Le conseguenze dell’essere sfuggenti e del battere la fiacca

05 Agosto 2025

di Qianqian, Cina

Nel 2019, mi stavo formando per girare materiale video per la chiesa. Poiché ero una principiante, i fratelli e le sorelle non avevano grandi aspettative nei miei confronti e di solito erano loro a trovare il luogo in cui girare, perciò mi limitavo a seguirli. Anche se le mie riprese non venivano bene, potevamo comunque usare il loro materiale, quindi non sentivo molta pressione. Col passare del tempo e acquisendo sempre più esperienza nel mio dovere, anch’io dovevo girare del materiale da sola entro i tempi stabiliti e dovevo anche spendere energie per cercare scene adatte, spostandomi tra varie location per controllare se fossero adatte alle riprese. Sentivo che svolgere il mio dovere in questo modo era troppo estenuante e mentalmente faticoso e ho iniziato a provare una certa opposizione, così ho iniziato a trattare le cose con superficialità. Ricordo che una volta dovevamo girare una scena prima che le foglie d’autunno ingiallissero e c’erano requisiti specifici per la geografia del luogo e gli elementi presenti nella scena. Io, però, ho pensato: “È una seccatura troppo grande. Non conosco bene questa zona, come faccio a trovare la location?” Ho controllato alcuni posti, ma nessuno era adatto alle riprese e mi sono sentita demotivata. Guardare quella mappa così fitta mi faceva venire il mal di testa e mi sono detta: “Come faccio a trovarla? Che fatica. Comunque, ci sono altri fratelli e sorelle che stanno cercando; quando la troveranno, non sarà lo stesso se andrò a girare insieme a loro?” A questo pensiero, sono andata a dormire tranquilla. Alla fine, gli altri fratelli e le altre sorelle hanno trovato il posto giusto e hanno girato il video. Quando abbiamo saputo che il materiale era stato giudicato all’altezza degli standard, erano tutti molto felici. Io, però, non avendovi dedicato alcuno sforzo, di fronte alla gioia di tutti, mi sono sentita un po’ in colpa. Ma poi ho pensato: “Sono una nuova arrivata, quindi è comprensibile che non abbia pagato un prezzo”, così non ho preso la cosa sul serio.

Un’altra volta, dovevamo girare un nuovo tipo di materiale video, il che richiedeva di apprendere alcune competenze professionali. Quando ho visto che c’erano tanti tutorial, tutti pieni di termini tecnici, mi sono detta: “Quanto tempo ci vorrà per guardarli tutti, uno per uno? E poi dovrò anche capire le tecniche di ripresa illustrate nei tutorial. È una seccatura troppo grande! Gli altri hanno già girato del buon materiale: non posso semplicemente chiedere a loro di dirmi come si fa? Così non dovrò scervellarmi, risparmierò tempo e potrò comunque svolgere bene il mio dovere. Due piccioni con una fava”. Allora ho chiesto a un supervisore di aiutarmi a contattarli ma, invece di aiutarmi, mi ha semplicemente dato un tutorial dicendo che, una volta finito di guardarlo, avrei capito. Ho pensato: “Se ancora non capisco nemmeno dopo aver guardato il tutorial, non dovreste semplicemente spiegarmi voi le tecniche di ripresa?” Così ho dato un’occhiata sommaria al tutorial e ho girato due filmati alla bell’e meglio. In seguito, ho pensato: “Potrei studiare meglio il tutorial e provare a girare di nuovo”. Ma poi mi sono detta: “Girare del materiale richiede tempo e fatica, dopo aver girato serve un software apposito per il montaggio e l’effetto si vede solo dopo il rendering del materiale. Ora non ho il software, quindi non potrò vedere il risultato finale del girato. Anche se girassi di nuovo, non saprei se il risultato è adatto. E se alla fine non andasse bene nulla e avessi sprecato il mio tempo? Non ne vale proprio la pena! È meglio che non giri nulla. Aspetterò che il supervisore mi porti il software e poi vedrò che aspetto avranno questi due filmati una volta montati”. Così, nei giorni seguenti, non ho fatto nessuna ripresa. Ho anche pensato: “Se il supervisore dovesse pensare che non ho girato abbastanza, potrei usare questa scusa per cavarmela”. In seguito, lei ha visto che avevo girato solo due filmati, ha ascoltato le domande che le ho posto e mi ha fatto notare: “È un mese che parliamo di girare questo materiale. Il tutorial ti è stato inviato molto tempo fa e tutte le tue domande trovavano risposta al suo interno. Ma tu non l’hai studiato attentamente e hai girato solo due filmati. I tuoi progressi sono stati davvero lenti”. In quel momento, ho ribattuto dentro di me: “Se mi aveste dato subito il software, non avrei forse potuto vedere prima l’effetto e finire presto di girare?” Ma poi mi sono resa conto che ero stata davvero passiva riguardo al mio dovere, quindi non ho più ribattuto. In seguito, quando ho guardato il tutorial in maniera scrupolosa, ho finalmente capito che tutte le domande che avevo fatto trovavano risposta lì dentro e che persino i due filmati che avevo girato in modo superficiale erano chiaramente indicati nel tutorial come non adatti. Non me n’ero accorta perché non avevo studiato il tutorial con attenzione. E per quanto riguarda le parti che avevo ritenuto difficili, le avrei capite se mi fossi presa il tempo di guardarlo attentamente. Non era affatto così difficile da imparare. Se avessi guardato il tutorial con attenzione prima, avrei imparato le operazioni di base per le riprese e non mi sarei ritrovata dopo un mese a non essere ancora in grado di girare del buon materiale. È stato a quel punto che ho capito di aver gestito le cose con troppa superficialità.

Una sera, i supervisori sono venuti all’improvviso nel nostro gruppo e hanno detto che avrebbero ridotto il personale; dopo una valutazione complessiva, hanno concluso che i risultati del mio dovere non erano stati buoni e che le mie competenze tecniche non erano migliorate molto. Così sono stata rimossa dal mio dovere. La notizia mi ha un po’ turbata, ma ho capito che questa situazione non si era verificata senza motivo e che dovevo essere stata rimossa a causa dei miei stessi problemi, quindi dovevo sottomettermi e riflettere adeguatamente su me stessa. Ho pensato alle parole di Dio: “Proprio adesso, esiste ancora una vasta gamma di problemi in molti di coloro che svolgono i doveri. Alcuni sono sempre molto passivi nei loro doveri e stanno sempre seduti e aspettano, facendo affidamento sugli altri. Che atteggiamento è questo? È irresponsabilità. La casa di Dio ha disposto che tu svolga un dovere, eppure passi i giorni a pensarci senza portare a termine nessun lavoro concreto. Non ti si vede da nessuna parte sul posto di lavoro e le persone non riescono a trovarti quando hanno dei problemi da risolvere. Non ti sei fatto carico di questo lavoro. Se un leader vorrà informarsi sul lavoro, cosa gli dirai? Al momento non stai facendo nessun tipo di lavoro. Sei perfettamente consapevole che questo lavoro è una tua responsabilità, ma non lo svolgi. A che diamine stai pensando? Non esegui nessun lavoro perché non ne sei capace? O brami solo le comodità? Che atteggiamento hai verso il tuo dovere? Tu esprimi solo parole e dottrine, e dici soltanto cose gradevoli, ma non svolgi un lavoro reale. Se non vuoi svolgere il tuo dovere, dovresti dimetterti. Non devi mantenere il tuo ruolo senza fare nulla. Agire in tal modo non significa forse arrecare un danno agli eletti di Dio e compromettere il lavoro della chiesa? Da come parli, sembri capire dottrine di ogni genere ma, se ti si chiede di svolgere un dovere, fai le cose con superficialità, e non sei minimamente coscienzioso. Questo è spenderti sinceramente per Dio? Non sei sincero quando si tratta di Dio, eppure fingi di esserlo. Sei forse in grado di ingannarLo? Da come parli di solito, sembri avere molta fede; vorresti essere la colonna della chiesa, la sua roccia. Ma, quando svolgi un dovere, sei meno utile di un fiammifero. Questo non è ingannare Dio con la piena consapevolezza di farlo? Sai cosa risulterà dal tuo cercare di ingannare Dio? Egli ti sdegnerà e ti eliminerà!