplicemente evitare di ripeterli, e così non ho mai riflettuto per capire la causa dei miei fallimenti. Solo dopo essere stata potata e trattata in quell’occasione sono riuscita a vedere la mia vera statura. Sono stata negligente nel mio dovere, e di conseguenza molti nuovi arrivati non sono stati irrigati e sostentati tempestivamente; ma io, per proteggere i miei interessi, ho scaricato le responsabilità e mi sono discolpata. Ho persino temuto di perdere il mio futuro e il mio destino, e sono diventata negativa, ho nutrito incomprensioni e intendevo abbandonare il mio dovere. Quando in passato mi facevano notare i miei problemi gentilmente, sapevo accettarlo, ma quando quella volta mi hanno potata e trattata, facendomi notare le conseguenze della mia negligenza, non ne sono stata affatto capace. Quando venivo trattata per piccole questioni, ero in grado di accettarlo. Ma quando venivo trattata per questioni importanti, dall’essenza e dalle conseguenze più gravi e in cui dovevo assumermi la responsabilità, non sapevo accettarlo. Ho visto che ero selettiva nell’accettare la potatura e il trattamento, e questa non era affatto una manifestazione di obbedienza a Dio. Se il mio leader non mi avesse potata e trattata, non avrei conosciuto il mio reale valore, mi sarei considerata ancora una persona che persegue la verità, sarei stata accecata dalla mia stessa facciata. Il mio ingresso nella vita si sarebbe arrestato, non avrei tratto insegnamenti dalla situazione predisposta da Dio, non avrei compreso me stessa attraverso la parola di Dio e non avrei eliminato la mia corruzione. Alla luce di questo, ero molto grata a Dio, ed ero disposta a cercare la volontà di Dio e a trarre degli insegnamenti da quella situazione.

Durante i miei devozionali, ho cercato i passi pertinenti della parola di Dio di cui nutrirmi. Ho letto un passo della parola di Dio che mi ha fornito una certa comprensione del mio desiderio di dimettermi dopo essere stata potata e trattata. Le parole di Dio dicono: “Quando vengono potati e trattati, gli anticristi considerano sempre la cosa in relazione alle loro speranze di ottenere benedizioni. Questo atteggiamento e questa visione sono errati e pericolosi. Quando qualcuno sottolinea i difetti o i problemi di un anticristo, questi sente di aver perso la speranza di ottenere benedizioni; e anche quando viene potato e trattato, o disciplinato, o rimproverato, sente di aver perso la speranza di ottenere benedizioni. Non appena qualcosa non va come vorrebbero o non è conforme alle loro idee, non appena vengono smascherati e trattati, sentendo che la loro autostima ha subito un colpo, la prima cosa a cui gli anticristi pensano è che non hanno più speranza di ottenere benedizioni. Non è forse una reazione eccessiva? Non sono troppo bramosi di ottenere benedizioni? DiteMi, queste persone non sono forse da commiserare? (Sì.) Sono davvero da commiserare! E in che senso sono da commiserare? Il poter o meno ottenere benedizioni è forse legato al fatto di essere trattati e potati? (No.) Le due cose non sono collegate. Perché, allora, gli anticristi sentono di aver perso la speranza di ottenere benedizioni quando vengono trattati e potati? Questo non ha forse a che fare con la loro ricerca? Che cosa perseguono? (Ottenere benedizioni.) Non abbandonano mai il loro desiderio e il loro intento di ottenere benedizioni. Avevano l’intenzione di ottenere benedizioni fin da quando hanno iniziato a credere in Dio e, pur avendo ascoltato molti sermoni, non hanno mai accettato la verità. Per tutto questo tempo non hanno rinunciato al desiderio e all’intenzione di ottenere benedizioni. Non hanno rettificato o cambiato il loro punto di vista sulla fede in Dio, e il loro intento nel compiere il loro dovere non è stato purificato. Fanno sempre tutto aggrappati alla speranza e all’intenzione di ottenere benedizioni e alla fine, quando le loro speranze di ottenerle stanno per essere deluse, esplodono di rabbia e protestano aspramente, mettendo finalmente a nudo la vergognosa realtà dei dubbi che nutrono su Dio e della loro negazione della verità. Non stanno forse percorrendo la strada della rovina? Questa è l’inevitabile conseguenza del fatto che gli anticristi non accettano minimamente la verità, né il trattamento e la potatura. Nel fare esperienza dell’opera di Dio, tutti i prescelti di Dio sono in grado di capire che il giudizio e il castigo di Dio, il Suo trattamento e la Sua potatura sono il Suo amore e le Sue benedizioni, mentre gli anticristi credono che questo sia solo qualcosa che la gente dice, non credono che sia la verità. Quindi non considerano il trattamento e la potatura come lezioni da cui imparare, né ricercano la verità o riflettono su sé stessi. Al contrario, credono