Sette anni di prove hanno rivelato la mia vera natura

25 Settembre 2019

di Chen Hui, provincia dello Heilongjiang

Nel 1994, assieme a mia madre, accettai l’opera di Dio degli ultimi giorni. Quando appresi che Dio era riapparso nella carne per compiere l’opera di salvezza, mi sentii pieno di gioia e particolarmente onorato di essere un beneficiario della salvezza di Dio. Seguì un periodo in cui mi recavo spesso alle riunioni e cantavo inni di lode a Dio con i miei fratelli e sorelle. Quando avevo tempo leggevo la parola di Dio, e quando ebbi compreso in una certa misura le Sue intenzioni divisi il mio tempo tra il lavoro e l’adempiere il più possibile i miei doveri all’interno della Chiesa. Qualche tempo dopo sentii dire che l’opera di Dio sarebbe giunta molto presto a conclusione. Pieno di entusiasmo, pensai tra me e me: “Farò bene a dedicarmi con grande impegno a perseguire la verità e a compiere più buone azioni prima che l’opera di Dio sia terminata. Non devo lasciarmi scappare questa opportunità irripetibile”. Subito dopo presi la ferma decisione di lasciare il lavoro e investire tutto me stesso nell’opera di diffusione del Vangelo del Regno. Decisi di dedicare completamente il resto della mia vita a Dio, nella convinzione che solo così avrei potuto ricevere il Suo encomio e la Sua benedizione. In quel periodo non facevo che darmi da fare ogni giorno dalla mattina presto fino a tarda sera, che piovesse o tirasse vento. Anche se dovevo percorrere decine di chilometri in bicicletta, non mi sentivo mai stanco o sovraccarico di lavoro. A volte mi sentivo addolorato e indebolito di fronte alle calunnie della gente profana o all’abbandono da parte dei miei cari. Tuttavia, mi bastava pensare che non solo sarei stato risparmiato quando le grandi calamità fossero discese sulla terra e avrei guadagnato la vita eterna, ma anche che avrei goduto delle cospicue benedizioni materiali di Dio, per essere pervaso da un senso di esaltazione e dalla sensazione che tutti i miei sforzi valessero a qualcosa. Ciò mi dava fiducia nel fatto che se ero capace di spendere tutto per Dio significava che ero una persona che amava Dio e meritava le Sue benedizioni, e che per me c’era un posto assicurato nel Regno. Da allora in poi, pur continuando a spendermi e a dare il mio contributo, non feci che attendere il giorno in cui l’opera di Dio sarebbe giunta a conclusione in modo da poter reclamare il prima possibile la mia felice sorte nel Regno.

Un giorno, verso la fine del 1999, proprio mentre mi preparavo fiduciosamente a entrare nel Regno e godere delle sue grandi benedizioni, una sorella mi disse: “Il Fratello ha comunicato che, se desideriamo ricevere la salvezza ed essere resi perfetti, dovremo prima sottoporci a sette anni di prove”. Quasi non credetti alle mie orecchie. Volendo assicurarmi di non aver capito male, chiesi alla sorella di ripetere. Quando ebbi conferma che avevo compreso bene le sue parole, fui colto da una vertigine e mi sentii di colpo smarrito. Per quanto mi sforzassi, non riuscivo a convincermi che le sue parole corrispondessero al vero. Tutto a un tratto, la testa mi si affollò di pensieri: “Perché devo ancora sopportare sette anni di prove? Quando hanno detto che l’opera di Dio sarebbe terminata entro due anni ho rinunciato a tutto; come faccio ad andare avanti ora che so che mancano ancora sette anni? È il caso che mi trovi un lavoro per guadagnare qualcosa? Tra sette anni avrò trent’anni; dovrei affrontare la questione del matrimonio? …”. All’inizio avevo pensato di trovarmi sul punto di entrare nel Regno di Dio e che tutte le mie afflizioni terrene sarebbero presto terminate. Invece ora sembrava che non solo non sarei entrato nel Regno di Dio, ma che mi sarei dovuto sottoporre ad altri sette anni di prove e affinamenti. Il solo pensiero mi diede una stretta al cuore e fui pervaso da un’indicibile tristezza. Inconsciamente cominciai a incolpare Dio, pensando: “Dio! Perché non mi hai detto prima che devo ancora sottopormi a sette anni di affinamento? All’inizio mi ero detto che, per quanto le cose potessero diventare difficili, tutto sarebbe finito nel giro di due o tre anni, dopodiché sarei potuto entrare nel Regno per godere in eterno delle sue meravigliose benedizioni. E invece mi aspettano ancora sette anni di prove e affinamento. E ora come faccio a superarli?”. Più pensavo, più diventavo negativo. Cominciai a rimpiangere le decisioni che avevo preso e persino a considerare l’idea di tornare al mondo secolare per trovare un lavoro e guadagnare, limitandomi a partecipare alla vita della Chiesa quando il tempo lo avrebbe permesso. In quelle condizioni vivevo in uno stato di assoluta infelicità ed ero sempre giù di morale: mi appisolavo durante le riunioni e compivo il mio dovere senza grande entusiasmo. Sentivo che non avrei avuto la stessa energia che avevo avuto in passato, eppure non osavo nemmeno fare un passo indietro; mi trovavo davvero tra l’incudine e il martello. All’incirca in quel periodo, alcune persone, non riuscendo a sopportare le sofferenze di sette anni di prove, avevano voltato le spalle a Dio perdendo la fede. Quando venni a saperlo rimasi sconvolto e fu come se nella mia testa fosse scattato un allarme. Osservando la mia situazione attuale, mi resi conto che, se non avessi fatto qualcosa per invertire la mia rotta, anch’io avrei corso un grave rischio… eppure, come potevo cambiare la situazione in cui mi trovavo per emergere dalla negatività in cui ero sprofondato?