(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo una persona onesta può vivere una vera sembianza umana”). Dalle parole di Dio, ho capito che essere troppo passivi nel proprio dovere, limitandosi a stare seduti, ad aspettare e a fare affidamento sugli altri, è un atteggiamento irresponsabile. A parole si dicono belle cose, ma quando arriva il momento di svolgere i propri doveri, ci si limita ad agire in modo meccanico, non si è sinceri con Dio, non si adempiono i doveri che si dovrebbero compiere e si ritarda il lavoro della chiesa. Se si continua così, si finirà per essere sdegnati ed eliminati da Dio. Ciò che Dio ha smascherato era il comportamento che mostravo nel mio dovere. Quando avevo iniziato a formarmi nelle riprese video, ero molto determinata e dicevo che lo avrei eseguito al meglio; tuttavia, non appena avevo incontrato difficoltà nel mio dovere, avevo iniziato a sbrigarmela, non essendo disposta a darmi pensiero né a sopportare le avversità. Per esempio, quando giravamo materiale di luci e ombre, trovavo difficile e troppo problematico cercare luoghi adatti, quindi ero sfuggente e mi accodavo agli altri, aspettando che i fratelli e le sorelle con cui collaboravo trovassero il luogo, così da poterli semplicemente seguire e girare con tutto pronto. In seguito, quando giravamo un nuovo tipo di materiale, avevo pensato che studiare il tutorial fosse una seccatura troppo grande e non ero disposta a impegnarmi per imparare a girare. Invece, avevo semplicemente aspettato che gli altri mi dicessero come fare. Anche quando avevo guardato il tutorial, mi ero limitata ad agire in modo meccanico. Avevo anche provato a ingannare il supervisore con due filmati che non erano all’altezza degli standard, cercando di nascondere il fatto che ero stata sfuggente, avevo battuto la fiacca e non avevo studiato seriamente il tutorial. Alla fine, avevo cercato di trovare scuse e di scaricare la responsabilità sul supervisore, lamentandomi che non mi avesse dato il software per vedere i risultati. Ero veramente propensa all’inganno e irresponsabile. Venire rimossa dal mio dovere è stata una cosa che mi sono cercata con le mie stesse mani. A questo pensiero, mi sono pentita dei miei comportamenti precedenti e ho desiderato cambiare il mio atteggiamento verso il dovere.

Tre mesi dopo, sono tornata dove ero prima per svolgere il mio dovere. Ero molto emozionata ed estremamente grata a Dio per avermi dato questa opportunità. In seguito, il supervisore ci ha chiesto di raccogliere varie piante per delle riprese e sono riuscita a collaborare con diligenza. Alcune piante erano difficili da trovare, quindi mi sono affidata a Dio, ho cercato informazioni e ho collaborato con i fratelli e le sorelle per trovare il materiale. Tuttavia, un’indole corrotta non cambia dopo aver sperimentato una sola situazione e, dopo un po’, sono ricaduta nelle mie vecchie abitudini.

Una volta, dovevamo girare del materiale video riguardante l’abbigliamento e io dovevo apprendere alcune nozioni di illuminotecnica, oltre a come disporre i vestiti e catturarne la consistenza. L’ho trovato difficile. Soprattutto poiché non avevo alcuna base di illuminotecnica per le riprese in materia di abbigliamento, dovevo iniziare a imparare da zero. Alcuni tutorial non erano adatti al materiale che dovevamo girare, quindi dovevo guardarli e allo stesso tempo cercare quelli appropriati. Ho pensato: “Girare questo tipo di materiale è troppo estenuante mentalmente e si dà il caso che io abbia altro da fare. Perché non metto da parte il materiale per ora e mi concentro prima su altro? In questo modo, non sarò così mentalmente esausta. Ma questo materiale è urgente; non sarebbe sbagliato ignorarlo e basta? In ogni caso, devo finire in fretta gli altri compiti. Mettere da parte il materiale non dovrebbe ritardare troppo le cose”. Così mi sono concentrata prima su altro e di conseguenza ho ritardato i progressi delle riprese. Alla fine, sono stata potata e solo allora mi sono affrettata a girare. Circa un mese dopo, il supervisore ha detto che il gruppo andava di nuovo ridotto a causa delle necessità del lavoro. Questa volta, anche se non sono stata tagliata fuori, sono stata messa sotto osservazione. Questa riduzione di personale mi ha davvero colpita e ho sentito che era un avvertimento da parte di Dio. Da quel momento in poi, ho cercato consapevolmente passi pertinenti delle parole di Dio per risolvere i miei problemi.