che il trattamento e la potatura nascano dalla volontà umana, che siano soprusi e punizioni deliberati, carichi di intenti personali, e che non provengano certo da Dio. Gli anticristi scelgono di opporsi a queste cose e di ignorarle, e addirittura indagano sul perché qualcuno li tratti così. Non si sottomettono affatto. Collegano tutto ciò che fanno nell’adempimento del loro dovere all’ottenere benedizioni e ricompense, e considerano l’ottenimento di benedizioni come la ricerca più importante nella vita, nonché l’obiettivo ultimo e più elevato della fede in Dio. Si aggrappano per tutta la vita al loro intento di ottenere benedizioni e non lo abbandonano, indipendentemente da quanto la famiglia di Dio condivida sulla verità, convinti che una fede in Dio che non sia volta a ottenere benedizioni sia da idioti e da sciocchi, che sia una grande perdita. Pensano che chiunque rinunci all’intento di ottenere benedizioni sia stato ingannato, che solo uno sciocco rinuncerebbe alla speranza di ottenere benedizioni, e che accettare il trattamento e la potatura sia una dimostrazione di idiozia e di incompetenza, qualcosa che una persona intelligente non farebbe. Questa è la logica della mente di un anticristo. Perciò, quando un anticristo viene potato e trattato, questi è molto ostile nel cuore e abile in sofismi e finzioni; non accetta minimamente la verità, né si sottomette. Al contrario, è colmo di disobbedienza e ribellione. Questo può portare a resistere a Dio, a giudicare Dio, a ribellarsi a Dio e, alla fine, a essere smascherati e scacciati(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 12”). La parola di Dio rivelava l’errata comprensione che hanno gli anticristi della potatura e del trattamento. Essi collegano l’essere potati e trattati alle loro benedizioni, al loro futuro e al loro destino. Pensano che quando qualcuno sottolinea i loro difetti e le loro mancanze, e li smaschera, li pota e li tratta seriamente, le loro speranze di ottenere benedizioni siano rovinate. Quando si comportano così, gli anticristi rivelano che il loro scopo nel credere in Dio è quello di ottenere benedizioni. Gli anticristi hanno particolarmente a cuore il loro futuro, il loro destino e la loro destinazione finale, per cui provano estremo disgusto e avversione per la potatura e il trattamento, e quando li subiscono controbattono, si giustificano e rifiutano di ammettere i loro problemi. Ho ripensato a come mi sono comportata quando sono stata potata e trattata. Continuavo a cercare di discolparmi, e mi rifiutavo di ammettere di aver commesso nel mio dovere degli errori dovuti all’irresponsabilità. Sentivo che, se lo avessi ammesso, avrei dovuto sopportarne le conseguenze, così mi aggrappavo ai miei ragionamenti contorti e non accettavo di essere potata e trattata. Non ho ricercato la verità in merito alla questione, e non ho capito che ero stata irresponsabile nel mio dovere e che avevo danneggiato il lavoro di irrigazione. Inoltre, dopo essere stata potata e trattata, mi sono messa sulla difensiva e ho nutrito incomprensioni, pensando di aver ormai trasgredito, e che, se avessi commesso un altro errore e fossi stata di nuovo potata e trattata, avrei rischiato di essere scacciata. Così ho gettato la spugna e non volevo più essere una leader. Grazie a quanto rivelato dalla parola di Dio, ho riflettuto su ciò che avevo manifestato e ho visto che la mia intenzione nel credere in Dio era sempre stata quella di ottenere benedizioni. Ho consultato di nuovo la parola di Dio: “Quando le loro speranze di ottenerle stanno per essere deluse, esplodono di rabbia e protestano aspramente, mettendo finalmente a nudo la vergognosa realtà dei dubbi che nutrono su Dio e della loro negazione della verità. Non stanno forse percorrendo la strada della rovina? Questa è l’inevitabile conseguenza del fatto che gli anticristi non accettano minimamente la verità, né il trattamento e la potatura”. Vivevo in uno stato negativo e volevo dimettermi. Questa era una manifestazione di opposizione a Dio, di rifiuto nei confronti della potatura e del trattamento e desiderio di evitarli. Sapevo chiaramente che avevo bisogno di essere potata e trattata per maturare nella vita, e che Dio predisponeva le situazioni che dovevo vivere in base ai miei bisogni e alle mie carenze, ma consideravo come mio obiettivo più grande e legittimo avere fede in Dio per ottenere benedizioni, così ho accantonato il perseguimento della verità e l’eliminazione della mia indole corrotta. Per salvaguardare il mio futuro e il mio destino e soddisfare la mia ambizione e il mio desiderio di benedizioni, volevo evitare di essere potata e trattata, e intendevo persino smettere di essere una leader. La mia natura era così ingannevole e malvagia.