Non molto tempo dopo, lessi questo passo tratto dalle parole di Dio: “Ogni volta che si menzionano le prove dei sette anni, parecchie persone si sentono particolarmente a disagio e abbattute, alcune si lamentano e ci sono reazioni di ogni tipo. Da queste ultime è evidente che le persone hanno ora bisogno di tali prove, di questo genere di avversità e di affinamento. Nella loro fede in Dio, quel che le persone cercano è ottenere benedizioni per il futuro: questo è il loro obiettivo nella fede. Tutti hanno questo intento e questa speranza, ma la corruzione nella loro natura deve essere risolta attraverso le prove. Quali che siano gli aspetti in cui non sei purificato, questi sono gli aspetti nei quali devi essere affinato: questa è la disposizione di Dio. Dio crea per te un ambiente, costringendoti a essere lì affinato in modo che tu possa conoscere la tua corruzione. In definitiva raggiungi un punto in cui preferiresti morire e abbandonare i tuoi progetti e i tuoi desideri e sottometterti alla sovranità e alla disposizione di Dio(“Come soddisfare Dio nel mezzo delle prove” in “Registrazione dei discorsi di Cristo”). Le parole di Dio erano una perfetta descrizione del mio dilemma. Non appena saputo che avrei ancora dovuto sottopormi a sette anni di prove, ero sprofondato in un pozzo di negatività e, colmo di risentimento, mi ero ribellato a Dio. Prima d’allora avevo pensato che, avendo lasciato il lavoro e abbandonato la mia vita familiare, avessi investito molto più della media dei discepoli e perciò fossi quello che amava Dio più di chiunque altro e il più meritevole delle Sue benedizioni. Solo allora mi resi conto che l’obiettivo che avevo perseguito era impuro. Dio esamina la mente e il cuore delle persone e ha usato le prove e gli affinamenti per rivelare che la mia fede in Lui era in realtà basata sul desiderio di ottenere benedizioni. Mi ha permesso così di comprendere chiaramente che il presupposto della mia ricerca era erroneo e mi ha liberato dal desiderio di ottenere benedizioni. In seguito, vidi un altro passo tratto dalle parole di Dio: “Non state forse coltivando ancora una falsa immagine per ingannarMi nell’interesse della vostra destinazione, perché sia splendida e felice? Sono consapevole che la vostra devozione e la vostra sincerità non sono che momentanee; le vostre aspirazioni e il prezzo che pagate non sono forse per il presente e non per il futuro? Desiderate solo compiere uno sforzo finale per assicurarvi una destinazione meravigliosa. Mirate solo a fare uno scambio; non è così che non siete debitori della verità ed è in particolare per non ripagarMi del prezzo che ho versato. In una parola, desiderate solo impiegare la vostra intelligenza, ma non siete disposti a combattere per essa. Non è questo il vostro sentito desiderio? Non dovete nascondervi e, a maggior ragione, non dovete arrovellarvi sulla vostra destinazione al punto di non riuscire a mangiare o dormire. Non è forse vero che la vostra destinazione sarà stabilita alla fine?(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Della destinazione”). Il giudizio e il castigo manifestati dalle parole di Dio mi fecero provare vergogna e mi indussero a riflettere sui miei pensieri e le mie azioni, facendomi capire che erano identici a quelli che Dio aveva messo in evidenza. Ripensai ai primi tempi in cui ero entrato a far parte della Chiesa e compivo i miei doveri senza ancora avere rinunciato al posto di lavoro. Sentendo dire che l’opera di Dio sarebbe presto giunta a conclusione, avevo pensato tra me e me che per ottenere le Sue benedizioni e guadagnare ricompense avrei dovuto investire tutto me stesso nello spendermi per Lui solo per un periodo limitato. Per essere certo di entrare nel Regno una volta conclusa l’opera di Dio avevo abbandonato ogni piacere fisico buttandomi a capofitto nell’adempimento dei miei doveri. Tuttavia, saputo che dovevo ancora sottopormi a sette anni di prove, mi era parso di essermi imbattuto in un ostacolo insuperabile ed ero diventato così negativo da non avere nemmeno la motivazione per adempiere ai miei doveri. Avevo il cuore