Ho letto le Sue parole: “Al momento non vi sono molte occasioni di svolgere un dovere, quindi devi coglierle quando puoi. È proprio quando ti trovi di fronte a un dovere che devi compiere uno sforzo; è allora che devi sacrificarti e spenderti per Dio, ed è allora che ti è richiesto di pagare un prezzo. Non lesinare nulla, non nutrire alcuna trama, non fare le cose in maniera approssimativa e non crearti una via d’uscita. Se fai le cose in maniera approssimativa e sei calcolatore oppure evasivo e fiacco, sei destinato a svolgere male il lavoro. Supponiamo che tu dica: ‘Nessuno mi ha visto agire in modo evasivo e fiacco. Ottimo!’ Che modo di pensare è questo? Credi di avere imbrogliato gli altri e anche Dio? In realtà, però, Dio sa che cosa hai fatto o no? Lo sa. In effetti, chiunque interagisca con te per un po’ verrà a conoscenza della tua corruzione e della tua spregevolezza e, anche se non lo dirà apertamente, in cuor suo farà le sue valutazioni su di te. Numerose persone sono state rivelate ed eliminate perché tante altre sono arrivate a capirle. Una volta che tutti hanno ravvisato la loro essenza, quelle persone sono state smascherate per ciò che erano ed espulse. Quindi, che perseguano o meno la verità, le persone dovrebbero svolgere bene il loro dovere, al meglio delle loro capacità; dovrebbero usare la loro coscienza nel fare cose pratiche. Potrai avere delle mancanze, ma se riesci a essere efficiente nell’assolvere il tuo dovere non sarai eliminato. Se pensi sempre che stai facendo bene e sei sicuro che non sarai eliminato, se ancora non rifletti e non cerchi di conoscere te stesso, e ignori i compiti che ti spettano, se sei costantemente superficiale, allora, quando il popolo eletto di Dio perderà davvero la pazienza con te, ti smaschererà per quello che sei e, con tutta probabilità, sarai eliminato. Questo perché tutti avranno acquisito discernimento su di te e tu avrai perso la tua dignità e integrità. Se nessuno si fida di te, potrebbe forse farlo Dio? Dio sottopone a scrutinio le profondità del cuore dell’uomo: non potrebbe assolutamente fidarSi di una persona del genere. Se una persona è inaffidabile, non assegnarle un incarico in nessun caso(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “L’ingresso nella vita deve iniziare con l’esperienza dell’assolvimento del proprio dovere”). Dio ci chiede di essere seri, di pagare un prezzo e di impegnarci al massimo nei nostri doveri. Se avessi sempre agito in modo sfuggente, battendo la fiacca e agendo in modo meccanico, magari avrei potuto ingannare le persone per un po’, ma non Dio; col tempo, i fratelli e le sorelle mi avrebbero capita a fondo e non si sarebbero più fidati di me e avrei perso completamente la mia integrità e la mia dignità. Visto che continuavo a comportarmi in questo modo, non meritavo davvero la fiducia di nessuno. Ogni volta che mi trovavo di fronte a un dovere che richiedeva di soffrire o di pagare un prezzo, tenevo sempre prima conto della mia carne e usavo dei trucchetti. La chiesa aveva disposto che girassi del materiale video, ma quando pensavo a come avrei dovuto soffrire e pagare un prezzo studiando i tutorial, mi sembrava mentalmente estenuante, così mettevo da parte il materiale urgente e mi dedicavo ad altro, per non dare l’impressione di essere inattiva o priva di un senso del fardello nel mio dovere. In verità, sentivo che girare quel materiale sarebbe stato troppo faticoso e volevo solo trovare un compito più facile da fare. In realtà, non è che non fossi in grado di girare quel materiale; dovevo solo impegnarmi un po’, ma non ero disposta a soffrire, di conseguenza avevo ritardato l’avanzamento della produzione video. Una persona che tiene veramente conto delle intenzioni di Dio sa condividere le Sue preoccupazioni e i Suoi pensieri nei propri doveri. Svolge bene i suoi doveri con tutto il cuore e le forze, secondo le esigenze della casa di Dio, e non ritarda il lavoro della chiesa. Ma io non tenevo affatto conto degli interessi della chiesa e non