Non ho più problemi di nervosismo quando parlo

13 Ottobre 2025

di Li Jing, Cina

Fin dall’infanzia, sono stata introversa e restia a interagire con le persone. Quando c’era molta gente intorno a me, diventavo nervosa e non osavo parlare, temendo di dire qualcosa di sbagliato e di essere guardata dall’alto in basso. Ricordo che, quando ero alle medie, l’insegnante mi ha chiesto di rispondere a una domanda in classe. Conoscevo la risposta ma, appena mi sono alzata e ho sentito gli occhi di tutti puntati su di me, la mente mi si è svuotata all’istante e ho iniziato a inciampare sulle parole, senza sapere cosa dire. Ero davvero imbarazzata e avrei voluto sprofondare. Dopo aver iniziato a lavorare, volevo fare bella figura quando i superiori venivano a ispezionare il lavoro ma, appena li vedevo, diventavo così nervosa che non riuscivo nemmeno a far funzionare la macchina e andavo in confusione. Mi odiavo, pensando: “Perché sono così inutile?” Dopo aver trovato Dio, quando mi riunivo con i fratelli e le sorelle, acquisivo una certa comprensione e conoscenza dopo aver letto le parole di Dio, ma temevo di mettermi in imbarazzo se la mia condivisione fosse stata scadente, perciò condividevo solo su poche parole e poi più nulla. Dopo un po’ di tempo, ho familiarizzato di più con alcune sorelle, quindi ero meno nervosa quando parlavo e riuscivo a svolgere alcuni doveri al meglio delle mie capacità.

Nel 2017, sono stata eletta leader della chiesa. Ho pensato: “Come leader sarò in contatto con molte persone. Dovrò gestire vari compiti della chiesa e condividere sulla verità per risolvere i problemi. Tuttavia, divento nervosa ogni volta che incontro gente; quindi, se non riesco nemmeno a formulare una frase, i fratelli e le sorelle non rideranno a crepapelle di me? No, non posso essere una leader”. Volevo sottrarmi a questo dovere. Le sorelle hanno condiviso sulle parole di Dio per aiutarmi e io, con riluttanza, ho accettato questo dovere. Una volta sono andata a una riunione con la mia collaboratrice e, appena ho visto i fratelli e le sorelle, sono diventata così nervosa che non sapevo cosa dire. Ma la mia collaboratrice non era affatto nervosa, e le parole di Dio che ha trovato per risolvere i problemi erano molto pertinenti agli stati dei fratelli e delle sorelle. Ho provato tanta invidia e ho odiato me stessa, pensando: “Perché non riesco a parlare o a spiegare le cose correttamente? Non sono riuscita nemmeno a condividere su quel poco che capivo, quindi cosa penseranno di me i fratelli e le sorelle?” Mi sentivo veramente inferiore, al di sotto degli altri, e incapace di tenere la testa alta. Quando sono tornata a casa, mi sono munita di più parole di Dio e volevo risolvere i problemi dei fratelli e delle sorelle come aveva fatto la mia collaboratrice. Tuttavia, quando è arrivato il momento di una riunione, non appena ho visto i fratelli e le sorelle, il cuore ha iniziato a battermi forte e sono diventata così nervosa che la mente mi si è svuotata e la bocca semplicemente non funzionava in maniera corretta. Dicevo solo parole sconnesse qua e là, e alla fine non ho condiviso in modo chiaro su nulla. In un’altra occasione, ho visto che sorella Wang Ke era in un cattivo stato, così ho cercato di condividere sulle parole di Dio con lei; ma, poiché ero nervosa, non sono riuscita a farlo chiaramente. Temevo che mi avrebbe guardata dall’alto in basso, così in seguito non ho osato tornare e ho chiesto alla capogruppo di andare a condividere con lei. A poco a poco, mi sentivo sempre meno capace e non volevo andare alle riunioni e interagire con le persone. Così rimanevo a casa a rispondere alle lettere o a svolgere qualche compito degli affari generali e, quando ce n’era qualcuno che necessitava di una condivisione e di un’esecuzione tempestive, non me ne occupavo e aspettavo che andasse invece la mia collaboratrice, il che finiva per ritardare il lavoro della chiesa. Vivevo in uno stato negativo, sentendomi veramente addolorata e oppressa. Il mio lavoro non dava alcun risultato e, alla fine, sono stata destituita per non aver svolto lavoro reale. Dopo essere stata destituita, spesso mi sono odiata e ho pensato: “Perché sono così inutile? Sono veramente senza speranza! Sia predicare il Vangelo che irrigare i nuovi arrivati richiede di interagire con le persone e di condividere sulla verità. Persone come me non potranno mai adempiere questi doveri. È meglio per me svolgere semplicemente i doveri degli affari generali; in tal modo, non dovrò interagire con così tante persone e ci sarà meno pressione su di me”. In seguito, la chiesa ha disposto che svolgessi alcuni doveri tecnici e io non ho prestato attenzione a risolvere questo mio stato.