pieno di biasimo e resistenza nei confronti di Dio. Provavo rimpianto per tutto quello a cui avevo rinunciato e per tutta la fatica che avevo fatto; considerai persino l’idea di tradire Dio e volgerGli le spalle. Mi ero trasformato in una persona completamente diversa rispetto a prima! Solo attraverso la rivelazione della prova mi resi conto che non avevo mai davvero venerato Dio in quanto Creatore di tutto il creato. Inoltre, mi resi conto che mi ero speso e avevo rinunciato alle cose terrene non per compiere il mio dovere di essere del creato al fine di perseguire il mio amore per Dio e soddisfarLo. Piuttosto, avevo fatto tutti quegli sforzi pensando esclusivamente alla mia futura destinazione. Tutto quel che avevo fatto era inteso solo a concludere un accordo con Dio. Agendo così, Lo avevo ingannato e usato per raggiungere il mio scopo ultimo: entrare nel Regno e ricevere benedizioni in abbondanza. Ero stato proprio egoista, spregevole e ripugnante! Era proprio come avevano rivelato le parole di Dio: “Per quanto siano messi alla prova, la devozione di coloro che hanno Dio nel loro cuore resta immutata; ma coloro che non hanno Dio nel loro cuore, non appena l’opera di Dio non risulta vantaggiosa per la loro carne, cambiano la propria visione di Dio e arrivano persino ad allontanarsi da Lui. Questi sono coloro che non resteranno saldi alla fine, che cercano unicamente le benedizioni di Dio e non hanno alcun desiderio di spendersi per Dio e di dedicarsi a Lui. Questo tipo di persone meschine verranno tutte scacciate quando l’opera di Dio giungerà al termine, e non meritano alcuna compassione. Coloro che sono privi di umanità sono incapaci di amare davvero Dio. Quando l’ambiente è protetto e sicuro, o quando possono trarre un qualche profitto, obbediscono a Dio in tutto e per tutto, ma non appena ciò che desiderano viene distrutto o alla fine va in frantumi, si ribellano immediatamente. Persino nell’arco di una sola notte, sono capaci di trasformarsi da persone sorridenti e ‘di animo gentile’ in spaventosi e feroci assassini, pronti a trattare il proprio benefattore di ieri come un mortale nemico, senza alcuna valida motivazione o ragione. Se questi demoni non vengono scacciati, demoni che ucciderebbero in un batter d’occhio, non diverranno fonte di ulteriore sofferenza?(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “L’opera di Dio e la pratica dell’uomo”). Dalle parole di Dio era evidente che le persone egoiste e ingannevoli mancano di umanità e vivono esclusivamente per il profitto, tradendo la fedeltà e la fiducia per il tornaconto personale. Coloro che vivono in conformità con la natura di Satana non hanno alcuna possibilità di essere compatibili con Dio: non fanno che resisterGli, tradirLo e addirittura considerarLo nemico. Dio odia e detesta tali persone, e se queste continuano a rifiutarsi di perseguire la verità, alla fine verranno eliminate. Riflettei su come, nelle due volte in cui Dio incarnato è venuto sulla terra per compiere l’opera di salvezza dell’umanità, Egli abbia subìto incredibili umiliazioni e abbia pagato il prezzo più alto per strapparci dall’influenza delle tenebre di Satana. Eppure, mai una volta ha preteso qualcosa da noi. Io, invece, non solo avevo mancato di riconoscere l’amore di Dio e di esserGli minimamente grato e genuinamente devoto, ma mi ero preoccupato soltanto di come poter ottenere le benedizioni. Quando l’opera di Dio non si era allineata alle mie idee e fantasie o non aveva previsto un mio beneficio a livello fisico, Gli avevo subito voltato le spalle, arrivando perfino a pentirmi di tutti gli sforzi e di tutte le rinunce che avevo fatto, e desiderando di abbandonare Dio completamente. Mi resi conto che non possedevo nemmeno un briciolo di umanità; la mia natura era tale che avevo resistito a Dio e Lo avevo tradito, e quella indocilità non meritava altro che le Sue maledizioni. Una volta capito questo, mi sentii pieno di rimorso e senso di colpa, e promisi di non essere mai più così amorale. Sapevo di dovermi al più presto pentire e sforzare di perseguire la verità per soddisfare Dio.