Ho letto queste parole di Dio. “Poiché essere benedetti non è un obiettivo legittimo da perseguire, quale obiettivo è legittimo? La ricerca della verità, la ricerca di cambiamenti nell’indole e la capacità di obbedire a tutte le orchestrazioni e le disposizioni di Dio: questi sono gli obiettivi che le persone dovrebbero perseguire. Supponiamo, per esempio, che essere potato e trattato ti porti ad avere nozioni e idee sbagliate e che tu diventi incapace di obbedire. Perché non sei in grado di obbedire? Perché senti che la tua destinazione o il tuo sogno di essere benedetto sono stati messi in discussione. Diventi negativo e ti arrabbi, e tenti di evitare di svolgere il tuo dovere. Qual è il motivo? C’è un problema nella tua ricerca. Come si può risolvere questo problema? È indispensabile che abbandoni subito queste idee sbagliate e che cerchi immediatamente la verità per risolvere il problema della tua indole corrotta. Dovresti dire a te stesso: ‘Non devo arrendermi, devo continuare a compiere il dovere che spetta a una creatura di Dio e mettere da parte il mio desiderio di essere benedetto’. Quando rinunci al desiderio di essere benedetto, ti togli un peso dalle spalle. E, a quel punto, sei ancora capace di essere negativo? Anche se ci sono ancora momenti in cui lo sei, non permetti che questo ti controlli e, nel tuo cuore, continui a pregare e a lottare, cambiando l’obiettivo della tua ricerca da quello di essere benedetto e ottenere una destinazione alla ricerca della verità, e pensi tra te e te: ‘La ricerca della verità è il dovere di una creatura di Dio. Capire certe verità oggi: non c’è raccolto più grande, questa è la più grande benedizione di tutte. Anche se Dio non mi vuole, non ho una buona destinazione e le mie speranze di essere benedetto si sono infrante, svolgerò comunque il mio dovere adeguatamente, sono obbligato a farlo. Qualunque sia il motivo, non influirà sul mio svolgimento del mio dovere, non influirà sul compimento dell’incarico ricevuto da Dio; questo è il principio secondo cui mi comporto’. E, così facendo, non hai forse trasceso i vincoli della carne? Qualcuno potrebbe dire: ‘Sono ancora negativo, e con ciò?’ Allora ricerca di nuovo la verità per risolvere il problema. Per quante volte tu possa precipitare nella negatività, se continui a ricercare la verità per risolvere il problema e a impegnarti per acquisire la verità, uscirai lentamente dalla tua negatività. Un giorno sentirai di non desiderare di ottenere benedizioni e di non essere governato dalla tua destinazione e dal tuo esito, e che una vita senza queste cose è più facile e più libera. Sentirai che la vita che avevi prima, in cui ogni giorno vivevi allo scopo di ottenere le benedizioni e il tuo esito, era estenuante. Ogni giorno parlare, lavorare e arrovellarsi il cervello per ottenere benedizioni… e alla fine, che cosa ne avrai guadagnato? Che valore ha una vita del genere? Non hai perseguito la verità, sprecando invece tutti i tuoi giorni migliori in cose insignificanti. Alla fine, non hai acquisito alcuna verità e non sei stato in grado di offrire alcuna testimonianza esperienziale. Ti sei reso ridicolo, hai perso ogni dignità e hai fallito. E qual è, in effetti, la causa di tutto ciò? Il fatto che il tuo intento di ottenere benedizioni era troppo forte, che il tuo esito e la tua destinazione occupavano il tuo cuore e ti vincolavano troppo. Ma quando arriverà il giorno in cui uscirai dalla schiavitù delle tue prospettive e del tuo destino, sarai in grado di lasciarti tutto alle spalle e di seguire Dio. Quando sarai capace di abbandonare completamente tali cose? Mentre il tuo ingresso nella vita si approfondirà senza tregua raggiungerai un cambiamento nella tua indole, ed è