Nel gennaio del 2024, sono stata eletta di nuovo diaconessa per l’irrigazione. Quando ho sentito la notizia, il terrore mi ha invasa e ho pensato: “Non sono brava con le parole e mi innervosisco con le persone, non riesco nemmeno a condividere chiaramente su quel poco che capisco. Cosa penseranno di me i nuovi arrivati se non riesco a risolvere i loro problemi? Se i fratelli e le sorelle lo scoprono, rideranno di me e diranno che non riesco a svolgere bene nessun dovere. Non sarebbe ancora più umiliante?” Ma sapevo che questo dovere in cui mi imbattevo era Dio che mi elevava, e non potevo sottrarmi. Anche la leader ha condiviso con me dicendo che, quando arriva un dovere, Dio osserva il nostro atteggiamento per vedere se avremmo sottomissione e se lo faremmo con tutto il nostro cuore e le nostre forze. È questa la cosa più importante. Ciò mi ha aiutata a capire un po’ l’intenzione di Dio, e ho accettato questo dovere. Una volta, però, la leader mi ha chiesto di irrigare due studenti universitari. Sono diventata immediatamente nervosa e ho pensato: “Non riesco nemmeno a parlare con chiarezza: cosa farò se non condivido bene sulla verità? Cosa penseranno di me i nuovi arrivati?” Ancora una volta, volevo sottrarmi a questo dovere, ma mi sentivo anche in colpa. Così ho pregato Dio: “Dio, sono goffa con le parole e ho sempre paura di cosa penseranno gli altri di me se non condivido bene. Mi sento così nervosa. Ti prego, guidami ad affrontare correttamente le mie mancanze”.

Durante una delle mie devozioni spirituali, ho letto le parole di Dio: “” (La Parola, Vol. 7: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (3)”). “” (La Parola, Vol. 7: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (3)”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho acquisito chiarezza mentale. Mi sono resa conto che il mio nervosismo, la mia ansia e la mia paura di parlare in presenza di altre persone erano un difetto innato della mia umanità. Dio dice che i difetti dell’umanità di una persona non sono un’indole corrotta. Se una persona non può cambiare queste cose, deve semplicemente accettarle e imparare a conviverci invece di lottare contro di esse o insistere nel cambiarle. Anche se non riesce a superarle, queste cose non influiscono sulla sua capacità di credere in Dio o di svolgere i propri doveri. Fintanto che persegue la verità, può essere salvata ugualmente. Prima non capivo l’intenzione di Dio. Quando vedevo altri fratelli e sorelle esprimersi chiaramente e parlare senza nervosismo, sprofondavo in uno stato di negatività e inferiorità, emettendo un verdetto su di me come persona completamente inutile. Quando svolgevo il dovere di leader, ero andata con la mia collaboratrice a tenere una riunione per i fratelli e le sorelle e, appena li ho incontrati, sono diventata così nervosa che non osavo condividere. Ma la mia collaboratrice non aveva alcuna paura del palcoscenico. Parlava fluentemente e condivideva con chiarezza sulla verità. Ero così invidiosa. Quando sono tornata a casa, mi sono impegnata a fondo per munirmi della verità. Volevo condividere come la mia collaboratrice, così che i fratelli e le sorelle non mi guardassero dall’alto in basso. Tuttavia, quando li ho incontrati di nuovo, ero ancora così nervosa che non riuscivo a parlare in modo coerente né a condividere su alcunché. Sorella Wang Ke era in un cattivo stato e io volevo aiutarla ma, essendo nervosa, non ho condiviso chiaramente sulla verità, e lo stato della sorella non si è risolto. In seguito, non ho più osato condividere con lei. Dopo aver fallito diverse volte, ho iniziato a temere le riunioni. Ogni volta che si trattava di condividere sulla verità con fratelli e sorelle per risolvere problemi, scaricavo la responsabilità sulla mia collaboratrice e mi limitavo a svolgere qualche lavoro degli affari generali. Alla fine, sono stata destituita perché non stavo svolgendo un lavoro reale. Questa volta, nell’irrigare i nuovi arrivati, temevo ancora che incontrandoli sarei diventata così nervosa da non riuscire a parlare, e che la mia incapacità di condividere bene avrebbe fatto sì che gli altri mi guardassero dall’alto in basso, quindi volevo sottrarmi al mio dovere e diventare una disertrice. Non ero in grado di trattare il mio difetto in maniera corretta e continuavo a sprofondare in uno stato negativo, sottraendomi ripetutamente al mio dovere. Mi sono resa conto che il mio fallimento nel correggere i miei punti di vista fallaci mi manteneva in uno stato negativo e mi impediva di adempiere i miei doveri. Ero veramente sciocca e ignorante! Ora ho capito che tutti hanno difetti e mancanze, e che nessuno è perfetto. Dio non guarda alle condizioni innate di una persona; Egli guarda se essa è leale nel suo dovere e se è in grado di provare ogni mezzo per compiere bene il suo dovere. Una persona simile ha un cuore sincero verso Dio e, ai Suoi occhi, è preziosa come l’oro. Alcune hanno buone condizioni innate e sono eloquenti, ma non perseguono la verità e non sono leali nei loro doveri. Tali persone sono inutili come sabbia negli occhi di Dio. Egli mi aveva elevata a svolgere il dovere di irrigare i nuovi arrivati all’interno della chiesa. Non potevo farmi limitare dalle mie condizioni innate e continuare a sottrarmi a questo dovere o a rifiutarlo. Dovevo tornare rapidamente a Dio.