pensavo a come girare rapidamente il materiale e accelerare i progressi. Era come se lavorassi per dei non credenti, tirando a campare giorno per giorno e offrendo manodopera senza alcuna lealtà: il mio comportamento mi spingeva fuori dalle porte della casa di Dio. Ero già stata rimossa una volta per aver ritardato il mio dovere perché ero stata sfuggente e avevo battuto la fiacca, eppure mi comportavo ancora così. Avevo veramente mancato di essere all’altezza dell’intenzione di Dio! Con un simile atteggiamento verso i miei doveri, ero veramente priva di umanità; se avessi continuato così, chi avrebbe osato affidarmi qualche dovere? In quel momento la casa di Dio mi stava ancora dando un’opportunità di pentirmi: se non avessi cambiato rotta, sarei stata veramente eliminata.

In seguito, ho letto altre parole di Dio: “Finché le persone non hanno sperimentato l’opera di Dio e compreso la verità, è la natura di Satana che prende il sopravvento e domina dentro di loro. Quali elementi specifici fanno parte di quella natura? Ad esempio, perché sei egoista? Perché proteggi la tua posizione? Perché hai sentimenti così forti? Perché trai piacere da cose inique? Perché ti piacciono quei mali? Su cosa si basa il tuo debole per simili cose? Da dove vengono tali cose? Perché sei così felice di accettarle? Ormai siete arrivati tutti a comprendere che la ragione principale dietro a tutte queste cose è che il veleno di Satana è nell’uomo. Dunque cos’è il veleno di Satana? Come lo si può esprimere? Per esempio, se chiedi ‘Come si dovrebbe vivere? Per cosa si dovrebbe vivere?’, le persone risponderanno: ‘Ognuno per sé e che gli altri si arrangino’. Questa singola frase esprime la radice vera e propria del problema. La filosofia e la logica di Satana sono diventate la vita delle persone. Qualsiasi cosa perseguano, lo fanno per se stesse, e dunque vivono solo per se stesse. ‘Ognuno per sé e che gli altri si arrangino’ – questa è la filosofia di vita dell’uomo, e rappresenta anche la natura umana. Queste parole sono già diventate la natura dell’umanità corrotta e sono il vero ritratto della natura satanica dell’umanità corrotta. Questa natura satanica è già diventata la base dell’esistenza dell’umanità corrotta. Per diverse migliaia di anni, l’umanità corrotta ha vissuto in base a questo veleno di Satana, fino ai giorni nostri(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Come percorrere il cammino di Pietro”). Mentre riflettevo sulle parole di Dio, ho pensato a come avessi svolto i miei doveri in modo superficiale, fossi stata sfuggente e avessi battuto la fiacca, perché vivevo secondo il veleno satanico di “Ognuno per sé e che gli altri si arrangino”. Per proteggere gli interessi della mia carne, avevo scelto la via più facile e comoda e, anche se il materiale era urgentemente necessario per la produzione video, l’avevo semplicemente messo da parte e avevo cercato solo compiti più facili da fare. Ero stata veramente astuta e propensa all’inganno e alla fine avevo ritardato i progressi della produzione video dei fratelli e delle sorelle. Pensavo di essere furba a fare le cose in questo modo, così da poter evitare la fatica e la potatura, e di riuscire a prendere in giro la gente, ma Dio sottopone a scrutinio ogni cosa. Avevo levatura ma non mi dedicavo al lavoro che mi spettava e avevo cercato di fare la furba con Dio. Non svolgevo il dovere che avrei dovuto svolgere né mostravo alcuna lealtà. Ero diventata una persona scaltra, irresponsabile e inaffidabile. Ho capito che l’indole giusta di Dio non tollera offesa e che, se avessi continuato ad affrontare i miei doveri con questo atteggiamento, non facendo tesoro dell’opportunità di pentirmi che Dio mi aveva dato, avrei veramente perso questo dovere e Dio mi avrebbe detestata ancora di più. Solo allora ho visto che vivere secondo il veleno satanico di “Ognuno per sé e che gli altri si arrangino” era pura presunzione. Avrebbe finito solo per danneggiare me stessa e, alla fine, sarei stata rivelata ed eliminata da Dio.