allora che sarai in grado di lasciarle andare completamente. Alcuni diranno: ‘Posso lasciarle andare quando voglio’. Questo è forse coerente con la legge naturale? (No.) Altri diranno: ‘Ho capito tutto da un giorno all’altro. Sono una persona semplice, non complicata o fragile come tutti voi. Voi siete così ambiziosi, e questo dimostra che la vostra corruzione è più profonda della mia’. È così che stanno le cose? No. Tutta l’umanità ha la stessa natura corrotta, senza differenze di profondità. L’unica differenza tra gli uomini sta nel possedere o meno umanità e nel tipo di persona che si è. Coloro che amano e accettano la verità sono capaci di una conoscenza relativamente profonda e chiara della propria indole corrotta, e gli altri pensano erroneamente che queste persone siano eccessivamente corrotte. Coloro che non amano e non accettano la verità pensano sempre di non avere corruzione, che con qualche buon comportamento in più saranno persone sante. Questo punto di vista è ovviamente errato: il fatto non è che la loro corruzione sia superficiale, ma che non capiscono la verità e non hanno una chiara conoscenza dell’essenza e della verità della loro corruzione. In breve, per credere in Dio bisogna accettare la verità, praticarla ed entrare nella sua realtà. Bisogna cambiare la propria indole di vita prima di poter modificare la direzione e il percorso errati della propria ricerca, prima di poter risolvere completamente il problema del perseguire le benedizioni e del percorrere il cammino degli anticristi. In questo modo, si può essere salvati e perfezionati da Dio. Tutte le verità che Dio esprime per giudicare e purificare l’uomo sono volte a questo scopo(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo nella pratica della verità vi è l’ingresso nella vita”). Nella parola di Dio, ho trovato un cammino di pratica, che consisteva nell’abbandonare il mio desiderio di benedizioni, cambiare il mio obiettivo errato nella mia fede in Dio e trasformare la mia ricerca di benedizioni in una ricerca della verità e di un cambiamento d’indole. Solo questa è la ricerca appropriata per un essere creato. Ho osservato il mio comportamento e ho visto che, quando sono stata smascherata, volevo abbandonare il mio dovere, e questo non era il modo giusto di praticare. Anche se avessi smesso di essere una leader, non avendo eliminato la mia indole di disgusto per la verità né il mio desiderio di ottenere benedizioni, allora, qualsiasi dovere avessi svolto, avrei potuto continuare a intralciare e disturbare il lavoro della chiesa. In quel periodo, ho vissuto in uno stato negativo. Tramavo e complottavo per i miei interessi personali, ero infelice, ho perso l’entusiasmo per il mio dovere e mi sono allontanata da Dio. Ho giurato che non sarei più stata vincolata o limitata dal mio desiderio di ottenere benedizioni. Che fossi benedetta o meno, dovevo innanzitutto compiere bene il mio dovere. La chiesa mi dava la possibilità di svolgere il mio dovere, quindi dovevo adempiere al meglio le mie responsabilità. Dopo di che, il mio stato è cambiato un po’ e, per affrontare il mio problema di essere negligente e irresponsabile nel mio dovere, mi sono nutrita delle parole di Dio pertinenti e ho capito che l’essenza della negligenza è raggirare e ingannare Dio. Se avessi sempre trattato il mio dovere con un atteggiamento superficiale e irriverente, non lo avrei mai compiuto all’altezza dei requisiti, e alla fine avrei perso la possibilità di compierne uno. Pensando a come la mia irresponsabilità aveva fatto sì che molti nuovi arrivati smettessero di frequentare regolarmente le riunioni, provavo rimorso e mi sentivo in debito, e odiavo il mio comportamento irresponsabile dal profondo del cuore.