Dopo aver letto le Sue parole, sono stata in grado di trattare correttamente i miei difetti ma, ogni volta che si trattava di interagire con le persone, temevo sempre cosa avrebbero pensato di me se non avessi parlato bene. Durante le mie devozioni spirituali, ho letto un passo delle parole di Dio, che mi ha dato una certa comprensione della radice dei miei problemi. Dio Onnipotente dice: “Gli anticristi hanno a cuore la propria reputazione e il proprio prestigio in modo maggiore rispetto alle persone comuni, e ciò è qualcosa di intrinseco alla loro indole essenza; non è un interesse temporaneo né l’effetto transitorio dell’ambiente circostante. È qualcosa all’interno della loro vita, delle loro ossa, e dunque è la loro essenza. Vale a dire, in tutto ciò che gli anticristi fanno, la loro prima considerazione va alla propria reputazione e al proprio prestigio, nient’altro. Per loro, la reputazione e il prestigio sono la vita, nonché l’obiettivo dell’intera esistenza. In tutto ciò che fanno, la priorità è: ‘Cosa ne sarà del mio prestigio? E della mia reputazione? Fare questa cosa mi darà una buona reputazione? Eleverà il mio prestigio nella mente delle persone?’ Questa è la prima cosa a cui pensano, il che dimostra ampiamente che hanno l’indole e l’essenza degli anticristi; ecco perché considerano le cose in questo modo. Si può dire che, per gli anticristi, la reputazione e il prestigio non sono un requisito aggiuntivo, né tantomeno cose esterne a loro a cui potrebbero rinunciare. Fanno parte della loro natura, sono nelle loro ossa, nel loro sangue, sono innati in loro. Gli anticristi non sono indifferenti al possesso della reputazione e del prestigio; non è questo il loro atteggiamento. Allora qual è? La reputazione e il prestigio sono intimamente legati alla loro vita di tutti i giorni, alla loro condizione quotidiana, a ciò che perseguono ogni giorno. E così, per gli anticristi, la reputazione e il prestigio sono la vita. A prescindere dal modo e dall’ambiente in cui vivono, dal lavoro che fanno, da cosa perseguano, da quali siano i loro fini o la direzione della loro vita, tutto ruota attorno all’avere una buona reputazione e un elevato prestigio. E questo obiettivo non cambia; non riescono mai a mettere da parte tali cose. È questo il vero volto degli anticristi, è questa la loro essenza(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9: Parte terza”). Ho visto che Dio smaschera come, indipendentemente dalla situazione, gli anticristi si concentrino sul loro prestigio nel cuore delle persone, ponendo la loro reputazione e il loro prestigio al di sopra di ogni altra cosa. Questa è la natura essenza degli anticristi. L’indole che stavo rivelando era la stessa di un anticristo. Indipendentemente dalla situazione, davo priorità al mio orgoglio e al mio prestigio, preoccupandomi profondamente di come gli altri mi vedessero e valutassero. Quando andavo a scuola, in classe non osavo parlare per timore che i miei compagni avrebbero riso di me se avessi commesso un errore; quando lavoravo, diventavo nervosa vicino ai miei superiori, al punto da non riuscire nemmeno a far funzionare le macchine. Dopo aver trovato Dio, indipendentemente dalle persone con cui mi riunivo, temevo che non condividere bene avrebbe fatto sì che mi guardassero dall’alto in basso. Quando vedevo la mia collaboratrice condividere con chiarezza sulla verità, provavo veramente invidia e, quando non riuscivo a raggiungere il suo livello, mi sentivo inferiore e negativa. Poiché ero limitata dal mio orgoglio, ho persino scaricato sulla mia collaboratrice il lavoro che avrei dovuto fare io, svolgendo solo alcuni lavori degli affari generali. Non solo non stavo adempiendo le mie responsabilità, ma stavo anche ritardando il lavoro della chiesa e l’ingresso nella vita dei fratelli e delle sorelle. E in precedenza, quando la leader aveva disposto che io irrigassi due nuovi arrivati, non appena avevo saputo che erano studenti universitari il mio primo pensiero era stato che mi avrebbero guardata dall’alto in basso se non avessi condiviso bene, quindi volevo sottrarmi a questo dovere. Ero influenzata e controllata dai veleni di Satana: “Le persone hanno bisogno dell’orgoglio proprio come un albero della corteccia” e “L’uomo lascia il proprio nome ovunque vada, così come l’oca emette il suo grido ovunque voli”. A ogni piè sospinto, cercavo di proteggere la mia reputazione e il mio prestigio personali e, quando non ci riuscivo, sprofondavo nel dolore e non ero in grado di trovare l’energia per fare alcunché né di adempiere i miei doveri e le mie responsabilità. L’opportunità che Dio mi aveva dato di compiere i miei doveri era perché potessi farli con tutto il cuore, ma io non pensavo a come avrei potuto compiere bene i miei doveri per soddisfare Dio e non mostravo considerazione per la Sua intenzione. In che modo stavo credendo in Dio e compiendo i miei doveri? Mettevo i miei interessi al di sopra dei doveri. Dov’erano la mia coscienza o la mia ragione in questo? Se avessi continuato ad aggrapparmi alla mia reputazione e al mio prestigio, avrei finito per perdere l’opportunità di compiere i miei doveri e sarei stata sdegnata ed eliminata da Dio. Ho ringraziato Dio per la guida e l’illuminazione della Sua parola, che mi ha permesso di conoscere la gravità di questo problema. Sono diventata disposta a pentirmi e a cambiare, a non essere più limitata dal mio orgoglio e a essere in grado di accettare le orchestrazioni e le disposizioni di Dio e sottomettermi a esse.