In seguito, ho letto le Sue parole: “Quando una persona accetta ciò che Dio le affida, Egli ha un criterio per giudicare se le sue azioni siano buone o cattive, se essa si sia sottomessa, se abbia soddisfatto le Sue intenzioni e se ciò che fa sia all’altezza degli standard. Ciò che Gli importa è il cuore delle persone, non le loro azioni esteriori. Non è vero che Dio deve benedire qualcuno purché faccia una certa cosa, a prescindere da come la fa. Questo è un fraintendimento degli uomini su Dio. Egli non guarda soltanto il risultato finale delle cose, bensì pone maggiormente l’accento su come sono il cuore e l’atteggiamento di una persona durante lo sviluppo delle cose, e guarda se nel suo cuore ci siano sottomissione, considerazione e il desiderio di soddisfarLo(La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “L’opera di Dio, l’indole di Dio e Dio Stesso I”). “Quali sono le manifestazioni di una persona onesta? Innanzitutto, non avere dubbi sulle parole di Dio. Questa è una delle manifestazioni di una persona onesta. A parte questo, la manifestazione più importante è la ricerca e pratica della verità in tutte le questioni: ciò è fondamentale. Tu affermi di essere onesto, ma releghi sempre le parole di Dio in un angolo della mente e fai quello che vuoi. Questa è forse la manifestazione di una persona onesta? Dici: ‘Anche se la mia levatura è scarsa, possiedo un cuore onesto’. Eppure, quando un dovere spetta a te, hai paura di soffrire e di assumerti la responsabilità in caso tu non lo svolga bene, così accampi delle scuse per eludere il tuo dovere o suggerisci che lo svolga qualcun altro. Questa è la manifestazione di una persona onesta? Chiaramente no. Come deve comportarsi, allora, una persona onesta? Dovrebbe sottomettersi alle disposizioni di Dio, essere leale al dovere che è tenuta a svolgere e sforzarsi di soddisfare le intenzioni di Dio. Questo si manifesta in diversi modi: uno di questi è accettare il tuo dovere con cuore sincero, senza considerare i tuoi interessi per la carne, senza avere esitazioni o tramare per il tuo tornaconto. Queste sono manifestazioni di onestà. Un altro è mettere tutto il tuo cuore e le tue forze nello svolgere bene il tuo dovere, facendo le cose in modo corretto e mettendo il cuore e l’amore nel tuo dovere al fine di soddisfare Dio. Queste sono le manifestazioni che una persona onesta dovrebbe avere nello svolgere il proprio dovere. Se comprendi e sai cosa fare, ma non lo fai, allora non stai mettendo tutto il cuore e le forze nel tuo dovere: sei subdolo e stai battendo la fiacca(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Dalle parole di Dio, ho ricavato un cammino di pratica. L’atteggiamento che si dovrebbe avere quando si presenta un dovere è quello di accettare e sottomettersi, riflettendo su come svolgere bene il proprio dovere con un cuore che si prende cura di Dio e Lo soddisfa. Ho anche capito perché le persone oneste sanno praticare la verità di fronte alle situazioni: è perché sono pure e oneste e non cercano di essere sfuggenti. Quando si presenta un dovere, ascoltano, obbediscono e lo svolgono secondo i requisiti di Dio. Non tengono conto dei propri interessi e sanno essere totalmente devote e dare tutto nel tentativo di soddisfare Dio. Un tale svolgimento del dovere ottiene l’approvazione di Dio. Ma io ero veramente propensa all’inganno, perché di fronte ai doveri tenevo prima conto dell’eventuale danno ai miei interessi e, quando vedevo qualcosa che avrebbe comportato sofferenza, anche se avrei potuto farlo, non lo facevo ed ero sempre sfuggente. Di conseguenza, avevo svolto i miei doveri in un modo che non era all’altezza degli standard e avevo commesso troppe trasgressioni. Così, nel mio cuore, ho deciso davanti a Dio che, di fronte a nuove difficoltà nei miei doveri, avrei dovuto mettere da parte i miei interessi personali e fare prima tutto il possibile per fare la mia parte. Se avessi dato il massimo senza riuscire comunque a risolvere il problema, allora avrei cercato l’aiuto degli altri. In questo modo, almeno avrei svolto il mio dovere con diligenza.