In seguito, lessi in un sermone le seguenti parole: “Oggi sono molti coloro il cui cuore genera risentimento e che agiscono con una malvagia carenza di fede quando sono posti di fronte ai sette anni di prove. Questo è molto sorprendente e Mi ha fatto capire che oggi i membri della famiglia di Dio non sono migliori degli Israeliti del passato. Si può dire che l’opera di Dio nel presente sia di gran lunga la più adatta e la più necessaria per l’umanità corrotta. Se Dio non agisse in tal modo, l’umanità non giungerebbe mai a conoscerLo, ad acquisire la vera fede o a lodarLo in modo sincero. Gli esseri umani di oggi sono impoveriti, abbietti e ciechi. Non hanno alcuna vera conoscenza di Dio. Prima che iniziassero le prove, la natura di ribellione, resistenza e tradimento di Dio di molte persone era stata esposta alla luce del sole così che tutti potessero vedere. Come potevano aspettarsi di entrare nel Regno? Come potevano essere ritenute degne di ricevere le promesse di Dio? Se l’uomo comprendesse davvero le sue mancanze, il suo impoverimento e la sua abiezione, se riuscisse a vedere come la sua natura sia stata ribelle e resistente nei confronti di Dio, allora si sottoporrebbe alle varie sofferenze e agli affinamenti che Egli ha disposto e sarebbe pronto e intenzionato a sottomettersi ai disegni di Dio e a tutta la Sua opera. Solo chi è enormemente arrogante presupporrebbe, e dopo aver letto solo pochi passi tratti dalla parola di Dio di aver afferrato la verità, di possedere umanità, di non aver bisogno di sottoporsi a prove e affinamenti e di dover essere innalzato direttamente al terzo paradiso. Chiunque abbia esperienza di vita avrà compreso che chi si limita a leggere la parola di Dio ma non si sottopone agli affinamenti apportati da ogni tipo di prove e sofferenze non può riuscire a cambiare la propria indole. Avere capito molte dottrine non significa necessariamente possedere una vera levatura. Dunque, in futuro, l’uomo dovrà affrontare molte prove: questa è la grazia e l’esaltazione di Dio, e ancor più la Sua salvezza, e tutti dovremmo ringraziarLo e lodarLo per questo” (La condivisione del Fratello). Dopo aver letto questo sermone, raggiunsi una comprensione ancor più grande delle intenzioni di Dio. Trovarmi di fronte a tali prove e affinamenti è stato esattamente quello che serviva alla mia vita; se non fossi stato messo a nudo in quel modo non avrei mai esaminato le cattive intenzioni che avevano motivato la mia fede, né avrei riconosciuto la mia natura satanica egoista e spregevole. Avevo persino creduto di nutrire una vera fede in Dio e mi ero gloriato di essere una persona che Lo amava sinceramente. Mi ero illuso e ingannato. La meravigliosa opera di Dio mi aveva messo completamente a nudo, permettendomi di comprendere in modo chiaro la vera natura della mia resistenza verso di Lui e di vedere la mia malvagità e ripugnanza. Mi aveva mostrato che ero un opportunista e un vero e proprio discendente di Satana. La mia fede in Dio era stata del tutto impura e caratterizzata da transazioni. Se avessi continuato a praticare la fede in quel modo, non avrei mai ricevuto l’encomio di Dio, e alla fine avrei fallito. Sperimentare il giudizio e il castigo mi ha aiutato a rendermi conto che la fede in Dio non è semplice come avevo immaginato; non si ricevono le benedizioni di Dio subito dopo aver riposto la propria fede in Lui, e neppure si raggiunge automaticamente una meta felice soltanto perché ci si è dati da fare investendo tempo ed energia. Senza che la mia natura satanica venga purificata e modificata, anche praticando la fede in Dio per cent’anni non otterrei comunque la salvezza. Lo stabilisce l’indole giusta di Dio e nessuno lo può cambiare. Ho anche compreso che sottoporsi a prove e affinamenti è un passo essenziale sul cammino verso la salvezza di Dio. Ora non incolpo e non fraintendo più Dio, anzi, mi sottometto felicemente alla Sua opera. Ho preso la decisione di ricominciare daccapo e di impegnarmi nel perseguire la verità, così da poter raggiungere presto un cambiamento della mia indole e la compatibilità con Dio.

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