In seguito, ho letto altre parole di Dio: “” (La Parola, Vol. 7: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (3)”). Dalle parole di Dio, ho capito che avere difetti non è un problema e che perseguire la verità è la cosa più importante, perché farlo può aiutare le persone a risolvere tutti i problemi e le difficoltà. Fintanto che perseguo la verità, svolgo i miei doveri secondo i principi e sono in grado di condividere sulla verità per risolvere i problemi, posso compensare i difetti della mia umanità. Sebbene alcune persone siano naturalmente brave a parlare e non si sentano mai nervose incontrando gli altri, questo non significa che capiscano la verità o sappiano svolgere bene i loro doveri. Ho pensato a una supervisora del lavoro del Vangelo. Era eloquente e non si sentiva mai nervosa in nessuna situazione. Sebbene avesse doni e levatura, non perseguiva la verità e pronunciava solo parole e dottrine, che non potevano risolvere i problemi dei fratelli e delle sorelle. Ha anche fatto cose che hanno intralciato e disturbato il lavoro della chiesa e non aveva alcun senso di pentimento, per cui alla fine è stata allontanata dalla chiesa. Ho visto che, per quanto una persona sia eloquente, se non persegue la verità ed è priva delle verità realtà, alla fine verrà eliminata. Sebbene non fossi brava a parlare, quando avevo le giuste intenzioni e pregavo sinceramente Dio e mi affidavo a Lui, anch’io potevo ricevere la Sua guida ed ero in grado di condividere per risolvere alcuni problemi dei fratelli e delle sorelle. Non potevo più essere limitata dalla mia mancanza di eloquenza. Le parole di Dio mi hanno mostrato un cammino di pratica. Avrei dovuto concentrarmi sulla ricerca delle intenzioni di Dio nelle persone, negli eventi e nelle cose che mi si presentavano ogni giorno, esercitarmi a praticare secondo i requisiti di Dio e concentrarmi sull’entrare nella verità realtà. Nello svolgere i miei doveri, avrei dovuto formarmi nel condividere basandomi sulle mie esperienze effettive, e concentrarmi su come condividere in modo da risolvere i problemi dei nuovi arrivati. Se c’era qualcosa che non capivo, avrei dovuto cercare l’aiuto dei fratelli e delle sorelle che capivano e sforzarmi di adempiere i miei doveri. Dopo aver compreso queste cose, quando sono andata a riunirmi con i due nuovi arrivati, mi sono munita della verità in anticipo e mi sono preparata bene e, sebbene fossi ancora un po’ nervosa, ho pregato Dio e mi sono affidata a Lui e ho potuto anche condividere su un po’ di luce e su alcune vie di pratica, risolvendo alcuni problemi dei nuovi arrivati. Se c’erano problemi che non avevo risolto durante la riunione, pregavo e cercavo dopo essere tornata a casa, oppure comunicavo con la supervisora, e la volta successiva che mi incontravo con i nuovi arrivati condividevo ancora con loro. Sono anche riuscita a ottenere alcuni risultati nei miei doveri praticando in questo modo.