In seguito, dovevamo girare del materiale che richiedeva riprese a 360 gradi. C’era una piccola ciotola dalla forma particolare che oscillava facilmente, rendendo le riprese difficili. Dopo averci provato e riprovato alcune volte, ho guardato l’orologio, ho visto che erano passate due ore e non avevo ancora finito di girare e sono diventata molto irritabile; mi sentivo piena di opposizione. Mi sono detta: “A questo ritmo, per quanto tempo dovrò continuare a girare? E alla fine, potrebbe anche non funzionare. Comunque, ho già provato diverse volte, quindi se anche questa volta non funziona, lascerò che se ne occupino i supervisori. Hanno più competenze di me e questo tipo di compiti difficili dovrebbero girarli loro”. In quel momento, mi sono resa conto che stavo di nuovo cercando di assecondare la mia carne ed evitare le difficoltà e all’improvviso ho pensato a ciò che avevo letto durante le mie devozioni spirituali del mattino riguardo alla condivisione di Dio sull’allevamento delle pecore. Dio dice: “Perché devo occuparMi di una cosa banale come nutrire le pecore? Predispongo tutto per voi, e allora perché ci vuole tanta fatica per far sì che obbediate ad alcune delle Mie parole? Ti chiedo forse di scalare una montagna di coltelli o di nuotare in un mare di fuoco? È troppo difficile da attuare? Non è forse tua responsabilità? Rientra tutto nelle tue capacità di agire. Rientra nell’ambito delle tue abilità. Non significa chiedere troppo. Come mai non sei in grado di attuarlo? In che cosa consiste il problema? Ti ho forse chiesto di costruire un’arca? (No.) Allora quanto è grande la differenza tra ciò che ti è stato chiesto di fare e costruire un’arca? È enorme. Il compito che ti è stato affidato richiederebbe appena un paio di giorni. Sono bastate poche parole. Era realizzabile. Costruire l’arca fu un’impresa colossale, un’impresa di 100 anni. Oso dire che, se voi foste nati all’epoca di Noè, nessuno di voi sarebbe stato capace di obbedire alle parole di Dio. Mentre Noè obbedì alle parole di Dio, quando costruì l’arca, un pezzo alla volta, come ordinato da Dio, voi sareste stati fra quelli in disparte, a frenare Noè, a burlarvi di lui, a prenderlo in giro, a ridere di lui. Siete decisamente quel genere di persone. Siete del tutto privi dell’atteggiamento di obbedire e sottomettervi. Al contrario, esigete che Dio vi mostri una grazia particolare, che vi benedica e vi illumini in modo particolare. Come potete essere tanto impudenti? Che ne dite, quale delle cose di cui ho appena parlato è Mia responsabilità? Quale devo fare Io? (Nessuna.) Tutte queste cose sono questioni umane. Non sono affari Miei. Io dovrei lasciarvi agire da soli. Perché devo farMi coinvolgere? Lo faccio non perché sia un Mio obbligo, ma per il vostro bene. Nessuno di voi se ne interessa, nessuno di voi si è assunto questa responsabilità, nessuno di voi ha queste buone intenzioni, perciò devo assumermi Io questo impegno. Basterebbe solo che obbediste e collaboraste, è molto semplice: ma non sapete fare neanche questo. Siete davvero umani?