In seguito, ho letto un altro passo delle parole di Dio che mi ha fatto capire meglio il significato della potatura e del trattamento. Le parole di Dio dicono: “Quanto all’essere potati e trattati, qual è la minima conoscenza di base che si dovrebbe possedere? La potatura e il trattamento vanno sperimentati per poter svolgere adeguatamente il proprio dovere – è indispensabile. È qualcosa che le persone devono affrontare quotidianamente e sperimentare spesso nella loro fede in Dio e nel conseguimento della salvezza. Nessuno può prescindere dall’essere potato e trattato. Potatura e trattamento sono forse qualcosa che riguardi il proprio futuro e il proprio destino? (No.) Allora che scopo ha potare e trattare qualcuno? Forse quello di condannare le persone? (No, lo scopo è aiutarle a comprendere la verità e ad assolvere i loro doveri secondo i principi.) Giusto. Questo è il modo più corretto di intenderli. Sottoporre qualcuno a potatura e trattamento è una sorta di disciplina, di castigo, ma è anche un modo di aiutarlo. Subire la potatura e il trattamento ti permette di modificare in tempo la tua ricerca erronea. Ti consente di riconoscere tempestivamente i problemi che manifesti al momento e l’indole corrotta che riveli. In ogni caso, essere potato e trattato ti aiuta a compiere il tuo dovere secondo i principi, ti evita di commettere errori e di smarrirti nel tempo, e ti impedisce di provocare catastrofi. Non è forse il più grande aiuto per le persone, il più grande rimedio? Coloro che possiedono una coscienza e ragione dovrebbero essere in grado di considerare correttamente il fatto di essere trattati e potati(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9 – Parte ottava”). Dopo aver letto la parola di Dio, mi sono resa conto di avere un’altra idea assurda in merito alla potatura e al trattamento. Quando ho applicato le parole di Dio a me stessa, ho scoperto di possedere l’indole satanica di disgusto per la verità, ho sentito di essere condannata, che la mia corruzione era troppo profonda, e che Dio di certo mi odiava e non mi avrebbe salvata. In realtà, si trattava di un atteggiamento negativo e ostile. Leggendo la parola di Dio, ho capito che essere potati e trattati non è la stessa cosa che essere smascherati e scacciati, e non significa venire privati del proprio futuro e del proprio destino. Al contrario, ha lo scopo di aiutare le persone a conoscere le loro carenze nei loro doveri, capire la loro indole corrotta, correggere prontamente le deviazioni nei loro doveri e ricercare la verità, in modo da poter agire secondo i principi. Se quella volta non fossi stata potata e trattata, non mi sarei resa conto di possedere un’indole di disgusto per la verità e del fatto che, nelle questioni che riguardavano i miei interessi, mi sottraevo alle responsabilità, non facevo altro che discolparmi e non accettavo affatto la verità. Credo che riconoscerlo sia stata una cosa positiva. Mi ha permesso di concentrarmi sulla ricerca della verità quando in seguito mi capitava qualcosa e di non essere accecata dai miei buoni comportamenti. È stato molto importante per la mia capacità di ricercare la verità nella mia fede in Dio.

In seguito, quando sono stata potata e trattata per le deviazioni nel mio dovere, ho pregato consapevolmente davanti a Dio, ho praticato l’obbedienza prima di ogni altra cosa e ho cercato i passi pertinenti delle parole di Dio da leggere in base alla mia corruzione e ai problemi nel mio dovere che i miei fratelli e sorelle avevano evidenziato. Dopo essere stata potata e trattata diverse volte, ne ho capito un po’ meglio il significato. Attraverso l’esperienza della potatura e del trattamento subiti e con la guida delle parole di Dio, sono stata in grado di vedere la mia vera statura e i numerosi problemi e deviazioni nel mio dovere. Ho anche acquisito una certa conoscenza della mia indole corrotta e del desiderio di Dio di salvare le persone. Essere potata e trattata è stato molto utile e benefico per la mia ricerca di ingresso nella vita. Sento che conoscere me stessa e compiere bene il mio dovere sono inseparabili dall’essere giudicata, smascherata, potata e trattata da Dio.

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