Non molto tempo dopo, una nuova arrivata era limitata dalla sua famiglia e non poteva riunirsi regolarmente. La leader mi ha chiesto di andare a trovarla, dicendo che gli irrigatori precedenti avevano condiviso e l’avevano aiutata, ma lei era ancora limitata dalla sua famiglia. Ho ricominciato a preoccuparmi, pensando: “E se non riuscissi a condividere chiaramente né a risolvere il suo problema e lei rimanesse limitata dalla famiglia? Sarebbe così imbarazzante!” Mi sono resa conto che stavo di nuovo pensando al mio orgoglio e al mio prestigio. Risolvere lo stato di questa sorella era mio dovere, e avrei dovuto fare del mio meglio per condividere su tutto quello che capivo. Ho letto le parole di Dio: “Se fai le cose sempre e solo perché gli altri le vedano, vuoi sempre guadagnare lodi e ammirazione da parte degli altri e non accetti lo scrutinio di Dio, allora hai ancora Dio nel cuore? Le persone di questo tipo non hanno un cuore che teme Dio. Non agire sempre per il tuo tornaconto e non considerare costantemente i tuoi interessi personali; non preoccuparti degli interessi degli uomini e non pensare affatto al tuo orgoglio, alla tua reputazione e al tuo prestigio. Devi prima considerare gli interessi della casa di Dio e farne la tua priorità. Devi tenere in considerazione le intenzioni di Dio e cominciare col riflettere se ci siano state o meno impurità nello svolgimento del tuo dovere, se tu sia stato leale, se tu abbia adempiuto le tue responsabilità e abbia dato tutto te stesso e, allo stesso modo, se tu abbia o meno riflettuto con tutto il cuore sul tuo dovere e sul lavoro della chiesa. Devi considerare queste cose. Se ci pensi spesso e le comprendi, ti sarà più facile svolgere bene il tuo dovere(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Libertà e liberazione si possono guadagnare solo liberandosi della propria indole corrotta”). Avrei dovuto avere un cuore timorato di Dio. Non avrei dovuto tener conto del mio orgoglio o concentrarmi su ciò che gli altri pensavano di me, ma invece avrei dovuto adempiere la mia responsabilità, esaminare sinceramente le difficoltà e i problemi della nuova arrivata, preparare in anticipo le parole di Dio pertinenti, articoli esperienziali e video, e riflettere su quali delle mie esperienze avrei potuto mettere in comune con la nuova arrivata per aiutarla, così che potesse rapidamente stabilire una base nella vera via. Queste erano le cose che avrei dovuto fare. Dopo averlo compreso, sebbene mi sentissi ancora nervosa quando ho rivisto la nuova arrivata, ho pregato Dio e mi sono affidata a Lui e, se la prima volta la mia condivisione non era chiara, quella successiva cercavo altre Sue parole su cui condividere con lei e, alla fine, è riuscita a partecipare regolarmente alle riunioni, non è stata più limitata dalla sua famiglia e ha persino iniziato a esercitarsi a scrivere articoli di testimonianza esperienziale. Ero così grata a Dio. È solo grazie alla Sua guida che ho potuto ottenere questi risultati nel mio dovere.

Sei fortunato ad accederea questo sito Web,avrai l’opportunitàdi accogliere il Signoree trovare la via per sbarazzarti della sofferenza. Vuoi guadagnare questa benedizione di Dio?

Contenuti correlati

Una segnalazione ricompensata

di Ding Li, Stati Uniti Era in estate, un paio di anni fa. Ho sentito che sorella Zhou, un capo, aveva scelto fratello Li come diacono...

Connettiti con noi su WhatsApp