(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Secondo excursus: Come Noè e Abramo obbedirono alle parole di Dio e Gli si sottomisero (Parte prima)”). Riflettendo sulle parole di Dio, ho capito che i compiti che Egli ci affida sono tutti alla nostra portata e che Lui non ci fa richieste eccessive. È stato il mio estremo egoismo e la mia spregevolezza a portarmi a non fare nemmeno ciò di cui ero capace, pensando sempre solo a me stessa. Mi mancava qualsiasi senso di responsabilità verso il mio dovere e non meritavo veramente di essere chiamata essere umano! Poi ho pensato a quando Dio aveva ordinato a Noè di costruire l’arca. Noè aveva udito le Sue parole e le aveva subito messe in pratica, trattando l’incarico da Lui ricevuto come il più grande compito della propria vita; per quanto difficile fosse, non si era mai arreso. Il suo atteggiamento verso l’incarico da parte di Dio era degno della mia emulazione. Poi ho guardato a me stessa. Volevo sempre tirarmi indietro quando sorgevano difficoltà e non volevo soffrire o pagare un prezzo. Il paragone tra me e lui mi ha fatta davvero vergognare! Ora, di fronte a tali difficoltà, dovevo affidarmi a Dio per risolverle. Se, per paura di soffrire, avessi lasciato tutto ai supervisori, non sarei diventata un parassita che viveva a spese della casa di Dio? Così L’ho pregato, dicendo che, per quanto le cose potessero farsi difficili, ero disposta a ribellarmi alla mia carne e a sforzarmi di migliorare. Dopo aver pregato, ho ricominciato a girare e mi è venuto in mente un piccolo trucco per non far oscillare la ciotola. Di conseguenza, ho finito rapidamente le riprese. In quel momento, ero estremamente emozionata e ho sentito che Dio aveva ascoltato la mia preghiera. Quando ero stata disposta a persistere di fronte alle difficoltà, Egli mi aveva illuminata e guidata.

Ripensando alle mie esperienze di quel periodo, mi sono pentita del mio comportamento passato, superficiale, sfuggente e negligente. Non solo avevo ritardato l’avanzamento del lavoro, ma avevo anche perso l’opportunità di praticare la verità. Ho pensato ad altri fratelli e sorelle che, di fronte alle difficoltà nei loro doveri, avevano pregato Dio e riflettuto su come adempierli. Poiché i loro cuori erano rivolti a Dio e Lui li aveva illuminati e guidati, non solo avevano ottenuto buoni risultati nei loro doveri, ma erano anche migliorate le loro competenze nelle riprese e nelle loro esperienze avevano inoltre visto molte delle azioni di Dio, il che aveva accresciuto la loro fede in Lui. Io, invece, svolgevo il dovere di fare riprese da più di un anno e, quando mi chiedevano di parlare dei guadagni ottenuti nel mio dovere, non sapevo cosa dire e mi limitavo a scaricare le difficoltà sugli altri. Ho visto che essere sfuggenti e battere la fiacca è davvero dannoso! Da quel momento in poi, ho dovuto cambiare il mio atteggiamento verso i doveri. Più ero carente in un’area, più dovevo imparare e attrezzarmi proprio in quella. Soprattutto quando mi imbattevo per la prima volta in un tipo di lavoro e non ne sapevo nulla, dovevo imparare di più e metterci il cuore nel rifletterci maggiormente. In questo modo, avrei potuto migliorare le mie competenze professionali e anche adempiere i miei doveri per soddisfare Dio. In seguito, quando ho incontrato di nuovo difficoltà nei miei doveri, cercavo più informazioni per trovare le soluzioni e, agendo in questo modo, ho sperimentato la stabilità e la pace di svolgere i miei doveri con tutto il cuore. Questo mi ha anche spinta a imparare e a padroneggiare alcune competenze professionali. Ho visto che affrontare le difficoltà è un mezzo per essere perfezionati e anche un’opportunità per sperimentare l’opera di Dio. Solo svolgendo i miei doveri in questo modo il mio cuore può trovare pace e gioia. Grazie a Dio!

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